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A novate la cultura è fuori

La cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti,
anziché diminuire diventa più grande.
(Hans Georg Gadamer)

Musica, street art, libri viventi, fumetti, web radio, poesia, caccia ai tesori culturali della città sono solo alcune delle proposte che animeranno il territorio di Novate Milanese nei prossimi due anni.
Le altre attività verranno co-progettate con i cittadini grazie al progetto A NOVATE LA CULTURA E’ FUORI.

Vi aspettiamo alla presentazione del progetto
martedì 18 dicembre ore 18.00 in Villa Venino, Biblioteca comunale.
Seguirà aperitivo.

Il progetto è finanziato da Fondazione Cariplo e coinvolge Comune di Novate Milanese, Koinè cooperativa sociale, Associazione Amici della Biblioteca Villa Venino, Casa Testori.

Al progetto hanno già aderito ACLI circolo di Novate, Centro Socio Culturale Coop Lombardia, Associazione GENITORIeSCUOLA Istituto comprensivo Don Milani Novate, CSBNO culture socialità biblioteche network operativo, Circolo Sempre Avanti A.Airaghi, Cooperativa edificatrice La Benefica di Novate, Tempo di Kairos.

Premio Giovanni Testori – Terza Edizione

PREMIO GIOVANNI TESTORI
III Edizione
lunedì 17 dicembre 2018, Pinacoteca di Brera

Sala XV, Ore 18.00
TAVOLA ROTONDA E PREMIAZIONE
saranno presenti James Bradburne e Mariella Goffredo e coloro che fanno parte della giuria del premio:
Giovanni Agosti, Anna Bernardini, Mauro Bersani, Claudio Ciociola, Davide Colussi, Angelo Curti, Davide Dall’Ombra, Paolo Di Stefano, Francesco Frangi, Giovanni Frangi, Maria Grazia Gregori, Silvia Isella, Sandro Lombardi, Valter Malosti, Clelia Martignoni, Remo Melloni, Renato Palazzi, Oliviero Ponte Di Pino, Maurizio Porro, Francesco Porzio, Niccolò Reverdini, Alberto Rollo, Roberto Stringa, Claudio Vela, Federico Tiezzi.
Accenno Testori e Brera, lette le motivazioni dei testi premiati

***
dalle ore 19.00
alle ore 19.30

Percorsi a cura dei vincitori per la Storia dell’Arte della presente e delle passate edizioni. Il pubblico (che per problemi di agibilità non può superare le 120 persone) sarà diviso in cinque gruppi. I percorsi visite guidate sono concomitanti e saranno di 30 minuti ciascuno.

Percorso Bergognone/Bramante/Foppa Luini (primo gruppo): Sale XIII-XII-X-VIII-IX
Percorso Gaudenzio (secondo gruppo): Sala XI
Percorso dal 600 Lombardo al Ceruti (terzo Gruppo): Sale XXVIII- XXIX-XXX-XXXV-XXXVI
Percorso I Moderni (quarto gruppo): sala XXIII
Sala XXXVII e Biblioteca Nazionale Braidense Sala Manzoniana (quinto gruppo)

19.30 -20.30 intervallo
***

BIBLIOTECA NAZIONALE BRAIDENSE
Sala Maria Teresa Mostra
I LIBRI DI TESTORI
a cura della Associazione Testori diretta da Davide dall’Ombra

La vicenda editoriale di Testori , a partire dalgi anni quaranta, con la pubblicazione degli scritti su Matisse e Manzù, al decenno seguente con la collaborazione a Paragone, , da Il dio di Roserio per i Gettoni, agli anni di Olivetti, con gli scritti sul Manierismo piemontese e lombardo del seicento e su Martino Spanzotti , Feltrinelli capitolo primo e capitolo secondo, fino all’ultima stagione, quella dei Tre lai per Longanesi, indica la trasversalità della carriera di Testori tra arte e letteratura, sulla lezione di Roberto Longhi: su questa trasversalità è costruito il disegno del Premio Testori.

