Author: Alessandro Frangi

BOTTEGA AMLETICA TESTORIANA

ESERCIZI CON IL PUBBLICO
di Antonio Latella e Federico Bellini

Con l’appuntamento di Pesaro giunge a termine BAT, il percorso intrapreso sulle tre riscritture testoriane di Amleto, dalla sceneggiatura per un film mai realizzato al Post-Hamlet, passando per il celebre Ambleto, opera manifesto per la creazione di una nuova lingua per il teatro. Durante questo corpo a corpo con Testori e il suo immaginario  poetico riguardo al principe danese, condotto in una prima fase a Pesaro stessa e poi approdato al Piccolo Teatro di Milano, sono andate delineandosi non solo alcune tematiche che attraversano trasversalmente i tre testi, ma anche delle modalità di lavoro che hanno permesso di provare ad accostarsi al Testori privato, se vogliamo, alle sue passioni e ossessioni; così  gli attori/ici hanno imparato, ad esempio, alcuni rudimenti dell’arte pugilistica, che tanto ha interessato il poeta; perché la parola, in Testori, è sì straordinaria deviazione dal lessico corrente, ma anche pugno nello stomaco in grado di colpire chiunque l’attraversi come interprete o ne sia investito come spettatore. Al tempo stesso, grazie alla visita a Casa Testori a Novate Milanese, il gruppo di lavoro ha avuto occasione di osservare dal vivo la stretta connessione tra la scrittura di Testori e i suoi lavori in campo pittorico e nel disegno; per questo motivo, gli attori/attrici sono stati guidati all’apprendimento delle tecniche del ritratto, al rispetto delle proporzioni di un volto o di un corpo, alle innumerevoli suggestioni che hanno contribuito a creare il “mondo testoriano”, quell’azione sulla realtà che va ben oltre la pagina scritta per il teatro, ma che si nutre del fondamentale apporto saggistico operato da Testori stesso e dalla sua inesauribile volontà di intervenire anche fisicamente sul mondo, con le sue opere artistiche ma anche con i lunghi, discussi, interventi pubblici in campo sociale e politico. 
Quest’ultima fase del lavoro si presenta quindi come la restituzione finale di questo viaggio, destinato a non sfociare in uno spettacolo ma in ricerca che non intende abbondonare la sperimentazione e le sue possibili forme, come è accaduto ad esempio per il Post-Hamlet, dove il lavoro musicale modulato su tempi e ritmi del rap ha permesso di render conto di una costruzione verbale secca, martellante, assertiva. Così come, nella lunga analisi testuale, non si sono cercate chiavi interpretative dei testi da assumere come verità assolute, ma piuttosto domande che continuano a interrogarci, soprattutto nello sviluppo dei personaggi di Shakespeare attraversati da Testori in tre lavori totalmente differenti (nel caso della sceneggiatura, persino destinati ad un utilizzo di altra natura). Le attrici e gli attori, che hanno nella loro memoria gran parte dei tre testi, anche nella loro interezza, saranno chiamati da Antonio Latella, nelle restituzioni pubbliche, ad interpretare brani scelti al momento senza che siano stati prima concordati. Anche perché, come afferma Amleto stesso, “essere pronti è tutto”.
In definitiva, le ultime restituzioni pubbliche di BAT speriamo e pensiamo possano aprire una porta, forse non solo una, allo studio da condividere tra artisti e pubblico, con ogni probabilità una delle forme più alte del fare cultura. In coincidenza con la designazione di Pesaro a Capitale italiana della cultura, pensiamo che questo tentativo di mettere il pubblico di fronte ad una materia viva, ancora informe, una materia che è ricerca e non formalizzazione, e al contempo permettere ad esso di partecipare al processo di studio e farsi soggetto d’indagine entrando in comunione con gli artisti, sia una grande possibilità per tutti, un gesto altruistico che pensiamo possa a buon diritto definirsi atto di politica culturale. Per portare a termine quest’esperimento non potevamo che farci guidare da un autore come Testori, che ha fatto della sua ricerca linguistica una delle più estreme e pericolose rivoluzioni operate sulla lingua italiana, qualcosa che ha segnato un confine invalicabile : esiste un prima e un dopo Testori, a teatro e non solo. Qualcosa che, grazie alle tre stazioni degli Amleti testoriani, è sconvolgente, doloroso ed estremamente provocatorio; a tratti scandaloso, perché siamo fermamente convinti che soltanto chi sa creare e fondare nuovi linguaggi possa essere artefice di un vero scandalo, di uno shock culturale che ci faccia riflettere su ciò che pensiamo di sapere e su ciò che ci ostiniamo a non voler sapere. Così, insieme al pubblico di Pesaro, proveremo un’ultima volta a scardinare i meccanismi tradizionali di ciò che viene definito “rappresentazione”, per affondare insieme al pubblico nel caos e nella confusione vitale di un processo creativo che possa un giorno essere ricordato come una tappa del “fare cultura”. In altre parole, fare in modo che la vita di tutti i giorni non sia solo “rappresentazione” ma continuo studio del libro che siamo e che diventeremo.

