Month: Giugno 2021

Michele Bonuomo. I miei anni con Beuys

Dopo il lungo ciclo online dei Lunedì di Casa Testori, si torna agli incontri dal vivo. Il 1° luglio Casa Testori propone un dialogo con Michele Bonuomo, giornalista, direttore del mensile “Arte”, e storico collaboratore di Joseph Beuys

Bonuomo è stato il testimone privilegiato di tutta la stagione napoletana del grande artista tedesco, di cui ricorrono i cent’anni dalla nascita. È stata una stagione di straordinaria vitalità, nella città. Ha scritto Bonuomo: «Da Beuys abbiamo imparato che l’arte è di tutti; che ogni gesto, se dettato da consapevolezza, è un gesto di libertà; che la rivoluzione siamo noi. Abbiamo imparato che c’è molta più arte nel rispetto della Natura che nella lunga serie di trattati teorici a nostra disposizione»
L’incontro si è tienuto nel giardino di Casa Testori, alle 18,30.

“Per Morandi”

La rosa che si disfa,
la margherita che non è appassita,
quella che appassirà,
la margherita che è di già finita,
il papavero che al fiato
levissimo cadrà,
l’ombra dei vasi
che non fa rumore,
la primula trepida, smarrita,
il gemere della foglia
che è ferita
parallelo al gemere
della paziente vita,
lo spazio che sgretola la mente,
la lunga crepa, la silente,
il tarlo
– come amarlo
se non sapendo
che anche l’ossa di noi
piano piano roderà
come i tuoi fiori?

La cenere, la luce,
la timida bellezza che non ha confronto,
l’alba,
il tramonto
di questi dedicati fiori
alla vita e alla morte
e le porte,
le porte che disserri e sigilli
senza che il cardine strida,
si lamenti,
i cari vivi,
i morti,
gli stremati venti…

Giovanni Testori, Per Morandi (1981)

Lunedì di Casa Testori. Ep.31

Puntata 31, lunedì 21 giugno 2021, ore 21.15

I segreti dei Morandi, De Pisis e Morlotti in mostra a Casa Testori

È un piacere dedicare l’ultima puntata di questo ciclo dei Lunedì di Casa Testori alla mostra che verrà inaugurata tra le “nostre” mura novatesi tra pochi giorni, sabato 26 giugno. Sarà una serata speciale, che permetterà di conoscere in anteprima tre opere chiave del Novecento eccezionalmente in mostra. Tre artisti molto amati da Testori, occasione per lui di esprimere la propria fulminea capacità critica su tre fronti diversi che lo hanno caratterizzato: la poesia, la critica militante e quella giornalistica. Tre diversi modi di intendere la “Curatela”: il tema della mostra che accomuna anche i tre giovani artisti, partiti da queste tele per elaborare e installare la propria opera a Casa Testori.

A presentarci i tre dipinti saranno altrettanti importanti studiosi: Flavio Fergonzi, Scuola Normale Superiore di Pisa, ci introdurrà ai Fiori di Giorgio Morandi, provenienti dalla Casa Museo Boschi di Stefano, Paolo Campiglio, Università degli Studi di Pavia e Comitato di Curatela dell’Associazione Filippo de Pisis, illustrerà la grande Natura morta con lepre di Villa Necchi Campiglio e Francesco Guzzetti, autore di un recentissimo volume dedicato a Ennio Morlotti ce ne presenterà Collina a Imbersago, il grande dipinto donato da Testori ai Musei Civici di Milano e ora al Museo del ’900.

Per questa puntata speciale la consueta lettura di Federica Fracassi non poteva che essere dedicata a tre brani dedicati agli artisti presentati, strettamente legati alle opere ed espressione dell’inaspettato taglio critico di Giovanni Testori.

