A cura di Casa Testori Con la supervisione scientifica di Elena Pontiggia Rimini, Meeting per l’amicizia fra i Popoli 2022, Fiera di Rimini 20-25 agosto 2022
Dal 20 al 25 agosto 2022, al Meeting di Rimini, Casa Testori ha presentato la mostra “Da Martini a Guttuso. Una piazza per sei protagonisti del ’900 italiano”.
Come i grandi artisti italiani hanno saputo dare testimonianza di una passione per l’uomo nel percorso drammatico e inquieto del secolo breve? Il percorso proposto da Casa Testori parte dal titolo dell’edizione 2022 del Meeting – “Una passione per l’uomo” – per darne una rappresentazione visiva attraverso sei grandi opere che documentano l’impeto di un’arte che è riuscita a porsi come presidio dell’umano. In una stagione storica attraversata dalle grandi ideologie, questi artisti a volte partono da posizioni opposte, come nel caso di Mario Sironi e di Renato Guttuso, uno vicino al fascismo, l’altro iscritto al Partito Comunista. Eppure le differenze sfumano nella coscienza che li accomuna: la centralità della presenza umana, con le proprie aspirazioni, le proprie ansie e anche le proprie malinconie. L’esperienza del ’900 è segnata dalle terribili ferite inferte alla vita di milioni di persone: è proprio a partire da questa coscienza, assunta in modo coraggioso e radicale, che si genera il lavoro di Leoncillo, con la serie dei suoi “San Sebastiano”. Marino Marini, invece, in uno dei suoi capolavori, attraverso il balzo del cavallo che disarciona il cavaliere, dà forma all’impeto della domanda che arde nel cuore di ogni donna e di ogni uomo ed è forma dell’irriducibilità di ogni essere. Non vediamo figure nella grande opera di Titina Maselli, che rappresenta la corsa di un treno della metropolitana: ma dietro i finestrini si coglie la pregnanza di mille presenze, alle prese con le attese e le fatiche di un quotidiano molto contemporaneo. Infine, il grande Arturo Martini, in uno dei capolavori della scultura dell’intero ’900, ci restituisce l’esperienza che meglio qualifica il soggetto umano, quella del perdono, con l’abbraccio tra il padre e il figliol prodigo.
La mostra si è avvalsa della supervisione scientifica di Elena Pontiggia, una delle più importanti conoscitrici dell’arte italiana del ’900 e gli artisti sono stati scelti da Casa Testori, tra collezionisti privati, istituzioni e importanti Musei italiani.
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Sabato 20 agosto è stato presentato il dipinto “Spes contra Spem” di Renato Guttuso, alla presenza della Dott.ssa Serena Contini, curatrice insieme a Fabio Carapezza Guttuso della mostra organizzata dal Comune di Varese “I tempi della pittura. Cronografia di alcune opere di Renato Guttuso dipinte a Velate: l’archivio di Nino Marcobi” in corso al Castello di Masnago – Varese, e con Davide Dall’Ombra, direttore di Casa Testori. Clicca qui per vedere il video dell’incontro.
23 luglio – 30 ottobre 2022 Mostra a cura di Giuseppe Frangi Fondazione Coppola – Torrione di Vicenza
In collaborazione con Casa Testori
Inaugurazione 22 luglio 2022 dalle ore 18.00
Fondazione Coppola in collaborazione con Casa Testori presenta “Andrea Bianconi. UPSTAIR”, una mostra a cura di Giuseppe Frangi ospitata presso il Torrione di Vicenza dal 23 luglio al 30 ottobre 2022. Tutto parte da quando, lo scorso anno Andrea Bianconi, si è reso protagonista di una performance seguita e partecipata da centinaia di persone, portando sulle spalle la sua “Millennium Chair”, dalla piazza della Basilica Palladiana sino alla lanterna del Torrione di Vicenza, a 40 metri di altezza. Ora ritorna all’ultimo piano del Torrione proponendo un’installazione di 12 grandi disegni, come sorprendente corollario di quella performance. I 12 disegni, infatti, precedono l’azione di Bianconi, in quanto ne rappresentano il momento genetico in cui l’idea, emblema della “Millennium Chair”, ha preso corpo. Questo riconferma come dal punto di vista dell’artista il disegno sia esperienza imprescindibile, sorgivo di ogni processo creativo. La carta è la vera culla dell’idea e la pratica del disegno il metodo per farla emergere: «luogo cruciale per la produzione del significato», come ha scritto William Kentridge.
Quelli esposti perciò sono molto di più che disegni progettuali: l’ossessività del segno che riempie tutta la superficie, la dilatazione delle dimensioni, il ribaltamento piranesiano delle prospettive rivelano un approccio del tutto performativo da parte di Bianconi. La carta diventa per lui terreno di una vera e propria azione artistica realizzata quasi in trance.