Appuntamento finale con la Bottega Amletica Testoriana che andrà in scena al Teatro Rossini di Pesaro dal 13 al 17 febbraio (dalle ore 18 alle ore 22) e il 18 febbraio (dalle ore 16 alle 20) nell’ambito del Festival Testori. La scena della parola, una grande manifestazione, organizzata dal 17 gennaio al 28 febbraio da AMAT, i Comuni di Pesaro e Urbino, con il contributo di Regione Marche e MiC, patrocinata dall’Associazione Giovanni Testori.


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Fotografie di Masiar Pasquali

IL PROGETTO

BAT_Bottega Amletica Testoriana è un progetto curato dal regista di fama internazionale Antonio Latella. Un percorso di formazione da settembre 2023 a febbraio 2024 tra Pesaro e Milano con l’obiettivo di mettere in relazione allieve attrici e allievi attori con la poetica di Giovanni Testori nella ricorrenza del centenario della sua nascita. Il percorso di formazione si rivolge a giovani donne e uomini del teatro italiano che, nonostante si siano diplomati/e da poco, conservino il desiderio e la volontà di studiare e condividere il proprio processo di ricerca con colleghi e colleghe. I giovani attori selezionati sono Noemi Apuzzo, Alessandro Bandini, Matilde Bernardi, Flavio Capuzzo Dolcetta, Michele Eburnea, Chiara Ferrara, Sebastian Luque Herrera, Beatrice Verzotti.

L’obbiettivo è creare una nuova generazione di attrici e attori a confronto con un autore a loro probabilmente poco conosciuto: Giovanni Testori, un grande artista del Novecento che ha fatto della parola il suo principale campo di ricerca artistica, il lavoro è incentrato su Amleto. Una storia per il cinema, L’Ambleto e Post-Hamlet, testi che si fanno testamento, racconto ed epilogo di una vita e di un’infaticabile attività artistica. Il progetto vuole dare spazio ad una nuova leva di talenti, pronti a nobilitare le loro capacità e a prendersene cura, in uno studio dell’arte della recitazione che il genio di Testori ci ha donato come fondamentale eredità”.

Il progetto è promosso da AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali per Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024 (progetto di Comune di PesaroMiC Regione Marche con Fondazione Pescheria), Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa e stabilemobile, in collaborazione con Associazione Giovanni Testori.


