Author: Alessandro Frangi

FOTOROMANZO TESTORI. Immagini di una vita

Un progetto di Casa Testori
Casa Testori
4 marzo – 28 luglio 2023

Video di Stefano Cozzi

Ha aperto al pubblico la mostra FOTOROMANZO TESTORI Immagini di una vita, nelle stanze di Casa Testori, dimora di uno dei più importanti protagonisti della vita culturale del secondo ’900, di cui nel 2023 si celebra il Centenario della nascita. La mostra è il frutto del grande lavoro di ricerca negli archivi di agenzie, teatri, giornali, fondazioni e musei realizzato dall’Associazione Giovanni Testori e da Casa Testori in questi anni. Un’esplorazione che ha fatto emergere uno straordinario patrimonio di fotografie capace di documentare la vita di Testori privata e nelle sue diverse vesti di scrittore, drammaturgo, critico d’arte, pittore…Il risultato è un racconto che si sviluppa come un romanzo per immagini, molto coinvolgente, perché il Testori pubblico e quello privato stanno sempre su unico registro: davanti all’obiettivo Testori comunica la stessa energia, passione e carica affettiva. Per questo il percorso si sviluppa lasciando che i due piani si intreccino. Come nel caso delle fotografie con i famigliari nella grande casa di Novate Milanese, che svelano un approccio alle relazioni all’insegna della simpatia e dell’informalità, che emergono anche negli scatti della sfera pubblica.

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Installation view ©Michele Alberto Sereni

Il racconto di Fotoromanzo Testori non a caso inizia con alcune immagini che ritraggono lo scrittore con la madre Lina, figura chiave nella sua vita, che tante volte torna nelle sue opere letterarie e teatrali. Dalle ricerche, sono emersi materiali di famiglia sorprendenti come un album di fotografie scattate il 6 gennaio 1957 a Lasnigo (CO), paese natale di Lina nel Triangolo Lariano. Gli abbracci, i brindisi, i sorrisi si mescolano a sguardi venati di malinconia verso quel paesaggio invernale, così caro a Testori. “Navigare in acque borromaiche” è il titolo posto in mostra a un servizio fotografico realizzato nel 1948, dove Testori posa con il padre Edoardo tra i giardini dell’Isola Bella e sulle sponde del Lago Maggiore. Una sequenza che sembra quasi finalizzata alla costruzione di un book per sé stesso. La vita famigliare è documentata anche da festosi video in super 8 proiettati nel salone della Casa.

Nella sezione “Città culla” emerge la ricchissima serie di immagini che accompagnano l’uscita dei “I segreti  di Milano”, la prima grande avventura narrativa e teatrale di Testori. In questi scatti si scopre lo scrittore in una sequenza estiva, in maniche di camicia sul ponte della Ghisolfa e in via Mac Mahon, e poi d’inverno, con il cappotto al Parco Sempione, mentre gioca con le sbarre delle cancellate come se si trovasse in prigione (erano i giorni del clamoroso sequestro de “L’Arialda”), o mentre posa tra le case di ringhiera insieme a Franca Valeri, che nel 1960 aveva portato in scena per la prima volta “La Maria Brasca”, nei panni dell’emancipata protagonista.

Le foto di Renato Grignani e Giorgio Soavi ci mostrano gli interni – una vera scoperta – dello studio di via Brera 8, teatro di mille incontri e per tanti anni atelier del Testori pittore. “8058595” è il titolo della sezione: il numero di quel telefono dello studio che squillava in continuazione. “Le mie vacanze” è la sezione che propone una divertente carrellata di immagini dove si scopre un Testori “montanaro”, disteso e allegro in compagnia delle sorelle, dei nipoti e degli amici.

Il percorso al piano terra si conclude con un’installazione video dedicata a una fotografia alla quale Testori era particolarmente affezionato: è quella scattata da Giorgio Lotti il 20 maggio 1974, in occasione del concerto di Renata Tebaldi al Teatro alla Scala per i suoi 30 anni di attività. La foto ritrae Giovanni Testori sotto il palco, in piedi, mentre applaude entusiasticamente il suo soprano preferito a cui aveva chiesto come bis di cantare “Non ti scordar di me”. «Mi sono sentito come “infilzato” da quella foto», scrisse tempo dopo sul Corriere della Sera.

