Senza categoria

Edipus

di Giovanni Testori
scrittura di scena e interpretazione Roberto Trifirò
scenografia Gianni Carluccio, costumi Stefano Sclabas
luci Luigi Chiaromonte, collaborazione ai movimenti Barbara Geiger
assistente alla regia Chiara Piemontese, collaborazione Francesca Cassanelli
trucco Daniele Francolino, foto di scena Angelo Redaelli
produzione teatro Out Off
Spettacolo In abbonamento Invito a Teatro
fino al 19 aprile  
Teatro Out Off


Promozioni dedicate allo spettacolo:
Per gli amici di Casa Testori e Associazione Testori ingresso speciale a 8 euro invece che 19,50. Per ricevere l’offerta è sufficiente prenotare scrivendo a info@teatrooutoff.it o chiamando lo 02.34532140

Roberto Trifirò, sua la scrittura di scena e l’interpretazione, entra nel mondo dell’“Edipus” del grande Giovanni Testori con la sua lingua ruvida e struggente, eccezionale mezzo di espressività e teatralità illuminando nella sua bella prova la metateatralità del monologo, tingendola di caratteri di sfida perduta ma non abbandonata, della fatica indomita della vita, di cosciente compostezza. Incontra la concretezza ruvida della lingua testoriana ed entra in “Edipus” offrendone una lettura febbricitante, è ironico ma mai cialtrone, in lui c’è il senso di malinconico dolore per un mondo di semplicità estinte. Nella “tragediosa tragedia” che chiude la Trilogia degli Scarrozzanti, i guitti, i reietti, i fuori norma, i non accettati, Edipo uccide consapevole il tiranno Laio e consapevole si congiunge con la madre. Lo scarrozzante, sacerdote del povero rito del teatro, ostinato gioca col proprio ciarpame: «Ecces qui i boccoli, le collane, le spille, le spillazze, i pendenti, i pendolenti…», pur sapendo che può solo continuare ad offrire se stesso all’utopia della libertà del teatro che rinnova sempre se stessa. Solitudine, autodistruzione, girare e andare. La vita di tutti, scarrozzanti e non.
Magda Poli (Corriere della Sera, 1 aprile)

Nella compagnia degli ultimi e dei reietti è rimasto solo il Capocomico, lo “Scarrozzante” ad interpretare tutti i personaggi. Con Edipus Testori completa la sua trilogia teatrale che ha come protagonisti personaggi presi dai classici. Attraverso la voce dell’unico protagonista della tragedia, Testori lancia la sua sfida luciferina pur sapendo che dopo di ciò resterà solo il silenzio. Un testo in cui la crisi della cultura e della coscienza contemporanea sono altamente rappresentati, ma anche un’opera che da letteraria si fa politica, nella misura in cui è politica la letteratura quando mira a dare un giudizio globale sull’uomo e sul mondo. L’indignazione di Testori si abbatte con violenza contro ciò che contamina la vita proprio per un estremo e disperato atto d’amore verso l’uomo.

L’amore

Lino Guanciale legge le (sue) poesie 
L’amore di Giovanni Testori viene pubblicato nel 1968 da Feltrinelli, si tratta di un’antologia di poesie scritte tra il 1966 e il 1967. Una raccolta molto intimista, in cui lo scrittore lombardo si misura con l’amore come sentimento totalizzante e incondizionato. Amore degli uomini e delle donne, carnale ma anche immortale.
Parlare d’amore con l’audacia linguistica di un autore scultore di immagini come Testori.
Testori fa una poesia ricca e profonda con slanci metafisici nella miglior tradizione della poesia amorosa. – la Repubblica

Lunedì 18 marzo h 20.30
Teatro Franco Parenti

scheda spettacolo >  
Intero > 25€ + pr. | acquista online 

UN’ALTRA PRIMAVERA. Artisti per l’equinozio 2019

A cura di Giuseppe Frangi
Castello Oldofredi, Calcio (BG)
16 Marzo – 7 Aprile 2019