Gli eroi di Testori per il Calendario 2024

Sono il dio di Roserio, l’Arialda, Maria Brasca, Redenta Restelli e tanti altri i protagonisti del Calendario 2024 di Casa Testori. Mese per mese i personaggi dell’appassionante commedia umana di Testori ci accompagneranno, grazie alle reinterpretazioni realizzate da 12 tra i più importanti illustratori italiani, che sono tra i protagonisti della mostra Born in Mac Mahon”. Sono personaggi che conquistano per il loro impeto e per il loro attaccamento alla realtà. Personaggi che al di là delle vicende spesso non felici in cui si trovano coinvolti, s’impongono con simpatia e con un irriducibile senso di positività.
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Convegno: Testori. Arte, scrittura e teatro

Studi e scoperte dall’archivio

14 – 15 dicembre – Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
16 dicembre – Casa Testori, Novate Milanese

Sono disponibili i video integrali delle tre giornate sul canale YouTube di Casa Testori, clicca qui per vederli.

Oltre 20 interventi e relatori da 11 università nazionali e internazionali per un grande Convegno di tre giorni promosso dal Comitato Nazionale e organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, Casa Testori e dall’Associazione Giovanni Testori.

Un’occasione unica per scoprire questa straordinaria figura del Novecento, seguirlo lungo la vita nella sua attività di scrittore, drammaturgo, pittore, critico d’arte, poeta, regista e giornalista. 
Gli interventi non tracceranno distinzioni di generi, poco inclini a Testori, ma seguiranno la sua produzione raccontandocene aspetti nuovi, dagli anni Quaranta agli anni Novanta, lungo la traccia dei documenti inediti, delle lettere, dei manoscritti e della scoperta. 
Il convegno, infatti, è l’esito di un passo importante per gli studi di Testori: il deposito a Casa Testori del Fondo di Regione Lombardia che conserva, insieme a volumi e fogli autografi, i suoi 107 quaderni manoscritti, ora tornati “a casa” con il resto del suo Archivio: migliaia di fogli manoscritti e dattiloscritti, la fototeca d’arte e di vita, la Biblioteca con quasi 20.000 volumi e una raccolta esaustiva di suoi dipinti e disegni. Un ricongiungimento reso possibile da Regione Lombardia e dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica.

Qui il programma completo


Giovedì mattina, 14 dicembre dalle 9.00, Università Cattolica del Sacro Cuore, aula Bontadini
Alla scoperta del Testori scrittore, drammaturgo, pittore, critico d’arte, poeta, regista e giornalista si partirà dalla suggestiva Aula Bontadini dell’Università Cattolica, l’antica ghiaccia con i saluti del Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Andrea Canova e dei Direttori dei dipartimenti di Storia, Archeologia e Storia dell’arte, Francesco Tedeschi, e di Scienze della comunicazione e dello spettacolo, Fausto Colombo e di Davide Dall’Ombra, Direttore Casa Testori. Seguiranno gli interventi di Mattia Patti (Università di Pisa) sul primo libro di Testori dedicato allo scultore Giacomo Manzù pubblicato quando Testori aveva vent’anni, di Chiara Perin (Scuola Normale Superiore di Pisa) su Testori pittore con gli artisti di Corrente, di Laura Peja, (Università Cattolica) su Testori drammaturgo in compagnia di Mario Apollonio e Paolo Grassi e di Flavia Erbosi (Università degli Studi di Roma La Sapienza) sulle carte testoriane. 

Giovedì pomeriggio, 14 dicembre dalle 17.00: Castello Sforzesco, Sala del Tesoro e Sala della Balla
Alle 17.00 di giovedì 14 dicembre, al Castello Sforzesco – Sala della Balla, avrà luogo la consegna Premio Giovanni Testori, giunto alla quarta edizione: quattro giovani studiosi e scrittori under 35 riceveranno un importante contributo per la propria tesi di laurea o dottorato, ma anche per un saggio o scritto inedito, siano essi di letteratura o critica d’arte.
A seguire, nella Sala del Tesoro, sarà inaugurata la mostra I Carli di Lombardia nella biblioteca di Testori. Da Carlo Borromeo a Carlo Emilio Gadda (fino al 10 marzo 2024).