La sezione “Mes amis”, che si dipana sulle scale della Casa, è il racconto delle amicizie più care e durature, a partire da quella fondamentale con Roberto Longhi, documentata da una sequenza di immagini scattate in occasione della festa per il 100° numero di Paragone, la rivista di critica d’arte e di letteratura fondata dal grande storico dell’arte nel 1950. Ma l’elenco degli amici è lungo: Ennio Morlotti, Renato Guttuso, Eduardo De Filippo, Ermanno Olmi, Domenico Porzio, Giorgio Soavi, Ornella Vanoni, Mario Soldati, Alberto Arbasino e tanti, tanti altri. L’elenco delle amicizie trova il suo apice nelle immagini di Testori con le “Regine”, le attrici che hanno portato in teatro i suoi testi: da Franca Valeri a Rina Morelli, da Pupella Maggio fino a Lilla Brignone e Mariangela Melato, da Luisa Rossi a Francesca Benedetti e Adriana Innocenti.

Al piano superiore di Casa Testori, la scena è dominata dal teatro attraverso le fotografie di Giuseppe Pino relative all’epopea della nascita del Salone Pier Lombardo, oggi Teatro Franco Parenti. “Franco Primo” è il titolo di questa sezione a cui segue “Franco Secondo” relativa al sodalizio con un altro grande attore, Franco Branciaroli, testimoniato attraverso gli scatti di Valerio Soffientini, in particolare attraverso le foto dedicate alla indimenticabile messa in scena di “In Exitu” alla Stazione Centrale di Milano nel dicembre 1989. Proprio una storica fotografia realizzata da Ennio Barbera, di un ragazzo morto per overdose alla Bovisa, era stato lo spunto di questo testo intenso e drammatico.

Una stanza è dedicata al rapporto dello scrittore con i giovani. Sono molti gli scatti in cui Testori è ritratto durante incontri pubblici, spesso nelle scuole, o nei centri culturali: un video propone alcuni momenti del confronto con Alberto Moravia sui “Promessi Sposi” avvenuto a Milano nel 1984 davanti ad una folla impressionante di ragazzi. Quello con i giovani è un rapporto convinto e appassionato in cui Testori si spese senza risparmio di energie. Come era accaduto con i ragazzi della Compagnia dell’Arca di Forlì, con i quali aveva portato in scena un suo testo, “Interrogatorio a Maria”, rappresentato poi in centinaia di repliche in tutta Italia. Una di queste era avvenuta a Castelgandolfo, al cospetto di Giovanni Paolo II: un incontro documentato da numerose immagini.

Nell studio di Testori si scopre la sua dimensione di “Scrittore nomade”: una serie di fotografie mostra come fosse sua consuetudine lavorare a romanzi o testi teatrali in situazioni pubbliche: sulle panchine del parco, ai tavolini dei bar, persino sui tram. Il contatto con la vita reale funzionava per lui da innesco creativo necessario.

Il corridoio del primo piano ospita un’installazione scenografica della fototessera di Testori, dagli anni ’50 fino agli anni ’80. Attorno sono disposti i ritratti firmati da Armin Linke, Giorgio Lotti, Maria Mulas, Giovanni Giovannetti, Leonardo Cennamo, Carla Cerati e Uliano Lucas: tutti sono contraddistinti dalla ricerca dell’intensità e profondità dello sguardo.

Il percorso della mostra si chiude con la stanza intitolata “Exit”, una raccolta di immagini degli ultimi anni di Testori, costretto a centellinare le apparizioni pubbliche a causa delle sue condizioni di salute. Sono foto che colpiscono per la profondità del suo sguardo scavato e intenso. Gli scatti sono accompagnati dal video dell’intervista rilasciata a Riccardo Bonacina per RaiDue poche settimane prima della fine nella sua stanza all’ospedale San Raffaele di Milano.

«Più che una mostra Fotoromanzo Testori vuole essere un viaggio nella vita dello scrittore. È lui a prendere per mano i visitatori, attraverso una sequenza di stendardi dove le immagini dialogano con sue frasi. A volte è la sua voce a far da guida; una voce che produce ogni volta una scossa emotiva, proprio come si ascoltasse una pagina di romanzo», spiega Giuseppe Frangi, presidente dell’Associazione Giovanni Testori, la realtà che gestisce l’eredità dello scrittore. «La mostra è resa possibile dalle continue acquisizioni con cui in questi anni è stato arricchito l’Archivio Testori, un importante patrimonio a disposizione di tanti studiosi che ha permesso approfondimenti di grande interesse sulla figura e sul lavoro di Testori e sulla cultura italiana del Novecento».  