UN’ALTRA PRIMAVERA
Giuseppe Frangi

Sarà un volto chiaro.
S’apriranno le strade sui colli di pini
Cesare Pavese

È un sole delicato e antico quello che si alza su Castello Oldofredi in occasione di questa nuova primavera. Lo ha ricamato Paola Sala, uno dei dieci artisti che hanno raccolto l’invito di partecipare a questa nuova edizione della Settimana della Cultura di Calcio. È un manufatto semplice, che richiama il sapore delle case dei nonni di un tempo, quando si aprivano i cassetti di soppiatto e ne uscivano le più straordinarie magie. In questo caso la magia ha però qualcosa di bizzarro e di imprevisto: i raggi blu non si dimostrano molto obbedienti ad un ordine e al centro la scritta sembra quella apparsa clandestinamente su un muro. Il fascino dell’arte è quello di sorprendere con la capacità di reinventare e reinventarsi. Così l’antico cucito diventa qualcosa che comunica l’avvento di un nuovo.

In questo caso il nuovo è la primavera, quel “volto chiaro” del mondo cantato da Pavese che s’allaccia con meravigliosa regolarità, ma che ogni volta ci riempie di stupore perché travalica la misura attesa. Con una certa sana presunzione l’arte non vuole e non può essere da meno. Deve avere in sé, sempre, un “nuovo” e deve travalicare le attese. La proposta che Casa Testori ha lanciato agli artisti in occasione di questa nova edizione dell’appuntamento a Castello Oldofredi è perciò non solo quella di accompagnare poeticamente l’arrivo di “un’altra primavera”, ma di essere con le loro opere esperienza di una “primavera”: appunto di “un’altra primavera”.

Quest’anno la famiglia degli artisti si è ingrandita: sono dieci quelli presenti a questa edizione, con una componente femminile inevitabilmente maggioritaria, perché siamo in un luogo profondamente permeato dalla presenza di donne, le suore Passioniste e le ragazze da loro accolte.

Calcio e il suo territorio custodiscono un cuore antico, ma sono stati attraversati e per certi versi anche feriti, dall’irruzione della modernità. Il paesaggio al quale quest’altra primavera regala nuova vita è perciò un paesaggio che a volte fatichiamo a riconoscere, come se la sua bellezza ci fosse stata sottratta. Nel percorso della mostra potrete vedere come gli artisti a volte abbiano proprio intercettato questa sensazione di uno strappo avvenuto, questo struggimento per un tesoro che potrebbe sfuggirci dalle mani e dallo sguardo.E ora cominciamo il nostro viaggio.

_MG_1662
_MG_0788
_MG_1665
_MG_1673
_MG_1674
_MG_1643
_MG_1654
_MG_1658
_MG_1680
_MG_1682
_MG_1683
_MG_1687
_MG_1688
_MG_1710
_MG_1693
_MG_1698
_MG_1699
_MG_1707
previous arrow
next arrow

LA MOSTRA

A seguito del successo dell’edizione precedente, il Comune di Calcio ha affidato nuovamente a Casa Testori la curatela della mostra che si è tenuta a Castello Oldofredi in occasione della Settimana della Cultura 2019 (16-24 marzo).
Una rinascita, una novità di sguardo, un cambiamento di prospettiva, che non riguarda solo la natura, ma che ha coinvolto anche chi questo mondo lo abita: 10 artisti sono stati invitati a documentare con la loro capacità poetica quel passaggio felice del calendario che è l’inizio della primavera. 
Il percorso, pieno di sorprese, si è proposto di indagare come gli artisti abbiano saputo interpretare questa dimensione di rinascita che coinvolge il paesaggio, il cielo, la natura e l’uomo, come miracolo che si rinnova con fedeltà ad ogni primavera.  
Non è stato un approccio solo descrittivo e naturalistico, ma anche meditativo e concettuale, che ha reso il visitatore non un semplice spettatore, ma partecipe ad un rito, ad un’esperienza.