I disegni rappresentano l’antefatto necessario della performance realizzata da Andrea Bianconi, ma nello stesso tempo ne sono la sorprendente continuazione. O meglio, una potente e visionaria superfetazione. Le scale del Torrione sono state il dispositivo chiave della performance del 2021: l’azione ha comportato infatti salita in solitaria, con poltrona sulle spalle, dei 146 gradini, mentre il pubblico all’esterno attendeva l’esito, annunciato tramite l’accensione dei fari posizionati in cima. Ora i disegni si pongono come continuazione di quella salita, su scale che si fanno sempre più erte e impraticabili e di cui, soprattutto, non ci viene mai svelato un approdo. I disegni quindi da una parte intessono un dialogo ancor più intimo con il luogo, individuandone ed esaltandone quella affascinante linea di forza funzionale e anche concettuale rappresentata dalle scale. Dall’altra portano a compimento l’idea di Andrea Bianconi, sottraendola dalla nostra portata e proiettandola in una direzione che travolge lo spazio fisico per irrompere in uno spazio tutto mentale, regno esclusivo dell’artista.
Luogo: Fondazione Coppola – Torrione di Vicenza, Apertura: 23 luglio – 30 ottobre 2022 Orari: venerdì 11.00-18.00; sabato 10.00-17.00; domenica 14.00-18.00. Ultimo ingresso mezz’ora prima dell’orario di chiusura Biglietto: intero 5 euro; ridotto per over 65; gratuito per under 18 Informazioni: https://www.fondazionecoppola.org/visita/ Ufficio Stampa Casa Testori Maria Grazia Vernuccio – mariagrazia.vernuccio@mgvcommunication.it
Martedì 19 luglio in collaborazione con Moto Teatro Oscar, nel giardino di Casa Testori Roberto Trifirò leggerà un’antologia di pagine di Testori dedicate a Manzoni. Trifirò non è nuovo alla parola di Testori: nel 2019 era stato Edipus al teatro Aut Off.
Sarà anche l’occasione di divertirsi scoprendo la mostra estiva “Luca&Mauro. Il gioco dell’Arte”, con le opere di Luca Bertasso e Mauro Maffezzoni. Inoltre martedì 19 chi visita la casa troverà un’altra sorpresa: un’installazione di Martina Cioffi nella stanza del Giardino d’Inverno di Massimo Kaufmann. Un’aiuola di fiori d’argilla è spuntato nel cuore della stanza…
“Manzonerie”, letture di Roberto Trifirò, martedì 19 luglio, ore 21.30
Luca Bertasso e Mauro Maffezzoni Progetto espositivo a cura di Alessandro Frangi Casa Testori Prorogata fino al 24 settembre
ARTISTI IN OGNI ETÀ TRE GENERAZIONI A CONFRONTO
Incontro con Luca Bertasso, Mauro Maffezzoni e Martina Cioffi Con la partecipazione di Chiara Canali
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Questa mostra deve il suo titolo a un bellissimo libro che Agata Boetti, figlia di Alighiero, ha pubblicato nel 2016. Agata lo ha scritto per spiegare che per lei l’arte di quel padre così speciale era innanzitutto una «moltitudine di giochi». Quindi era semplice, inattesa ma immediatamente recepibile. Luca Bertasso e Mauro Maffezzoni; o meglio, Luca e Mauro, perché il gioco introduce sempre una familiarità, hanno riempito le stanze di Casa Testori con la sana improntitudine di chi vive l’arte con appassionata leggerezza. C’è una parola che, nella sua accezione più bella e piena, restituisce il senso di questa mostra: divertimento. L’etimologia della parola risale a “divertere”, cioè volgere altrove, prendere un’altra direzione. Luca e Mauro sono due artisti devoti alla pittura, rispettosi della quotidiana dedizione e disciplina che la pittura impone. Eppure nella pittura trovano varchi, per “divertere”, quindi per smentirne la seriosità. Luca si muove con disinvoltura in un immaginario che sposa il pop con il fumetto. Gli occhi dei suoi personaggi sono curiosi, sgranati, indiscreti. Hanno una spavalderia rockettara, con quei tratti somatici sempre così sfrontatamente rimarcati. Sono fissi e saldi come icone, ma sempre dispensano un sottile senso di ironia. Mauro si muove invece con fare libero e volutamente non professorale, a dispetto del suo ruolo, dentro l’immenso bacino dell’arte del passato, per saccheggiarne un pezzo ogni giorno e replicarlo. L’azione potrebbe sembrare un po’ iconoclasta, in realtà è dettata da una simpatia che a volte travolge anche le buone maniere.
