Christiane Là¶hr

Christiane Löhr, CINQUE ELEVAZIONI

Stanza 19

Che tipo di sensazione ho quando mi trovo in una cattedrale gotica in cui tutto punta alla verticalità?
Negli edifici sacri spesso c’è una riconoscibile relazione tra strutture botaniche, regole di costruzione che funzionano sia su larga che su piccola scala.
La realizzazione materiale mi parla delle intenzioni spirituali, e nel caso di chiese e templi mi parla della fede di chi le ha costruite. Qualcosa di simile si può notare anche nelle opere d’arte.
Christiane Löhr

La semplicità e l’essenza delle cose.
Leggera e fragile, l’opera di Christiane Löhr risolve la complessità e l’abbondanza degli elementi di cui è composta con la “delicatezza”. La grande laboriosità costruttiva, il numero dei micro-elementi impiegati, la ricchezza geometrica e compositiva delle forme, trovano espressione in una sorprendente e preziosa semplicità, che si manifesta attraverso la delicatezza, la fragilità e la leggerezza. L’essenza dell’opera di Christiane Löhr si coglie osservando, fino al dettaglio più microscopico, la complessità che la genera, e di cui riesce a raggiungere una sintesi estetica mirabile in bellezza eppure incredibilmente leggera, quasi evanescente, nella percezione. La forza espressiva di queste opere sta proprio nella loro capacità  di sorprendere, di lasciare col fiato sospeso, in una forma di ossequioso incantamento e di rispetto per quella fragilità  impalpabile di cui si sostanzia.
Semi di cardo, soffioni, gambi d’erba, crini di cavallo, sono gli elementi utilizzati per comporre vere e proprie micro-architetture, sostenute dal rigore e dalla precisione geometrica, dove niente è superfluo, e tutto è assoggettato a regole che sembrano attingere direttamente alla Natura, anche se la Natura non è che uno spunto, un punto di partenza da cui costruire inattese composizioni a metà  tra il botanico e l’architettonico. […]
Della Natura Christiane Löhr coglie il senso effimero e la caducità dei suoi elementi, ne sfida le leggi fisiche, assemblando i semi in forme a loro inusuali, e quelle temporali, fissando quegli stessi elementi in strutture immobili e durature. […] La ricerca si fa a questo punto evidente: la semplicità  diventa lo strumento di indagine per individuare qualcosa che sta ben oltre l’apparenza, che utilizza la fragilità  per far sottendere l’orecchio e i sensi a un messaggio latente, appena sussurato, di ricerca dell’essenza delle cose, di una Natura intrinseca che si nasconde dietro la forma complessa e articolata, che ordina la bellezza e regola il mondo.
“Forse sono alla ricerca di ciò che tiene insieme il mondo” dichiara l’artista: la delicatezza è una condizione, uno stato del sentire, e la semplicità  una meta, che si raggiunge, come insegnava Costantin Brancusi “malgrado se stessi, avvicinandosi al senso reale delle cose”.
Valentina Muscedra

Christiane Löhr è nata a Wiesbaden (Germania) nel 1965. Vive e lavora tra Colonia e Prato.

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