GLI ARTISTI

Irene Balia, Andrea Bruschi, Emma Ciceri, Tamara Ferioli, Marco Grimaldi, Manuel Grosso, Paola Marzoli, Giulia Pellegrini, Marco Rossi, Paola Sala

Conversazione con la morte al Teatro Litta

Dal 19 al 31 marzo 2019
CONVERSAZIONE CON LA MORTE
di Giovanni Testori – regia Mino Manni – con Gaetano Callegaro
Ho divorato “Conversazione con la morte” quasi fisicamente e le parole del testo hanno cominciato a vibrare dentro di me, a farmi compagnia, a risuonare in modo struggente con una vita prorompente e purificatrice sebbene quelle parole fossero “portatrici di morte”. Da qui, inconsciamente, ho cominciato a sentire un legame profondo con Giovanni Testori e istintivamente ho riletto la sua raccolta di poesie “Nel tuo sangue” e, ancora istintivamente, ho cominciato a sviluppare idee, suggestioni, riflessioni fino ad immaginare uno spazio, un luogo dove mettere in scena quelle parole: uno spazio che non fosse solo un teatro ma un tempio sconsacrato, una sorta di chiesa benedetta e maledetta insieme dove il vecchio attore che parla ( il protagonista del testo) divora sé stesso in un rito ecclesiastico in cui l’altare diventa un tavolaccio da obitorio e dove attraverso la disperazione della sua solitudine, realizza la necessità di un dialogo con la “cara, dolce ed eterna ombra” che assume forma di cagna, ragazzina, amante e madre “dal grembo assassino” perché, al di là di ogni retorica sulla maternità, chi dà la vita dà anche la morte (Testori scrisse il testo nel 1978 dopo la morte della madre). In “Conversazione con la morte” c’è la fatica di dire e quella di non dire, l’anelito a una parola impossibile che diventa possibile soltanto attraverso il teatro: in fondo,semplicemente, un uomo solo che parla a un pubblico che lo ascolta. Che parla le parole sublimi, alte, poetiche e mai definitive di Giovanni Testori.
(Mino Manni)

OFFERTA CASA TESTORI
Per te due biglietti a 12€ cad. + prevendita 
Per info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it/ 0286454545 e attendere una conferma

—————————————————————————————————————-

In un tempo fatto di ricordi, la “Cleopatràs lussuriosa” di Testori ci accompagna dentro l’universalità di una passione che ne segna tragicamente il destino.
produzione Manifatture Teatrali Milanesi/Ossoli-Manni
MTM La Cavallerizza – Corso Magenta 24 Milano

Dal 5 al 10 marzo 2019
CLEOPATRAS
di Giovanni Testori – regia Mino Manni – con Marta Ossoli
Una donna che pienamente ha vissuto, amato, goduto, e perso ogni cosa. Una vedova che intona un doloroso lamento di morte e un potente inno alla vita. La grandiosa imperatrice d’Egitto che ha dominato e sottomesso interi popoli. Una bagascia di paese che millanta un passato fantasioso e mai esistito. Cosa resta della “gran reina” dopo che ha deposto la corona? Uno spettacolo in cui sacro e profano, amore e morte giungono a un punto di fusione incandescente e poeticissimo attraverso un linguaggio crudo e palpitante, barbarico e sublime, unico e immortale. Come il suo autore.

OFFERTA CASA TESTORI
Per te due biglietti a 12€ cad. + prevendita 
Per info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it/ 0286454545 e attendere una conferma

Grande successo per la Monaca. Ecco le recensioni


«Uno spettacolo di rara forza, un trionfo della parola testoriana che “si fa carne”, materia viva in Federica Fracassi» (Magda Poli sul Corriere.it)
https://www.corriere.it/…/scena-la-monaca-monza-testori-mal…

«Questa Monaca che offre una elettricità linguistica meravigliosa e contiene la potenza di echi che risuonano forti dentro» (Maurizio Porro su Cultweeek)
http://www.cultweek.com/la-monaca-del-tormento-tra-spirit…/…

«Questa Monaca di Monza, raccontandosi post mortem senza sconti, mostrando impietosamente nella morgue scenica i dettagli anatomici della sua anima, tiene letteralmente la platea incollata alle poltrone, facendole respirare i suoi fiati, e l’urgenza del vivere» (Danilo Caravà su Milanoteatri.it)
http://www.milanoteatri.it/recensione-la-monaca-di-monza/…

La Monaca di Monza con Federica Fracassi

12 febbraio al 3 marzo al Teatro Franco Parenti.
regia: Valter Malosti; con: Federica Fracassi, Vincenzo Giordano, Giulia Mazzarino.