I Lunedì di Casa Testori. Ep.30

Puntata 30, lunedì 7 giugno, ore 21.15

Luca Lo Pinto e la nuova scena artistica romana

La puntata numero 30 dei Lunedì di Casa Testori si occupa di un fenomeno sorprendente: il fermento e la vitalità che caratterizzano questa stagione di Roma. A coordinare la puntata c’è uno dei più attenti osservatori delle tendenze artistiche nella Capitale, Lorenzo Madaro. Primo ospite sarà Luca Lo Pinto, direttore del Macro, il Museo comunale dedicato al contemporaneo, un museo “in movimento”, con un palinsesto che cambia in continuazione. «Roma è una città con un grande potenziale dove la sottocultura da sempre è più vivace e immaginativa del panorama istituzionale», ha detto Lo Pinto per spiegare quello che sta maturando nella città. «Per quello che mi riguarda la prima urgenza che sento è quella di ripensare che cosa sia oggi il museo. Credo che “Macro Asilo” lo abbia fatto ponendosi in antitesi, contro il sistema dell’arte predominante: l’idea di una macchina discorsiva incessante con un palinsesto quotidiano di incontri è molto interessante. Mentre il “Museo per l’Immaginazione Preventiva” non si pone contro il museo, al di fuori di esso, ma vuole provare a ripensarlo da dentro». A seguire avremo Gaia Bobò e Andrea Polichetti, tra i promotori di Spaziomensa, una delle nuove realtà di condivisione tra artisti. Infine Giuseppe Garrera, collezionista, curatore e responsabile del Master in Economia e Management dei Beni Culturali del Sole 24ore a Roma.

La puntata si chiuderà con la consueta lettura di Federica Fracassi: questa volta a tema c’è un grande attore come Carmelo Bene al quale nel 1973 Giovanni Testori aveva rivolto un invito a immaginare un “Amleto” a quattro mani. Sull’asse Milano-Roma.

Curatela


Sabato 30 ottobre sarà l’ultimo giorno per visitare “Curatela”. Per l’occasione ci saranno in mostra gli artisti e il curatore che faranno delle visite guidate dalle 16 alle 18. A seguire brindisi finale.

È consigliata la prenotazione scrivendo a eventi@casatestori.it
Non mancare! 


LA MOSTRA

Il percorso della mostra a Casa Testori presenta i giovani artisti coinvolti nel progetto, attraverso opere e installazioni inedite, appositamente pensate per raccontare la propria ricerca artistica. Ma le opere di Alberto GianfredaFabio Roncato e del duo artistico bn+BRINANOVARA, nascono in dialogo con tre grandi opere del Novecento, firmate da Ennio Morlotti, Giorgio Morandi e Filippo de Pisis, giunte in mostra da tre grandi musei milanesi: Museo del ’900Casa Boschi di Stefano e Villa Necchi Campiglio. Tre dipinti presentati a Casa Testori e destinati a essere esposti in altrettante Biblioteche Comunali della periferia milanese il prossimo anno. Si tratta di artisti cruciali del ’900, cari a Giovanni Testori che ha abitato questa casa e che permetteranno di raccontare tre differenti tipologie d’interventi adottati dal critico nella sua vita: la poesia, la critica militante e l’articolo di giornale.

Nel dibattito contemporaneo sul ruolo del critico e del curatore, questa mostra racconterà così diversi approcci nel rapporto con l’artista, adottati per dar spazio e parola alla sua opera, interrogandosi su come esporla e/o raccontarla ma anche, talvolta, collaborando alla definizione del processo artistico che la genera. S’intesse così il filo conduttore tra i sei artisti presentati che dà il titolo alla mostra, la CURATELA, appunto, squadernando i mezzi del passato e del presente, capaci di innescare un processo di crescita e comprensione dell’opera d’arte che giovi all’artista e al pubblico. Testori ha rivestito i panni del critico che accompagna con le proprie parole la vita intera e l’opera di un artista come Morlotti, su cui scrisse numerose volte lungo oltre cinquant’anni, ha saputo intervenire con la poesia sull’opera “altra” di Morandi e usare la sua torrentizia produzione sul “Corriere della Sera” per ristabilire la portata di un artista come De Pisis. Casa Testori, da parte sua, continua a raccontare la vitalità contemporanea della pittura del Novecento e dà voce agli artisti emergenti, interpretando il proprio ruolo curatoriale accompagnando la relazione con i suoi spazi caratterizzati e seguendo gli artisti passo a passo nel processo.

A seguito del decreto legge 6 agosto 2021 l’accesso in mostra è consentito solo con green pass con il Qr code 
(vaccino o tampone o guarigione da Covid)

Casa Testori – Novate Milanese
Dal 26/06 al 31/10 – chiuso dal 2/08 al 22/08
Martedì-venerdì 10:00-13:00 / 14:30-18:00
Sabato 14:30-19:30

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Gianfreda
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Fabio Roncato si racconta!

