Rivivi l’incontro di Sabato 9 marzo ore 17, Casa Testori
Sono le bandiere sotto le quali si sono ritrovati Matteo Negri, artista e Marco Balzano, scrittore di grande popolarità. Li unisce il fatto di abitare o lavorare nello stesso territorio, spesso ingiustamente denigrato, nel Nord Milano: Balzano abita a Bollate, Negri ha lo studio a Cormano. In collaborazione hanno realizzato “False Flag”, un’opera-scatola che racchiude tre fiammeggianti e imprevedibili bandiere, in forma di serigrafia accompagnate da un testo dello scrittore. Sono “false” in quanto inesistenti, cioè non coincidono con nessuna appartenenza nazionale. Per questo sono bandiere libere, adottabili da chiunque, analogamente a quelle proposte dall’artista americano Mark Napier con la sua opera digitale “net.flag” del 2002. Sono quindi “belle” bandiere, come quelle sognate da Pasolini nelle sue “Poesie in forma di rosa”.
L’arte in sé è un bene prezioso, esteso a ciascuno: il fascino estetico delle opere trasmette stimoli e nuove prospettive che sono un valore in ogni ambito della vita, e quindi anche nel lavoro. Animata da queste convinzioni e in linea con i pilastri del Lavoro Sostenibile, Fondazione Gi Group si apre a una fruizione condivisa dell’esperienza di bellezza che deriva dal prendersi del tempo per osservare e sentire un’opera d’arte.
A questo obiettivo è dedicato lo spazio espositivo permanente La Collezione, ospitato presso il Palazzo del Lavoro di Gi Group Holding in Piazza IV Novembre, 5 a Milano. Un luogo dedicato all’Arte, a disposizione delle persone e della comunità, per fruire l’arte come motore di attivazione di pensieri e idee che vanno oltre le logiche consuete.
MOSTRA IN CORSO
“ARTE & LIBERTÀ. 12 maestri dell’astrattismo che hanno cambiato il nostro modo di guardare il mondo”
A inaugurare “La Collezione” è la mostra “Arte & Libertà”, un viaggio nell’Astrattismo italiano attraverso una selezione di opere di 12 artisti e artiste del Novecento. La mostra riflette sul concetto che l’astrazione si possa originare per ragioni diverse e prenda forme altrettanto differenti. Gli artisti in mostra rivelano un linguaggio espressivo che porta ad approfondirne la conoscenza, indagandone le strutture e le dinamiche interne, e costringendo ad un lavoro di ricerca e di sperimentazione, per elaborare nuove visioni e proporre immaginari inediti.
All’interno del percorso un video contributo di Elena Pontiggia, critica d’arte e storica dell’arte italiana, approfondisce l’astrattismo.
È possibile visitare gratuitamente la mostra riservando uno o più posti in occasione delle visite guidate, organizzate in gruppi di massimo 20 persone, calendarizzate nei seguenti giorni e orari:
Martedì 17.40 – 18.20 | 18.20 – 19.00
Mercoledì 12.30 – 13.10 | 13.10 – 13.50
Le visite sono curate da Casa Testori e hanno durata di 30-40 minuti.
ESERCIZI CON IL PUBBLICO di Antonio Latella e Federico Bellini
Con l’appuntamento di Pesaro giunge a termine BAT, il percorso intrapreso sulle tre riscritture testoriane di Amleto, dalla sceneggiatura per un film mai realizzato al Post-Hamlet, passando per il celebre Ambleto, opera manifesto per la creazione di una nuova lingua per il teatro. Durante questo corpo a corpo con Testori e il suo immaginario poetico riguardo al principe danese, condotto in una prima fase a Pesaro stessa e poi approdato al Piccolo Teatro di Milano, sono andate delineandosi non solo alcune tematiche che attraversano trasversalmente i tre testi, ma anche delle modalità di lavoro che hanno permesso di provare ad accostarsi al Testori privato, se vogliamo, alle sue passioni e ossessioni; così gli attori/ici hanno imparato, ad esempio, alcuni rudimenti dell’arte pugilistica, che tanto ha interessato il poeta; perché la parola, in Testori, è sì straordinaria deviazione dal lessico corrente, ma anche pugno nello stomaco in grado di colpire chiunque l’attraversi come interprete o ne sia investito come spettatore. Al tempo stesso, grazie alla visita a Casa Testori a Novate Milanese, il gruppo di lavoro ha avuto occasione di osservare dal vivo la stretta connessione tra la scrittura di Testori e i suoi lavori in campo pittorico e nel disegno; per questo motivo, gli attori/attrici sono stati guidati all’apprendimento delle tecniche del ritratto, al rispetto delle proporzioni di un volto o di un corpo, alle innumerevoli suggestioni che hanno contribuito a creare il “mondo testoriano”, quell’azione sulla realtà che va ben oltre la pagina scritta per il teatro, ma che si nutre del fondamentale apporto saggistico operato da Testori stesso e dalla sua inesauribile volontà di intervenire anche fisicamente sul mondo, con le sue opere artistiche ma anche con i lunghi, discussi, interventi pubblici in campo sociale e politico. Quest’ultima fase del lavoro si presenta quindi come la restituzione finale di questo viaggio, destinato a non sfociare in uno spettacolo ma in ricerca che non intende abbondonare la sperimentazione e le sue possibili forme, come è accaduto ad esempio per il Post-Hamlet, dove il lavoro musicale modulato