Month: Marzo 2016

Un ricordo di Piero Fogliati

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«Finito il servizio di leva, lavorai presso un carrozziere con l’intento di apprendere a modellare la lamiera. Fu allora che le mie idee iniziarono a chiarirsi; ciò che volevo era sostituire il materiale che impiegavo per dipingere, i pigmenti, e sostituirlo con altro, un mezzo tecnologico», così Piero Fogliati raccontava la svolta che l’aveva reso pienamente artista. La pittura a cui si era dedicato era orizzonte per lui insufficiente. Cercava altro. «Ho sognato di creare le cose più belle. Come realizzare un’utopia funzionale, come decorare i cieli e come configurare le città». Fogliati è morto venerdì 25 nella sua Torino, circondato solo dai suoi famigliari. Lo ricordiamo per quella sua presenza furtiva e geniale all’edizione di Giorni Felici del 2011. Aveva occupato una stanza a piano terra con elementari tubi che come creature striscianti gorgogliavano suoni, creature ibride tra tecnologie idrauliche ed esseri zoomorfi. «Il mio lavoro», spiegava, «nasce dall’esplorazione dei fenomeni scientifici per la realizzazione di risultati estetici e utilizzo la tecnologia con questo unico fine».

La storia di Fogliati è anche una storia di grande libertà, di indipendenza dalle regole stringenti del sistema. È rimasto sempre collaterale all’arte povera, geloso dello spazio di agibilità che era riuscito a conquistarsi. «Per ottenere questa autonomia», ha raccontato, «trovai una soluzione efficiente; divenni gestore di un distributore di benzina AGIP, lavoro che condussi per molti anni. Questa soluzione mi consentì di avere il mio “laboratorio”, dove lavoro tuttora. In seguito, non più giovane, mi sono dedicato all’insegnamento dell’arte presso la scuola di un carcere minorile. Il mio laboratorio è piccolo ma ben equipaggiato; è qui che, per necessità, ho appreso ad essere ordinato e preciso».

È arrivato il nuovo sito di Casa Testori!!

Grande novità per il sito Casa Testori.
Nuova grafica che rende più intuitiva la navigazione!

Scopri tutte le nuove sezioni:
Visite Guidate: La crescente domanda di partecipazione alle nostre visite guidate ci ha spinto a creare una voce nel menu propria, la grande novità sta anche nella possibilità di acquistarle direttamente online.

Mostre: abbiamo riordinato tutto l’archivio delle mostre passate, con gallerie di immagini in alta definizione, rassegne stampa e tutto ciò che vi permetterà di riviverle una ad una.

Eventi: Un archivo di tutti gli eventi passati e futuri a Casa Testori, serate, spettacoli teatrali, tavole rotonde, feste e dibattiti.

LabUna fucina di progetti sperimentati su Casa Testori, ma pensati per dare il proprio contributo al sistema culturale italiano. Innovazione culturale, web e tecnologie a servizio del pubblico.

Workshop: in questa pagina troverete le notizie dei futuri workshop pensati per grandi e bambini. A partire da maggio la pagina sarà arricchita con un fitto calendario di laboratori per i mesi estivi.

Didattica:  Una pagina creata appositamente per rendere più facile agli insegnanti contattarci e creare un percorso insieme per introdurre gli alunni al linguaggio e ai protagonisti dell’arte con visite guidate e laboratori ad hoc.

Territorio: La nostra volontà di collaborare con il territorio ci ha portato a creare questa pagina che riassume quanto è stato fatto e quanto faremo nei prossimi mesi.

Bookshop: tutte le nostre pubblicazioni da oggi puoi acquistarle direttamente online.

Location: Se vi interessa affittare alcuni spazi della casa per eventi privati, qui troverete tutte le informazioni necessarie.

