Month: Settembre 2014

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Workshop TANZIO DA VARALLO
sabato 18 ottobre dalle ore 15
a Casa Testori

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Ingresso gratuito

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Un workshop su uno dei grandi protagonisti del Seicento Europeo, in occasione della mostra che si aprirà a breve a Napoli e destinata a cambiare il volto del Seicento Napoletano grazie alla messa a fuoco del contributo dato da Tanzio alla diffusione dell’opera caravaggesca. Un’occasione unica per riconsiderare il grande pittore del Sacro Monte di Varallo scoperto da Giovanni Testori.

Programma

Tanzio da Varallo e gli amici napoletani di Caravaggio
Maria Cristina Terzaghi, curatrice della mostra

Tanzio al Sacro Monte di Varallo
Elena De Filippis, dirigente presso l’ente di gestione dei Sacri Monti

Tanzio da Varallo e Giovanni Testori: la resistenza della materia
Davide Dall’Ombra, direttore dell’Associazione Giovanni Testori

Testori e la Battaglia di Sennacherib
proiezione del documentario curato da Anna Zanoli, in cui Testori
commenta il celebre quadro alla mostra del Seicento Lombardo del 1973

Modera: Giuseppe Frangi

Presidente Associazione Testori

prenotazione obbligatoria:
a info@casatestori.it o chiamando al 02/36589697

William Marc Zanghi, FRENETIC FRUITS

Stanza 18
Invitato da Marco Cingolani

Il mio ciclo di opere più recente ha visto in scena dei retro-giardini di case private infestati da scimmie, orsi o cani intenti a raccogliere colori molto acidi grondanti dagli alberi. Per Giorni Felici ho mantenuto in linea di massima lo stesso scenario, ma ho esasperato sia l’aspetto cromatico che quello dell’immagine stessa dove ho dato risalto a degli elementi destabilizzanti che movimentano l’immagine stessa con la loro frenesia e la loro generosità nel rilasciare tracce cromatiche. Giorni Felici a Casa Testori genera così frenesia nella pittura stessa.

William Marc Zanghi è nato a Wichita (Kansas, USA) nel 1972. Vive e lavora a Palermo.

IL MERCANTE DI VENEZIA

Workshop teatrale per adulti tratto dalla commedia di Shakespeare
A cura di Andrea M. Carabelli
25-26 Ottobre 2014
Feltrinelli, Piazza Piemonte, Milano

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L’uomo che non ha alcuna musica dentro di sé,
che non si sente commuovere dall’armonia di dolci suoni,
è nato per il tradimento, per gli inganni, per le rapine.

Un punto di vista nuovo e originale con cui leggere e approfondire l’opera shakespeariana.
Lo sguardo di un attore e regista per condurre i partecipanti a vivere e sentire in prima persona le emozioni e gli stati d’animo di una vicenda d’amore e d’amicizia, di vendetta e di giustizia, di comica spensieratezza e filosofica riflessione. Lo studio critico del testo da una parte, l’apprendimento rudimentale di tecniche espressive dall’altra.
L’esito: la messa in scena di alcuni passaggi divertenti e altri drammatici del testo.

I CONTENUTI

1. Approccio alla recitazione

La parola
La dizione dei testi presi in esame
La postura e la respirazione in relazione alla voce

Il personaggio
Caratteristiche fisiche
Introspezione psicologica
Movenze e attitudini

La scena

I movimenti
I rapporti tra i personaggi

2. Invito alla lettura del Mercante di Venezia

Il racconto degli episodi più significativi della commedia.
L’approfondimento critico di alcune tematiche del testo: il valore dell’estetica come forma di educazione personale (la musica in Shakespeare); il rapporto tra libertà e scelta (l’opzione degli scrigni); la concezione dell’uomo (il confronto tra Antonio e Shylock); giustizia e misericordia; previdenza e provvidenza.
Il discernimento delle caratteristiche dei personaggi principali (dalla comicità dei pretendenti alla tragicità dell’ebreo).
Suggestioni ambientali: la visione urbana della mercantile Venezia (la struttura sociale nell’aula processuale) e la visione fiabesca dell’isola di Belmonte (eterea ma luogo di verità degli eventi).