Ore 21.00
Toni Servillo legge
da Conversazione con la morte
di Giovanni Testori

disposizione degli spazi Emanuela Fasoli
a cura di Giuseppina Carutti

In Testori scorre una vena rappresentativa una vocazione visiva mai dismessa, neppure quando scrive in prosa o romanzi che lo porta da una parte a cercare ostinatamente nuove forme di dialogo di rappresentazione, dall’altra a costruire all’interno dei suoi testi un piano visivo molto forte che ne determina la forte plasticità (si pensi in Conversazione con la morte alla presenza della capretta che come un’animale dantesco entra ed esce dalla storia e diviene l’interlocutore della conversazione). Una morte vera, non letteraria, che Testori ha toccato da vicino e che lo porta cristianamente a farsene una ragione di vita e un motivo di ricerca totale al fine di rappresentare nel modo più puro e allo stesso tempo più drammatico – come ha riscontrato in Cézanne – il fondamentale ultimo atto, là dove la morte appare vinta e superata, non già attraverso la glorificazione delle sue ombre, dei suoi strazi e delle sue agonie, bensì attraverso la forza, la luce e la pazienza della vita.
Ingresso solo su prenotazione
Siete pregati, data l’esiguità dei posti disponibili (per ragioni di agibilità) di segnalarci la vostra presenza alla Tavola rotonda e premiazione e/o alla lettura di Conversazione con la morte
Al seguente indirizzo mail: comitatodigestione@premiogiovannitestori.org
Non sarà possibile accedere agli eventi senza la prenotazione.

In connessione per l’arte – menzione speciale

Una menzione speciale «per aver adottato l’arte come strumento volto a promuovere la creazione di un ambiente collaborativo, tra i dipendenti, i clienti e i gli interlocutori istituzionali», grazie all’insieme delle iniziative organizzate e ispirate all’arte come veicolo di connessione fra persone, innovazione e tecnologia per i diversi stakeholder. Il progetto “In connessione con l’arte” di Fastweb ha ricevuto questo importante riconoscimento al Parlamento europeo in occasione del Corporate Art Award.

Il progetto “In connessione per l’arte” è stato realizzato da Casa Testori con Kwords. Si è trattato di un progetto di welfare che ha permesso ai dipendenti dell’azienda di vivere, attraverso modalità insolite e originali, l’esperienza dell’incontro, del dialogo e della connessione, appunto, con l’arte, con una particolare attenzione all’arte moderna e contemporanea.

L’iniziativa si è sviluppata attorno a  tre momenti: a febbraio i dipendenti hanno avuto la possibilità di interagire con le opere d’arte di Matteo Negri nelle sedi di Fastweb di Milano, Roma e Bari e di incontrare lo stesso artista mentre nel corso del mese di luglio hanno potuto usufruire di visite guidate e gratuite presso alcuni importanti luoghi d’arte delle cinque città che ospitano le sedi principali dell’azienda, la Fondazione Prada a Milano, la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli a Torino, il museo dell’Ara Pacis a Roma, il Museo Archeologico a Napoli, Palazzo Fizzarotti a Bari. Infine, lo scorso mese i dipendenti si sono potuti immergere, grazie a visori VR di nuova generazione, in un viaggio alla scoperta delle opere più celebri di tre fra gli artisti più amati dell’arte moderna, Van Gogh, Matisse e Picasso, grazie alla realtà virtuale. Nel complesso, l’iniziativa è stata accolta con entusiasmo e ha coinvolto circa 800 dipendenti.

«Siamo onorati di ricevere questo prestigioso riconoscimento che premia l’impegno e la passione di Fastweb per la promozione di iniziative in campo artistico e culturale, soprattutto là dove c’è esplorazione, spirito di ricerca, innovazione», ha dichiarato Alberto Calcagno, Amministratore Delegato di Fastweb.

GRAFFIARE IL PRESENTE

A cura di Daniele Capra e Giuseppe Frangi
Casa Testori
1 Dicembre 2018 – 20 Gennaio 2019

