Author: Alessandro Ulleri

IL MANIFESTO DEL REALISMO. VITTORIO TAVERNARI A CASA TESTORI

A cura di Alice Boltri e Davide Dall’Ombra
Casa Testori
5 Giugno – 23 Luglio 2022

“Dipingere e scolpire è per noi atto di partecipazione alla totale realtà degli uomini, in un luogo e in un tempo determinato, realtà che è contemporaneità e che nel suo susseguirsi è storia”. 
Marzo 1946: sulla rivista Argine Numero viene pubblicato Oltre Guernica. Il Manifesto del Realismo di pittori e scultori. Tra i dieci firmatari compaiono anche i nomi di Vittorio Tavernari e Giovanni Testori, probabile estensore del Manifesto.

Proprio da questo episodio ha preso avvio la mostra “Il Manifesto del Realismo. Vittorio Tavernari a Casa Testori” dove ha inaugurato domenica 5 giugno e fino al 23 luglio 2022 ospita al primo piano un importante nucleo di sculture di Vittorio Tavernari (1919-1987), realizzate negli anni intorno al Manifesto, conservato nell’Archivio dell’Associazione Giovanni Testori. 

La mostra ha inaugurato il progetto ARCHIVIFUTURI, prima edizione del Festival degli Archivi del Contemporaneo, organizzato dall’omonima rete costituita grazie al progetto vincitore dei PIC 2020/2022, attuati da Regione Lombardia.

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Le opere esposte, cui si affiancano importanti disegni coevi, accompagnano il visitatore alla scoperta di quegli anni cruciali per l’attività degli artisti milanesi e per l’evoluzione stilistica dello scultore, impegnato a scardinare il figurativo. Nel periodo di apertura della mostra, inoltre, Casa Testori organizza visite guidate dai curatori e laboratori didattici per famiglie per far conoscere in modo più approfondito l’artista, le sue opere e la sua tecnica. 

Ad aprire l’esposizione è una scultura in gesso del 1943: realizzata per la fusione dell’anno seguente, dà corpo a una figura femminile in torsione che ben rappresenta il modellato di Tavernari prima della Guerra, precedente alla produzione scultorea legata agli anni del Manifesto. Si coglie un processo sul corpo in divenire, testimoniato da una versione in bronzo con le braccia, ora perduta ma pubblicata sulla stessa Argine Numero proprio nel ’46. 

Il nucleo centrale delle sette sculture in legno presentate in mostra appartiene al periodo legato al Manifesto, tra il 1944 e il 1947. In esse è possibile cogliere l’evoluzione da una raffigurazione fortemente figurativa a una semplificazione delle forme che dà loro una connotazione primitiva e arcaica, tendente a quell’astrattismo che in effetti caratterizzerà il periodo successivo dell’artista, dal 1948. Maternità (1944) apre la serie con tratti semplici ed essenziali, atti a delineare i volumi in modo netto. Le figure si presentano in pose statiche ma caratterizzate da movimenti ancestrali e impercettibili, come avviene per la Donna che si sveste (1945). È una coppia di sculture che costituisce un avvio quasi obbligato per rappresentare il pieno della produzione mobile di Tavernari durante la Guerra, come messo in luce già nelle mostre in cui erano esposte entrambe, al Padiglione di Arte Contemporanea di Milano (1969) o al Museo Rodin di Parigi (1973).

Un nucleo di tre sculture di piccolo formato e grandissima tensione plastica risale al 1945 e presenta in modo chiaro la fase appena successiva della produzione di Tavernari. I tratti somatici e i dettagli delle vesti scompaiono per lasciare posto a forme più compatte e sfaccettate che evocano l’abbozzo, scelto per impreziosire la forza espressiva insita nella materia. Un trattamento meno accentuato in Cariatide e che trova la sua espressione piena in Figuretta femminile con braccio levato dietro la testa e Figuretta femminile con braccia distese, due sculture che mostrano una mutata ricerca dell’impressione di movimento, sul filo dell’impercettibile.

