Month: Settembre 2020

A COLLETTA DI CASTELBIANCO. SIT DOWN TO HAVE AN IDEA

Andrea Bianconi
A cura di Francesca di Giorgio
Colletta di Castelbianco
13 Settembre 2020

In principio fu Bologna, con le sue piazze e i suoi spazi. Poi il Teatro Duse, nell’intimità delle sue storiche sale. Seguì la cima del Monte Carega, la conquista dell’aria aperta dopo l’isolamento del lockdown. E poi ancora Tropea, con l’infinito del suo mare. Il viaggio artistico di Andrea BianconiSit Down to Have an Idea che, dal gennaio 2020, porta in giro per l’Italia le sue poltrone d’autore, emoziona il Paese. Oltre 50mila le interazioni sui social media, che crescono ogni giorno di più a conferma dell’interesse che le opere suscitano nel pubblico.
E il viaggio continua.

Domenica 13 settembre 2020 Andrea Bianconi è arrivato a Colletta di Castelbianco e, insieme a un gruppo di abitanti di questo antico borgo medievale nell’entroterra di Albenga (Savona), inserito tra ‘I Borghi più belli d’Italia’, l’artista ha portati la “poltrona delle idee” sotto al maestoso pino che accoglie i visitatori all’ingresso del paese e lì rimarrà come installazione permanente. «Credo nella funzione terapeutica dell’arte. A volte abbiamo bisogno di ritrovare noi stessi, di fare introspezione e compiere una ricerca interiore. E la natura ci offre un senso di protezione che ci permette di riscoprire questo contatto con noi stessi, profondo e poetico. Grazie al suo riparo, ci dà la libertà di pensare»afferma Andrea Bianconi.

Per Francesca Di Giorgio, curatrice di Sit Down to Have an Idea a Colletta di Castelbianco: «La scelta dell’artista a quale luogo donare la “sua” poltrona rientra in un determinato e mai precostituito disegno. Una direzione coincidente con quella dell’arte che, come la natura, coinvolge, include, libera e protegge. Perché una direzione da intraprendere, un percorso breve o lungo, c’è sempre. Per tutti. La possibilità di sedersi sulla poltrona è un’occasione per riconciliarsi con le proprie idee che spesso attribuiamo al mondo dell’astrazione ma che si manifestano forti della loro concretezza. Le stesse idee che hanno portato, negli Anni ‘80, un gruppo di imprenditori, guidati dall’architetto Giancarlo De Carlo (1919 – 2005)a sottrarre a un triste destino d’oblio, il borgo nella Val Pennavaira, alle pendici della spettacolare “piramide dolomitica” di Castell’Ermo».

Una nuova tappa, una nuova meta da aggiungere agli altri luoghi che nella visione dell’artista, diventano tableau vivant dove le sue opere/poltrone interagiscono con il pubblico. I visitatori diventano protagonisti di questi quadri viventi immortalati da scatti che incidono fino a dare vita a infinite opere in un viaggio che non è solo artistico, ma anche umanitario: il progetto Sit Down to Have an Idea porta con sé, infatti, ad ogni tappa, la campagna di sensibilizzazione a sostegno della ricerca promossa da Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica (FFC).
Con questa iniziativa itinerante, realizzata in collaborazione con Casa Testori e Fondazione Coppola, Andrea Bianconi si fa portatore di un messaggio profondo di speranza, rinascita e riflessione sul nostro futuro e sulle idee che dobbiamo coltivare per un mondo migliore. Un’opera unica nel suo genere anche per l’alto valore etico e sociale racchiuso in questa impresa a finalità charity.

«Per me è importante quando l’arte si unisce alla ricerca scientifica, in quanto parlano la stessa lingua, tra loro si crea un dialogo che può generare frutti e spunti per il futuroEntrambe mettono l’uomo e il suo benessere al centro» afferma Andrea Bianconi, riconosciuto come uno dei più interessanti artisti delle nuove generazioni, autore di opere esposte in musei pubblici e spazi privati di tutto il mondo. «La mia intenzione con questo progetto è di portare l’arte in spazi sconfinati e contaminarli con i luoghi e i visitatori, per regalare emozioni forti e idee che sono l’ossigeno della nostra esistenza. Quell’ossigeno che è così prezioso per chi è affetto dalla fibrosi cistica, la malattia genetica grave più diffusa in Italia che blocca i polmoni e alla fine toglie il respiro».