su tempi e ritmi del rap ha permesso di render conto di una costruzione verbale secca, martellante, assertiva. Così come, nella lunga analisi testuale, non si sono cercate chiavi interpretative dei testi da assumere come verità assolute, ma piuttosto domande che continuano a interrogarci, soprattutto nello sviluppo dei personaggi di Shakespeare attraversati da Testori in tre lavori totalmente differenti (nel caso della sceneggiatura, persino destinati ad un utilizzo di altra natura). Le attrici e gli attori, che hanno nella loro memoria gran parte dei tre testi, anche nella loro interezza, saranno chiamati da Antonio Latella, nelle restituzioni pubbliche, ad interpretare brani scelti al momento senza che siano stati prima concordati. Anche perché, come afferma Amleto stesso, “essere pronti è tutto”. In definitiva, le ultime restituzioni pubbliche di BAT speriamo e pensiamo possano aprire una porta, forse non solo una, allo studio da condividere tra artisti e pubblico, con ogni probabilità una delle forme più alte del fare cultura. In coincidenza con la designazione di Pesaro a Capitale italiana della cultura, pensiamo che questo tentativo di mettere il pubblico di fronte ad una materia viva, ancora informe, una materia che è ricerca e non formalizzazione, e al contempo permettere ad esso di partecipare al processo di studio e farsi soggetto d’indagine entrando in comunione con gli artisti, sia una grande possibilità per tutti, un gesto altruistico che pensiamo possa a buon diritto definirsi atto di politica culturale. Per portare a termine quest’esperimento non potevamo che farci guidare da un autore come Testori, che ha fatto della sua ricerca linguistica una delle più estreme e pericolose rivoluzioni operate sulla lingua italiana, qualcosa che ha segnato un confine invalicabile : esiste un prima e un dopo Testori, a teatro e non solo. Qualcosa che, grazie alle tre stazioni degli Amleti testoriani, è sconvolgente, doloroso ed estremamente provocatorio; a tratti scandaloso, perché siamo fermamente convinti che soltanto chi sa creare e fondare nuovi linguaggi possa essere artefice di un vero scandalo, di uno shock culturale che ci faccia riflettere su ciò che pensiamo di sapere e su ciò che ci ostiniamo a non voler sapere. Così, insieme al pubblico di Pesaro, proveremo un’ultima volta a scardinare i meccanismi tradizionali di ciò che viene definito “rappresentazione”, per affondare insieme al pubblico nel caos e nella confusione vitale di un processo creativo che possa un giorno essere ricordato come una tappa del “fare cultura”. In altre parole, fare in modo che la vita di tutti i giorni non sia solo “rappresentazione” ma continuo studio del libro che siamo e che diventeremo.
Appuntamento finale con la Bottega Amletica Testoriana che andrà in scena al Teatro Rossini di Pesaro dal 13 al 17 febbraio (dalle ore 18 alle ore 22) e il 18 febbraio (dalle ore 16 alle 20) nell’ambito del Festival Testori. La scena della parola, una grande manifestazione, organizzata dal 17 gennaio al 28 febbraio da AMAT, i Comuni di Pesaro e Urbino, con il contributo di Regione Marche e MiC, patrocinata dall’Associazione Giovanni Testori.
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Fotografie di Masiar Pasquali
IL PROGETTO
BAT_Bottega Amletica Testoriana è un progetto curato dal regista di fama internazionale Antonio Latella. Un percorso di formazione da settembre 2023 a febbraio 2024 tra Pesaro e Milano con l’obiettivo di mettere in relazione allieve attrici e allievi attori con la poetica di Giovanni Testori nella ricorrenza del centenario della sua nascita. Il percorso di formazione si rivolge a giovani donne e uomini del teatro italiano che, nonostante si siano diplomati/e da poco, conservino il desiderio e la volontà di studiare e condividere il proprio processo di ricerca con colleghi e colleghe. I giovani attori selezionati sono Noemi Apuzzo, Alessandro Bandini, Matilde Bernardi, Flavio Capuzzo Dolcetta, Michele Eburnea, Chiara Ferrara, Sebastian Luque Herrera, Beatrice Verzotti.
L’obbiettivo è creare una nuova generazione di attrici e attori a confronto con un autore a loro probabilmente poco conosciuto: Giovanni Testori, un grande artista del Novecento che ha fatto della parola il suo principale campo di ricerca artistica, il lavoro è incentrato su Amleto. Una storia per il cinema, L’Ambleto e Post-Hamlet, testi che si fanno testamento, racconto ed epilogo di una vita e di un’infaticabile attività artistica. Il progetto vuole dare spazio ad una nuova leva di talenti, pronti a nobilitare le loro capacità e a prendersene cura, in uno studio dell’arte della recitazione che il genio di Testori ci ha donato come fondamentale eredità”.
Il progetto è promosso da AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali per Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024 (progetto di Comune di Pesaro, MiC e Regione Marche con Fondazione Pescheria), Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa e stabilemobile, in collaborazione con Associazione Giovanni Testori.