Il gioco dell’Arte prosegue poi (a partire dal 19 luglio) nella stanza del Giardino d’Inverno, con l’installazione di Martina Cioffi. Al centro dello spazio sono spuntati dei fiori in argilla smaltata. Sono fiori frutto di fantasia, improbabili e insieme sontuosi e hanno per stelo un tondino di ferro. L’Arte a volte può, anche là dove la natura è impedita…
Una raccomandazione: il gioco dell’Arte è tale se riesce ad essere contagioso e quindi se si trasmette anche al visitatore. Perciò la raccomandazione nel percorso di questa mostra è di non arrovellarsi in troppi ragionamenti ma di lasciarsi andare. Guardare, immaginare, divertirsi, rimescolando le carte del gusto e adottando punti di vista scorretti.
Vivi una settimana o più a CASA TESTORI, opere d’arte e un grande giardino in cui giocare, imparare e scoprire… Con la creatività di un artista. Saremo felici di avervi nostri ospiti dal 29 agostoal 9 settembre. Usciremo da Casa Testori per delle visite anche sul territorio, dai momenti di lettura presso la BIBLIOTECA COMUNALE DI NOVATE MILANESE alle passeggiate fino alle sculture del PARCO DELLA BALOSSA. I bambini e ragazzi dai 6 ai 12 anni saranno accolti da educatrici esperte che li condurranno in una serie di avventure d’esplorazione ed esperienze di apprendimento e creatività tra arte e natura: perché il mondo è una scoperta!
Il campus si terrà dal29 Agosto al 2 Settembre e dal 5 al 9 Settembre.
Vi aspettiamo!
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI Orari: da lunedì a venerdì, entrata 8:30-9:00 e uscita 16:30-17:00 Tariffa piena a settimana (lun.-ven.): € 160,00 pranzo escluso Tariffa ridotta a settimana (lun.-ven.): € 130,00 per il secondo fratello iscritto e altre riduzioni*
Il campus sarà attivato ogni settimana con un numero minimo di 8 partecipanti. È possibile iscriversi a più settimane.
* Tariffa ridotta per figli e nipoti dei soci di Associazione Giovanni Testori, figli e nipoti dei dipendenti e collaboratori della Testori S.p.A. e associati Ambarabart.
Le quote comprendono: • Ingresso a Casa Testori; • La presenza costante dell’operatore; • Attività nel Museo e nei luoghi circostanti; • Materiale per i laboratori; • Assicurazione.
Ogni bambino dovrà avere con sé: • Astuccio con matita grafite, matite colorate, pennarelli, forbici, colla (stick e vinilica); • Pennelli e acquerelli; • Merenda e pranzo al sacco; • Una borraccia per l’acqua; • Un telo pic-nic o simili per le attività all’aperto; • Un cambio completo per ogni evenienza; • Un asciugamano personale; • Crema solare; • Crema antizanzare e dopo puntura; • Scatola porta oggetti formato almeno A4 per riporre i propri lavori durante la settimana.
Il costo non comprende qualsiasi altra cosa non espressamente elencata.
Il camp è una proposta di Casa Testori a cura di Ambarabart
Un progetto di Casa Testori A cura di Davide Dall’Ombra Castello Gamba – Museo d’arte moderna e contemporanea Châtillon, Valle d’Aosta 22 Giugno – 25 Settembre 2022
L’ultima guerra di Mario Schifano 1988-1998 è la mostra che il Castello Gamba-Museo di arte moderna e contemporanea della Regione autonoma Valle d’Aosta ha dedicato al grande protagonista della pittura del Novecento dal 22 giugno al 25 settembre 2022. L’artista (1934-1998) è una delle presenze più importanti nella collezione permanente del Museo con Calore locale,Collinare,Per vedere,OrizzontaleeVista interrotta opere che sono il frutto di un periodo di residenza di Schifano in Valle D’Aosta tra il febbraio e il marzo del 1988 e che sono state presentate in mostra con un allestimento inedito, in rapporto con il paesaggio che le ha ispirate. Schifano lavorò febbrilmente in un’ala dell’antico priorato di Saint-Bénin producendo decine e decine di quadri, insieme a opere su carta, che vennero esposte alla Tour Fromage nella mostra Mario Schifano. Verde fisico, svoltasi dal 30 aprile al 24 luglio del 1988.
La mostra L’ultima guerra di Mario Schifano 1988-1998 – nata da un progetto di Casa Testori, curata da Davide Dall’Ombra e realizzata dalla Regione autonoma Valle d’Aosta, Assessorato ai Beni culturali, Turismo, Sport e Commercio – ha avuto come punto di partenza l’episodio valdostano del 1988 e ha voluto approfondire gli ultimi straordinari anni del percorso di Schifano, fino alla morte del 1998. Un decennio irripetibile per l’artista: anni febbrili e prolifici, magari contraddittori, di lotta corpo a corpo con le opere, di ritorno alla pittura e di “guerra” con la pittura stessa, come con le proprie dipendenze e ossessioni, anni segnati dalla consueta e inarrestabile urgenza creativa.