A concludere il percorso è una coppia di sculture di diversa proporzione messe in dialogo tra loro. Realizzate dopo la pubblicazione del Manifesto, Piccolo nudo (1946) e Torso femminile (1947) si incamminano sulla via che porterà all’astrattismo e ai celebri “Torsi” di Tavernari. L’artista trasforma il legno intagliandolo finemente, per ricavarne forme sinuose, nelle quali rimangano riconoscibili solo gli elementi anatomici distintivi.

In stretto dialogo con le sculture, una parete è dedicata alla coeva attività grafica di Tavernari, esponendo, da una parte, una serie di nudi fortemente legati al periodo pre Manifesto della scultura in gesso e, dall’altra, una terna in cui si rintraccia lo stesso lavoro a piani materici delle sculture lignee esposte, qui reso con disegni a penna e pennarello di china su carta bagnata. Spesso si tratta di disegni bifronte, in cui Tavernari riutilizza carte appartenenti al primo periodo, dando vita a documenti che condensano le caratteristiche formali di questo passaggio cruciale per l’artista, dal 1943 al 1948.

Del resto, già nel 1966 Carlo Ludovico Ragghianti, impegnandosi nella stesura di un catalogo dei disegni di Tavernari, spiegava la decisività del procedere dell’artista nel disegno, ove “la penna di vario spessore è usata con aggressiva velocità di segno e di tracciato, su un medium cartaceo che viene bagnato o imbevuto perché la figura possa «ambientarsi» in modo immediato, risultare immersa in un’atmosfera non uniforme o fluida, ma di varia e contrastata intensità.” 

Infine, in mostra, trova una conferma la centralità del Manifesto per Tavernari e per l’ambiente culturale varesino grazie all’evocazione della Mostra del «Numero», allestita nella Galleria Varese di Bruno Grossetti nell’estate del 1946, si pensa per volere dello scultore, che volle portare nel suo territorio gli artisti che, a vario grado di coinvolgimento, facevano capo alla rivista. Una mostra importante di cui si era persa traccia, dove vennero presentate opere dello stesso Tavernari e di Ciri Agostoni, Giuseppe Ajmone, Aldo Bergolli, Bruno Cassinari, Renato Guttuso, Ibrahim Kodra, Ennio Morlotti, Giovanni Paganin, Armando Pizzinato, Ernesto Treccani, ed Emilio Vedova. Una compagine già variata rispetto ai firmatari del Manifesto, in cui spicca l’assenza di Testori, in anni di sommovimenti, continui ripensamenti e riorganizzazioni culturali o programmatiche per artisti sempre divisi tra necessità di condivisione e d’indipendenza. 
La mostra a Casa Testori ha inaugurato il progetto ARCHIVIFUTURI. Prima edizione del Festival degli Archivi del Contemporaneo, organizzato dall’omonima rete costituita grazie al progetto Archivi del Contemporaneo. Lombardia terra d’artisti, vincitore dei Piani Integrati della Cultura – PIC 2020/2022, attuati da Regione Lombardia per promuovere la progettualità culturale strategica in forme integrate e multisettoriali che richiedono il coordinamento tra soggetti pubblici e privati.

TESTORI 99


SABATO 14 e DOMENICA 15 MAGGIO 2022

Il 12 maggio 1923 nasceva Giovanni Testori. A 99 anni dalla nascita, proponiamo un weekend interamente dedicato al padrone di casa, alle ultime scoperte dall’archivio, ai nuovi studi e tante novità.
Un weekend di scoperte e di festa alla vigilia del centenario del 2023.

IL PROGRAMMA:

SABATO 14 MAGGIO
A partire dalle 16.00


Giovanni Renzi, Università degli Studi di Milano
Quando il Fabbricone doveva diventare un film
La sceneggiatura ritrovata di Giorgio Bassani e Mario Soldati per portare Il Fabbricone sul grande schermo.