NON SMETTERE DI COMBATTERE
Daniele Capra e Giuseppe Frangi

Graffiare il presente muove dalla convinzione che vi siano opere realizzate oggi che hanno nelle loro ragioni programmatiche più profonde il desiderio di dare degli strumenti interpretativi, di carattere critico, poetico o anche militante, per interpretare la realtà che ci circonda; strumenti per arginarla o agire in essa, in opposizione all’idea rassicurante, ma sterile, di suggerire allo spettatore un luogo defilato al riparo dalle contaminazioni del mondo. A partire da questa necessità di insinuarsi attivamente nel nostro tempo, Graffiare il presente propone una selezione di opere realizzate nel corso del 2018 da ventuno artisti, tutti italiani, e tutti nati tra gli anni Settanta e gli Ottanta. Si tratta di opere che mirano ad essere mattoni in grado di reggere il proprio e l’altrui peso, capaci di lottare per non scivolare nell’indistinto che fagocita ogni cosa in un tempo brevissimo. Tali lavori si offrono al fruitore come strumenti di pensiero, tesi e teoremi – sia visivi che ideali – in grado di sostenere la suggestione dell’utopia, l’ambizione a significare e il proposito di resistere alle tensioni e alle insidie del futuro. Che è il tempo più infido, pronto a dissolvere le nostre ambizioni come le onde che si frangono sulla spiaggia. 
La mostra ha avuto tra i suoi intenti quello di verificare come la scelta e la pratica del medium pittorico vada ben oltre la sua supposta autoreferenzialità, le cure rivolte esclusivamente agli aspetti linguistico-stilistici o un’improduttiva forma di intimismo espressivo. La scelta della pittura non è casuale in un luogo come questo che nella sua storia è stato il teatro dell’avventura collezionistica di Giovanni Testori, appassionatamente orientata proprio in direzione della pittura. I lavori di particolare intensità di Graffiare il presente mirano a dimostrare come, per una generazione di artisti, la pratica pittorica nasca da esigenze di perseguimento di obbiettivi intellettuali significativi, come missione estetica, esistenziale o politica. Rifuggendo in ogni modo l’assertiva e rappacificante ripetizione della propria identità, il rassicurante ed inconcludente esercizio dell’arte come decorazione o didascalica addizione al mondo, la mostra rappresenta un tentativo anarchico di cogliere i più rilevanti tentativi di resistere e non dissolversi nella rapida mollezza della contemporaneità.
Come curatori del progetto ci preme sottolineare la risposta convinta e generosa da parte degli artisti all’invito a loro rivolto: la qualità, il desiderio frequente di partecipare alla mostra con opere di dimensioni impegnative, ma anche la viva partecipazione al processo ideativo e al confronto pubblico sono lì a confermarlo. Questo è un segno di quanto il medium pittorico venga vissuto come un linguaggio ricco di potenzialità ancora inespresse, la cui significatività è stata frequentemente ignorata dai luoghi espositivi istituzionali del nostro Paese: è una percezione testimoniata dalla forza sperimentale, a volte audace, ma sempre metodologicamente rigorosa, che caratterizza tanti dei lavori esposti. Del resto lo sperimentalismo è anche l’esito quasi obbligato di quella spiccata tendenza interrogativa che caratterizza gli artisti in mostra e di quella sentita necessità interiore di incidere il presente, per sua intrinseca natura informe, liquido e impenetrabile. Infine Graffiare il presente conferma il senso del fare una mostra collettiva, se costruita attorno a precisi criteri, come opportunità di confronti vis-à-vis con le opere di altri artisti e anche come possibilità di impreviste contaminazioni. […]

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GLI ARTISTI

Paola Angelini, Mirko Baricchi, Paolo Bini, Lorenza Boisi, Thomas Braida, Alessandro Calabrese, Linda Carrara, Nebojša Despotović, Matteo Fato, Agostino Iacurci, Andrea Kvas, Francesca Longhini, Tiziano Martini, Isabella Nazzarri, Marco Pariani, Nazzarena Poli Maramotti, Alessandro Roma, Nicola Samorì, Alessandro Scarabello, Caterina Silva, Aleksander Velišček.

Salone_no luci
Maramotti_Silva
Baricchi_Iacurci
Calabrese_Nazzarri
Despotovic
Fato_Bini
Kvas2
Roma_Scarabello
Samori
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Il progetto è stato realizzato grazie ai fondi ottenuti tramite la destinazione del 2×1000 alle Associazioni Culturali.

Calendario 2019 – Gaudenzio Ferrari

Il Calendario 2019 di Casa Testori è dedicato all’artista più amato da Giovanni Testori: Gaudenzio Ferrari.

Per 12 mesi ci faranno compagnia le straordinarie immagini di Mauro Magliani, uno dei maestri della fotografia di opere d’arte, scattate in occasione della mostra che si è tenuta tra Varallo, Vercelli e Novara quest’estate.
In accordo con gli organizzatori della mostra, Casa Testori ha avuto la concessione per l’uso di queste immagini che entrano nel dettaglio svelando particolari sorprendenti dell’opera di Gaudenzio.
Quest’anno il Calendario si presenta in una doppia versione:
il tradizionale da muro formato grande (29.7 x 42  cm) e quello nuovo da tavolo (14.8 x 21 cm).

La tiratura è limitata. Prenotatelo nel bookshop online di Casa Testori

Costo:
12 euro (A3). Per 10 copie 100 euro (A3).
10 euro (A5). Per 10 copie 80 euro (A5).

Calendari disponibili dal 26 novembre.