FOTOROMANZO TESTORI Immagini di una vita
Casa Testori, Largo Angelo Testori, 13, Novate Milanese (MI)
4 marzo – 28 luglio 2023


ORARI DI APERTURA:
Martedì – Venerdì: 10.00-13.00; 14.30-18.00 | Sabato 14:30 – 19:30, Domenica e Lunedì: chiuso
dal 18 luglio orario estivo:
(Martedì – Venerdì: 10.00-13.00; 14.30-18.00. Sabato, Domenica e Lunedì: chiuso)
VISITE GUIDATE GRATUITE su prenotazione con biglietto a prezzo pieno (minimo 15 persone): eventi@casatestori.it
INGRESSO: Intero 5 € – Ridotto 3 € – Abbonati Trenord in possesso di tessera IO VIAGGIO
GRATUITO: Ragazzi fino a 26 anni / Residenti nel Comune di Novate Milanese / Giornalisti accreditati / Invalidi e portatori di handicap con accompagnatore / Titolari dell’Abbonamento Musei Lombardia Milano 
UFFICIO STAMPA CASA TESTORI: Maria Grazia Vernuccio – Tel. +39 3351282864 | mariagrazia.vernuccio@mgvcommunication.it

IN RICORDO DI PIERO NUTI

Piero Nuti ci ha lasciati. Impossibile dimenticare quell’11 settembre del 2020, quando passata la soglia dei 90 anni era salito sul palco del Teatro Carignano di Torino per leggere “Conversazione con la morte” di Testori. Come era nel suo stile aveva approcciato quel testo con molta umiltà, concependo se stesso come tramite per le parole di Testori, lasciando che fossero le parole innanzitutto e non lui come attore al centro della scena. «Che sia Shakespeare o che sia Testori, non puoi avere la presunzione di sovrapporti all’autore in base a come ti senti quando stai recitando», aveva detto in un’intervista pochi mesi fa. “Conversazione con la morte” è stato un momento bellissimo che ha sigillato un lungo e generoso rapporto con il Testori e il suo teatro. Parlare di Nuti significa parlare di Adriana Innocenti, sua moglie e grande attrice, alla quale Testori aveva affidato la sua “Erodiade”, che aveva debuttato nel 1984: un’avventura che Nuti aveva accompagnato con grande entusiasmo. Ancora in quell’intervista recente ricordava le parole di Testori, che gli erano rimaste impresse: «Noi abbiamo bisogno di amore perché la natura ci ha fatto così. Quello che faccio, lo faccio perché la natura mi spinge, non è l’interesse, non è l’invidia né la cattiveria o il desiderio di possesso, è la natura». Nel 1988 aveva raccolto un’altra proposta di Testori: mettere in scena l’“Oreste” di Vittorio Alfieri. Nuti non solo era entrato nel cast di quello spettacolo ma lo aveva anche prodotto con il Teatro popolare di Roma, di cui era direttore. Dopo la morte della sua adorata Adriana (con lui nella foto), con la generosità che lo contraddistingueva aveva voluto donare all’Associazione tutti materiali di scena, i copioni e gli appunti di regia di Erodiade.


In ricordo dell’attore scomparso pubblichiamo uno stralcio della sua lettura di “Conversazione con la morte”. 

BUON NATALE DA CASA TESTORI

Giovanni Testori, Presepe, acquerello su carta

“Qui risiede l’insegnamento più febbrile e mordente, l’insegnamento che è fiamma e fuoco, del Natale: nascere e rinascere è un movimento che può accadere solo accettando fino all’ultima goccia la temperie della storia in cui il Padre ci ha voluti.”


Giovanni Testori
da L’Uomo del Natale, Il Sabato, 1980

Un acquerello di Giovanni Testori con dietro la firma e una data “41/ 42”, ma che con ogni probabilità risale al 1944. È da poco stato acquisito dall’Associazione ed è l’opera da cui prende avvio la mostra che fino al 21 gennaio si può visitare a Casa Testori. È una composizione festosa, accesa di colori, con figure che sembrano protagonisti di un teatrino popolare: un po’ Picasso e un po’ guitti di un teatro scarozzante. È l’immagine scelta per questo Natale 2022 e che ci introduce nell’anno tanto importante del centenario.