Monica Di Matteo, Università Cattolica di Milano
“L’avanguardia nella rete del potere” 
Dibattiti e (furiose) polemiche attorno ad un articolo di Testori pubblicato sul Corriere della Sera il 4 dicembre 1977.

Nicolò Rossi, Scuola Normale di Pisa
“Paris-Nuà”. Arthur Rimbaud e Paul Verlaine tradotti in milanese
Un inedito sorprendente ritrovato tra le carte testoriane. Due grandi passioni portate tra le mura di casa. Le poesie verranno lette dall’attrice Emanuela Villagrossi

DOMENICA 15 MAGGIO
dalle ore 16.00

Alice Boltri, Archivio Giovanni Testori
Un nuovo sito per Testori
Presentazione di giovannitestori.it: uno strumento fondamentale per conoscere, scoprire e studiare Testori. Un archivio completo, dagli scritti ai dipinti, dal teatro alle lettere, alle interviste. Aperto e consultabile da tutti. 

Ore 17,00
Un Pugile in rosso per Casa Testori
Presentazione del grande dipinto donato da Carlo Alberto Carutti (1923-1922).

Indovina chi ci guarda dal terrazzo?
Inaugurazione del ritratto-scultura di Testori, donato da T-yong Chung.

Pomeriggio con merenda

La fabbrica del Rinascimento. S2.Ep14

Il prossimo lunedì di Casa Testori è dedicato alla mostra La Fabbrica del Rinascimento (fino al 18 aprile). Il sottotitolo, Processi creativi, mercato e produzione a Vicenza, ci avverte che quello che si può scoprire all’interno della straordinaria architettura della Basilica Palladiana è qualcosa di più della grandezza di quattro geni operanti nella città veneta nella seconda metà del Cinquecento: l’architetto Andrea Palladio, i pittori Veronese e JacopoBassano e lo scultore Alessandro Vittoria, dei quali non mancano certo i capolavori in mostra. L’intento è far entrare il visitatore nei meccanismi creativi dell’arte, tra bottega e maestro, tra committenza e genio artistico, tra derivazione e omaggio al passato, fino al valore delle opere. Il Rinascimento vicentino diventa un caso studio, come si direbbe oggi, per capire quanto costava un’opera d’arte, grazie a un parametro comune, il prezzo di un maiale di mezza taglia, termine di paragone economico con cui scoprire che un arazzo poteva valere decine di volte di più di un quadro d’autore. Entreremo in questo mondo inaspettato con i tre curatori della mostra: Guido Beltramini, direttore del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, Davide Gasparotto, Senior Curator del Getty Museum di Los Angeles, Mattia Vinco, ricercatore all’Università di Trento, introdotti dall’architetto Antonio Ravalli, che ha vinto la sfida di allestire il percorso nel ventre del gioiello palladiano.
Infine, per il consueto appuntamento con la “Testoripedia”Stefano Bruzzese presenterà “Romanino e Moretto alla Cappella del Sacramento”, del 1975.

La grande Maria Lai. S2.Ep13

È un’artista che sta conoscendo una straordinaria popolarità, come dimostra il sorprendente afflusso di visitatori per la mostra proposta dalla galleria milanese M77 e che ha portato alla decisione di una proroga dell’apertura a tutto marzo. “Il tempo dell’incalcolabile”, progetto espositivo curato ed ideato per gli spazi della galleria da Alberto Salvadori. Il progetto prende vita da “Cuore mio”, un racconto di Salvatore Cambosu, scrittore al quale Maria Lai era estremamente legata. Protagonista del racconto è un personaggio, Maria Pietra, alla quale l’artista ha dedicato una serie di emozionanti lavori che accompagnano la narrazione. La mostra presenta anche un’altra installazione di grande importanza: per la prima volta sono state esposte tutte le opere frutto degli interventi pittorici di Maria Lai sugli scatti di Piero Berengo Gardin che ritraggono momenti salienti della sua celebre e fondamentale opera pubblica “Legarsi alla montagna”. L’azione avvenuta nel 1981 che unì la popolazione di Ulassai ed ogni casa con il Monte Gedili che incombe sopra il paese. Per i “Lunedì di Casa Testori” avremo con noi Alberto Salvadori, curatore della mostra, Maria Sofia Pisu, erede di Maria Lai e presidente dell’Archivio, e Giuseppe Lezzi, direttore della Galleria M77.  

