Month: Giugno 2020

Ricordanza – Adi Haxhiaj e Agata

Ogni cosa passa e lascia ed è proprio quello che resta che l’immagine che abbiamo costruito cerca di mostrare. 
In una sorta di costruzione di una memoria del presente, ho fotografato tutti i disegni/dipinti che mia figlia Agata ha realizzato dall’8 marzo al 31 maggio 2020. Nel tentativo di cogliere l’unità dal molteplice, tutte le fotografie sono state sovrapposte digitalmente le une sulle altre fino a disgregarsi, ma la diluizione cromatica di esse è semplicemente una via ad una nuova costruzione che viene affidata allo sguardo di chi osserva l’opera. 
La percezione e la produzione dell’immagine colta nel suo scorrimento, consente all’opera di divenire un contenitore di un tempo e di un luogo emotivamente vissuto. 

 Ricordanza – A.H. (08 marzo – 31 maggio 2020), 2020, Stampa ink-jet su carta fine art, Cm 80 x 60.  

Supercall – la mostra


SUPERCALL-LA MOSTRA Dal 27.6.2020 al 16.7.2020
Inaugurazione 27 giugno 2020 h 17.00 A cura di Supergiovane,
in collaborazione con Casa Testori, Studio 4×4,
Via Garibaldi 34, Pietrasanta (LU).

Dal comunicato:
Supergiovane è lieta di comunicare l’inaugurazione della mostra “SUPERCALL”. Lanciata sui canali social durante la quarantena, la call di Supergiovane : “SUPERCALL” ha raccolto le testimonianze visive e personali di oltre 50 artisti contemporanei operanti in Italia e all’estero. Con l’intento di rintracciare i sentimenti dell’inedito stato di attesa durante il lockdown ed evidenziare le possibilità lavorative-artistiche anche in un periodo di stop, la Supercall ha rintracciato negli artisti la forza di una vocazione personale del proprio lavoro, innestando un’energia e una resistenza che approda, grazie all’invito di Casa Testori, nella mostra. Nello spazio dello Studio 4×4 di Pietrasanta la selezione dei 13 artisti invitati ad esporre crea diversi dialoghi tracciati da legami fisici e visivi tra le opere, disposti a sfidare un tentativo di dialogo dal vivo. Sono accomunati dallo studio dei rilievi e delle forme impresse nella carta delle stampe di Ludovico Bomben e di Elisa Carutti, che introducono alla mostra. Bomben si inserisce nella trama della monocromia e nello studio astratto delle superfici mentre, nel caso di Elisa, il rilievo è vissuto e martoriato nelle trame delle rocce impresse sulla carta. Anche per Gaia Bernasconi la carta è il tramite per dare vita alle figure ritagliate e rinchiuse tra collage di fiori in ampolle di vetro dal sapore antico, figure segnate che non sono passate indenni al peso della vita, così come nelle micro installazioni di Camilla Alberti in cui il detrito raccolto, etichettato e fatto proprio è minuziosamente disposto a ricreare ambienti silenziosi, quasi piccole armonie o parchi gioco per formiche appassionate di modernismo. Nella stanza principale l’installazione delicata e sensuale di Agnese Spolverini costruisce l’ambiente ideale per un dialogo tutto al femminile. Nell’opera della Spolverini la veneziana rosa e il tappeto evocano una situazione di attesa, di presenze, che in realtà vivono e sussurrano al di là dello spazio creato dai materiali, in sintonia con la narrazione di immagini fotografiche di Eleonora Roaro che cancella con smalto rosa i corpi degli uomini in foto di matrimonio definendo la loro presenza non più necessaria alla narrazione, come una sorta di vendetta privata. Anche nel lavoro di Francesca Mussi la presenza della figura gioca un ruolo fondamentale: nei lavori presentati l’artista racconta per immagini una performance che non ha mai preso atto, dove il divano diventa emblema dello spazio in cui la figura stessa appare o scompare, come velata da un frame che non viene esposto. Altrettanto velate sono le apparizioni che Giulia Cacciuttolo realizza con numerosi strati sovrapposti di organza di seta stampata in bianco e nero da scansioni positive di negativi analogici, a formare quasi un tendaggio, in cui nel tempo si è impresso un paesaggio o quel che ne resta via via. La mostra prosegue nella corte esterna, e qui, a dare vita alle mura antiche, la pittura prende corpo nel dialogo tra i lavori di Beatrice Gelmetti, Francesco Zanatta e Jingge Dong accomunati dalla provenienza di area veneta, nei lavori di Gelmetti, come di Jingge, la materia e il gesto costruiscono forme appena intuibili. Più sinuose nella prima e più liquide nel secondo. Nelle tele di Zanatta le figure si impongo nell’immaginario dell’osservatore tramite metamorfosi e dialoghi con il paesaggio che le accompagna in un turbinio di colori. Un paesaggio ibrido o mutevole porta alle due opere conclusive della mostra. L’opera di Kristian Sturi si increspa come una superficie epidermica in dialogo con le variazioni ambientali e luminose, contrastando la superficie erosa del torrione. Allo stesso modo, la scultura in vetro di Matteo Messori si impone sul suolo della corte scomparendo delicatamente nella suggestiva atmosfera dello spazio, una forma ben definita che danza e si fonde nello spazio.