Venerdì, 15 dicembre dalle 9.30, Università Cattolica, aula Pio XI
Alle 9.30 di venerdì 15 nell’aula Pio XI dell’Università Cattolica proseguirà il convegno  con gli interventi di Francesco Guzzetti (Università degli Studi di Firenze) sull’opera di Testori negli anni Cinquanta, che lo fecero conoscere al grande pubblico e alla cultura italiana, come critico d’arte, quale interprete della pittura contemporanea, Ennio Morlotti in primis. Davide Dall’Ombra (Università Cattolica) interverrà sul lavoro con il maestro Roberto Longhi per la rivista “Paragone”, anni che segnarono anche l’avvio della sua attività di collezionista, di cui parlerà (Chiara Di Palma, Università Cattolica), portandolo a riempire le pareti della Casa di Novate. Seguiranno interventi  di Uberto Motta (Università di Friburgo) sulla poesia di Testori, un crogiolo tra amore, fede e polemica culturale che lo mise in rapporto con importanti scrittori e critici come Pietro Citati  di cui parlerà Eloisa Morra (University of Toronto).
Gli interventi del pomeriggio mostreranno la poliedricità testoriana, non solo come drammaturgo alle prese con decine di stesure per una singola opera, tema al centro dell’intervento di Giovanni Boccardo (Università degli Studi di Pavia) ma anche come regista di teatro di cui parlerà Federica Mazzocchi (Università di Torino), mentre Stefania Rimini (Università di Catania) si soffermerà su Testori sceneggiatore per il cinema. Gli interventi di venerdì 15 si chiuderanno con Lavinia Galli (Museo Poldi Pezzoli) che analizzerà l’approccio sempre teatrale di Testori, di cui si potranno apprezzare le personalissime sbordature nella critica, soprattutto se al centro c’era un quadro tra i più amati, come il Cavaliere dell’ordine costantiniano di Fra Galgario.

Sabato, 16 dicembre dalle 10.00, Casa Testori, Novate Milanese, Padiglione Gilda
Il convegno non poteva che concludersi nella casa natale dello scrittore, dove tutto è iniziato, e dove è conservato l’Archivio alla base di queste ricerche e scoperte. Andrea De Marchi (Università di Firenze) traccerà la linea della vita e dell’opera di Testori quando giunge agli anni Ottanta, decennio dominato dall’attività di critico militante, in particolare sulle colonne del “Corriere della Sera”, palcoscenico per inediti tagli critici, dal Medioevo di Jaquerio fino a Mario Sironi di cui parleràElena Pontiggia (Accademia di Brera) permettendo a Testori di ingaggiare vere battaglie critiche sulla pittura contemporanea, aspetto su cui interverrà Francesco Tedeschi (Università Cattolica). Concluderà la mattina uno spiazzante intervento sull’arte africana e sull’inedito finale Fulbe Bororo, nella necessaria unità tra arte, letteratura e teatro che Testori mise in campo fino alla fine  a cura di Nicolò Rossi (Scuola Normale Superiore di Pisa). Spetterà al sabato pomeriggio conclusivo alzare il coperchio sull’archivio Testori cui hanno attinto a piene mani i relatori. Le presenze istituzionali della Soprintendente Archivistica e Bibliografica della Lombardia Annalisa Rossi e dell’Assessore alla Cultura di Regione Lombardia Francesca Caruso introdurranno gli interventi tematici dedicati ai due fondi che compongono ora l’Archivio Giovanni Testori (Marta Inversini, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Maria Canella ed Elena Puccinelli, Memoria e Progetto). Dopo un approfondimento dedicato a un aspetto caratterizzante come la fototeca d’arte (Stefano Bruzzese, Università Cattolica) ci si soffermerà sugli strumenti online per la fruizione dell’Archivio e dell’opera di Testori (Marco Ogliari e Anna Grazia Pompa, Regione Lombardia, Alice Boltri, Associazione Testori e Davide Fratoni, Museo MA*GA).