L’evento è stato realizzato con il patrocinio di: Comune di Castelbianco, Colletta di Castelbianco S.r.l., I Borghi più belli d’Italia e Legambiente. E in collaborazione con:Casa Testori, Fondazione Coppola, Slow Food (Albenga, Finale, Alassio e Savonese), Vincenzo Ricotta – Invest progetti, Scola (bar e ristorante), Amministrazioni Condominiali Rivierahouse.

L’IMPEGNO CHARITY A SOSTEGNO DI FONDAZIONE RICERCA FIBROSI CISTICA

In occasione degli eventi, i volontari della rete FFC erano presenti con speciali postazioni per offrire, in cambio di una donazione, le bandane personalizzate dall’artista Bianconi con la scritta “Sit Down to Have an Idea”, il cui ricavato è interamente devoluto alla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica.
Ciascuno ha potuto e può fare la sua parte a sostegno del principale ente di ricerca in Italia sulla fibrosi cistica, la malattia genetica grave più diffusa nel nostro Paese, con un’aspettativa di vita media per i malati che supera di poco i 40 anni.

IL BORGO

Il Borgo medievale di Colletta di Castelbianco, che si erge come una fortezza naturale nell’entroterra del Ponente Ligure, risale al XII-XIV sec. Intorno al 1887, a causa di un devastante terremoto, viene graduale abbandonato. Dal 1980 però si inizia il recupero e la ristrutturazione di Colletta, grazie al Professore Architetto Gian Carlo De Carlo e Colletta di Castelbianco S.r.l. che ne fanno un esempio virtuoso di recupero e tutela del patrimonio immobiliare storico, andando anche oltre. Colletta di Castelbianco viene dotato di ogni comfort e tecnologia ed entra nella rosa dei Borghi più Belli d’Italia.

EVENTI COLLATERALI

Mostra Giancarlo De Carlo e la Liguria. Luoghi, progetti, tracce
A cura di Emanuele Piccardo e Andrea Vergano
In collaborazione conFederazione ordini Architetti PPC Liguria
25 Settembre – 1 Novembre 2020

Mostra organizzata in occasione del centenario della nascita di Giancarlo De Carlo.

MERISTÀ

Fatima Bianchi e Ilaria Turba
A cura di Giulia Zorzi
Casa Testori
17 Ottobre 2020 – 26 Febbraio 2021

LA REALTÀ È UN PUNTO DI PARTENZA
Giulia Zorzi

Nella realizzazione di questo progetto espositivo mi sono misurata anzitutto con il luogo: una casa, non più abitata, svuotata nelle sale che questa mostra occupa. Mi sono mossa lungo una linea di relazione sottile tra spazio pubblico e storia privata, nella ricerca di un dialogo con gli ambienti, la storia della casa e delle persone che l’hanno vissuta negli anni. Inoltre, mi sono confrontata con gli interventi preesistenti di altri artisti che hanno lasciato tracce che si sono andate stratificando, modificando la fisionomia originale. 
Basta amare la realtà, sempre, in tutti i modi, anche nel modo precipitoso e approssimativo che è stato il mio. Ma amarla. Per il resto non ci sono precetti”, scrisse il padrone di casa Giovanni Testori. La realtà e l’immaginario delle proprie storie familiari e personali è ciò che Fatima Bianchi e Ilaria Turba rileggono in un gioco di trasformazione e magia, coinvolgendo l’osservatore e rendendo universale il ricordo privato. 
Nello spazio di Casa Testori il dialogo tra loro parte idealmente dai lati opposti della casa e ha la struttura di un brano musicale: i lati esterni sono le strofe principali, lo spazio delle scale è l’introduzione, le sale sono variazioni sul tema. 

[…]

[Il titolo] è una parola che ci siamo inventate. Ci ricordava un tessuto vivo, che cresce e si sviluppa. Da una storia, molte storie in una parola che voleva essere breve e suonare bene, come dovrebbe suonare una canzone. Meristà è il titolo della nostra canzone. 

Leggi per intero

Meristà fa parte di Pocket Pair, un ciclo di mostre coordinato da Marta Cereda avviato da Casa Testori nel 2018. Il titolo del ciclo riprende un’espressione del gioco del poker che indica la situazione in cui un giocatore ha due carte, di uguale valore, e deve scommettere su di esse. Allo stesso modo, i curatori scommettono su talenti emergenti, due artiste/i dal pari valore, per dar vita a una bipersonale di elevata qualità, allestita al pian terreno di Casa Testori dove sono liberi di incontrarsi, anche all’interno delle singole stanze, di farsi visita, di dialogare da vicino.

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