Valter Malosti e Federica Fracassi, entrambi pluripremiati dalla critica italiana, tornano a lavorare insieme portando in scena la feroce confessione di Marianna De Leyva. Nella versione di Testori, come in soggettiva cinematografica, la protagonista, da morta, rivive la vicenda fin dal suo proprio concepimento avvenuto con atto brutale del padre su una delicata figura di madre, per poi passare a rievocare il disperato amore per Gian Paolo Osio.
Ecco le note di regia di Valter Malosti:«Credo che pochi artisti italiani portino nella propria figura le stimmate dell’ “artista moderno” come Giovanni Testori – osservava Piero Citati nel 1971 -. Il suo bisogno fatale di andare oltre, sempre più avanti e lontano, dove nessuno possa sostare con lui: il suo disperato desiderio di conoscere il peccato, la dannazione, il rimorso e il delirio; e la fredda volontà di costruirsi, giorno per giorno, ora per ora, libro per libro, un destino tragico, cosa più moderno di questo?». 

Di Giovanni Testori, autore per me seminale, mi ha sempre affascinato, al di là della produzione teatrale, il Testori parallelo, sublime, avventuroso ed emozionale critico (e mercante) d’arte. L’installazione nella chiesa di S.Bernardino a Ivrea per mezzo del saggio di Testori sul tramezzo affrescato da Martino Spanzotti, è stata un passo decisivo nella mia ricerca di radici espressive (per citare una espressione tipicamente testoriana), e umane, non cito tanti altri tentativi e reading ma voglio almeno ricordare Passio Laetitiae et Felicitatis, tratto dal romanzo omonimo con una straordinaria Laura Marinoni, Le Maddalene, un progetto nato su impulso del festival DeSidera, e infine L’Arialda che ho realizzato dapprima come saggio di diploma della scuola per attori del Teatro Stabile di Torino, che allora dirigevo, e poi come vero e proprio spettacolo. Il mio avvicinamento con Federica Fracassi alla Monaca di Monza viene invece da lontano, già nel 2009 avevamo dato vita ad un focus testoriano sulle figure monacali femminili testoriane, cui è seguito un primo studio di avvicinamento alla “malmonacata”, realizzato nel dicembre 2016 su suggestione del Teatro Manzoni di Monza. 

In Testori, Marianna De Leyva è una sorta di revenant che strappa se stessa, fantoccio di carta, dalla storia. La parola si fa carne, rimette insieme le sue “ossa maledette” per dar vita ad una blasfema eppur umanissima resurrezione. 
La tragica vicenda della protagonista prende forma con un andamento temporale distopico, e come in soggettiva cinematografica, addirittura fin da dentro il ventre materno, dal concepimento, dall’atto brutale del padre padrone, passando per gli opifici e le fabbriche e le macchine e le benne della Monza e della Milano degli anni sessanta, fino a rivivere il disperato amore, che è il cuore pulsante del testo, per Gian Paolo Osio vero e proprio eroe nero, sconcio e sanguinario che finirà i suoi giorni barbaramente trucidato. 
L’operazione drammaturgica (l’adattamento è per tre sole voci), e di regia, è volta alla radicale scarnificazione del testo, lasciando da parte quel sentore vagamente “pirandelliano” che si annusa nel testo completo, lasciando che l’andamento da feroce confessione, sviluppata in un dialogo apparente con l’inquisitore, si trasformi in quello che il nucleo del testo in realtà è, e cioè un atto violentemente ed eminentemente poetico, già lì ad esprimere una condizione “germinale” del teatro come prova “religiosa”, “immobile”, “lacerante e senz’esiti”, come ha scritto Barbara Zandrino, una interrogazione spinta fino alla blasfema chiamata in giudizio di Dio, con furioso slancio eretico, per aver voluto così la creazione. 