In principio fu “Chimera” Le grandi opere degli anni ’80 e ’90 in mostra, sono state introdotte da un video, curato da Casa Testori, che raccontava la nascita di Chimera, l’opera monumentale realizzata da Schifano durante la performance di una sola notte a Firenze, nel 1985. Un momento cardine per comprendere la forza del gesto pittorico di Schifano e la natura comunicativa della sua opera, che ben spiegano il clima in cui nasce la disponibilità dell’artista all’esperienza di residenza valdostana di pochi anni dopo. Un episodio cardine per comprendere il confronto di Schifano con l’archeologia, fondamentale per la sua formazione e centrale anche nelle tele valdostane.
Capolavori per uno sguardo Nei mesi drammatici che l’Europa sta vivendo oggi, appaiono di dolorosa attualità i “ritratti” della guerra in senso proprio che Schifano dedica alla crisi del Golfo. È un periodo, dalla fine degli anni ’80, in cui l’artista è particolarmente segnato dai media e dalla multimedialità. In anni di reclusione volontaria nella sua casa-studio, la televisione diviene per lui una finestra sul mondo e fonte ossessiva d’ispirazione. Rivolgendo la sua attenzione ai principali fatti di cronaca dell’epoca, della guerra ci restituisce uno sguardo proprio e struggente, declinato in opere imprescindibili del suo percorso. Nella sala principale dedicata alle esposizioni temporanee, sono state presentate due opere monumentali dedicate al dramma della guerra in Iraq: Tearful [In lacrime] del 1990, diventata una sorta di autoritratto ideale dell’artista, e Sorrisi Scomparsi del 1991, l’unico volto possibile della tragedia in Kuwait. In Tearful il dramma della guerra è visto dall’interno del rapporto padre-figlio, partendo da una foto ritagliata dal «Time» del 10 dicembre 1990, dove un bambino ci guarda smarrito mentre il padre soldato, in partenza per il fronte, china la testa coprendosi il volto in lacrime. In Sorrisi scomparsi una folla di nuovi volti senza volto sono sovrastati dalla traduzione in arabo del titolo dell’opera e danno corpo al dramma collettivo del Kuwait.
La rielaborazione pittorica delle immagini televisive si affianca a quella fotografica. Schifano manda a stampare decine di rullini al giorno: foto scattate agli schermi TV che si accumulano nel suo studio a mazzi e sono coinvolte in un processo divorante e germinativo insieme.
In mostra vengono presentate quattro grandi composizioni in pannello incorniciate in plexiglass (293 x 186 cm cad.) che presentano oltre 1300 fotografie 10×15 cm ritoccate ad olio e pennarello, realizzate tra la fine degli anni Ottanta e il principio degli anni Novanta. Sono il frutto dell’occhio e della personalità vorace dell’artista: “Io mi sento come un media… Attraverso questa finestra [la TV] io catturo le immagini che più mi colpiscono, i messaggi provenienti dalla realtà drammatica che ci incalza. Ma non sono uno spettatore passivo. Mentre seguo sul video il susseguirsi vertiginoso degli avvenimenti, penso, rifletto, creo”. Una produzione sterminata che Emilio Mazzoli ha definito il “rosario di Schifano”, snocciolato durante il giorno ad ogni occasione libera, nel tentativo di lasciare un’impronta su quello che accadeva intorno a lui.
Omaggio a Emilio Mazzoli La mostra è nata anche con l’intento di festeggiare gli 80 anni di una personalità cardine per la vicenda di Schifano come Emilio Mazzoli, tra i più importanti galleristi italiani, suo appassionato sostenitore in quegli anni. Per l’occasione, Mazzoli ha generosamente messo a disposizione del Castello Gamba, grazie al rapporto di collaborazione e stima con Casa Testori, le opere germinali di Schifano presentate e sarà eccezionalmente in mostra con il suo doppio ritratto, mai esposto prima d’ora, eseguito da Schifano tra il 1994 e il 1995: CARO EMILIO CONTINUA… (stampa e tecnica mista su carta applicata su tavola, 180 x 135 cm cad.). Un omaggio a un personaggio chiave per la cultura artistica italiana del dopoguerra, capace di cogliere il valore dell’artista ai suoi esordi e deciso nel sostenerlo e accompagnarlo, anche grazie al coinvolgimento delle penne critiche più rivoluzionarie del suo tempo, come Giovanni Testori e Achille Bonito Oliva.