L’intervento conclusivo sarà curato da Valerio Millefoglie (Archivio Magazine), che proporrà un suo “Campionato Testori”, una performance di tracce sonore e documenti che mostreranno la straordinaria attualità di Testori e le infinite potenzialità narrative dell’archivio: punto di partenza continuo per storie e conoscenze di ieri e di oggi. Brani scelti della scrittura testoriana, pertinenti rispetto agli interventi dei relatori, verranno letti da Alessandro Bandini, finalista Premio UBU 2023 come migliore attore under 35 e scelto da Antonio Latella tra gli otto interpreti del progetto BAT – Bottega Amletica Testoriana.

Black Friday a Casa Testori

Una settimana di sconti straordinari a Casa Testori! Fino a sabato 25 novembre all’interno del nostro bookshop sarà possibile acquistare numerosi articoli a prezzo scontato. In particolare: 

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Approfittatene anche perchè continuano le aperture speciali del giovedì sera fino alle 22.30 per scoprire la mostra Born in Mac Mahon. La mostra come sempre è visitabile anche il sabato, dalle 14:30 alle 19:30.

IN EXITU, con Franco Branciaroli

Giovedì 23 novembre ore 20.30
Teatro deSidera Oscar, Milano
Biglietti scontati su Vivaticket inserendo il codice EXITU23

Un’occasione straordinaria per ascoltare uno dei più importanti interpreti di Testori: il 23 novembre al Teatro Oscar di Milano Franco Branciaroli affronterà in forma di lettura il testo che ha lasciato un segno importante nella storia del teatro italiano, che valse all’attore il premio Ubu come migliore attore nel 1989: “In exitu”. Il testo era uscito in forma di romanzo per Garzanti nel marzo 1988. Era stato lo stesso Branciaroli a convincere Testori a portarlo in scena. Era un libro a cui Testori lavorava da anni, già annunciato in un articolo sul Corriere della sera nel 1982: «Il nome sembra d’allora: Riboldi Gino. Ma il protagonista sta salendo la “via crucis” della tutenkomica stazione per farsi, nella deserta latrina, l’ultima overdose: stramazzerà. Che è successo tra la “Vigor” del Dio di Roserio dove, pur rischiando l’assassinio, Pessina Dante tendeva all’urlato traguardo e lo svuotamento, l’abdicazione, anzi, di quest’altro che non ha più società, sportive o meno, che lo riguardano, più traguardi a cui tendere?». La prima si era tenuta alla Pergola di Firenze il 9 novembre 1988 si tenne con un pubblico per la maggioranza di abbonati, del tutto impreparato allo choc di questo testo, in cui il protagonista, un giovane disperato e drogato, mette in scena il suo lancinante “mistero doloroso”. Dalla platea avevano cominciato presto a volare insulti contro Branciaroli e Testori. Ricordando quei momenti, alla domanda di Doninelli nel libro intervista se non avesse provato un po’ di scoramento, Testori aveva risposto così: “Non so se fossi al settimo cielo, ma credo di sì: queste cose danno uno straordinario senso di vitalità”.

Testoriana in Valassina – Camminata


CAMMINATA PER LASNIGO
17 Settembre, ore 16.00
A conclusione del progetto Testoriana in Valassina, realizzato dall’associazione Casa Testori con il sostegno della Comunità Montana Triangolo Lariano, domenica 17 settembre (partenza ore 16) verrà organizzato un percorso sui luoghi oltremodo cari allo scrittore: sono le strade del paese natale della madre, Lina Paracchi. La camminata – che partirà dalla magnifica chiesa romanica di Sant’Alessandro e si concluderà nel cuore del paese, nel giardino della casa natale della madre – prevede la letture di testi dello scrittore dedicati a Lasnigo, con la presenza dell’attrice Laura Palmieri. La camminata si concluderà con una merenda a base del dolce tipico di Lasnigo, molto amato da Testori: il paradello.

