Author: Alessandro Frangi

Fatima Bianchi e Miranda – Gli occhi rigirati

Mi sono messa all’opera con Miranda in questi giorni, e ho fatto dei brevi esperimenti visivi che raccontano il nostro stare insieme a casa, sono piccoli video di pochi minuti. Ho cercato di sentirmi libera e di farmi guidare dallo spirito creativo, caotico e resiliente di Miranda, provando a guardare il più possibile con i suoi occhi.Sono brevi e molto instantanei perchè stando con lei tutto il giorno mi devo adeguare al suo ritmo, ha 2 anni e mezzo, il suo tempo massimo di concentrazione è di circa 6 minuti, ma è proprio questo tumulto di continua distrazione che è vitale e bello!
Fatima Bianchi

1. Piovono Elefanti

2. Donna Barbuta alla finestra

3. le jardin de ma grandmer

4. Il caffe della peppina

Fabrizio Segaricci e Lorenzo – Spinning out

Oggi siamo scesi in garage a riordinare la nostra sacca da pesca, non ci è chiaro il motivo, ma abbiamo cominciato a tirare fuori  tutti gli oggetti che si trovavano al suo interno.
Ricordo quando eri piccolo e ti insegnavo con pazienza a legare gli ami e  a lanciare lontano.
Alla luce di quello che stiamo vivendo  questi oggetti rappresentano molto di più di semplici predatori artificiali, sono il desiderio di ricominciare, sono la frenesia di stare in costume in cima ad un pontile, rappresentano  la grande paura di dimenticare le piccole cose che ci univano.
Da queste considerazioni nasce Spinning out, dove i nostri piccoli predatori diventano  icone preziose, protagonisti di un desiderio o meglio di una  necessità imminente, piccoli gioielli  che ci mostrano quanto certi momenti passati insieme vengano creduti erroneamente normali attimi quotidiani.
In questi giorni abbiamo invece capito che il prossimo lancio sarà bellissimo.

Fabrizio e Lorenzo Segaricci

Opera_senza_titolo1
Opera_senza_titolo2
Opera_senza_titolo3
WhatsApp Image 2020-04-27 at 10.12.19
previous arrow
next arrow

Fabrizio Segaricci, 1969, vive e lavora a Magione (PG).

Julia Krahn, PETTICOAT – KYRIE ELEISON

Petticoat è un lavoro sull’immigrazione. La protagonista è l’artista stessa: il suo corpo è in una posa in bilico tra la Madonna della Misericordia e la Madonna dell’Umiltà. Il canto che Krahn intona nella sua lingua natia è un atto penitenziale della tradizione cristiana. Il testo descrive il turbamento di Maria incinta, che deve attraversare un bosco di spine. È un canto di dolore e speranza, un omaggio alle madri e ai rifugiati che approdano in Europa. Al termine del canto l’artista alza la gonna, le colombe, simbolo sacrificale per eccellenza, rinunciano alla protezione del suo lungo vestito e, intimorite, talvolta macchiate di sangue a ricordo della sofferenza subita dall’uomo, si librano nell’aria finalmente libere.

IMG_2868
Contexto11
IMG_3308 1
IMG_3301
IMG_3300
IMG_3297
previous arrow
next arrow

L’OPERA

Petticoat – Kyrie Eleison, fotografia applicata su muro, 2015

Domenico Pievani, LA MONTAGNA MI GUARDA

«La montagna mi guarda», diceva Cézanne osservando Sainte-Victoire e la stessa cosa ha detto Domenico Pievani guardando il paesaggio di Edolo. L’artista, tramite un ribaltamento tra soggetto e complemento oggetto, ha messo in atto uno spostamento del punto di vista abituale e invertito i ruoli di osservatore e visibile. La sua frase, che attraverso l’acciaio forato emergeva dal paesaggio stesso, sollecitava un’azione, funzionava come sprone nei confronti dello spettatore, rendeva tangibile una sensazione che talvolta si prova a contatto con la natura. Capovolgeva una visiona antropocentrica, invitando a una nuova consapevolezza dello sguardo.

IMG_2860
IMG_2865
IMG_2868
IMG_2879
previous arrow
next arrow

L’OPERA

La montagna mi guarda, 2016, lastre di acciaio inox traforate + sguardo sul paesaggio, 20×420 cm

Francesco Fossati, FALSEFRIEND [UMBERTO]

FalseFriend è una serie di targhe commemorative, come quelle che costellano i muri di tanti edifici delle nostre città, che racconta eventi inventati ma plausibili, legati a personalità del mondo della cultura. Francesco Fossati vuole creare luoghi immaginari attraverso la costruzione di una nuova memoria collettiva che, contemporaneamente, permetta di prendere consapevolezza di spazi già conosciuti e di riflettere sulle lacune della politica culturale nazionale e internazionale (il lavoro è esposto in modo permanente a Carrara, Montoro, Cormano e Novate Milanese). La definizione di un fatto mai accaduto diviene, quindi, un metodo di analisi del reale.

IMG_3760
IMG_3761
IMG_3765
previous arrow
next arrow

L’OPERA

FalseFriend [Umberto], 2016, incisione dipinta con vernice a solvente su marmo Botticino, 50x80x2 cm

Davide Rivalta, GHEPARDI

Un incontro inaspettato. Questo il primo impatto dell’opera di Davide Rivalta per chi si muoveva guidato dall’abitudine per le strade di Edolo. Chi sapeva esattamente cosa avrebbe incontrato girato l’angolo, tanto da non rendersi nemmeno conto di quel poco che cambiava, probabilmente invece si era accorto della presenza delle figure forgiate dall’artista. I suoi animali in bronzo erano fuori contesto, ma poggiavano sullo stesso pavimento che calpestano ogni giorno gli abitanti di Edolo. Non volevano essere simbolici, ma epifanici. Si imponevano nello spazio, prima, e nella memoria, successivamente: «Qui, un giorno, c’era un ghepardo», si racconterà.

IMG_3232
IMG_3241
IMG_4243
IMG_4244
IMG_4245
IMG_4246
IMG_4247
IMG_4248
previous arrow
next arrow

L’OPERA

Ghepardi, 2015, bronzo, misure ambientali

Matteo Maino, MECCANISMO DI CESURA SONORA #1.1

Ogni essere umano presenta una soglia di frequenza oltre la quale, seppur sollecitato, l’orecchio diventa insensibile e cessa di inviare stimoli al cervello. 
«Sentite qualcosa?». Questa l’unica domanda possibile davanti al Meccanismo di cesura sonora #1.1 di Matteo Maino. Due riposte nette, senza indecisioni, andavano a comporre due gruppi con due percezioni differenti dell’esistente. L’opera di Maino consisteva, infatti, non solo nella trasmissione della frequenza sonora più elevata udibile dall’artista, ma soprattutto nella differente percezione e conseguente reazione che il lavoro generava nel visitatore, in bilico tra frustrazione, insofferenza e fastidio. Era solo il suono a determinare la costruzione di queste due comunità, costrette al dialogo come mezzo di condivisione e completamento di un’esperienza.

IMG_3556
Maino
Maino2
previous arrow
next arrow

L’OPERA

Meccanismo di cesura sonora #1.1, 2014, soglia di frequenza udibile dall’artista (18410 Hz in giugno 2016)

Privacy Policy Cookie Policy