Per il consueto appuntamento con la “Testoripedia” Laura Pernice, Per il consueto appuntamento con la “Testoripedia” Laura Pernice, ricercatrice all’Università degli studi di Catania, presenterà il “Macbetto”, opera teatrale del 1974.., presenterà il “Macbetto”, opera teatrale del 1974.

CASA TESTORI IN INGLESE

Al fine di renderlo fruibile anche a livello internazionale, abbiamo realizzato una versione inglese del nostro sito web!

La traduzione ha interessato principalmente quelle pagine che raccontano la storia della Casa, che descrivono le varie sfaccettature dell’Associazione, dallo storico delle iniziative organizzate, all’archivio e alla biblioteca d’arte, e, infine, quelle che tratteggiano la poliedrica figura di Giovanni Testori.

Per accedere ai contenuti in lingua inglese basta fare click sulla bandierina presente nella barra di menù del sito web, collocata in alto a destra nella modalità desktop, oppure come ultima voce del menù ad hamburger nella modalità mobile (allo stesso modo si ritorna alla versione italiana del sito web).

SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE CON AREA PARCHI LOMBARDIA

“In questi mesi trascorsi a Casa Testori mi è stata data l’opportunità di conoscere da vicino il funzionamento di una realtà museale, partecipando attivamente”.

L’esperienza di questi mesi mi sta fornendo strumenti utili e spendibili nel mondo del lavoro e mi sta formando anche a livello personale, nella relazione con i colleghi

Ho iniziato il Servizio Civile presso Casa Testori con lo scopo di lavorare all’interno dell’archivio testoriano e mi sono trovato fin da subito in un ambiente dinamico e stimolante, sia da un punto di vista personale che lavorativo

Lavorare a Casa Testori nel reparto dei Servizi Educativi è stata una grande opportunità per mettere in pratica le teorie e competenze apprese durante il mio corso di studi

Sono le testimonianze di Matteo, Martina, Davide e Giada, i quattro giovani ragazzi che stanno svolgendo ora il Servizio Civile a Casa Testori.
Se hai tra i 18 e i 28 anni hai tempo fino alle ore 14.00 del 20 febbraio per candidarti al Bando del 2023!

Per il 2023/24, grazie al progetto ARTE DELLA SOSTENIBILITÀ, a Casa Testori cinque volontari affiancheranno lo staff per un’esperienza professionale di formazione a 360 gradi. In particolare, ciascuno dei cinque candidati prescelti afferirà ad una specifica area di competenza: Didattica, Archivio, Allestimenti, Comunicazione e Grafica.

I ragazzi del Servzio Civile 2022 presso Casa Testori presentano a Regione Lombardia il progetto RIP-ARTE: MUSEI HUB DI CONOSCENZA E SOSTENIBILITA’ in occasione della Fiera di Educazione Ambientale

Il progetto del Servizio Civile Universale “ARTE DELLA SOSTENIBILITA” fa parte del Programma ARTICOLO 9 – NELL’INTERESSE DELLE NUOVE GENERAZIONI che vede coinvolti l’Archivio Regionale dell’Educazione Ambientale dei Parchi lombardi (AREA Parchi) con numerose aree protette e alcune associazioni e enti del territorio, tra cui Casa Testori.