Schifano tra la sua natura L’altana del castello è dedicata alla puntuale ricostruzione, attraverso opere, documenti, immagini e testimonianze inedite, della vicenda della residenza di Schifano ad Aosta nel 1988, grazie al ritrovamento di un’inedita campagna fotografica della mostra e a bellissime foto di Schifano al lavoro nel suo studio aostano. Un episodio cardine che si inserisce in un momento culturale vivacissimo della Valle d’Aosta, con l’istituzione dell’Ufficio Mostre della Regione nel 1986 e una particolare attenzione alle attività espositive di carattere internazionale. L’energia della committenza e l’impegno di critici d’arte come Janus (Roberto Gianoglio 1927-2020), portarono, infatti, alla realizzazione di eventi espositivi originali, spesso di taglio monografico, con un flusso continuo di decine di mostre l’anno, tra il 1986 e il 1995, per oltre cento in totale. Gli artisti venivano invitati ad esporre i loro lavori, a condividerli con la collettività, e le mostre permisero anche un importante arricchimento delle collezioni della Regione. Lo documenta in mostra la collana Fabbri “Valle d’Aosta Cultura”, presentata nella sala del Museo Gamba dedicata alle committenze della Valle.
Dal 2 luglio si è aperto un ciclo di incontri al Castello Gamba per approfondire l’opera dell’artista attraverso gli interventi di alcuni critici d’eccezione.
Sabato 2 luglio Visita guidata con il curatore
Sabato 16 luglio “Chi è Mario Schifano?” Incontro con Francesco Guzzetti
Venerdì 29 luglio Conversazione con Luca Ronchi, biografo ufficiale dell’artista Proiezione del documentario “Mario Schifano tutto” di Luca Ronchi
Venerdì 23 settembre Dialogo con Davide Dall’Ombra, curatore della mostra
In occasione della chiusura della mostra, il curatore Davide Dall’Ombra ha raccontato gli aspetti più profondi di questo instancabile e multiforme protagonista della pittura del Novecento.
Casa Testori e i suoi Servizi Educativi hanno studiato nuove visite – esperienze al PARCO DELLA BALOSSA dove #ilparcofacultura e arte e natura si fondono.
FILI D’ERBA, INTRECCI DI STORIE
Raccontiamo la vita dei campi nell’area, scopriamo da vicino cosa si coltivava e l’importanza di alcuni aspetti, come segnalato dall’opera di Francesco Garbelli. A partire da questo racconto «immaginiamo possibilità», come nell’opera di Francesco Fossati.
IMMAGINI NATURALI Osserviamo e raccogliamo quanto incontriamo nel parco, che struttura hanno le foglie e le piante. Proviamo a partire dal loro «scheletro» per farne crescere un’opera d’arte e di natura come ha fatto Alessandro Pongan con il suo lavoro.
5 SENSI 1000 SEGNI Un percorso didattico multisensoriale per ragionare insieme su ciò che si vede (forme, colori…), ciò che si sente (rumori, odori…), ciò che possiamo toccare e con che parole possiamo raccontare queste esperienze.
Questi sono i tre percorsi sempre disponibili all’interno del parco, consigliati per elementari e medie ma declinabili per qualsiasi ordine di scuola. Sarà possibile aggiungere percorsi specifici in determinate stagioni dell’anno e strutturare un percorso di osservazioni della natura nell’arco dell’anno sulle quattro stagioni.
I percorsi hanno durata fino a 2 ore circa e prevedono che ogni partecipante porti con sé a casa del materiale didattico specifico che potrà eventualmente essere utilizzato in classe.
Le prime 3 classi o gruppi iscritti potranno godere della visita gratuitamente.
A cura di Alice Boltri e Davide Dall’Ombra Casa Testori 5 Giugno – 23 Luglio 2022
“Dipingere e scolpire è per noi atto di partecipazione alla totale realtà degli uomini, in un luogo e in un tempo determinato, realtà che è contemporaneità e che nel suo susseguirsi è storia”. Marzo 1946: sulla rivista Argine Numero viene pubblicato Oltre Guernica. Il Manifesto del Realismo di pittori e scultori. Tra i dieci firmatari compaiono anche i nomi di Vittorio Tavernari e Giovanni Testori, probabile estensore del Manifesto.
Proprio da questo episodio ha preso avvio la mostra “Il Manifesto del Realismo. Vittorio Tavernari a Casa Testori” dove ha inaugurato domenica5 giugno e fino al 23 luglio 2022 ospitava al primo piano un importante nucleo di sculture di Vittorio Tavernari (1919-1987), realizzate negli anni intorno al Manifesto, conservato nell’Archivio dell’Associazione Giovanni Testori.