Per gli amici dell’Associazione Testori condizioni speciali: acquistando il biglietto inserite il codice 6793. Gli sconti sono applicati settimana per settimana.

La Monaca di Monza per una sera a casa sua

Lunedì 4 febbraio, alle 20,30 straordinaria anteprima della nuova messa in scena della Monaca di Monza di Giovanni Testori che debutterà al Teatro Franco Parenti il 12 febbraio. La regia è di Valter Malosti, protagonista Federica Fracassi. Lo spettacolo verrà presentato attraverso un reading a Palazzo Marino, la casa dove Marianna de Leyva era nata e dove aveva vissuto sino ai 16 anni.

Era nata nella Sala Verde di Palazzo Marino, il 4 dicembre 1575. Ora dopo oltre cinque secoli, Marianna de Leyva torna simbolicamente tra le mura di casa con le sembianze di Federica Fracassi, protagonista della Monaca di Monza di Giovanni Testori. In Sala Alessi viene proposto un reading di un passaggio dello spettacolo. In scena oltre a Federica Fracassi ci saranno Vincenzo Giordano e Giulia Mazzarino
Dopo il saluto dell’assessore alla Cultura di Milano Filippo Del Corno, Giovanni Agosti spiegherà il rapporto tra Palazzo Marino e Marianna de Leyva.

Quindi, prima del reading, Valter Malosti racconterà il percorso fatto per arrivare a questa messa in scena. Nella versione di Giovanni Testori come in soggettiva cinematografica la protagonista, da morta, rivive la vicenda fin dal suo proprio concepimento avvenuto con atto brutale del padre su una delicata figura di madre, per poi passare a rievocare il disperato amore per Gian Paolo Osio, vero e proprio eroe nero e sanguinario che finisce i suoi giorni barbaramente trucidato. Malosti dirige la Fracassi, interprete sensibile alle nuove drammaturgie, votata alle scritture più visionarie, feroci, poetiche degli ultimi anni e già intensa interprete dell’universo femminile testoriano (nei panni di ErodiàsCleopatràs e Mater Strangosciàs).

ingresso gratuito | si consiglia prenotazione a info@associazionetestori.it

Graffiare il presente – Rassegna Stampa


“Casa Testori è andata spontaneamente ad occupare un vuoto generazionale…Non stupisce, quindi, che sia diventata punto di riferimento giovanile sia per gli artisti che per il pubblico. Anche la collettiva in corso, curata da Daniele Capra e Giuseppe Frangi, ha convocato i lavori di ventuno pittori nati tra gli anni Settanta e gli Ottanta sotto il titolo «Graffiare il presente», cioè accomunati da una particolare intensità nel modo di riflettere sull’oggi.
(Francesca Bonazzoli, Corriere della Sera – Milano, 2 gennaio 2019)

“Graffiare il presente”, che riunisce, […] oltre venti autori nati fra gli anni ‘70 e ‘80, chiamati a scuotere le coscienze
con la loro pittura impegnata a riflettere sui guasti della nostra epoca. […]  il percorso affonda dentro la pittura stessa quale strumento di analisi chirurgica di situazioni correnti.
…nessuno cade mai nella didascalia, mantenendo il tema della ricerca puntato sul potere documentario del mezzo (la pittura) più che sul fine (la retorica). Quella che Testori definiva “un’urgenza di vita in atto” è affidata al vigore del linguaggio.
(Chiara Gatti, La Repubblica – Milano, 29 dicembre 2018)

Il progetto a cura di Daniele Capra e Giuseppe Frangi presenta alcuni dei lavori realizzati dai 21 artisti durante il 2018, e che rappresentano con intensità le esperienze che hanno vissuto o che vogliono far emergere. Quello che spinge gli artisti a servirsi della pittura è una missione estetica, esistenziale e politica.
(Ilaria Bulgarelli, Artribune, 31 dicembre 2018)