3. La recitazione di alcune scene significative

L’ultimo passo è stato lo sviluppo delle due precedenti tappe: dallo studio del testo e dalla coscienza dei propri mezzi espressivi, la costruzione di alcuni dialoghi esemplari del testo che sono stati analizzati e interpretati per poter essere messe in scena dai partecipanti stessi.

IL CURATORE DEL PROGETTO

Andrea M. Carabelli (Milano, 1976) si avvale di un’esperienza in campo teatrale intensa e innovativa. Attore dal 2001 al 2010 presso la Compagnia teatrale di Sandro Lombardi di Firenze.
Nel 2011 regista, attore e assistente alla regia di Franco Branciaroli. Con lui per tutta la stagione 2014-2015 nell’Enrico IV di Luigi Pirandello.
L’ultimo suo lavoro, Ritorneranno, la ricostruzione storica della gloriosa e tragica vicenda degli Alpini in Russia durante la Seconda guerra mondiale.

Visite Guidate

Visita guidata alla mostra Giacometti
con Giuseppe Frangi
Galleria d’Arte Moderna di Milano

Sabato 6 dicembre ore 11

posti limitati
costo 25 euro/20 euro per i soci

Il visitatore potrà seguire, attraverso le sculture, i dipinti e i disegni realizzati tra gli anni Venti e Sessanta, l’evoluzione artistica di Giacometti, dai suoi inizi in Svizzera alla maturità, trascorsa perlopiù nell’atelier di rue Hippolyte-Maindron a Parigi: un percorso cronologico che si articola in cinque sezioni, costituite a loro volta da diversi gruppi tematici, e che permette di ripercorrere la carriera dell’artista: dall’esordio a contatto con il Post-cubismo e il Surrealismo, all’età piùaavanzata, durante la quale il filo conduttore diventa la perpetua ricerca di qualcosa che gli sfugge.
A corredo e integrazione del percorso una selezione di disegni e schizzi, immagini d’archivio, foto intime e d’autore, che aiuteranno il visitatore a meglio contestualizzare il procedimento artistico di Giacometti, dal periodo Surrealista agli ultimi anni.

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Visita guidata alla mostra Segantini
con Davide dall’Ombra, direttore dell’Associazione Testori
Palazzo Reale

Giovedi 13 novembre, ore 20:30 SOLD OUT
Domenica 30 novembre, ore 18 SOLD OUT
Domenica 14 dicembre ore 17.45


posti limitati
costo 25 euro/20 euro per i soci


Dal sito della mostra:

Giovanni Segantini (1858-1899), uno dei più grandi pittori europei di fine Ottocento, ebbe in Milano una vera e propria patria dello spirito, una città di riferimento per tutta la sua breve vita. Anche dopo il trasferimento in Svizzera, infatti, Milano restò il fulcro della sua parabola artistica e piazza favorita per l’esposizione delle sue opere.

Questa mostra riscopre il percorso artistico e la vita del pittore dall’infanzia, trascorsa nella vivace Milano post-unitaria, al trasferimento tra le montagne dell’Engadina, uno degli ultimi incontaminati paradisi naturalistici.

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Visita guidata alla mostra Van Gogh, l’uomo e la terra
con Giuseppe Frangi
Palazzo Reale

Domenica 26 ottobre, ore 18 SOLD OUT
Giovedi 18 dicembre 2014, ore 21
SOLD OUT
Martedi 4 novembre 2014, ore 18:10
SOLD OUT

Nuova data:

Martedì 20 gennaio ore 18.00 SOLD OUT

posti limitati
costo 25 euro/20 euro per i soci


La mostra presenta una lettura dell’opera dell’artista del tutto inedita e si focalizza sulle tematiche legate a Expo 2015: la terra e i suoi frutti, l’uomo al centro del mondo reale, la vita rurale e agreste così strettamente legata al ciclo delle stagioni. In un’epoca in cui la maggior parte degli artisti rivolgeva lo sguardo al paesaggio urbano, frutto dell’industrializzazione europea della fine del XIX secolo – come accadeva appunto per i neoimpressionisti Seurat e Signac – Van Gogh sposta la sua attenzione verso il paesaggio rurale e il mondo contadino, ritenendo la vita semplice della campagna un soggetto di una nobile e sacra accezione, e i lavoratori della terra figure eroiche e gloriose.