E quest’anno il nostro biglietto di auguri è anche in pdf, pronto per essere stampato e personalizzato per accompagnare i vostri regali!

Scarica qui il biglietto:

TERZA EDIZIONE DEL PREMIO “ARTE IN BALOSSA”

Promosso da CASA TESTORI e PARCO NORD MILANO
In collaborazione con Comune di Novate Milanese, Comune di Cormano

Con il sostegno di Fondazione Cariplo

L’opera sarà prossimamente inaugurata presso l’area Balossa raggiungibile da Cormano e da Novate Milanese.

“Belvedere” di Matteo Attruia è il progetto vincitore della terza edizione del concorso “Arte in Balossa”, promosso da Casa Testori e Parco Nord Milano in collaborazione con Comune di Novate Milanese, Comune di Cormano e il sostegno di Fondazione Cariplo.

Friulano di Sacile (Pordenone) ma che, come tiene a specificare “vive e lavora ovunque”, Attruia è un artista che ha voluto porre una riflessione inedita sul parco e sul modo di fruire i luoghi della bellezza, sia della cultura che della natura.

“Il Belvedere è un luogo da cui si guarda, ma che non si guarda. Il Belvedere è un approdo a cui si tende per occuparsi d’altro, per ammirare il paesaggio percorso o quel che ne resta. Di strada se n’è fatta molta per arrivarci, di strada ce n’è molta ancora da fare. Solitamente il Belvedere non è di per sé una cosa “bella”. Spesso è uno spiazzo con ampio parcheggio. Arrivati al Belvedere non ci si guarda le scarpe. Si guarda lontano. […] È un auspicio alla trasformazione. Un invito ad un impegno perché diventi davvero un Belvedere”. Il progetto prevede la realizzazione di una scritta con materiale specchiante installata a terra con una struttura in alluminio o acciaio verniciato ben ancorata al terreno. Compito dell’opera è riflettere ciò che si trova intorno. Il paesaggio e il passaggio dei fruitori. Cambia di ora in ora. La luce è la luce del giorno. Il buio è il buio della notte. Specchiando, si mostra e si nasconde. Può essere cielo e può essere terra, foglie ed alberi. Le lettere sono solo un contorno possibile di ciò che riflettono. Intorno alla B c’è tutto il resto, intorno alla E c’è tutto il resto, intorno alla L c’è tutto il resto… Spostandosi, la figura alfabetica resta la stessa, ma cambia il contenuto del suo riflesso. Non ha filtri. È un auspicio alla trasformazione. Un invito ad un impegno perché diventi davvero un Belvedere.”

Fermamente convinto dell’importanza delle opere pubbliche, Matteo Attruia vuole che le sue rimangono aperte alle interpretazioni dei fruitori. Nella sua ricerca c’è sempre stata una volontà di entrare in contatto diretto con il pubblico, non solo a livello intellettuale (le sue opere sono ironiche, a volte provocatorie e instillano sempre dubbi e riflessioni in chi le fruisce), ma anche fisico: realizzare un’opera nello spazio pubblico e permettere che i fruitori interagiscano liberamente con essa e lo spazio intorno, è parte fondamentale del suo lavoro. L’artista riceverà̀ un contributo omnicomprensivo di € 10.000,00 per la progettazione e la realizzazione dell’opera.

Casa Testori e Parco Nord Milano, in collaborazione con i Comuni di Novate Milanese e Cormano, dal 2016 si impegnano per il processo di ricerca e definizione dell’identità dell’Area Balossa del Parco Nord Milano grazie all’Arte Contemporanea, all’interno della grande sfida #ilparcofacultura, grazie ad un concorso biennale per la produzione di opere d’arte site specific, che da anni arricchiscono l’area dandogli una propria riconoscibilità̀. Per la terza edizione del Concorso “Arte in Balossa”, sostenuta da Fondazione Cariplo nel contesto del progetto IMMUNI è NATURA, la commissione ha esaminato 21 candidature provenienti da artisti e artiste operanti in tutta Italia e all’estero. Progetti di grande qualità che hanno saputo interpretare con puntualità le richieste del bando e le specificità dell’area, tenendo conto della sua storia di natura agricola e della trasformazione in atto. L’Area Balossa si trova, infatti, nel cuore di una delle porzioni del territorio provinciale milanese a più elevato grado di urbanizzazione, compreso fra i comuni di Novate Milanese e Cormano con terreni, a vocazione prevalentemente agricola, e copre una superficie di circa 150 ettari. Tra i candidati al Premio, oltre al vincitore la giuria ha segnalato come di particolare interesse le proposte di: Michele Bazzana, Chiara Gambirasio, Giulia Pellegrini e Fabio Roncato.