Sedi: Parco Nord Milano, Fondazione Cineteca italiana, Casa Testori, Parco Adda Nord, Parco Lombardo della Valle del Ticino, Riserva naturale delle incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo
(leggi qui la SINTESI del progetto, le SEDI, il TESTO INTEGRALE)

COME PRESENTARE DOMANDA

Le domande di partecipazione devono essere presentate esclusivamente nella modalità on line entro e non oltre le ore 14.00 del giorno 20 febbraio 2023. È possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto ed un’unica sede. Gli aspiranti operatori volontari dovranno presentare domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma DOL raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it

I REQUISITI DI PARTECIPAZIONE

Per presentare domanda di partecipazione alla selezione è richiesto il possesso dei seguenti requisiti:
a) Cittadinanza italiana, ovvero di uno degli altri Stati membri dell’Unione Europea, ovvero di un Paese extra Unione Europea purché il candidato sia regolarmente soggiornante in Italia;
b) Aver compiuto il diciottesimo anno di età e non aver superato il ventottesimo anno di età (28 anni e 364 giorni) alla data di presentazione della domanda;
c) Non aver riportato condanna anche non definitiva alla pena della reclusione superiore ad un anno per delitto non colposo ovvero ad una pena della reclusione anche di entità inferiore per un delitto contro la persona o concernente detenzione, uso, porto, trasporto, importazione o esportazione illecita di armi o materie esplodenti, ovvero per delitti riguardanti l’appartenenza o il favoreggiamento a gruppi eversivi, terroristici o di criminalità organizzata.
I requisiti di partecipazione devono essere posseduti alla data di presentazione della domanda e, ad eccezione del limite di età, mantenuti sino al termine del servizio.

Vedi anche gli approfondimenti sul sito del ministero:
– https://www.politichegiovanili.gov.it/comunicazione/avvisi-e-bandi/servizio-civile/bandi-di-selezione-volontari/bando-ordinario-2021/
– Il bando: https://www.politichegiovanili.gov.it/media/lg2nbb0u/bando-ordinario_2021_13dic2021-signed.pdf

Per maggiori informazioni: areaparchi@parconord.milano.it – www.areaparchi.it

Scadenza: 20/02/2023

UNIVERSITÀ E RICERCA

Casa Testori offre la possibilità agli studenti universitari regolarmente iscritti di svolgere un periodo di stage curricolare.
In passato, Casa Testori ha avuto modo di collaborare con alcune università del territorio milanese, tra le quali l’Università degli Studi di Milano, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università IULM, la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA), l’Istituto Europeo di Design (IED) e l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Per maggiori informazioni riguardanti lo stage curricolare scrivere a: info@casatestori.it

Il legame tra Casa Testori e il mondo universitario è testimoniato anche dalle diverse tesi di laurea, triennale e magistrale, che in vari atenei, rappresentativi di varie facoltà, sono state scritte e discusse negli anni sulla villa e sul padrone di casa, Giovanni Testori.

Casa Testori si configura poi come un centro di ricerca, grazie al suo archivio, che contiene l’intera produzione letterale e gli articoli scritti da Testori, e alla sua biblioteca d’arte, composta di oltre 15.000 volumi tra cui edizioni rare e pezzi unici.
Per informazioni relative alla consultazione dell’archivio e della biblioteca scrivere a: guglielmogreco@casatestori.it