Artisti invitati: Camilla Alberti, Gaia Bernasconi, Ludovico Bomben, Giulia Cacciuttolo, Elisa Carutti, Beatrice Gelmetti, Jingge Dong, Matteo Messori, Francesca Mussi, Eleonora Roaro, Agnese Spolverini, Kristian Sturi, Francesco Zanatta. Supergiovane è un progetto indipendente nato a Milano nel 2018, finalizzato all’incubazione e accelerazione di idee super di giovani artisti.

Per info: supergiovane.com info@supergiovane.com @_supergiovane_ 

SPEDIZIONE CIMA CAREGA. SIT DOWN TO HAVE AN IDEA

Andrea Bianconi
A cura di Giuseppe Frangi
Cima Carega
5 Luglio 2020

La performance artistica di Andrea Bianconi nasce dal pensiero meditato durante il lockdown: la ricerca della libertà negata, ma tanto ambita, il desiderio di fuggire dalle 4 pareti di casa e andare su, su per poter ammirare il mondo dall’alto. Matura proprio durante il periodo in cui gran parte dell’umanità è stata costretta a rimanere isolata, l’ultima idea artistica di Andrea Bianconi: portare l’arte in uno spazio sconfinato e da lì contaminarla nel più assoluto silenzio. Così prende corpo l’idea che domenica 5 luglio 2020 si è materializzata: portare una poltrona del progetto Sit Down to Have an Idea in cima a una montagna, la vetta più alta delle piccole Dolomiti. Spedizione Cima Carega è la nuova performance che Andrea Bianconi ha progettato in collaborazione con Casa Testori e Fondazione Coppola e che ha visto protagonisti, insieme all’artista, un gruppo di runner che, a turni di 10 minuti, hanno portato in spalla la poltrona partendo dal Rifugio Revolto (1.336 metri) per arrivare alla Cima Carega a 2.259 metri (con un dislivello di 1000 metri). Una montagna lontana da tutto, ma da dove si può ammirare un paesaggio che tocca tre diverse regioni: Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia. 
Il progetto è un sogno che si realizza per Andrea Bianconi. Come scrive il curatore Giuseppe Frangi nel suo testo critico «È un paesaggio fisico che probabilmente è diventato anche paesaggio mentale: possiamo immaginare che nei sogni notturni di Bianconi bambino quella montagna sia stato teatro di chissà quali avventure. Dato che un artista poco o tanto resta sempre bambino, i sogni di Andrea oggi non sono molto diversi. E tra i sogni c’è stato forse anche quello di fare della montagna un prolungamento dei propri spazi abituali… Ora ha immaginato questo upgrade: portare in alto la poltrona come si trattasse di un rito celebrativo. Consegnarla allo spazio rarefatto della montagna perché la custodisca e lei, da lassù, possa irradiare l’aria sottostante con le sue emissioni generose e positive».