La mostra ha inaugurato il progetto ARCHIVIFUTURI, prima edizione del Festival degli Archivi del Contemporaneo, organizzato dall’omonima rete costituita grazie al progetto vincitore dei PIC 2020/2022, attuati da Regione Lombardia.
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Le opere esposte, cui si affiancavano importanti disegni coevi, accompagnavano il visitatore alla scoperta di quegli anni cruciali per l’attività degli artisti milanesi e per l’evoluzione stilistica dello scultore, impegnato a scardinare il figurativo. Nel periodo di apertura della mostra, inoltre, Casa Testori ha organizzato visite guidate dai curatori e laboratori didattici per famiglie per far conoscere in modo più approfondito l’artista, le sue opere e la sua tecnica.
Ad aprire l’esposizione è stata una scultura in gesso del 1943: realizzata per la fusione dell’anno seguente, dà corpo a una figura femminile in torsione che ben rappresenta il modellato di Tavernari prima della Guerra, precedente alla produzione scultorea legata agli anni del Manifesto. Si coglie un processo sul corpo in divenire, testimoniato da una versione in bronzo con le braccia, ora perduta ma pubblicata sulla stessa Argine Numero proprio nel ’46.
Il nucleo centrale delle sette sculture in legno che sono state presentate in mostra appartiene al periodo legato al Manifesto, tra il 1944 e il 1947. In esse è possibile cogliere l’evoluzione da una raffigurazione fortemente figurativa a una semplificazione delle forme che dà loro una connotazione primitiva e arcaica, tendente a quell’astrattismo che in effetti caratterizzerà il periodo successivo dell’artista, dal 1948. Maternità (1944) apre la serie con tratti semplici ed essenziali, atti a delineare i volumi in modo netto. Le figure si presentano in pose statiche ma caratterizzate da movimenti ancestrali e impercettibili, come avviene per la Donna che si sveste (1945). È una coppia di sculture che costituisce un avvio quasi obbligato per rappresentare il pieno della produzione mobile di Tavernari durante la Guerra, come messo in luce già nelle mostre in cui erano esposte entrambe, al Padiglione di Arte Contemporanea di Milano (1969) o al Museo Rodin di Parigi (1973).
Un nucleo di tre sculture di piccolo formato e grandissima tensione plastica risale al 1945 e presenta in modo chiaro la fase appena successiva della produzione di Tavernari. I tratti somatici e i dettagli delle vesti scompaiono per lasciare posto a forme più compatte e sfaccettate che evocano l’abbozzo, scelto per impreziosire la forza espressiva insita nella materia. Un trattamento meno accentuato in Cariatide e che trova la sua espressione piena in Figuretta femminile con braccio levato dietro la testa e Figuretta femminile con braccia distese, due sculture che mostrano una mutata ricerca dell’impressione di movimento, sul filo dell’impercettibile.
A concludere il percorso vi era una coppia di sculture di diversa proporzione messe in dialogo tra loro. Realizzate dopo la pubblicazione del Manifesto, Piccolo nudo (1946) e Torso femminile (1947) si incamminano sulla via che porterà all’astrattismo e ai celebri “Torsi” di Tavernari. L’artista trasforma il legno intagliandolo finemente, per ricavarne forme sinuose, nelle quali rimangano riconoscibili solo gli elementi anatomici distintivi.
In stretto dialogo con le sculture, una parete è stata dedicata alla coeva attività grafica di Tavernari, esponendo, da una parte, una serie di nudi fortemente legati al periodo pre Manifesto della scultura in gesso e, dall’altra, una terna in cui si rintraccia lo stesso lavoro a piani materici delle sculture lignee esposte, qui reso con disegni a penna e pennarello di china su carta bagnata. Spesso si tratta di disegni bifronte, in cui Tavernari riutilizza carte appartenenti al primo periodo, dando vita a documenti che condensano le caratteristiche formali di questo passaggio cruciale per l’artista, dal 1943 al 1948.
Del resto, già nel 1966 Carlo Ludovico Ragghianti, impegnandosi nella stesura di un catalogo dei disegni di Tavernari, spiegava la decisività del procedere dell’artista nel disegno, ove “la penna di vario spessore è usata con aggressiva velocità di segno e di tracciato, su un medium cartaceo che viene bagnato o imbevuto perché la figura possa «ambientarsi» in modo immediato, risultare immersa in un’atmosfera non uniforme o fluida, ma di varia e contrastata intensità.”