“I Am Not Legend” di Andrea Mastrovito: firmacopie e proiezione a Lodi

Mercoledì 22 dicembre 2021

Ore 19
Book signing Libreria Mittel
Via Lodino 41, Lodi

Ore 21
Proiezione Cinema Fanfulla
Viale Pavia 4, Lodi

La Libreria Mittel e l’associazione Platea hanno il piacere di ospitare Andrea Mastrovito presso il cinema Fanfulla di Lodi per la proiezione del film I Am Not Legend. Prima della proiezione, viene presentato il catalogo del film presso la Libreria Mittel, dove Mastrovito è disponibile per un firmacopie.
I Am Not Legend è un’opera della durata di 1h12’ in cui l’artista utilizza oltre centomila tavole, ottenute stampando in dimensione A4 tutti i fotogrammi di Night of the Living Dead (1968) di George Romero e intervenendo su ogni foglio con la pittura bianca per cancellare la presenza degli zombie dal film originale. Le tavole, digitalizzate e rimontate in un secondo momento, seguono la nuova sceneggiatura creata da Mastrovito, composta da citazioni tratte da un centinaio di film, romanzi e canzoni. L’immaginario di riferimento spazia dalla letteratura di Calvino e Primo Levi, alla storia del cinema con Apocalypse Now di Coppola e il più recente Joker, passando attraverso la musica di Beatles, Muse e R.E.M., per citarne alcuni e trasmettere i tanti livelli che il film ci restituisce, spaziando dalla filosofia alla cultura pop. La colonna sonora è stata realizzata interamente dal compositore irlandese Matthew Nolan assieme a Stephen Shannon, a eccezione delle musiche di apertura e chiusura del film, in capo a Maurizio Guarini, musicista dei Goblin.

A coronamento del progetto, è stato stampato il libro I Am Not Legend – The Companion Book, un testo indispensabile per la comprensione del film e di indagine della poetica di Andrea Mastrovito. Il volume (192 pagg., Edizioni Casa Testori) è suddiviso in due parti: un’accurata riduzione a fotoromanzo del film, con oltre 300 fotogrammi e l’intera sceneggiatura; tre saggi di Leora Maltz-Leca, curatrice e critica d’arte, Stefano Leonforte, critico cinematografico e Stefano Raimondi, curatore, oltre che un testo di Davide Dall’ombra curatore della personale Io Non Sono Leggenda presso Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni a Pistoia.

Il film I Am Not Legend è un’opera di Andrea Mastrovito in collaborazione con Casa Testori Associazione Culturale a cura di Davide Dall’Ombra, vincitore della sesta edizione dell’Italian Council 2019 – il programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo ed è nato e cresciuto grazie alla collaborazione tra diverse istituzioni: la Fondation Léa et Napoléon Bullukian a Lione, il Belvedere 21 a Vienna, l’Associazione More Art con l’Istituto Italiano di Cultura di New York, Magazzino Italian Art a Cold Spring, l’Istituto Italiano di Cultura di Toronto, il MUDAM in Lussemburgo, il Laznia Center a Danzica e l’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria.

Scopri di più sul progetto

Oro e colore nel cuore dell’Appennino. S2.Ep.4

Quarta Puntata – Lunedì 13 dicembre

Caravaggio, Monet, Picasso, Impressionisti, Rinascimento… Non è detto. Sembra impossibile, eppure nel 2021 si può ancora inaugurare mostre di grande bellezza e fascino, nate dalla ricerca scientifica e, nel contempo, che accompagnano il grande pubblico alla scoperta di qualcosa di importante della propria storia. Sì, perché spesso si tratta di mostre con una forte pertinenza territoriale, che parlano di noi, delle nostre origini, magari di quelle terre lontane dalle grandi “città dell’arte” e che facevano impazzire Cavalcaselle, Longhi o Federico Zeri… Lunedì prossimo vi racconteremo uno di questi casi. Sotto il comune brand di “Oro e colore nel cuore dell’Appennino”, tra le Marche e l’Umbria hanno inaugurato le due mostre dedicate ad Allegretto Nuzi (1315/20 – 1373) e a Ottaviano Nelli (Gubbio, 1370 ca – 1448/49), allestite alla Pinacoteca Civica di Fabriano e ai palazzi Ducale e dei Consoli di Gubbio. Ce ne parlerà il curatore Andrea De Marchi e Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale di Perugia, oltre che della Direzione Regionale Musei dell’Umbria. A concludere la puntata, per la nostra “Testoripedia”, Stefano Bruzzese ci presenterà uno dei libri di critica più importanti di Testori: la monografia dedicata al tramezzo di Ivrea di Martino Spanzotti: un altro genio della provincia…

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WILLIAM CONGDON. 33 dipinti dalla William G. Congdon Foundation

