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Luca Monterastelli e Marzia Corinne Rossi, MAMIHLAPINATAPAI

Stanza 20

Luca Monterastelli e Marzia Corinne Rossi abitano la stessa stanza. Le loro opere hanno poetiche differenti, si fronteggiano nello spazio e si sfidano, quasi come se giocassero a sasso, carta, forbice. Semplificando, sono proprio questi i materiali di cui le loro sculture sono fatte. I due artisti dividono casa e studio, eppure i loro lavori hanno una forte autonomia estetica e concettuale. La convivenza è una costante tensione. Vive nell’attesa che l’altro faccia il primo passo e nella speranza che le aspettative coincidano. Mamihlapinatapai, parola intraducibile del lessico di una popolazione in estinzione nella Terra del Fuoco, sintetizza questa potenza trattenuta, indicando l’atto di “guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l’altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente, ma che nessuno dei due vuole fare per primo”.

Matteo Maino, FASECONTROFASE

Cantina

La traduzione di impasse indica sia un vicolo cieco, sia una situazione difficile, significato con cui il termine viene utilizzato comunemente in italiano.
Matteo Maino gioca con questa ambivalenza per designare da un lato il luogo fisico, lo spazio angusto e chiuso del sottoscala, dall’altro una situazione di stasi, anche creativa, dell’artista. Da essa si può uscire solo cambiando il punto di vista, capovolgendo la prospettiva: ecco allora il senso di un angolo di cielo, inaspettato, perché una scala che scende sottoterra può essere anche una scala che sale.

Matteo Maino è nato a Bergamo nel 1990.

Giulia Berra, SPOGLIA

Stanza 17

Giulia Berra è figlia di un entomologo. L’influenza paterna è evidente nei suoi lavori, che, se da un lato si nutrono di questa discendenza, dall’altro la rifiutano, per esempio nell’aborrire l’uccisione degli insetti, di cui l’artista recupera le spoglie (ali di farfalla e di cicala) con attenta ricerca.
L’idea della metamorfosi è centrale nel suo lavoro: senza essa mancherebbe la reale consistenza delle opere, spesso costituite da exuviae di cicale, i resti di esoscheletro che gli insetti abbandonano dopo la muta. Con riferimenti che partono dalla propria biografia e si ampliano, come nel caso della ragnatela di galle, gemme di legno costruite dagli alberi attaccati da un insetto per proteggersi e proteggerli.

Giulia Berra, nata nel 1985, vive e lavora a Cremona.

Margherita Moscardini, 1XUNKNOWN

Stanza 16

Nello studio di Giovanni Testori, Margherita Moscardini ha presentato una serie di volumi concepiti come kit contenti stampe, disegni e brevi video di monoliti ripresi a camera fissa. Il progetto nasce dalla ricerca di forme solide abitabili la cui natura permanente esprimesse forme di appartenenza al contesto. L’artista ha considerato la sua ricerca sull’antropizzazione del paesaggio affine allo sguardo di Testori sui luoghi, dimostrato dai titoli dei suoi scritti. Ognuno dei bunker dell’opera di Moscardini ha, infatti, inciso un nome proprio di persona (Bruno, Carola, Barbara,…), con una personificazione che li identifica senza separarli dall’ambiente a cui appartengono.

Margherita Moscardini è nata a Piombino nel 1981.

Gian Maria Tosatti, SPAZIO#7

Stanza 15

La memoria del visitatore costituisce l’opera stessa, le conferisce forma e consistenza. Da solo in un ambiente buio, in cui è l’oscurità a occupare lo spazio, il richiamo di una luce intermittente impone un movimento. Il passare delle ore del giorno determina il filtrare del sole dalle fessure della tapparella. Il lampeggiare ritmico attiva un ricordo d’infanzia, forse il baluginare di un televisore. Voltandosi, solo il proprio riflesso.

Gian Maria Tosatti nasce nel 1980 a Roma.