Cinquecento anni del Moroni

Albino, un omaggio a Moroni nel segno di Testori

Di Orietta Pinessi

“La vita di una città, d’un paese, e di un’intera regione ci viene restituita in tutto il suo più segreto pulsare; in tutto il suo crescere, trascorrere, andar via portarsi verso il cimitero e anche là giunta restare; nel pensiero dei sopravvissuti, nei loro affetti, nelle loro preghiere e nelle loro memorie. Di questa grande, povera e grigia vita […] ove il Moroni non fosse esistito, non sapremmo assolutamente nulla. Il Moroni ce l’ha data guai a chi, per nefande scale di valori, tentasse di toccarcela un’altra volta”. Siamo partiti da questo invito di Giovanni Testori, ricavato da un suo articolo del 1979, pubblicato sul Corriere della Sera per immaginare il percorso che Albino ha dedicato a Giovan Battista Moroni, in occasione dei 500 anni dalla nascita. “Il codice Moroni. Storytelling di un pittore del Rinascimento: luoghi, persone, cose che parlano di noi” vuole restituire il mondo di Giovan Battista Moroni, partendo da tutti i fattori che hanno contribuito a costruire il suo immaginario pittorico: la sua vicenda, la sua terra, i suoi scritti, il paesaggio, gli oggetti parlanti, i colpi di scena, l’atelier, la passione per la moda, le immagini dello spirito, i dettagli rivelatori. E anche il cortocircuito con le “cose” di Moroni che abbiamo ancora davanti agli occhi.

Nella chiesa di San Bartolomeo ad Albino si squaderna il racconto del Moroni uomo, pittore e ritrattista, scandito in sezioni o “stanze”. Accanto ai ritratti e opere sacre troviamo oggetti, tessuti, pigmenti, rari documenti autografi, volumi cinquecenteschi, e anche le ricognizioni fotografiche sul territorio del Circolo fotografico Città del Moroni. Nell’angolo social il pubblico avrà a disposizione un “set” moroniano per calarsi con un selfie nei panni di un ritrattato dall’artista. I visitatori potranno osservare gli abiti del Sarto e dei celebri coniugi Spini, filologicamente ricostruiti da Alessio Palmieri Marinoni, e a sorpresa potranno imbattersi nella stilista albinese Simona Brena alle prese con la confezione in diretta dell’abito indossato dalla principessa salvata da San Giorgio nel Polittico di Fiorano al Serio.

Nella chiesa di San Giuliano si entra nel mondo delle “Immagini per lo spirito” che Moroni ha creato in così stretta connessione con la sua terra, la sua gente, la cultura religiosa e la devozione popolare del suo tempo. Due interventi di restauro, affidati ad Antonio Zaccaria, restituiscono piena leggibilità compositiva e cromatica a due opere chiave di Moroni: il Crocefisso adorato dai santi Bernardino e Antonio da Padova, unanimemente considerato il capolavoro del Moroni sacro, restaurato grazie a Fondazione Credito Bergamasco, è stato sottoposto a indagini diagnostiche condotte da Vincenzo Gheroldi, che hanno riportato in luce un dettaglio rivelatore. Scriveva Testori: “Quel perizoma si bagnerà di acqua e sangue”. Parole di una incredibile “preveggenza”, perché le indagini condotte hanno potuto confermare una componente singolare presente nella lacca del dipinto. Il pigmento rosso, usato per velare le ombre del perizoma giallo, era stato impiegato dal pittore per dipingere il sangue di Cristo …il sangue che sgorgava dalle piaghe delle mani, dalle ferite del costato doveva impregnare parte del perizoma.

E poi in sagrestia per la prima volta troviamo i tre stendardi realizzati da Moroni per la sua Valle. Il più significativo è senza dubbio lo stendardo di San Giuliano: Maria visita Sant’Elisabetta (Visitazione) e Madonna con Gesù Bambino: qui, contro i muri grigi delle architetture di fondo le figure di Maria ed Elisabetta, poverissime, sono “prive di gabbia disegnativa…immagini di una umanità di poveri… sono dipinte con una sprezzatura insuperabile” (Mina Gregori). La scelta, coraggiosa e in certo modo innovativa, è senza dubbio, dovuta al fatto che l’opera non fosse destinata a un altare bensì alla devozione più popolare, quella che interessa anzitutto i sensi e l’animo e da sempre privilegia forme espressive ed eloquenti.  L’artista ha voluto conciliare la convinzione religiosa con il comportamento quotidiano, l’interiorità con gli atti esteriori. Ed ecco le due donne, Maria ed Elisabetta, una madre eppur vergine, l’altra incinta seppure anziana, e un abbraccio. 

