ore 21.15 – Puntata speciale dei Lunedì di Casa Testori: sarà ospite Sonia Bergamasco che dialogherà con Giovanni Agosti. Sonia Bergamasco ha infatti firmato l’introduzione alla nuova edizione di “In Exitu“, una delle opere più importanti ed emblematiche di Testori, resa celebre dall’interpretazione che ne fece Franco Branciaroli. «“In exitu”» ha scritto Sonia Bergamasco «è un’eruzione narrativa che spazza via tutte le coordinate letterarie precedenti. Non ci sono più capitoli, non più descrizioni».
– ore 21.35 – A seguire appuntamento con Rossella Farinotti, curatrice e giornalista, insieme a Matteo Negri, artista. Racconteranno di due esperienze condivise in questi mesi: una mostra di Negri curata da Rossella Farinotti a Borgomanero e il progetto “The Colouring book“, un progetto di Milano Art Guide a cura di Gian Maria Biancuzzi e Rossella Farinotti durante il lockdown e ora diventato libro.
– ore 22.05 – Finale con Federica Fracassi che leggerà un brano tratto da “Il ponte della Ghisolfa”.
ore 21.15 – “Vedere” Dantecon Federico Tiezzi, uno dei protagonisti del teatro italiano. Tiezzi a giugno riporterà in scena le cantiche di Dante, per i 700 anni dalla morte del poeta. Sono spettacoli nei quali la storia dell’arte e le memorie visive del regista giocano un ruolo decisivo.
– ore 21.35 – “Carla Accardi. Contesti”, la grande mostra monografica al Museo del Novecento di Milano, a sei anni dalla scomparsa dell’artista, nell’ambito del palinsesto “I talenti delle donne”, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano. Saranno con noi le curatrici Maria Grazia Messina e Anna Maria Montaldo, Direttrice Area Polo Arte Moderna e Contemporanea.
– ore 22.00 – Per la sezione gli Incipit di Testori, Federica Fracassi legge le prime pagine di “Erodiade”.
– ore 21.15 – La mostra “Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obristwith e Francesca Giacomelli”, in corso alla Triennale di Milano. Con noi il Presidente della Triennale Stefano Boeri, Lorenza Baroncelli, Direttore artistico e Adrian Paci, artista.
– ore 21.35 – “Art & Philosophy for community”, un progetto a cura di Casa Testori realizzato grazie al contributo e patrocinio del Comune di Milano. Incentrato sul Piazzale Selinunte (zona S. Siro), il progetto è il tentativo di riattivare percorsi di pensiero e di riflessione con lo scopo di rimettere la periferia al centro. Parleremo del libro pubblicato e della video-intervista, restituzioni finali dell’iniziativa, con Patrizia Di Girolamo, Responsabile Unità Programmi Integrati di Quartiere e Pierpaolo Casarin, fondatore di Propositi di filosofia.
– ore 22.00 – Per la sezione gli Incipit di Testori, Federica Fracassi legge le pagine dedicate a Milano ne “I Trionfi”.
Ore 21.15: tappa a Varese, a Villa Panza per una doppia occasione: Il nuovo allestimento della Collezione Panza a 10 anni dalla morte del collezionista, e la presentazione del doppio volumededicato alla stessa Collezione. Ne parleranno Anna Bernardini, direttore Fai, Villa e Collezione Panza e Marco Magnifico, vicepresidente esecutivo del Fai, che dal 2000 ha avuto in donazione questo straordinario “tempio” dell’arte contemporanea.
Ore 21.35: si parlerà di un grande protagonista del sistema artistico del secolo scorso, il gallerista Alexander Iolas. A Iolas e ai suoi artisti è stata dedicata una mostra a Milano, alla Galleria di Tommaso Calabro, con un omaggio realizzato da Francesco Vezzoli. Ne parleremo con lo stesso Tommaso Calabro e con Davide Dall’Ombra, direttore di Casa Testori: infatti nel 1975 Giovanni Testori aveva esposto un ciclo di grandi acrilici nella sede milanese della galleria di Iolas.
Ore 22.05: Gli “Incipit di Testori”: Federica Fracassi legge l’inizio del romanzo Gli Angeli dello sterminio
Il 2021 sul quale ci siamo appena affacciati ci attende con tanti progetti e iniziative, non vogliamo fermarci, pur nelle difficoltà e restrizioni. Casa Testori dunque cresce, e desidera crescere sempre di più.
È per questa ragione che abbiamo aderito al Servizio Civile.
Se sei un under 28 puoi candidarti per l’attivazione del Servizio Civile presso Casa Testori, con un programma dedicato alla valorizzazione culturale, dalla didattica alla comunicazione, della durata di 12 mesi, da aprile 2021 a marzo 2022.
-ore 21.15: Omaggio a Giovanni Romano, con Giovanni Agosti e Davide Dall’Ombra..
-ore 21.40: “Ti Bergamo”, mostra alla Gamec di Bergamo, con Valentina Gervasoni, curatrice, e gli artisti Nicolò Massazza dei Masbedo, Tea Andreoletti e Meris Angioletti.
-ore 22.10: Gli “incipit di Testori”. Federica Fracassi legge l’inizio del “Martino Spanzotti”
-ore 21.15: “Lotto. L’inquietudine della realtà”, Lecco Palazzo delle Paure. Con Giovanni Valagussa, curatore, don Davide Milani promotore dell’iniziativa, Giovanni Frangi, artista.