La vita e le mansioni della tradizione agreste diventano per lui materia di studio: dai primi disegni realizzati in Olanda fino agli ultimi capolavori dipinti nei pressi di Arles, Van Gogh esprime la propria affinità verso gli umili, immedesimandosi con loro e rappresentando il loro dignitoso contegno.

per prenotazione a info@casatestori.it o chiamando al 02/36589697


per prenotazione a info@casatestori.it o chiamando al 02/36589697

Visita Guidata a Van Gogh

Domenica 26 ottobre, ore 18 SOLD OUT
Giovedi 18 dicembre 2014, ore 21 SOLD OUT

Nuova data:
Martedi 4 novembre 2014, ore 18:10 SOLD OUT

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Visita guidata alla mostra Van Gogh, l’uomo e la terra
con Giuseppe Frangi
posti limitati
costo 25 euro/20 euro per i soci


La mostra presenta una lettura dell’opera dell’artista del tutto inedita e si focalizza sulle tematiche legate a Expo 2015: la terra e i suoi frutti, l’uomo al centro del mondo reale, la vita rurale e agreste così strettamente legata al ciclo delle stagioni. In un’epoca in cui la maggior parte degli artisti rivolgeva lo sguardo al paesaggio urbano, frutto dell’industrializzazione europea della fine del XIX secolo – come accadeva appunto per i neoimpressionisti Seurat e Signac – Van Gogh sposta la sua attenzione verso il paesaggio rurale e il mondo contadino, ritenendo la vita semplice della campagna un soggetto di una nobile e sacra accezione, e i lavoratori della terra figure eroiche e gloriose.

La vita e le mansioni della tradizione agreste diventano per lui materia di studio: dai primi disegni realizzati in Olanda fino agli ultimi capolavori dipinti nei pressi di Arles, Van Gogh esprime la propria affinità verso gli umili, immedesimandosi con loro e rappresentando il loro dignitoso contegno.

per prenotazione a info@casatestori.it o chiamando al 02/36589697

Robert Irwine e James Turrell

sabato 13 settembre 2014 ore 10.00
Casa Testori organizza la visita guidata alla mostra di Robert Irwine e James Turrell
con Anna Bernardini, direttrice di Villa Panza, e Giuseppe Frangi, presidente dell’Associazione Testori
costo 20 euro prenotazione obbligatoira entro martedì 9 settembre

in collaborazione con Tracce

Varese, California. Potrebbe essere davvero questo il sottotitolo della bellissima mostra che Villa Panza dedica a due degli artisti più cari a Giuseppe Panza, il grande collezionista scomparso nel 2010. È un sottotitolo che funziona per due motivi. Il primo, in quanto rende l’idea di una mostra che si defila dal provincialismo che contrassegna la produzione espositiva italiana di questi tempi. Il secondo, perché la spiazzante contaminazione tra due luoghi così distanti non solo geograficamente, è la chimica che dà una straordinaria intensità, anche emotiva, al percorso.

La California, o più precisamente Los Angeles, è più che il luogo natale dei due protagonisti, Robert Irwin (Long Beach, 1928) e James Turrell (Los Angeles, 1941). È soprattutto un mondo dove tempo, luce, passato e futuro assumono un’altra dimensione. È quella frontiera occidentale verso la quale l’arte è stata sospinta a sperimentare percorsi sempre più radicali, nell’ultimo scorcio di 900. È indubbio che il lombardo Giuseppe Panza sentisse quanto mai congeniale quella frontiera, che aveva sottoposto l’oggetto artistico ad un processo di estrema smaterializzazione. «Le opere di Irwin che avevo visto a New York mi avevano aperto un altro mondo», racconta Panza nel libro conversazione con Philippe Ungar (Giuseppe e Giovanna Panza collezionisti, Silvana 2013). «Gli incontri con questi artisti sono stati tra le esperienze più interessanti della mia vita… mi hanno permesso di trasformare la mia visione dell’infinito… A Los Angeles si ha la sensazione di essere dentro qualcosa che non ha radici, non ha passato. Il lavoro degli artisti californiani che mi interessavano era d’altro canto una forma di resistenza agli eccessi della città, ai soldi, al potere, all’ambizione e all’apparire in generale».