Per Testori, Lasnigo come anche Sormano, paese natale del padre, era “casa” non meno di Novate. Proprio nel paese della mamma accadde l’episodio legato al primo ricordo della sua vita, datato all’incirca 1925: bambino di due anni aveva assistito all’arresto di un uomo colpevole del furto di una mucca. Così lo raccontava: «Poi lui è passato avanti e io mi sono voltato; lui anche ha riguardato indietro e ha riaperto la bocca, ma era troppo lontano perché io capissi con meno imprecisione cosa avesse voluto dirmi… io mi ricordo quella bocca lì… e ogni tanto penso: “È ‘ciao’ che mi ha detto?”».

17 settembre, ore 16.00
Partenza Chiesa di Sant’Alessandro 
(Via Provinciale per Magreglio, Lasnigo)     
letture di Laura Palmieri
narrazione di Giuseppe Frangi

Evento gratuito
Prenotazione consigliata a: eventi@casatestori.it

LA TESTORIANA
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A Sormano era nato suo padre, Edoardo. A Lasnigo sua madre, Lina Paracchi. Le radici di Giovanni Testori affondano tra le montagne e i boschi dell’amata Valassina. Il padre, con il fratello maggiore Giacomo, aveva avviato una piccola attività di follatura della lana nei pressi della casa di famiglia nella frazione Santa Valeria. Poi nel 1905, sulla spinta di uno spirito imprenditoriale tipicamente lombardo, avevano scelto di scendere in pianura per ingrandire la loro attività. Fin da bambino, per Testori Sormano e Lasnigo erano “casa” non meno di Novate. Lasnigo in particolare resta sempre una sorta di “ombelico del mondo” per Testori. Quasi una Betlemme, come fa dire a suor Felicita, protagonista di Passio Laetitiae et Felicitatis, romanzo del 1975.

Per questo, in occasione del Centenario testoriano, Casa Testori propone una serie di iniziative per sottolineare questo legame tra lo scrittore e la Valassina. Nel suggestivo scenario dell’osservatorio astronomico alla Colma di Sormano, una mostra con fotografie, video e documenti racconterà il rapporto tra Testori e la terra dei suoi genitori. Il titolo “Testoràs” riprende i titoli delle ultime opere dello scrittore, che adottano il suffisso in “as” come richiamo al suono così familiare nei toponimi Valassina, Asso, Lasnigo. 
La scelta di esporre la mostra nel Nuovo Osservatorio Astronomico, che il pubblico potrà scoprire per la prima volta, anche se i lavori sono in fase di completamento, vuole sottolineare l’importanza che la struttura rivestirà nel valorizzare questo territorio tanto amato da Testori.  

Sono tanti i luoghi della Valle che tornano nelle opere di Testori: saranno segnalati con dei cartelli, che riportano frasi tratte dai suoi testi. Uno dei suoi più famosi romanzi, Il dio di Roserio, racconta di una corsa ciclistica che attraversa le strade della Valle: per questo verrà rappresentato in forma teatrale da un popolare attore, Maurizio Donadoni, in un contesto molto simbolico, il Passo del Ghisallo.  Il percorso testoriano si concluderà il 17 settembre con una camminata per Lasnigo, con lettura di testi e di racconti legati al paese natale della mamma di Testori.

Testoriana in Valassina
– 6 agosto, ore 17.00:  inaugurazione della mostra Testoràs al Nuovo Osservatorio Astronomico alla Colma di Sormano (06.08 – 20.08.2023, orario apertura, da mercoledì e domenica dalle 16.00 alle 20.00).
– 6 agosto, ore 21.00: Il dio di Roserio con Maurizio Donadoni sarà all’aperto presso il Passo del Ghisallo. In caso di maltempo lo spettacolo si svolgerà nel Museo del Ciclismo al Ghisallo.
– 17 settembre, ore 16.00:  camminata per Lasnigo con letture di testi testoriani, ritrovo Piazza Roma 1, Lasnigo.

L’iniziativa fa parte del Centenario dalla nascita di Giovanni Testori.