Scopri qui le precedenti edizioni

Tra Light Art e Futuro del Museo: due tavole rotonde per i 10 anni del Castello Gamba

Castello Gamba – Châtillon
28-29 ottobre

Per partecipare a tutti gli eventi è necessario prenotarsi al numero 0166 563252

Venerdì e sabato prossimi, 28-29 ottobre, in occasione dei festeggiamenti per i primi 10 anni di attività del Castello Gamba, Casa Testori ha ideato due tavole rotonde, punto di arrivo per due progetti che ha curato: l’installazione della grande opera di Massimo Uberti, “Orbita”, e un gruppo di lavoro istituito per ripensare al Museo e al suo futuro. Due appuntamenti da non perdere per scoprire o ri-scoprire anche attraverso Documentari inediti, la storia del Gamba, le mostre, le sue attività tra acquisizioni, didattica e territorio. Non solo un punto di consapevolezza sui passi fatti, ma un’occasione per ripensare alle sfide che aspettano questa “casa” della creatività moderna e contemporanea.

Venerdì 28 ottobre, dalle 17 alle 19, al Castello Gamba di Châtillon, si terrà la tavola rotonda dal titolo L’Orbita della Light Art: un confronto sulla Light Art e sulle sue potenzialità d’intervento nel tessuto urbano, in un dialogo funzionale con il passato”. “Orbita“ di Massimo Uberti è l’installazione permanente che da luglio scorso ha cambiato il volto del Castello, risultando progetto vincitore del PAC 2020, bando della Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC-Ministero della Cultura.

INTERVENGONO:

Fabio De Chirico, Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC
“Arte contemporanea e spazio pubblico”
Finalità di un intervento artistico contemporaneo in relazione con il territorio: criticità, potenzialità e necessità di un dialogo

Jacqueline Ceresoli, Storica e critica dell’arte, docente universitaria e curatrice indipendente
“Light Art e interventi contemporanei”
Il panorama molteplice di un mezzo artistico come la luce nelle sue declinazioni di oggi: specificità e caratteristiche di un linguaggio

Massimo Uberti, Artista
“Lavorare con la luce e creare spazio”
Una ricerca artistica che nasce ogni giorno con il disegno e traccia spazi di
significato con la luce: tra parole e architetture archetipe

Davide Dall’Ombra, Docente, direttore di Casa Testori e curatore del progetto Orbita
“Orbita: l’installazione permanente al Castello Gamba”
Cambiare il volto di un castello connotandolo come il luogo del Contemporaneo: tra incremento del patrimonio pubblico e affermazione di un’identità

I festeggiamenti proseguono sabato 29 ottobre con una giornata dedicata al futuro del Castello. Dalle ore 9.30 alle 13 nell’ Aula Magna della scuola alberghiera di Châtillon, si terrà l’incontro “10+10: il futuro del Castello”: una tavola rotonda sui primi dieci anni di apertura.

INTERVENGONO:

Viviana Maria Vallet, Responsabile scientifico del Museo Gamba
“Il Museo Gamba: 10 anni di storia”
Primi dieci anni del Museo: i passi fatti, le scelte intraprese, i percorsi espositivi e il rapporto con il pubblico. Le potenzialità espresse dal Castello Gamba, tra relazioni, promozione culturale e crescita civica


Emma Zanella e Alessandro Castiglioni, Direttore e vicedirettore del Museo MA*GA, membri del “Gruppo di lavoro” sul futuro del Gamba
“Immaginare il futuro del Museo di arte moderna e contemporanea
della Valle d’Aosta”
Un’analisi dei punti di forza del Museo Gamba, individuati da un Gruppo di lavoro che ha tracciato linee di sviluppo possibili: tra riallestimenti, acquisizioni
e consapevolezza identitaria

Ornella Badery, Presidente dell’Associazione Forte di Bard.
“Musei e contesti espositivi del Forte di Bard”
La potenzialità espositiva espressa dal territorio sul Contemporaneo, grazie a una sede di grande prestigio e una programmazione di successo. Interazioni e complementarità con l’istituzione museale del Gamba e la sua programmazione.