Era il 1973 e Panza poteva scoprire che in California stava proseguendo quel processo di liberazione dell’arte dalla schiavitù dell’oggetto, che New York aveva tradito con il trionfo un po’ ingordo della Pop Art. Liberazione dall’oggetto, sia nel senso dell’oggetto come centro della rappresentazione artistica, sia nel senso dell’opera come manufatto. Non a caso il capitolo del libro conversazione dedicato a Los Angeles si intitola “Collezionare l’incollezionabile”. Panza in realtà chiamò subito Turrell e Irwin a Varese e affidò loro alcuni ambienti dell’ala dei Rustici, non perché mettessero le loro opere, ma perché li trasformassero in loro opere. Ne nacquero sei ambienti che fanno parte del percorso abituale per chi arriva a visitare la Villa: Varese Portal Room(1973) di Irwin è un’apertura sul giardino, inquadrata da un’intelaiatura interna diagonale, prospettiva capace di sprigionare tutta l’energia “non vista” in un’immagine del tutto abituale e consueta. Lunette (1974) di Turrell è invece una lunetta aperta in fondo al lungo corridoio (che nella prima parte ospita le luci del meraviglioso Varese Corridor di Dan Flavin): grazie a un accuratissimo uso di neon nascosti nell’ambiente, guardando nella lunetta aperta solo sul cielo – ovviamente orientato verso Ovest – si assiste a visioni continuamente in mutazione che a volte arrivano addirittura ad assumere una materialità pittorica.

Sono passati 40 anni. Giuseppe Panza ha lasciato la sua straordinaria casa-collezione al Fai, che ne garantisce l’apertura al pubblico e che non si limita alla normale amministrazione ma cerca di implementare il percorso con mostre pensate in piena coerenza identitaria con il luogo. Due anni fa era stata la volta di Bill Viola. Ora invece sono stati invitati quei due artisti losangelini tanto amati da Giuseppe Panza. Due artisti che in questi decenni hanno conquistato una fama globale, come ha dimostrato il successo quasi da star di James Turrell al Guggenheim di New York.

La mostra a Villa Panza però evita saggiamente quel tono da performance che aveva assunto l’esposizione newyorkese; Michael Govan, direttore del Lacma di Los Angeles e Anna Bernardini, direttrice di Villa e Collezione Panza, hanno saputo dare un chiaro timbro curatoriale alla mostra, proponendo un percorso storico di grande chiarezza e anche intensità, a cui è stato aggiunto il “tocco” di due installazioni nuove pensate ad hoc per la Villa: Ganzfeld, (Campo totale), opera di Turrell pensata per la mostra di Varese, nel grande ambiente delle Scuderie, e che l’espressione massima e più compiuta della sua poetica. A fianco, nell’ambiente suggestivo della Limonaia, Irwin ha invece creato il suo Varese Scrim 2013. È forse il punto più alto e indimenticabile di questa mostra: una grande intelaiatura, alta sino al soffitto,accoglie degli immensi velari di nylon. La struttura compone quasi un labirinto in quell’ambiente lungo e stretto, e le figure che s’inoltrano, viste dall’ingresso, diventano via via delle ombre. Ma Irwin ha voluto intervenire anche sui muri, aprendo delle alte e bellissime feritoie nella parete che dà verso il parco. Si crea così un dialogo tra due mondi, tra Varese e la California. Il gioco dei velari dentro lo spazio della Limonaia è una declinazione della dimensione di infinito “losangelino”; ma quella dimensione vive solo grazie alla luce proveniente dal bellissimo paesaggio lombardo. Anche il “senza tempo” ha bisogno di un “qui ed ora” per essere sperimentato.

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