Palinsesto completo su www.giovannitestori.it e www.casatestori.it

#Testori100 hashtag ufficiale IG @casatestori | Fb casatestori 
UFFICIO STAMPA CASA TESTORI: Maria Grazia Vernuccio – Tel. +39 3351282864 | mariagrazia.vernuccio@mgvcommunication.it

AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE

Si ringraziano tutti i sostenitori pubblici che da anni accompagnano l’attività di Casa Testori Associazione Culturale.

Ai sensi dell’art. 1 comma 125 della Legge 124 del 4/8/2017 per il mercato e la concorrenza, a decorrere dall’anno 2018, è previsto l’obbligo di pubblicità relativo ai contributi pubblici ricevuti da una stessa Pubblica Amministrazione se essi siano liquidati nell’anno in misura uguale o superiore ai 10.000 euro lordi.

Pertanto, si pubblicano di seguito i suddetti contributi ricevuti dalla nostra Associazione.

LUCIANO MINGUZZI (Bologne 1911 – Milan 2004)

Luciano Minguzzi est né à Bologne le 24 mai 1911. Enfant de la balle, il étudie d’abord sous la direction de son père sculpteur avant de s’inscrire à l’Académie des beaux-arts, où il suit les cours de sculpture d’Ercole Drei et les cours de gravure de Giorgio Morandi, tandis qu’à l’Université il suit les cours d’histoire de l’art de Roberto Longhi. En 1934, il obtient une bourse et s’installe à Paris pendant deux mois. Minguzzi n’est pas influencé seulement par ses contemporains Arturo Martini, Marino Marini et Giacomo Manzù, mais aussi par la tradition de la sculpture florentine et bolognaise de la Renaissance. Alors qu’il n’est âgé que de trente et un ans, en 1942, une salle lui est consacrée à la XXIIIe Biennale de Venise. En 1948, il retourne à Paris, où, parmi d’autres artistes, il rencontre Alberto Giacometti et Renato Birolli. En 1950, il obtient le Grand Prix de sculpture à la Biennale de Venise et, l’année suivante, il s’installe à Milan où il remporte le concours pour la cinquième porte de la cathédrale. En 1956, il est nommé professeur de sculpture à l’Académie des beaux-arts de Brera, où il enseigne jusqu’en 1975. Au tournant des années cinquante et soixante, ses sculptures font référence aux camps de concentration et, en général, à la Seconde Guerre mondiale, mais il crée aussi des sculptures définies comme « semi-abstraites », telles que la série Aquiloni e Luci nel bosco. Le succès de cet artiste est démontré par de nombreuses expositions internationales au cours des années 1960. En 1970, il est chargé de créer la Porta del Bene e del Male pour la basilique Saint-Pierre au Vatican, inaugurée par Paul VI (1977) et, en 1972, il expose l’imposante sculpture Uomini à la Quadriennale de Rome. Au cours des années 1980, il réalise de grands dessins colorés sur papier avec une technique mixte pour réélaborer des thèmes anciens et nouveaux, déjà abordés avec la sculpture. En 1992, a lieu une importante exposition organisée par Mario De Micheli au château des Sforza de Milan et en 1996, le Musée Minguzzi est ouvert à Milan. Après la mort de l’artiste (le 30 mai 2004), il est transformé en siège et archives de la Fondation Minguzzi, située aujourd’hui à Venise.

LUCIANO MINGUZZI (Bologna 1911 – Milano 2004)