Infine, in mostra, trova una conferma la centralità del Manifesto per Tavernari e per l’ambiente culturale varesino grazie all’evocazione della Mostra del «Numero», allestita nella Galleria Varese di Bruno Grossetti nell’estate del 1946, si pensa per volere dello scultore, che volle portare nel suo territorio gli artisti che, a vario grado di coinvolgimento, facevano capo alla rivista. Una mostra importante di cui si era persa traccia, dove vennero presentate opere dello stesso Tavernari e di Ciri Agostoni, Giuseppe Ajmone, Aldo Bergolli, Bruno Cassinari, Renato Guttuso, Ibrahim Kodra, Ennio Morlotti, Giovanni Paganin, Armando Pizzinato, Ernesto Treccani, ed Emilio Vedova. Una compagine già variata rispetto ai firmatari del Manifesto, in cui spicca l’assenza di Testori, in anni di sommovimenti, continui ripensamenti e riorganizzazioni culturali o programmatiche per artisti sempre divisi tra necessità di condivisione e d’indipendenza. La mostra a Casa Testori ha inaugurato il progetto ARCHIVIFUTURI. Prima edizione del Festival degli Archivi del Contemporaneo, organizzato dall’omonima rete costituita grazie al progetto Archivi del Contemporaneo. Lombardia terra d’artisti, vincitore dei Piani Integrati della Cultura – PIC 2020/2022, attuati da Regione Lombardia per promuovere la progettualità culturale strategica in forme integrate e multisettoriali che richiedono il coordinamento tra soggetti pubblici e privati.
Un weekend alla scoperta del quartiere tra workshop e opere sitespecific
Il nuovo progetto CORTILI CREATIVI A SAN SIRO si poneva come intervento articolato nello spazio e nel tempo, per poter permeare il territorio su cui insiste, grazie al coinvolgimento attivo degli abitanti del quartiere. I cortili come grandi spazi di convivenza, intuizione importante nella progettazione architettonica del quartiere San Siro: spazi che nel progetto diventano luoghi di lavoro per le tre artiste chiamate a proporre percorsi partecipati, resi possibili grazie alla rete associativa del territorio. In particolare grazie alla collaborazione con il Comitato di quartiere San Siro, la scuola di italiano Punto.it, Propositi di Filosofia e Qubi Selinunte.
Il quartiere San Siro rappresenta un caso unico per la città. Le problematiche relative alle povertà educativa, culturale e socio economica rintracciabili in tutta la periferia urbana qui sono particolarmente acute e visibili negli adolescenti residenti: la coesistenza di 85 nazionalità differenti, con un tasso giovanile elevato – circa il 18,4% dei residenti è minorenne rispetto alla media cittadina del 16%, secondo quanto riportato dallo studio “Mapping San Siro” svolto dal Politecnico di Milano – e una popolazione di persone di nazionalità italiana prevalentemente anziane, nonché un alto tasso di persone in carico ai servizi psichiatrici.
Il progetto si è articolato attraverso l’attivazione di tre laboratori di Teatro, Fotografia e Scultura per i ragazzi, le ragazze e le donne della scuola di italiano del quartiere con l’obiettivo di trasformare tali segmenti di popolazione in persone che non soltanto siano in grado di fruire la cultura, ma ne diventino protagoniste, desiderose di partecipare e godere di essa mettendosi in gioco durante l’evento finale del 4 -5 giugno.
In parallelo ai tre laboratori, la fotografa Marta Carenzi e la scultrice Martina Cioffi hanno presentato un lavoro fatto ad hoc facendo diventare i cortili protagonisti.
IL PROGRAMMA
Marta Carenzi – Volti come luoghi Esposizione del reportage con a tema i cortili Aler e in particolare i loro custodi, presenze imprescindibili per garantire non solo l’ordine nei luoghi, ma per stabilire buone relazioni tra gli abitanti. Il reportage è presentato sotto forma di trittici che saranno conclusi da immagini delle statuette della Madonna, altra presenze costanti e silenziose in tutti i cortili, immagine rispettata e curata da tutti, al di là dell’appartenenza religiosa.
La scelta di esporle nelle vetrine di Casa di Comunità è per sottolineare l’importanza del nuovo polo socio – sanitario territoriale creato in collaborazione con Aler, che con la presenza dei Community manager e un Ambulatorio aperto a tutti, si propone di migliorare la qualità della vita degli abitanti dei quartieri portando nuove funzioni sociali. Vetrine Casa di Comunità Aler – Piazzale Selinunte
Esposizione delle foto realizzate dai ragazzi del Colibrì All’interno del laboratorio di Fotografia tenuto da Marta Carenzi. Il laboratorio ha voluto calare un gruppo di ragazzi nei panni di fotografi che, dopo essere stati formati, hanno realizzato con mezzi propri (macchine fotografiche o smartphone) i loro ritratti e quello dei loro educatori. Seguendo infine l’allestimento della loro mostra. Comitato di quartiere San Siro – Via Paravia 80
Marco Ferrario – “Dal Quadrilatero” Cap 1 – “Anche lo zucchero sembra sale”. Esposizione delle fotografie del progetto tenuto da Marco Ferrario dove ha visto il fotografo realizzare una vera collaborazione con le persone che ha fotografato, i ragazzi delle scuole medie che frequentano l’oratorio “Beata Vergine Addolorata”. Comitato di quartiere San Siro – Via Paravia 80
Martina Cioffi – Un Giardino Sotterraneo Segreto Opera site-specific, laterizi, tondini, smalti, dimensioni ambientali.