11:00-11:15: Coffee break

Marco Jaccond, Artista“
Il Museo dal mio punto di vista

Marco Bettio, Artista
“Il Museo come spazio dinamico di confronto”
Le aspettative degli artisti verso l’istituzione museale di riferimento sul territorio tra tutela e creatività. Cosa fa del Museo la “casa” del contemporaneo? Dall’esperienza della pandemia al futuro che si vorrà costruire

Davide Dall’Ombra, Direttore di Casa Testori e responsabile del gruppo di lavoro sul futuro del Gamba
Conclusioni e prospettive

Scarica il programma

Da Martini a Guttuso. Una piazza per sei protagonisti del ‘900 italiano

A cura di Casa Testori
Con la supervisione scientifica di Elena Pontiggia 
Rimini, Meeting per l’amicizia fra i Popoli 2022, Fiera di Rimini 
20-25 agosto 2022 

Dal 20 al 25 agosto 2022, al Meeting di Rimini, Casa Testori ha presentato la mostra “Da Martini a Guttuso. Una piazza per sei protagonisti del ’900 italiano”.  

Come i grandi artisti italiani hanno saputo dare testimonianza di una passione per l’uomo nel percorso drammatico e inquieto del secolo breve? Il percorso proposto da Casa Testori parte dal titolo dell’edizione 2022 del Meeting – “Una passione per l’uomo” – per darne una rappresentazione visiva attraverso sei grandi opere che documentano l’impeto di un’arte che è riuscita a porsi come presidio dell’umano. In una stagione storica attraversata dalle grandi ideologie, questi artisti a volte partono da posizioni opposte, come nel caso di Mario Sironi e di Renato Guttuso, uno vicino al fascismo, l’altro iscritto al Partito Comunista. Eppure le differenze sfumano nella coscienza che li accomuna: la centralità della presenza umana, con le proprie aspirazioni, le proprie ansie e anche le proprie malinconie. L’esperienza del ’900 è segnata dalle terribili ferite inferte alla vita di milioni di persone: è proprio a partire da questa coscienza, assunta in modo coraggioso e radicale, che si genera il lavoro di Leoncillo, con la serie dei suoi “San Sebastiano”. Marino Marini, invece, in uno dei suoi capolavori, attraverso il balzo del cavallo che disarciona il cavaliere, dà forma all’impeto della domanda che arde nel cuore di ogni donna e di ogni uomo ed è forma dell’irriducibilità di ogni essere. Non vediamo figure nella grande opera di Titina Maselli, che rappresenta la corsa di un treno della metropolitana: ma dietro i finestrini si coglie la pregnanza di mille presenze, alle prese con le attese e le fatiche di un quotidiano molto contemporaneo. Infine, il grande Artuto Martini, in uno dei capolavori della scultura dell’intero ’900, ci restituisce l’esperienza che meglio qualifica il soggetto umano, quella del perdono, con l’abbraccio tra il padre e il figliol prodigo. 

La mostra si è avvalsa della supervisione scientifica di Elena Pontiggia, una delle più importanti conoscitrici dell’arte italiana del ’900 e gli artisti sono stati scelti da Casa Testori, tra collezionisti privati, istituzioni e importanti Musei italiani.  

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Sabato 20 agosto è stato presentato il dipinto “Spes contra Spem” di Renato Guttuso, alla presenza della Dott.ssa Serena Contini, curatrice insieme a Fabio Carapezza Guttuso della mostra organizzata dal Comune di Varese “I tempi della pittura. Cronografia di alcune opere di Renato Guttuso dipinte a Velate: l’archivio di Nino Marcobi” in corso al Castello di Masnago – Varese, e con Davide Dall’Ombra, direttore di Casa Testori. Clicca qui per vedere il video dell’incontro.

Upstair – Andrea Bianconi

23 luglio – 30 ottobre 2022
Mostra a cura di Giuseppe Frangi
Fondazione Coppola – Torrione di Vicenza

