spose in viaggio

Pippa Bacca, BOULES DE BROUILLARD

Stanza 5

A Milano un tempo c’era tanta nebbia e dentro la nebbia si poteva giocare, lo dice anche la canzone (ma poi lei gridava e allora il gioco non era valido e forse bisognava rifare, forse no, non si capisce). Ora a Milano la nebbia non c’è quasi più, ma io, che non sono mica tanto giovane, me la ricordo bene e mi ricordo anche di tante persone che ho incontrato e che ogni tanto sono sbucate dalla nebbia di questa città portandone dentro di loro il senso. Ma non sono l’unica a ricordare, e voglio quindi dare una forma anche a quelle persone verissime, anche se forse inventate che ci racconta il Testori ne Il ponte della Ghisolfa. Non si tratta di un’illustrazione del libro, ma di un’interpretazione dei personaggi data da persone che oggi potrebbero essere la loro versione moderna. Così accostati i ritratti veri a quelli anche più veri, tratti del romanzo, sono tutti chiusi in barattoli, per conservarsi meglio, messi sotto grappa ed immersi nella nebbia.
Pippa Bacca

Uno dei problemi su cui l’uomo si è sempre arrovellato è quello dell’essere e dell’apparire di una cosa, reale o mentale, e del suo rapporto con la parola che la definisce: che cosa è vero e reale? Ciò che noi vediamo o un qualcosa che l’occhio non percepisce? Eraclito diceva che un fiume non è mai lo stesso perché l’acqua che scorre ne fa un’entità sempre diversa, eppure il “nome” è sempre lo stesso. Gli idealisti estremi affermavano che la realtà di una cosa è data dal pensiero che la pensa, salvo poi farsi male sbattendo, nel buio di una stanza, una gamba su una sedia che, non pensata, non esisteva! Gertrude Stein, la grande amica di Picasso, diceva che “una rosa è una rosa, una rosa, una rosa”. Ma non è vero, e Pippa ce lo dimostra, evidenziando quale complessità si cela dietro alle cose semplici e quante possibilità esistono per stabilire definizioni stabili la cui riduzione, il famoso rasoio di Occam, rischia di complicare ancor più le cose. E allora, un’arte apparentemente disinvolta, ironica, “leggera”, ci induce a riflessioni “alte” che oltrepassano il piacere dell’occhio e ci ricordano che l’uomo, se è tale, è stato fatto per “seguir virtute e conoscenza”.
Giorgio Bonomi

Pippa Bacca (1974- 2008)