Una delle poltrone, dopo aver invaso la città di Bologna in ogni suo angolo – piazze, monumenti, uffici pubblici, scuole, ristoranti – è arrivata sulla Cima Carega grazie alla collaborazione dei runner di Durona Team che ha ideato la Durona Trail, una gara estrema che dalla valle del Chiampo arriva alle piccole Dolomiti e al Parco Naturale della Lessinia, con un dislivello di 2.800 metri. Lì rimarrà per sempre, sulla cima che abbraccia le tre regioni, a disposizione di quanti vorranno avventurarsi fino alla vetta e godere da lì dello straordinario panorama. A prendersi cura dell’opera sarà il Rifugio Fraccaroli, gestito da oltre 50 anni dalla Famiglia Baschera. Punto di arrivo e di partenza per la maggior parte delle escursioni nella catena, il rifugio Mario Fraccaroli (2.239 metri) si trova poco sotto Cima Carega (2.259 metri) nel comune di Ala (provincia di Trento).
Costruito nel ‘52, il rifugio è circondato tutt’attorno da una panoramica terrazza che spazia su gran parte delle Alpi orientali, dalle Dolomiti e dalle Pale di San Martino alle Dolomiti di Brenta, fino a Venezia e al mare Adriatico nelle giornate eccezionalmente limpide. 
Il progetto di Andrea Bianconi, dunque, ha aperto gli spazi a nuove forme di fruizione dell’arte spingendosi fino alle vette dove poter arrivare, fermarsi, meditare e fruire di un’opera d’arte incorniciata da uno straordinario e infinito paesaggio naturale.

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ART & PHILOSOPHY FOR COMMUNITY

Dicembre 2019 – Dicembre 2020

ARTE E FILOSOFIA, STRUMENTI DI COMUNITÀ
Pierpaolo Casarin e Giuseppe Frangi

[…]
Uno degli elementi che caratterizzano il quartiere San Siro e ne fanno un qualcosa di “unico” è quello di essere una “periferia interna”. Cioè non una periferia proiettata ai margini della città, ma una periferia nel cuore della città. Il tema dei confini è così un tema che segna il grande quadrilatero costruito tra il 1935 e il 1947, su progetto degli architetti Albini, Camus, Palanti, Battigalli, Fabbri, Minoletti, Cerutti e Putelli. «Negli anni i confini, già tracciati dal progetto originario – ma senza particolari elementi di cesura o di estrema differenziazione – si sono rimarcati e inspessiti, disegnando una geografia della separazione che tocca oggi particolari livelli di segregazione», ha scritto Francesca Cognetti, del Politecnico di Milano. 
La “passeggiata” da Piazzale Segesta a Piazzale Selinunte è stata pensata proprio per sperimentare il transito attraverso questo confine: da una parte il quartiere bello e benestante che si distende in direzione dell’Ippodromo e di San Siro, dall’altra il quartiere popolare ad altissima densità umana (in origine 6100 appartamenti), e ad altrettanto alta densità multietnica. 
[…]
La conclusione sta nell’obiettivo auspicato nel dare avvio a tutto il percorso: «Abiteremo nuovamente queste strade e queste piazze anche alla luce della loro identità da ri-abitare, ri-pensare e ri-creare». 

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GLI EVENTI

Di piazza in piazza. Le due Milano di piazzale Segesta e Selinunte
17 settembre 2020
Con Pierpaolo Casarin, di Propositi di Filosofia, e Viviane Riqueur, docente al Liceo Francese Stendhal

Una passeggiata nelle due piazze, distanti poche centinaia di metri, caratterizzate da una toponomastica “sorella” ma con tante profonde differenze. Un percorso per conoscere, capire e provare a ricucire.