Agostino Bergamaschi, LITTLE IS LEFT TO TELL

Stanza 14

Il coincidere dell’inizio con la fine, l’idea di ciclicità e la considerazione del termine come condizione inevitabile per ricominciare sono le premesse dell’opera di Agostino Bergamaschi. Tra le sue sculture esiste un legame molto stretto: Aspettando il buio I e Aspettando il buio II sono due atti della stessa sceneggiatura, la descrizione poetica dell’arrivo della notte, che acquista consistenza tattile nella sequenza di marmi sul punto di piombare addosso e dichiara il proprio peso, come una ghigliottina, nella teca piena d’acqua sospesa al centro della stanza, che gradualmente ma inesorabilmente si fa sempre più nera.
La dimensione narrativa diventa esplicita in Storia di un colore attratto al centro della terra, in cui il titolo manifesta il rapporto inscindibile tra la produzione artistica di Bergamaschi e i romanzi di cui si nutre. Little is left to tell, d’altra parte, è una citazione di Italo Calvino.

Agostino Bergamaschi è nato nel 1990. Vive e lavora a Milano.

Thomas Ruff, M.D.P.N.

Stanza 13

Formatosi alla Scuola di Dusseldorf, avendo come maestri i coniugi Hilla e Bernd Becker di cui erediterà la cattedra, Thomas Ruff ne fa proprio il rigore metodologico, sviluppando un linguaggio autonomo grazie all’introduzione del colore, alla manipolazione fotografica, all’utilizzo delle nuove tecnologie. La serie M.D.P.N., realizzata nel 2002, prende in esame il mercato del pesce di Napoli (le lettere che compongono il titolo sono, infatti, le iniziali), un edificio realizzato tra il 1929 e il 1934 su progetto di Luigi Cosenza, diventato un esempio di architettura razionalista nella città. È lo stesso periodo in cui Antonio Cassi Ramelli progetta l’ampliamento di Casa Testori: il salone, la veranda e le stanze sovrastanti vedono la luce negli anni Trenta.

Thomas Ruff è nato nel 1958.

Marco De Sanctis, RÈMINESCENCES

Stanza 12

Nel solaio di una casa un tempo abitata da un artista, Marco De Sanctis ha trovato alcune tele preparate dal pittore, ma non ancora dipinte. Raschiando lo strato preparatorio fino ad arrivare alla base, emerge l’idea che fu, che si srotola nello spazio, senza farsi afferrare. Una linearità che ritorna come elemento conduttore nella produzione dell’artista e che conduce dalla Tapisserie disegnata con minuzia e pazienza su carta riprendendo lo stesso motivo del tappeto tratteggiato sull’incisione D’Après Ingres, restaurata dall’artista, al certificato d’autenticità della preziosa incisione a bulino, che De Sanctis ha trascritto, a matita, sulla parete della stanza.

Marco De Sanctis, nato nel 1983 a Milano, vive e lavora tra Bruxelles e l’Italia.

Anthony Zinonos, GABRIELLA’S GLOW

Stanza 10

Anthony Zinonos ha cominciato a chiamare Gabriella Testori Bernardini soltanto Lella.
Pronunciato con il suo accento inglese e con la familiarità di chi ne ha accarezzato per giorni le fotografie in bianco e nero, di chi ha fatto propri i racconti altrui e ha partecipato con l’immaginazione a feste, cene e viaggi. Avrebbe voluto conoscerla personalmente e ridere insieme a lei come faceva con il fratello Giovanni e vorrebbe, un giorno, farsi guardare da una donna come lei guardava il marito Carlo.
La family room di Casa Testori ospita un omaggio alla sorella minore di Giovanni Testori, scomparsa il 2 marzo 2014, affidato ai collage di Anthony Zinonos, in cui la sovrapposizione di livelli di carta entra in dialogo con la sottrazione di intonaco della grande opera permanente di Andrea Mastrovito.

Anthony Zinonos nasce in South Africa nel 1981, vive e lavora a Norwich (UK).

Andrea Bruschi, COSENZ54

Stanza 11

Andrea Bruschi ha seguito l’evoluzione, giorno dopo giorno, di un cantiere in via Cosenz al numero 54, a Milano, immortalandone le lente modifiche come variazioni di colori e di forme. L’immagine di partenza non era più riconoscibile, si intravedevano solo incroci di linee e fughe prospettiche che avvicinano i suoi quadri all’astrazione. L’uso della fodera come supporto, anziché la più comune tela, conferiva alle opere energia, trasparenza e luminosità, accentuate dagli strati di resina, trasformandole in una riflessione sulla luce.
Febbraio è un calendario sentimentale: è il mese in cui l’artista è stato invitato a partecipare a Giorni Felici.

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