A cura di Davide Dall’Ombra
Palazzo Bisaccioni, Jesi
12 Dicembre 2021 – 27 Marzo 2022

La Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi presenta nella propria sede l’importante mostra antologica del pittore americano William Congdon (1912-1998), un interprete eccezionale del Novecento che con la sua pittura ha dato un volto alla ricerca umana del secolo breve, grazie a un’indagine antropologica sfociata in quadri di grande potenza lirica, tra città e natura antropizzata.
La mostra nasce da un progetto dell’associazione culturale Casa Testori e presenta una raccolta di opere messe generosamente a disposizione dalla William G. Congdon Foundation – che tutela l’opera del pittore – e appositamente selezionate da Davide Dall’Ombra, direttore di Casa Testori.
Un percorso esaustivo e inaspettato di oltre 30 quadri, spesso di grandi dimensioni, pensato per gli spazi di Palazzo Bisaccioni: dalle New York degli anni Quaranta e le Venezie amate e collezionate da Peggy Guggenheim, fino all’approdo metafisico dei Campi arati degli anni Ottanta e Novanta.
Il visitatore potrà muovere il suo sguardo dall’energia dirompente del linguaggio americano dell’Action Painting, di cui Congdon era un interprete, attraverso le sue prime esperienze di viaggio per le città d’elezione. È così che la Roma imponente delle vestigia del Pantheon fa i conti con una rappresentazione esistenziale dell’architettura, rappresentata dalla voragine del Colosseo o dalla precarietà della città di Assisi, franante sulla collina.
A squadernare la “ritrattistica” delle città operata da Congdon, si stagliano in mostra, una dopo l’altra, le imponenti tavole di Istanbul, del Taj Mahal, del deserto marchiato dalla presenza umana di Sahara e della voragine di Santorini.
A contrappunto dei tormenti e fasti delle civiltà, Congdon scende nel minuto dell’esistenza, attraversando la metafora dell’animale che, come la natura, deve fare i conti con la violenza dell’uomo. È così che il ciclo dei Tori diviene la metafora della ricerca crudele, espressa dalle nostre tradizioni, come nell’inseguimento dei propri desideri. Ma perfino un toro umiliato, ferito e destinato alla morte può essere – scrive Congdon – redento dall’artista, che ne eterna la grandezza e potenza con la pittura. Dalla pittura come redenzione al simbolo umano di sofferenza e resurrezione per eccellenza, il Crocifisso, il passo è breve. Ma l’approccio dell’artista americano non è mai estetico o teorico e l’approdo al soggetto sacro avviene solo in seguito alla sua tormentata conversione al Cattolicesimo.
Il trasferimento a sud di Milano concentra il suo punto di vista su un soggetto pressoché unico: i campi coltivati. È nell’ultimo ventennio di vita che la ricerca, da spaziale, si fa temporale e protagoniste diventano la potenza della terra e le sue trasformazioni. Non si tratta di visioni idilliache: si svolge l’orizzonte sui campi e se ne segue il processo umano operato in superfice. È un tormento, anche materico, che sembra trovar pace nelle Nebbie e nei monocromi, sfociando nel lirismo musicale della vegetazione che conclude la mostra.
Riemergono così le meditazioni su George Braque e Nicolas De Staël, ma, soprattutto, i dialoghi pittorici con la Scuola di New York legati alla galleria di Betty Parsons, all’origine della presenza di opere di Congdon nei più importanti musei statunitensi e nella Peggy Guggenheim Collection di Venezia.
William Congdon è uno dei più profondi pittori del Novecento, naturalizzato italiano ma sempre americano nell’attitudine artistica. Su di lui hanno scritto alcuni dei più importanti critici internazionali, tra i quali: Clement Greenberg, Jacques Maritain, Giulio Carlo Argan, Giovanni Testori, Peter Selz, Fred Licht, e Massimo Cacciari.

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ORARI DI APERTURA
Lunedì-domenica: 9:30-13; 15:30-19:30