Tutto in cortile
8 ottobre 2020

Percorso nel cortile di Piazzale Selinunte, che custodisce intatto un rifugio antiaereo della Seconda Guerra Mondiale.
La visita si è svolta con Simone Krasnovsky, docente di Associazione Punto.it, Giuseppe Frangi, giornalista e vicepresidente di Casa Testori e il professor Fulvio Irace, docente di Storia dell’architettura al Politecnico di Milano.

IL LIBRO

Il libro Selinunte. Milano contiene una ricca documentazione del progetto, con la trascrizione degli incontri e svolti e una galleria fotografica a cura di Enrico Pani. 
Puoi scaricarlo qui

I DIALOGHI DI PIAZZALE SELINUNTE. INCONTRI APERTI SULL’IDENTITÀ DI UNA PERIFERIA
Riguarda le registrazioni degli incontri

Pericle in periferia
18 Giugno 2020

Incontro con Aldo Scarpis, docente di greco al Liceo Parini. Conduce Simone Krasnovski.
Qui il video dell’incontro: https://youtu.be/dWt9qEQkgWU

Piazze sul confine
25 Giugno 2020

Incontro con Viviane Riqueur, insegnante del Liceo Francese di Piazza Segesta. Conduce Pierpaolo Casarin.
Qui il video dell’incontro: https://youtu.be/QH7pQsIyTJ8

La casa lontana da casa
2 Luglio 2020

Incontro con Marta Cereda, curatrice del progetto Appocundria, con il fotografo Giovanni Hänninen e con il videomaker Alberto Amoretti. Conduce Giuseppe Frangi
Qui il video dell’incontro: https://youtu.be/t_yUL4zwjHc

La periferia e il Bosco verticale
9 Luglio 2020

Incontro con Maurizio Guerri, docente dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Conduce Pierpaolo Casarin.
Qui il video dell’incontro:  https://youtu.be/n2nFP1tjT_8


Questo ciclo di incontri fa parte del progetto Art & Philosophy for Community, a cura di Casa Testori, in collaborazione con Laboratorio di Quartiere San SiroAmici del LaboratorioPropositi di filosofia s.n.cAssociazione Punto.it, con il contributo del Comune di Milano.

Maria Teresa Ortoleva, Aurora e Tabita – Play Mat (3-voice polyphony)

Questo foglio (100x70cm) é stato il nostro tabellone da gioco, il nostro “tappeto” e il nostro think pad, per molti giorni: sul balcone a guardare e tracciare le ombre, a fare i contorni di piedi e giocattoli, poi accompagnando con suoni e parole inventate i segni, poi inventando dei modi di scriverne alcune e infine facendo persino da pista per trenini e macchinine. Aurora (2 anni e mezzo) ha guidato il lavoro coi suoi segni, suoni e giochi, Tabita (7 mesi) ci ha dettato le regole del gioco e le condizioni ambientali stando in braccio, salendo sul foglio, facendo suoni e tenendo qualche pastello anche lei. Io mappavo le cose che osservavo, soprattutto le relazioni del nostro modo di stare insieme, il crearsi di idee e immagini una in risposta all’altra, e annotavo i diversi eventi effimeri che avevano luogo attorno al disegno.

Da mamma e artista spesso lavoro e bimbe (lo studio e la casa) non hanno confini di separazione fissi. Però é le prima volta che anziché disegnare io con Aurora, provo a fare l’inverso: Aurora guida me nel fare uno dei miei disegni. E’ stato molto affascinante, anziché continuare a lavorare “nonostante“ le bimbe, accettare di perdere in parte il controllo sul mio lavoro e imparare ad accogliere tutti i loro interventi esterni come contributi attivi al disegno… e partire in direzioni inaspettate.
Maria Teresa Ortoleva

Play Mat(3-voice polyphony), 100 x 70 cm.

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Maria Teresa Ortoleva (Milano, 1990) vive e lavora a Londra.