Salone_no luci
Maramotti_Silva
Baricchi_Iacurci
Calabrese_Nazzarri
Despotovic
Fato_Bini
Kvas2
Roma_Scarabello
Samori
previous arrow
next arrow

I Libri di Testori

Biblioteca Nazionale Braidense – Brera
dal 17 dicembre 2018 al 12 gennaio 2019
orari: dalle 9.30 alle 13.30

La vicenda editoriale di Testori, a partire dagli anni quaranta, con la pubblicazione degli scritti su Matisse e Manzù, al decennio seguente con la  collaborazione a Paragone, da Il dio di Roserio per i Gettoni, agli anni di Olivetti, con gli scritti sul Manierismo piemontese e lombardo del seicento e su Martino Spanzotti, Feltrinelli capitolo primo e capitolo secondo, fino all’ultima stagione, quella dei Tre Lai per Longanesi, indica la trasversalità della carriera di Testori tra arte e letteratura, sulla  lezione di Roberto Longhi: su questa trasversalità é costruito il disegno del Premio Testori. 


Premio Giovanni Testori 2018 – I Vincitori

_MG_1342
_MG_1341
_MG_1379
_MG_1349
_MG_1407
_MG_1403
_MG_1402
_MG_1401
_MG_1396
_MG_1393
_MG_1387
_MG_1386
_MG_1427
_MG_1317
_MG_1314
previous arrow
next arrow

TESTI VINCITORI

a) Per le arti figurative

1.  Per una tesi con impostazione trasversale tra arte e filologia (ex aequo):
Anna Lena con Giovanni Testori: il caso critico della sua tesi di laurea. Presentato da Alessandro Rovetta, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Anna Lena presenta e contestualizza un testo inedito e di grande importanza, non solo per la critica testoriana, la tesi discussa nel 1947 dallo scrittore e critico d’arte all’Università Cattolica di Milano, dal titolo: La forma nella pittura moderna, di cui si conoscevano finora solo le traversie occorse in fase di discussione. Giungendo la tesi di laurea di Testori, non al principio del proprio percorso critico, ma in qualche modo a sintesi di un periodo ricco di pubblicazioni, Lena ha colto l’occasione per raccogliere i dati oggettivi di un Giovanni Testori fino al 1947, presentandone una ricostruzione biografica puntuale, frutto di mirate ricerche di archivio presso gli istituti scolastici di ogni grado, dal Ginnasio alle due Università frequentate dallo scrittore, e trascrivendone con ordine e metodo i testi storico-artistici di quegli anni. È una tesi importante per la restituzione critica del momento storico e per la contestualizzazione nel percorso critico di Testori negli anni Quaranta del Novecento. Le domande che Testori si pone sulla pittura, propria e altrui, alla ricerca di una nuova via per l’arte cristiana, sono la base indispensabile per cogliere i successivi sviluppi del pensiero e dell’opera di Giovanni Testori.

Nicolò Rossi con Sicut Johannes. Studio Filologico e critico su gli angeli dello sterminio e su un progetto di triologia. Presentato da Salvatore Silvano Nigro, IULM MIlano

Il lavoro è costituito da quattro parti, raccordate secondo un’originale struttura. La prima affronta gli ultimi anni di vita e di malattia di Testori: ne esce un ritratto dell’autore, fortemente empatico anche nello stile, che vale da premessa allo studio, filologicamente assai arduo, dei manoscritti conservati nel Fondo Mondadori che occupa la seconda parte. Nella terza parte viene indagato criticamente il testo de La cattedrale, mettendo in relazione le figure dei personaggi con le suggestioni pittoriche caravaggesche (San Giovanni Battista) e di altri pittori del Seicento (Tanzio da Varallo in primis) e del Novecento. La quarta parte riporta la trascrizione di alcuni inediti reperiti nelle carte d’archivio e pazientemente ricostruiti: La peste a Milano, Fulbe Bororo, Infera Mediolani. Si tratta dunque di una tesi di grande impegno, sia ecdotico sia esegetico, che fa meritoriamente luce sull’officina dell’ultimo Testori. In virtù del suo carattere di lavoro trasversale agli interessi dell’autore studiato, la si è voluta premiare per la sezione «Storia dell’arte».