Luciano Minguzzi nasce a Bologna il 24 maggio 1911. Figlio d’arte, studia inizialmente sotto la guida del padre scultore prima di iscriversi all’Accademia di Belle Arti, dove segue i corsi di scultura di Ercole Drei e quelli di incisione di Giorgio Morandi, mentre all’Università degli Studi frequenta le lezioni di storia dell’arte di Roberto Longhi. Nel 1934 vince una borsa di studio e si stabilisce per due mesi a Parigi. Minguzzi non guarda solo ai contemporanei Arturo Martini, Marino Marini e Giacomo Manzù, formandosi sulla tradizione della scultura fiorentina e bolognese del Rinascimento. Trentunenne, nel 1942, merita già una sala alla XXIII Biennale di Venezia. Nel 1948 ritorna a Parigi, dove, tra gli artisti, conosce Alberto Giacometti e Renato Birolli. Nel 1950 riceve il Gran Premio per la scultura alla Biennale di Venezia e, l’anno dopo, si trasferisce a Milano dove vince il concorso per la quinta porta del Duomo. Nel 1956 gli viene assegnata la cattedra di scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove insegnerà fino al 1975. A cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta le sue sculture includono riferimenti ai campi di concentramento e, in generale, alla Seconda Guerra Mondiale, ma non manca un filone di sculture definite “semi-astratte”, come la serie Aquiloni e Luci nel bosco. Il successo dell’artista viene sancito da numerose mostre internazionali nel corso degli anni ’60. Nel 1970 riceve l’incarico per la realizzazione della Porta del bene e del male per la basilica di San Pietro in Vaticano, inaugurata da Paolo VI (1977) e, nel 1972, espone l’imponente scultura Uomini alla Quadriennale di Roma. Negli anni Ottanta realizza grandi disegni su carta con una colorata tecnica mista, con cui rielabora temi del passato e nuovi, già affrontati in scultura. Nel 1992 si tiene l’importante mostra curata da Mario De Micheli al Castello Sforzesco di Milano e, nel 1996, viene aperto a Milano il Museo Minguzzi, trasformato, dopo la sua morte (30 maggio 2004), nella casa e archivio della Fondazione Minguzzi, ora a Venezia.

ARTEMISIA GENTILESCHI: lo spettacolo

Venerdì 16 giugno ore 21
Giardino di Casa Testori.

Lo spettacolo dal titolo CHIAROSCURO, racconta la vita della pittrice barocca Artemisia Gentileschi.

“Il 29 novembre 1612 Artemisia, poco dopo la conclusione infelice del processo, in cui risultò aver ragione ma per cui Agostino Tassi non scontò nessuna pena, si sposò con Pierantonio Stiattesi, un pittore di modesta fama. Seguì il marito a Firenze riuscendo così a lasciare il padre opprimente e il passato doloroso. Artemisia Gentileschi trovò successo a Firenze, città che stava passando un periodo di fervente attività artistica, grazie alla politica illuminata di Cosimo II. Entrò nella sua cerchia e creò una fitta rete di relazioni e scambi. Tra i suoi amici fiorentini c’erano le personalità più eminenti del tempo, come Galileo Galilei e Michelangelo Buonarroti il giovane, nipote del celebre artista. I suoi meriti vennero finalmente riconosciuti e venne anche ammessa alla prestigiosa Accademia delle arti del disegno di Firenze il 19 luglio 1616, diventando la prima donna a godere di tale privilegio”.

Attraverso la voce di cinque interpreti femminili sarà raccontata la tanto drammatica vita di questa artista straordinaria, cantando saranno capaci di evocare situazioni e stati d’animo mettendosi ciascuna nei panni della Gentileschi diventando sempre di più un coro di voci femminili capace di raccontarci con il canto il pensiero e i sentimenti di Artemisia.

di Gaetano Colella
regia Andrea Chiodi
con Francesca Cecala, Miriam Gotti, Barbara Menegardo, Ilaria Pezzera, Swewa Schneider
composizione e arrangiamento canti Miriam Gotti
scene e costumi Ilaria Ariemme
produzione Compagnia Piccolo Canto
in collaborazione con Associazione InAtto
Produzione e organizzazione Chiara Bettinelli, Federica Falgari
Distribuzione UTIM srl Milano
Evento realizzato con il contributo di Life is Live un progetto di Smart con Fondazione Cariplo
Progetto realizzato con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese

Per gli spettacoli a Casa Testori la prenotazione è obbligatoria scrivendo a eventi@casatestori.it o telefonando a 02 36586877

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