E tante altre novità!
cosa aspetti?
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ARRIVA IL GRAN TEATRO MONTANO

Castello Sforzesco, 16 Marzo – 3 Aprile 2016
Casa Testori, 9 Aprile – 8 Maggio 2016
MVSA, Museo Valtellinese di Storia e Arte, 14 Maggio – 6 Giugno 2016

LA MOSTRA

C’è qualcosa di straordinario in questa “trasferta” di due tra le più celebri sculture del Sacro Monte di VaralloCasa Testori. L’aspetto inedito stava proprio nel vedere per una volta un pezzo di Sacro Monte fuori dal suo naturale contesto. Vederlo da vicino, potervi girare attorno, studiarlo.
Per i visitatori è stata un’esperienza destinata a sollecitare sguardi inediti, cortocircuiti imprevisti, davanti a questi corpi così audacemente agli antipodi l’uno dall’altro.
In seguito al restauro condotto dalla Bottega Gritti, che ci ha restituito una sorprendente visione “autentica” delle due sculture, per gli studiosi si sono aperti invece nuovi problemi, e con i problemi nuove ipotesi su cui andare a far luce.
Certamente non si poteva preventivare opportunità migliore di questa per festeggiare i 50 anni dall’uscita di quel fondamentale libro di Giovanni Testori che aveva di fatto svelato all’attenzione di un pubblico vasto la grandezza di Gaudenzio Ferrari e il fascino del Sacro Monte di Varallo. Oggi quel libro è tornato in una nuova edizione, curata da Giovanni Agosti, e pubblicata dallo stesso editore di allora, Feltrinelli: ed è altro motivo per cui festeggiare. Il titolo del libro è diventato quasi il claim del Sacro Monte varallino: “Il gran teatro montano”.
Un libro straordinario, che Giovanni volle mettere nella bara del padre Edoardo, figura fondamentale per lo scrittore, a cui fu dedicata una mostra nella stanza “Testori” al primo piano, a 50 anni dalla scomparsa.
Un frammento del “gran teatro” ha lasciato il suo secolare palcoscenico, per conquistare, ne siamo sicuri, nuove platee. Dunque, Casa Testori ha ospitato il Gran teatro montano, con la scena, toccante e insieme impressionante, del Cristo della Passione trascinato da un Manigoldo. Due corpi veri, reali, in dialettica tra loro. Una scultura che ha nei suoi geni l’espansione verso l’azione scenica. Un frammento di teatro molto contagioso, che ha spinto tanti visitatori ad andare a scoprire, o a riscoprire, Varallo, ovvero l’“ottava meraviglia del mondo”, com’è l’ha definito il premio oscar Toni Servillo.

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LE TAPPE

Castello Sforzesco
16 Marzo – 3 Aprile 2016

Al centro della sala XVII del Museo Civico milanese, dedicate alla scultura, l’esposizione delle due statue ha permesso una visione a tutto tondo eccezionale, grazie a un confronto puntuale con alcune statue lì conservate, capaci di mettere in evidenza affinità e differenze con la scultura gaudenziana del Sacro Monte: dalla testa attribuita a Gaudenzio Ferrari, alla Maddalena di Giovanni Angelo Del Maino, acquisita dal Comune di Milano e presentata per l’occasione.

Casa Testori
9 Aprile – 8 Maggio 2016

MVSA, Museo Valtellinese di Storia e Arte
14 Maggio – 6 Giugno 2016

EVENTI COLLATERALI

Presentazione del restauro delle due sculture
Castello Sforzesco, Sala Bertarelli
4 Aprile 2016

Presentazione al pubblico dei risultati degli interventi di restauro a cui sono state sottoposte le due statue, avvenuta alla presenza della direttrice dell’Ente Sacri Monti Elena De Filippis e dei restauratori Eugenio e Luciano Gritti. La presentazione è stata l’occasione per numerosi studiosi per vedere dal vivo le due sculture e intervenire nel dibattito attributivo sul Manigoldo, visibile nella cromia originale.

Presentazione della nuova edizione de “Il gran teatro montano”
Biblioteca Comunale di Villa Venino, Novate Milanese

16 Aprile 2016Presentazione della nuova edizione del libro curato da Giovanni Agosti, alla presenza dell’autore, del direttore di Casa Testori Davide Dall’Ombra, della direttrice dell’Ente Sacri Monti Elena De Filippis e del direttore editoriale di Feltrinelli Alberto Rollo.

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URBAN SPACE GARDEN

A cura di Vincenzo Castella
Casa Testori
13 Febbraio 2016 – 17 Aprile 2016

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Urban Space Garden è una mostra, realizzata nell’ambito del progetto Botanica, che ha visto 4 artisti esporre a Casa Testori: Vincenzo CastellaDaniele MarzoratiLorenzo Morri e Giulia Pellegrini.