 2. Per un saggio di critica d’arte (ex aequo):
Tommaso Tovaglieri con Dicevo di te, Elsa de’ Giorgi. Presentato da Marco Belpoliti, Università degli studi di Bergamo

E’ una ricognizione critica sulla vita della scrittrice e attrice Elsa De’ Giorgi, fatta con materiali di prima mano, a partire da archivi finora non esplorati. L’abbondanza di materiale nuovo permette di tracciare un profilo diverso del personaggio cruciale anche per le vicende artistiche e collezionistiche dell’Italia dopo la seconda guerra mondiale.
Il saggio frutto di una ricerca di prima mano e ricco di spunti, intreccia osservazioni critiche ( per esempio quelle su Pontormo e sulla sua fortuna visiva grazie al libro sulla Maniera di Briganti ) in modo intelligente, presentando un profilo più ricco della De’ Giorgi e del contesto culturale che la circonda, da Roberto Longhi a Luchino Visconti, passando per Salvemini e Calvino.  Riporta in appendice un inedito di Pier Paolo Pasolini, ritrovato da Tovaglieri: la presentazione a Un coraggio splendente di Elsa De’ Giorgi,   di  indubbia importanza perchè  diviene per lo scrittore, occasione di enunciazione di poetica.

Stefano De Bosio con Frontiere. Culture figurative ad Aosta e nell’arco alpino occidentale tra Quattro e Cinquecento. Presentato da Giovanni Romano, Università degli studi di Torino (emerito)

Ricco di materiale inedito, sia documentario che fotografico, lo studio di Stafano De Bosio, setaccia, con particolare precisione di ricerca e analisi, la produzione artistica rinascimentale ad ampio raggio nel territorio considerato: vetrate, sculture, miniature e affreschi, con attenzione alla committenza e all’individuazione di personalità prima sconosciute, come Ambrogio Bellazzi, impegnato nella cattedrale di Aosta. La maturità metodologica dimostrata e il rigore scientifico perseguito da De Bosio dimostrano l’attualità e fecondità di una ricerca tradizionale nei mezzi e innovativa nelle piste di ricerca che è in grado di aprire.

b) Per la letteratura

1. Per una tesi di laurea:
Angela Siciliano con Una notte del ’43 di Giorgio Bassani. Edizione e studio critico. Presentata da Paola Italia, Università di Bologna

Si analizza il racconto inedito “Una notte del ‘43”. il testo narra di un fatto realmente accaduto il 15 novembre 1943, quando alcuni membri del CNL vennero fucilati dai fascisti, mentre Bassani, trovandosi fuori Ferrara, scampò alla rastrellata.  Il lavoro si articola in due parti:  la prima concerne la genesi dell’idea di racconto, il metodo di lavoro, la scoperta di Flaubert e il progressivo avvicinarsi al realismo, le fonti del racconto inedito, la poetica dell’autore, la struttura ad anello e il personaggio narrante (Barilari, alter ego di Bassani),i caratteri della prosa “lirica” di Bassani. La seconda parte è costituita dall’edizione critica e dall’analisi filologica del manoscritto rinvenuto tra le carte del Fondo Bassani. Si tratta di un lavoro sostanzioso e importante, soprattutto per l’edizione critica dell’inedito. L’analisi è condotta con acribìa e sicure competenze tecniche, nonchè con grande sensibilità interpretativa. Dal confronto tra gli originali scaturisce l’indicazione di un metodo di composizione e di una poetica ben definiti dello scrittore/storico Bassani.