La Madonna allunga una mano tra quelle di Santa Elisabetta e depone l’altra affettuosamente sulla sua spalla. L’incontro è ricco di spunti psicologici attentamente studiati, dall’affetto tra le donne, intuibile nel loro contatto fisico e visivo, alla dolce sottomissione di Elisabetta, fino al raccoglimento e la serena trepidazione di Maria. L’abbiamo chiamato l’abbraccio della speranza.

L’abbraccio non è un elemento secondario della vita. Il distanziamento sociale ha profondamente modificato il tessuto relazionale: non poter abbracciare un familiare, un amico o la persona amata può portare a sentirsi isolati, tristi, soli. Abbiamo vissuto e purtroppo ancora viviamo lo strazio delle assenze, delle improvvise distanze e delle insopportabili separazioni. E dunque abbiamo bisogno di tutte le nostre risorse, anche di quelle che avevamo accantonato ritenendole consunte e inefficaci.

Giovan Battista Moroni ci ha offerto un magnifico abbraccio. Quel gesto perde ogni convenzionalità e ritrova il senso antico di un’umanità debole che cerca risorse comuni per non sentirsi irrimediabilmente sola e perduta. L’immagine sembra emanare così un calore autonomo, non percepibile altrove. Prendiamola come un segno: ci aiuta a restare vicini nella distanza e a non smettere di prometterci gli abbracci futuri.

E da ultimo Giovanni Testori nel 1978 fu invitato da un gruppo di giovani di Albino a celebrare il quarto centenario della morte “di quel loro grande concittadino, o compaesano, o convalligiano”. Ne nacque “Moroni in Val Seriana” volumetto chiave per la riscoperta delle importanti opere disseminate lungo la nostra Valle. Oggi il testimone è raccolto dai ragazzi dell’Istituto Romero di Albino che accompagneranno i visitatori in questa mostra, sorta di percorso narrativo partecipato, saranno loro a perpetrare il ricordo e l’affetto per un grande indimenticabile albinese.

I Lunedì di Casa Testori. Ep.29

Puntata 29, lunedì 7 giugno, ore 21.15

Si intitola “Incursioni”. È il nuovo libro di Salvatore Settis, uno dei più grandi conoscitori dell’arte classica, ha dedicato ad un tema affascinante: il “divorzio” tra arte contemporanea e arte del passato. È quello che è stato definito il “paradigma della frattura”. Settis da sempre è un frequentatore curioso e in tanti casi anche profondamente coinvolto, della scena contemporanea. Sono appunto quelle “Incursioni” raccontate in questo libro che vanno da Marcel Duchamp a Bill Viola, da William Kentridge a Giuseppe Penone. Sono spostamenti dal terreno d’elezione dello studioso in cui si riconosce un filo conduttore: quello di un «approccio, forse nel “metodo”, certo nella fiducia di “trovare”», come scrive lo stesso Settis nell’introduzione al libro, edito da Feltrinelli. Per i Lunedì di Casa Testori, l’autore del libro dialogherà con Giovanni Agosti, anche lui storico dell’arte, che ha alimentato il suo sguardo con assidue frequentazioni della scena contemporanea.

La puntata verrà chiusa con un omaggio a Giambattista Moroni, il grande artista bergamasco di cui quest’anno ricorrono i 500 anni dalla nascita. Federica Fracassi leggerà una pagina tratta da un volumetto “militante” che Testori aveva voluto per rilanciare il valore della produzione sacra dell’artista, concentrata in particolare nella sua valle, la Valseriana.

I Lunedì di Casa Testori. Ep.28

Puntata 28, lunedì 31 maggio, ore 21.15

“La Verità di Michelangelo Pistoletto. Dallo Specchio al Terzo Paradiso è il titolo della mostra che il Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona dedica al grande maestro, protagonista della stagione dell’Arte povera. Una mostra che ripercorre tutto l’arco dell’attività di Pistoletto e che prevede due interventi site specific, uno dei quali nel parco del “mitico” Monte Verità, sopra Ascona. Ne parleremo ai Lunedì di Casa Testori, con lo stesso Michelangelo Pistoletto, Alberto Fiz e Mara Folini, direttrice del Museo.

Si resta ad Ascona anche per la consueta lettura testoriana di Federica Fracassi: protagonista Giovanni Serodine, grande artista caravaggesco, e le pagine che Testori dedica alla sua casa asconese e agli stucchi che lui stesso realizzò sulla facciata.