Vincenzo Castella

Le città sono preda di una schizofrenia: all’assenza e al soffocamento del verde, si risponde con un’idolatria della natura. Sul piano di realtà tra botanica e tessuto urbano c’è un rapporto di conflitto in cui il primo è sempre in posizione di forza. C’è poi un piano illusorio compensativo, in cui la natura recupera spazio, nella forma improbabile di una religione miscredente. È una sorta di bonsai mentale e a volte anche un po’ snobistico, che anestetizza il conflitto, riducendo l’ambito della relazione a una piccola sfera privata e privilegiata.Con Urban Space Garden, Vincenzo Castella, Daniele Marzorati, Lorenzo Morri, Giulia Pellegrini hanno fatto un’operazione opposta. Tra Urban Space e Garden non ci sono illusorie congiunzioni, ma c’è un tratto spezzato. La grande immagine di Castella stampata su tessuto e quindi esposta al vibrare dell’aria, come potrebbero esserlo le fronde di un albero, restituiva una veduta dall’alto di Soccavo, sobborgo occidentale di Napoli. In una griglia di urbanizzazione senza respiro si scorgeva un ciuffo imperioso di alberi, stretto dall’anello di uno svincolo. È un dettaglio che può sfuggire ma che rendeva invece l’imponenza del conflitto e quella capacità di resistenza estrema che la botanica dimostra rispetto alla città. Non è un’immagine di denuncia, ma un’immagine che accetta il conflitto e che si propone quello che Castella definisce usando la categoria di “conspectus”: un guardare oltre; che è l’opposto di “prospectus”, lo sguardo frontale, quello da un punto di vista che già “giudica” e distingue. “Conspectus” invece è sguardo che si inoltra. È sguardo che addentrandosi in immagini come #01 Milano 2012, guadagnava un livello di comprensione inatteso: la città cova piccole Giungle.

Daniele Marzorati

I lavori si muovevano tra il linguaggio fotografico, quello pittorico e il disegno. Attraverso un continuo rimando riscrivevano parti del visibile, studiando relazioni e differenze semantiche per una progressiva conoscenza della realtà.
Waste Land indagava, in 108 disegni a grafite, i luoghi milanesi sgomberati dai campi rom dal 2007 al 2013, a partire dai documenti ufficiali del comune di Milano sui quali si trova la descrizione di ogni sgombero.
Sezioni faceva riferimento alle foreste demaniali della Sardegna e ha utilizzato il montaggio diretto delle scene, durante la ripresa, all’interno del negativo. Attraverso la frammentazione del negativo — di 20 x 25 cm — le associazioni visive erano indissolubili e la pittura a olio interveniva per trasporre parti di alcuni negativi, ingrandite e riportate alla dimensione della matrice del negativo d’origine.

Lorenzo Morri

Il video Un Semplice Autoritratto Naturalistico nasce dagli scarti di un cortometraggio girato nella zona dei Monti Sibillini, nelle Marche, volendo fare un gioco di parole riferendosi ad una tecnica della pittura usando un altro mezzo di rappresentazione artistica.
Come il video, anche le tre opere a parete, dal titolo Pelle del serpente, simulavano la natura attraverso la stampa su tessuto.

Giulia Pellegrini

Si tratta di due installazioni e un video aventi come soggetto elementi naturali. Attraverso lo studio etimologico di una parola, l’analisi di un testo letterario e di un film del 1979, è stata creata una narrazione in grado di portare alla luce le problematiche dell’uomo contemporaneo.
In Sub Rosa, rose e parole si fondevano all’interno di una stanza. L’espressione sub rosa deriva dall’usanza di appendere il fiore al soffitto delle locande per rammentare agli avventori l’obbligo morale di non divulgare discorsi tenuti “sotto la rosa”.
In Colloquio tra Monos e Una erano presenti una pianta e uno specchio. L’uso del metalinguaggio, prendendo come riferimento uno dei racconti dello scrittore Edgar Allan Poe, permetteva di spiegare l’essenza della crisi della modernità: il distaccamento dell’uomo dalla natura e lo smodato desiderio di conoscenza che culminano nella filosofia dell’astrazione e della generalità. Quest’ultima non vede più il singolo individuo, con la sua concreta realtà esistenziale, ma solo i grandi movimenti della storia e delle idee.
In Oltre il giardino, video il cui nome e audio sono tratti dal film del 1979 che ha come protagonista un giardiniere, veniva rappresentato un limite e, al tempo stesso, veniva demarcata una soglia: il limite oltre il quale il singolo e le sue capacità non hanno più un’utilità; la soglia da cui quelle stesse capacità divenute inutili possono assumere altri significati.

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