 2. Per una testo letterario (ex aequo):
Daniele Gaggianesi con Qohelet De La Barona, Poesie in lingua milanese. Presentato da Franca Nuti

Si tratta di un poemetto in versi liberi, suddivisi in dodici sezioni, in dialetto milanese, con traduzione e “note”. L’ispirazione è biblica e il personaggio di Qoehelet é inserito in un contesto affatto contemporaneo: quello dell’ universo asfittico della stanza in cui un adolescente, affetto da anedonia, si è rinchiuso per comunicare solo via web con i complici – suoi unici interlocutori – un efferato crimine,  mai nominato e  sempre incombente. Forte è il contrasto tra il dialetto milanese, che rievoca nel lettore  i toni domestici degli ambienti tessiani, e  gli acronimi del gergo informatico, attraverso il quale si esprimono quanti si autorecludono, avendo scelto di vivere nel web piuttosto che nel mondo. Lavoro degno di nota, drammatico ma accorato, in cui il male di vivere viene declinato nelle sue diverse tonalità. Ciò che resta è il dolore e la rabbia per la mancanza di senso della vita.

Fabrizio Sinisi con Guerra Santa, Testo teatrale. Presentato da Gabriele Russo (Teatro Bellini, Napoli )

Il testo è una tragedia che affonda nel contemporaneo della nostra storia e utilizza il dualismo tra due posizioni diverse, ma specchio della stessa moneta: Padre Lorenzo, un prete cristiano e Laila, una giovane convertita alla religione musulmana. Altro personaggio è Daniele, angelo dello sterminio, grande assente ma motore delle vite che animano la storia. Qui vale  l’assunto biblico che gli angeli del male ( gli angeli dello sterminio ) sono fatti della stessa materia di quelli del bene. Dio c’è, ma è terribile perché si comporta come se non esistesse: giunge alle posizioni estreme del nostro vivere, sanguina ma non lo da a vedere, si ricompone infine con una grazia maledetta, di sapore testoriano. Politico e privato si intrecciano in un groviglio di ragioni e passioni che non può che finire in tragedia, individuale e collettiva.
 Il registro è alto, non aulico rivela una indubbia tenuta poetica, che cattura chi legge ed ascolta.

FINALISTI
Luca Abbattista –  Gli autori francesi nel “Candido” di Leonardo Sciascia
Elena Arnone –  Le storie di Maria 
Michele Bertolino – Decentralizzazione e contesto: ipotesi per una filosofia dell’arte
Laura Cannella – Charles Henfrey (1818-1891) Collezionista
Sergio Di Benedetto – Depurare le tenebre degli amorosi miei versi La lirica di Girolamo beni vieni
Andrea Fabbri – Racconti Sulla Duna 
Giuditta Fornari – Giovanni Testori: “performances” di drammaturgia
Federico Maria Giani – Ripensare Giovanni da Monte 
Claudio Gulli – La collezione Chiaramonte Bordonaro 
Daniela Iuppa – Un’inquieta fedeltà. Giovanni Testori e Alessandro Manzoni 
Vincenzo Latronico – La parte maledetta 
Mirto Milani – Musica e DSA: L’incontro di due Universi 
Mita Nunzia – FollEsserci 
Federica Nurchis Il patrimonio artistico del monastero benedettino di Santa Grata in columnellis a Bergamo 
Angelo Passuello – Il cantiere di San Lorenzo a Verona nel contesto del romanico europeo Gli autori francesi nel “Candido” di Leonardo Sciascia 
Valeria Patota – Minotauropatia-Ritratto di famiglia 
Chiara Perin – “Il coraggio dell’errore” Realismo in Italia, 1944-1954 
Laura Pernice – La parola negli occhi. Il genio di Testori tra letteratura e arti figurative 
Antonio Piccolo – Il sogno di Morfeo 
Fabio Pisano – Hospes, -itis 
Eugenio Refini – Teatro del Mondo, Teatro dell’Anima
Elena Rivoltini – Il Sacro Monte 
Pietro Santetti – Una di quelle vecchie storie vere
Jordi Valentini – Questa morte che non ha luogo 

Privacy Policy Cookie Policy