L’Atelier dell’errore, a teatro una nuova sfida

Domenica 18, ore 16
Teatro dell’Arte di Milano (Viale Emilio Alemagna, 14)

Piccola Liturgia Errante è un progetto ambizioso, la prima drammaturgia realizzata dall’Atelier dell’Errore totalmente autarchica e “urgentemente autentica”. Nato nel 2002 dall’artista Luca Santiago Mora, l’Atelier dell’Errore è un laboratorio di arti visive ideato per il servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’AUSL di Reggio Emilia e, dal 2013 per quello dell’A.O. Papa Giovanni XXIII di Bergamo. In questi sedici anni, si è rivelato validocomplemento all’attività clinica, ma anche vera e propria “opera d’arte relazionale”. Dopo diverse partecipazioni internazionali legate all’arte contemporanea, nell’aprile 2017 l’Atelier è chiamato dal Teatro delle Albe e dalla redazione di Doppiozero a presentare il proprio lavoro nell’ambito del festival Enter ed è così che nasce Piccola Liturgia Errante.
Una sorta di reading-video-performance in veste liturgica in cui gli straordinari protagonisti danno vita, attraverso letture, oracoli, profezie e drammatizzazioni dal Vangelo dell’Atelier dell’Errore, a un’esperienza davvero unica e irripetibile.

Ingresso libero prenotazione obbligatoria: biglietteria.teatro@triennale.org

Testori a Bookcity

Sabato 17 novembre, ore 18
Spazio MiFac (via santa Marta 18)
Tra Roserio e Milano. La bicicletta di Giovanni Testori
Con Luca Doninelli e Roberto Perrone. Modera Giuseppe Frangi

A oltre 60 anni dalla sua pubblicazione è appena uscita, nella versione originale, la riedizione del primo romanzo di Giovanni Testori, il dio di Roserio, che si avvale della prefazione di Fabrizio Gifuni. A discutere della straordinaria attualità del grande scrittore milanese sono il suo allievo più importante, lo scrittore Luca Doninelli, autore di Una gratitudine senza debiti (La nave di teseo), dedicato proprio alla sua amicizia con Testori, Roberto Perrone, giornalista sportivo e scrittore anche lui (La seconda vita di Annibale Canessa, L’estate degli inganni, entrambi Rizzoli)


Domenica 18 novembre, ore 12,30
Scatola Magica del Piccolo Teatro Strehler
“Ritratti miei di me. I Testori a Teatro i”
Con Maurizio Porro, Federica Fracassi, Francesca Garolla, e Renzo Martinelli. Modera Giuseppe Frangi

Ritratti miei di me, pubblicato da Casa Testori e curato da Giuseppe Frangi con un’introduzione di Maurizio Porro, è il libro raccoglie i materiali del percorso testoriano realizzato da Teatro i tra 2016 e 2018, tra spettacoli, incontri e approfondimenti. All’interno del volume troviamo le trascrizioni degli incontri con artisti e intellettuali che hanno condiviso con Testori parti del proprio cammino artistico e che hanno illuminato il pubblico di Teatro i sull’attualità della sua produzione letteraria. Il libro sarà presentato da Maurizio Porro e dai tre direttori artistici di Teatro i (Renzo Martinelli, regista, Francesca Garolla, dramaturg, e Federica Fracassi, attrice).

Un documentario su Testori in onda su Rai5

Un programma a cura di Isabella Donfrancesco con Alessandra Urbani

Visibile ora su Raiplay la puntata dedicata a Testori all’interno della serie “L’altro ’900”. Le due autrici del programma hanno preso spunto da una frase di  Giovanni Testori, per procedere nella loro ricerca: «La vita è una cosa terribilmente seria, che non può essere buttata, ma che va percorsa come un grande dono e un grande sacrificio, va attraversata tutta, tutta messa sulle proprie spalle, mai evitata, perché diventi luogo di speranza e non di disperazione». A 25 anni dalla morte Testori è ancora presente tra gli affetti che con lui hanno condiviso arte, palcoscenico, pagine e momenti di vita familiare. A seguire, Rai Cultura propone in versione restaurata il film “Rocco e i suoi fratelli”, in onda dalle 22.10, ispirato all’opera di Testori “Il ponte della Ghisolfa” e introdotto da Cristina Battocletti.

 

 

Rocco Manzi – Storia e storie di un sognatore

Il cielo d’inverno sopra Milano si colora di giallo e turchese.
Rocco Manzi: storia e storie di un sognatore

Impulsi di vita, visioni fantastiche e magiche di cieli stellati, fiori cosmici e profondità marine. Per due settimane Milano ospita le opere di Rocco Manzi (1959-2016) nella mostra “Rocco Manzi: storia e storie di un sognatore. Opere 1987-2007”. Si tratta di un viaggio nel mondo sorprendente di un artista tutto da scoprire.