L’artista ha pensato un’installazione per uno dei luoghi più carichi di storia del quartiere: il bunker antiaereo perfettamente conservato nel cortile di Via Preneste 4. Partendo dal mattone, modulo d’argilla simbolo dell’abitare umano e forzandone la rigida forma fino ad assumere sembianze vegetale, l’artista reinterpreta lo spazio del bunker trasformandolo in un impossibile “giardino” sotterraneo. Il paesaggio che attendeva fuori dal rifugio antiaereo chi vi si rifugiava durante i bombardamenti era fatto di detriti, idealmente queste macerie sono stati i “semi” che hanno fatto germogliare questo giardino. Bunker nel cortile di Via Preneste 4.
Marika Pensa – Un viaggio intorno al mondo Lettura espressiva: poesie, canzoni, musiche da tutto il mondo con le donne della scuola di italiano di Punto.It.
Il cortile, luogo di intimità e condivisione, accoglie un percorso sonoro nel quale il pubblico potrà ascoltare brani di canzoni, testi e poesie provenienti da diverse parti del mondo, lette in lingua originale e tradotte in italiano, sotto la guida dall’attrice Marika Pensa. A fare da sfondo a questo viaggio intorno al mondo sarà il tema dell’albero che, con le sue radici, rievoca l’atmosfera dei luoghi del cuore e con i suoi rami ci invita a tendere al cielo, all’infinito. Cortile di Via Paravia 82.
Durante le due giornate dell’evento finale è stato possibile seguireLaboratorio aperto a tutti di modellazione con l’argilla edecorazione con “engobbi” tenuto da Martina Cioffi. Comitato di quartiere San Siro – Via Paravia 80.
Le guide di quartiere (classe 3H del Boccioni) formate da Propositi di filosofia, condurranno il pubblico alla scoperta del quartiere e dei lavori dei laboratori e delle artiste.
Il progetto Cortili Creativi si è inserito nel programma Lacittàintorno di Fondazione Cariplo, che promuove attività culturali capaci di coinvolgere gli abitanti dei contesti urbani fragili nella riattivazione e risignificazione degli spazi inutilizzati o in stato di degrado, per migliorare la qualità della vita e creare nuove geografie cittadine. Per avere informazioni sul programma e sulle diverse azioni promosse consultare: www.lacittaintorno.it – fb tw ig: @lacittaintorno
Il 12 maggio 1923 nasceva Giovanni Testori. A 99 anni dalla nascita, proponiamo un weekend interamente dedicato al padrone di casa, alle ultime scoperte dall’archivio, ai nuovi studi e tante novità. Un weekend di scoperte e di festa alla vigilia del centenario del 2023.
IL PROGRAMMA:
SABATO 14 MAGGIO A partire dalle 16.00
Giovanni Renzi, Università degli Studi di Milano Quando il Fabbricone doveva diventare un film La sceneggiatura ritrovata di Giorgio Bassani e Mario Soldati per portare Il Fabbricone sul grande schermo.
Monica Di Matteo, Università Cattolica di Milano “L’avanguardia nella rete del potere” Dibattiti e (furiose) polemiche attorno ad un articolo di Testori pubblicato sul Corriere della Sera il 4 dicembre 1977.
Nicolò Rossi, Scuola Normale di Pisa “Paris-Nuà”. Arthur Rimbaud e Paul Verlaine tradotti in milanese Un inedito sorprendente ritrovato tra le carte testoriane. Due grandi passioni portate tra le mura di casa. Le poesie verranno lette dall’attrice Emanuela Villagrossi
DOMENICA 15 MAGGIO dalle ore 16.00
Alice Boltri, Archivio Giovanni Testori Un nuovo sito per Testori Presentazione di giovannitestori.it: uno strumento fondamentale per conoscere, scoprire e studiare Testori. Un archivio completo, dagli scritti ai dipinti, dal teatro alle lettere, alle interviste. Aperto e consultabile da tutti.
Ore 17,00 Un Pugile in rosso per Casa Testori Presentazione del grande dipinto donato da Carlo Alberto Carutti (1923-1922).
Indovina chi ci guarda dal terrazzo? Inaugurazione del ritratto-scultura di Testori, donato da T-yong Chung.