-ore 21.35: “Assalto al Castello”: la mostra dei 14 artisti valdostani al Castello Gamba, con Davide Dall’Ombra, curatore, Viviana Maria Vallet, responsabile scientifico di Castello Gamba e gli artisti Marco Bettio, Riccardo Mantelli e Chicco Margaroli
-ore 22.00: Gli “Incipit di Testori”: Federica Fracassi legge l’inizio del romanzo La Cattedrale
-ore 21.15: “We Rise by Lifting Others, Palazzo Strozzi. Con l’artista Marinella Senatore e il curatore Arturo Galansino.
-ore 21.35: incontro con Andrea De Marchi, storico dell’arte, docente all’università di Firenze. De Marchi è titolare di un account Instagram di grande bellezza e utilità, che ora è diventato un’agenda per l’anno che verrà.
-ore 22.00: Incipit Testori: Federica Fracassi legge l’inizio dell’ Interrogatorio a Maria.
La parola è dura: ma è ben necessario usarla. L’Ultima Cena su cui si è scritto, in trascritto, sovrascritto, sognato, delirato e inventato non è che la parodia non voluta, epperò viva via realizzata dagli uomini e dal tempo, di ciò che Leonardo, in verità aveva dipinto e creato. E noi, ora; ora che l’intelligenza e il fermo coraggio di Carlo Bertelli, dopo ani di studi, han deciso di finalmente togliere di mezzo parodie e menzogne; ora che l’occhio acutissimo, trepido e intrepido, lucido e innamorato, di Pinin Brambilla Barcilon ha preso l’impegno di restituire al mondo la verità circa il dipinto più simile a una sindone che si conosca; ora, dicevo, anche noi possiamo dare una spiegazione, meno irritata e irritante, soprattutto meno maldestramente psicologica del perché usassimo frequentare così poco quel capolavoro.
Non era la polemica del lombardo che ci teneva lontani dalla grande parete; grande, consunta, appestata, ma soprattutto impiastricciata, ridipinta e rifatta. Era quella parodia, era quella menzogna, che, stendendovisi sopra, si mettevan di mezzo tra ciò che speravamo sempre di scoprire e ciò su cui i nostri occhi eran costretti, ogni volta, a scendere e sostare. Fascinazioni, incanti, rapine psicologiche, allarmati segnali, premonizione di martirio, divina certezza e pace, presentimento d’uno vino che si fa sangue e d’un pane che si fa carne, composizione, tremar di materie, silenti viraggi di luce, sforamento di una prospettiva che ci si diceva esser nuova, anzi nuovissima; tutto questo, e ben altro, ci sembrava contraddetto o, peggio ancora, negato dall’enorme pappa verdastra che ormai non era neppur più “abbagliata”; e che adesso sappiamo con esattezza essere la somma del seicento che si sovrappose al cinque, del sette che si sovrappose al sei, dell’otto che si sovrappose al sette, e così via […]
Innanzitutto, ciò che il restauro va rivelando è che tutto, qui, nasce, cresce e lentamente riaffonda in lei, la luce; che è di meriggio, ma anche di primissima alba. Quanto all’ombra, non più di impiastri di finte brume si tratta, bensì di una levità anch’essa trasparente che, tra imperio e carezze, tra intelletto e seduzioni di carne, il colore depone su altro colore. E il colore, dal primo strato a tutti i successivi, trova sempre per sé lo splendore di una pietra; pietra regale e quotidiana; rinvenuta lì e, nello stesso tempo, lì esistente da sempre.
Davvero crediamo che questo ora in atto sia il restauro più attivamente rivoluzionario che fini qui si sia tentato; senza nulla togliere ai meriti dei molti preclari predecessori della Pinin Brambilla, la cui umiltà, davanti alla suprema parete, è pari solo alla strenua, accanita, infaticabile volontà. Lei sa, è ben certo, che sta giocando la carta massima della sua carriera; ma è la carta attraverso cui l’opera più distrutta e più celebrata del mondo può essere davvero restituita al mondo, in ciò che di lei davvero rimane. E quanto rimane è tale da mutar faccia a tutti i giudizi e a tutti i pregiudizi. E’ probabile che, dopo questo restauro, molto della storia dell’arte dovrà essere riscritto; soprattutto per quanto riguarda i maestri, sommi magari come Leonardo, che l’opera ebbero a vedere per intero (o quasi), così come noi, da qui in avanti, potremo via via vederla e scoprirla, seppure a pezzi. Epperò quei pezzi, quei lacerti, quei frammenti, talvolta brevi come un’unghia o come il dorso d’una coccinella, che capacità di legarsi hanno mai tra di loro!
(da “Il Cenacolo restaurato svela il nuovo Leonardo”, Il Corriere della Sera, 24 luglio, 1982)
-ore 21.15: “LA RIVOLUZIONE SIAMO NOI. Collezionismo italiano contemporaneo”, con Alberto Fiz, curatore della mostra , Tullio Leggeri, collezionista e Massimo Toscani, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano
-ore 21.35: “Ritorno in Galleria del Ritratto di Signora di Gustav Klimt“, con Elena Pontiggia e Massimo Ferrari, presidente della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi.
-ore 22.00: Incipit Testori: Federica Fracassi legge l’inizio dell’ Ambleto.