In collaborazione con Casa Testori

Inaugurazione 22 luglio 2022 dalle ore 18.00

Fondazione Coppola in collaborazione con Casa Testori presenta “Andrea Bianconi. UPSTAIR”, una mostra a cura di Giuseppe Frangi ospitata presso il Torrione di Vicenza dal 23 luglio al 30 ottobre 2022. Tutto parte da quando, lo scorso anno Andrea Bianconi, si è reso protagonista di una performance seguita e partecipata da centinaia di persone, portando sulle spalle la sua “Millennium Chair”, dalla piazza della Basilica Palladiana sino alla lanterna del Torrione di Vicenza, a 40 metri di altezza. Ora ritorna all’ultimo piano del Torrione proponendo un’installazione di 12 grandi disegni, come sorprendente corollario di quella performance. I 12 disegni, infatti, precedono l’azione di Bianconi, in quanto ne rappresentano il momento genetico in cui l’idea, emblema della “Millennium Chair”, ha preso corpo. Questo riconferma come dal punto di vista dell’artista il disegno sia esperienza imprescindibile, sorgivo di ogni processo creativo. La carta è la vera culla dell’idea e la pratica del disegno il metodo per farla emergere: «luogo cruciale per la produzione del significato», come ha scritto William Kentridge. 

Quelli esposti perciò sono molto di più che disegni progettuali: l’ossessività del segno che riempie tutta la superficie, la dilatazione delle dimensioni, il ribaltamento piranesiano delle prospettive rivelano un approccio del tutto performativo da parte di Bianconi. La carta diventa per lui terreno di una vera e propria azione artistica realizzata quasi in trance. 

I disegni rappresentano l’antefatto necessario della performance realizzata da Andrea Bianconi, ma nello stesso tempo ne sono la sorprendente continuazione. O meglio, una potente e visionaria superfetazione. Le scale del Torrione sono state il dispositivo chiave della performance del 2021: l’azione ha comportato infatti salita in solitaria, con poltrona sulle spalle, dei 146 gradini, mentre il pubblico all’esterno attendeva l’esito, annunciato tramite l’accensione dei fari posizionati in cima. Ora i disegni si pongono come continuazione di quella salita, su scale che si fanno sempre più erte e impraticabili e di cui, soprattutto, non ci viene mai svelato un approdo. I disegni quindi da una parte intessono un dialogo ancor più intimo con il luogo, individuandone ed esaltandone quella affascinante linea di forza funzionale e anche concettuale rappresentata dalle scale. Dall’altra portano a compimento l’idea di Andrea Bianconi, sottraendola dalla nostra portata e proiettandola in una direzione che travolge lo spazio fisico per irrompere in uno spazio tutto mentale, regno esclusivo dell’artista.


Luogo: Fondazione Coppola – Torrione di Vicenza, 
Apertura: 23 luglio – 30 ottobre 2022
Orari: venerdì 11.00-18.00; sabato 10.00-17.00;
domenica 14.00-18.00. Ultimo ingresso mezz’ora prima dell’orario di chiusura
Biglietto: intero 5 euro; ridotto per over 65; gratuito per under 18
Informazionihttps://www.fondazionecoppola.org/visita/
Ufficio Stampa Casa Testori
Maria Grazia Vernuccio – mariagrazia.vernuccio@mgvcommunication.it 

Tel. +39 0222198663 Mob. +39 3351282864  

Una serata speciale a Casa Testori 

Martedì 19 luglio in collaborazione con Moto Teatro Oscar, nel giardino di Casa Testori Roberto Trifirò leggerà un’antologia di pagine di Testori dedicate a Manzoni. Trifirò non è nuovo alla parola di Testori: nel 2019 era stato Edipus al teatro Aut Off. 

Sarà anche l’occasione di divertirsi scoprendo la mostra estiva “Luca&Mauro. Il gioco dell’Arte”, con le opere di Luca Bertasso e Mauro Maffezzoni. Inoltre martedì 19 chi visita la casa troverà un’altra sorpresa: un’installazione di Martina Cioffi nella stanza del Giardino d’Inverno di Massimo Kaufmann. Un’aiuola di fiori d’argilla è spuntato nel cuore della stanza…

“Manzonerie”, letture di Roberto Trifirò, martedì 19 luglio, ore 21.30

Clicca qui per prenotare

LUCA & MAURO. IL GIOCO DELL’ARTE

Luca Bertasso e Mauro Maffezzoni
Progetto espositivo a cura di Alessandro Frangi
Casa Testori
Prorogata fino al 24 settembre
Finissage: 17 settembre, ore 17

ARTISTI IN OGNI ETÀ
TRE GENERAZIONI A CONFRONT
O

Incontro con Luca Bertasso, Mauro Maffezzoni e
Martina Cioffi
Con la partecipazione di Chiara Canali