Manzi, scomparso giovane nel 2015, ha operato a Milano a partire dalla seconda metà degli anni ‘80, viaggiando poi in tutto il mondo. Nelle sue tele ha trasferito una sensibilità molto personale in particolare nei suoi soggetti floreali. Fiori che diventano stelle e che a loro volta, scrive Giuseppe Frangi, tra i curatori della mostra, “sembrano stilizzazioni di angeli”.

Il cielo sopra Milano, e in particolare sopra la periferia nord di Milano, dove Manzi è nato e cresciuto, si incendia nei suoi quadri di turchese e di giallo che, scrive sempre Frangi, apre un varco nel cielo di piombo dell’inverno. Per questi motivi la mostra ha visto il coinvolgimento di una realtà culturale attiva nello stesso territorio come Casa Testori. Le opere esposte in mostra verranno presentate in relazione a fatti salienti che hanno segnato la vita della città e del suo territorio negli stessi periodi. Fatti che trovano echi nei lavori di Manzi.

La mostra è un tassello di Movemen: un mese di iniziative promosse da Lega Tumori Lilt Milano perprevenire i tumori maschili.

Vernissage venerdì 9 novembre alle ore 18.30. MiFac, via Santa Marta 18.
 “Rocco Manzi: storia e storie di un sognatore. Opere 1987-2007
A cura di Biagio D’Angelo e Giuseppe Frangi

Galleria MiFac
Via Santa Marta 18, Milano
10-24 novembre 2018
Lun-Ven: 14.00-19.00
 | Sabato: 10.00-19.00
Domenica 18 novembre aperto
www.roccomanzi.it

Ufficio stampa
K words, Piazza Sicilia 6
Biagio D’Angelo 338.62.48.285

 

 

Picasso a Palazzo Reale

Per accompagnarvi alle prossime visite guidate di Casa Testori a Picasso con Giuseppe Frangi (domenica 28 ottobre, 0re 17:50 e domenica 18 novembre, ore 16:10 a Palazzo Reale)  vi proponiamo un estratto dell’articolo di Giovanni Testori, uscito in occasione dei cent’anni dalla nascita di Picasso.

Picasso, un genio senza domande
Tutto quanto gli fa piacere

Forse non s’è mai chiarito e detto a sufficienza che la popolarità di Picasso nasce, in primissima istanza, dall’insolente e infantile amore con cui ha saputo mettere nei suoi quadri «tutto quanto gli faceva piacere». Compiere di continuo tale gesto, credere di continuo alla ragione di «ciò che piace», significa distruggere secoli e secoli di regole condizionanti e limitative, certo d’estrazione e natura elitarie; e significa lasciare che sui quadri irrompa la forza di ciò che riguarda ben più le ragioni della vita, soprattutto della vita istintuale che non quelle della forma meditata e trasformante.

E, tuttavia, per far questo, riaprire tale falla o cielo o botola o fogna, dopo che da secoli era stata chiusa, e guadagnare di bel nuovo proprio loro, le ragioni della forma (si tratta però di nuove, ovvero antichissime e perente ragioni), che grande, fascinosa e insieme urtante impresa si rivelò e, in effetti, fu! L’entità di grandezza, anche di spazi, anche d’immagini, con cui Picasso vince tutti i confronti che si tentino con i suoi contemporanei, nasce proprio da lì; non certo dalla bellezza della pittura che, in sé e per sé, sarebbe spesso destinata alla sconfitta. Già, ma provatevi a crear immagini, e quali, in barba alla pittura, tanto da non saper più, alcune volte, se di pittura si tratti o d’altro (e, invece, si tratta proprio di lei, ma come dire, ricondotta o rivendicata ai suoi alborali, piantigradici e infantili primordi)! Provatevi a dover dire davanti a un quadro (come con Picasso capita quasi sempre): «sembra dipinto così male, eppure…»! Perché è lì, esattamente in quell’eppure che abita il mistero, chiaro e insieme oscurissimo, di quel re, satrapo e genio che fu Picasso. Né a sciogliere tale mistero basterebbe riconoscere che egli fu assoluto padrone del disegno; diminuzione falsante che, oltre a tutto, non terrebbe in alcun conto ciò che, sulla tela, si forma e nasce proprio da quel «sembrar dipinta così male»; anzi, proprio perché talmente si fa ed è.

(da Corriere della Sera, Picasso, un genio senza domande, 24.10.1981)

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