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Questa mostra deve il suo titolo a un bellissimo libro che Agata Boetti, figlia di Alighiero, ha pubblicato nel 2016. Agata lo ha scritto per spiegare che per lei l’arte di quel padre così speciale era innanzitutto una «moltitudine di giochi». Quindi era semplice, inattesa ma immediatamente recepibile. Luca Bertasso e Mauro Maffezzoni; o meglio, Luca e Mauro, perché il gioco introduce sempre una familiarità, hanno riempito le stanze di Casa Testori con la sana improntitudine di chi vive l’arte con appassionata leggerezza. C’è una parola che, nella sua accezione più bella e piena, restituisce il senso di questa mostra: divertimento. L’etimologia della parola risale a “divertere”, cioè volgere altrove, prendere un’altra direzione. Luca e Mauro sono due artisti devoti alla pittura, rispettosi della quotidiana dedizione e disciplina che la pittura impone. Eppure nella pittura trovano varchi, per “divertere”, quindi per smentirne la seriosità. Luca si muove con disinvoltura in un immaginario che sposa il pop con il fumetto. Gli occhi dei suoi personaggi sono curiosi, sgranati, indiscreti. Hanno una spavalderia rockettara, con quei tratti somatici sempre così sfrontatamente rimarcati. Sono fissi e saldi come icone, ma sempre dispensano un sottile senso di ironia. Mauro si muove invece con fare libero e volutamente non professorale, a dispetto del suo ruolo, dentro l’immenso bacino dell’arte del passato, per saccheggiarne un pezzo ogni giorno e replicarlo. L’azione potrebbe sembrare un po’ iconoclasta, in realtà è dettata da una simpatia che a volte travolge anche le buone maniere.

Il gioco dell’Arte prosegue poi (a partire dal 19 luglio) nella stanza del Giardino d’Inverno, con l’installazione di Martina Cioffi. Al centro dello spazio sono spuntati dei fiori in argilla smaltata. Sono fiori frutto di fantasia, improbabili e insieme sontuosi e hanno per stelo un tondino di ferro. L’Arte a volte può, anche là dove la natura è impedita…

Una raccomandazione: il gioco dell’Arte è tale se riesce ad essere contagioso e quindi se si trasmette anche al visitatore. Perciò la raccomandazione nel percorso di questa mostra è di non arrovellarsi in troppi ragionamenti ma di lasciarsi andare. Guardare, immaginare, divertirsi, rimescolando le carte del gusto e adottando punti di vista scorretti.

Orari: da martedì a venerdì ore 10.00-13.00 e 14.30- 18.00 – sabato dalle 14.30 alle 19.30.
Chiuso domenica e lunedì

Impariamo al Parco della Balossa

Casa Testori e i suoi Servizi Educativi hanno studiato nuove visite – esperienze al PARCO DELLA BALOSSA dove #ilparcofacultura e arte e natura si fondono.

FILI D’ERBA, INTRECCI DI STORIE

Raccontiamo la  vita dei campi nell’area, scopriamo da vicino cosa si coltivava e
l’importanza di alcuni aspetti, come segnalato dall’opera di Francesco Garbelli. A partire da questo racconto «immaginiamo possibilità», come nell’opera di Francesco Fossati.


IMMAGINI NATURALI
Osserviamo e raccogliamo quanto incontriamo nel parco, che struttura hanno le foglie e le piante. Proviamo a partire dal loro «scheletro» per farne crescere un’opera d’arte e di natura come ha fatto Alessandro Pongan con il suo lavoro.


5 SENSI 1000 SEGNI
Un percorso didattico multisensoriale per ragionare insieme su ciò che si vede (forme, colori…), ciò che si sente (rumori, odori…), ciò che possiamo toccare e con che parole possiamo raccontare queste esperienze.

Questi sono i tre percorsi sempre disponibili all’interno del parco, consigliati per elementari e medie ma declinabili per qualsiasi ordine di scuola. Sarà possibile aggiungere percorsi specifici in determinate stagioni dell’anno e strutturare un percorso di osservazioni della natura nell’arco dell’anno sulle quattro stagioni.

I percorsi hanno durata fino a 2 ore circa e prevedono che ogni partecipante porti con sé a casa del materiale didattico specifico che potrà eventualmente essere utilizzato in classe.

Le prime 3 classi o gruppi iscritti potranno godere della visita gratuitamente.

Per informazioni e prenotazioni contattateci qui:
scoprire@casatestori.it
351 6248544

Vi aspettiamo! Perché #ilparcofacultura

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