Month: Aprile 2020

Mauro Maffezzoni, ROMANINO IN VAL CAMONICA

Mauro Maffezzoni, prendendo come spunto la storia dell’arte, ha reinterpretato il preesistente, dandone una nuova possibilità di lettura. In questo caso, l’artista si è nutrito del lavoro del Romanino, maestro bresciano a cavallo tra Quattro e Cinquecento, che in Valle Camonica ha lasciato molti segni. Maffezzoni guarda agli autori locali, intrecciando vicende ed effettuando parallelismi, per esempio tra le immagini del Romanino di Pisogne e quelle del Duomo di Cremona, dove l’artista risiede. Con una pennellata fresca, veloce e leggera, Maffezzoni ha attuato un ritorno alla tradizione, studiando la storia dell’arte e, un poco, anche la sua, recuperando le origini camune della sua famiglia.

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Maffezzoni
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LE OPERE

Senza Titolo, 2016, olio su tela, 80×100 cm
Senza Titolo, 2016, acrilico su tela, 150×100 cm
Senza Titolo, 2016, acrilico su tela, 80×100 cm
Senza Titolo, 2016, acrilico su tela, 80×100 cm
Senza Titolo, 2016, acrilico su tela, 100×100 cm
Senza Titolo, 2016, acrilico su tela, 70×100 cm
Senza Titolo,2016, acrilico su tela, 70×70 cm

Marina Lorusso, PIANO PIANO SULLA PIETRA

La città è negli occhi di chi la guarda almeno quanto di chi la abita. Mandare un fotografo a cercare la “sua” Edolo, significa aspettarsi un ritratto inatteso di quegli stessi borghi, volti e vie. Marina Lorusso non ha disatteso le aspettative e in questa galleria di scatti ha saputo partecipare di ogni luogo con l’immedesimazione prepotente che caratterizza da sempre il suo lavoro d’indagine. Sono foto di grande carattere, in cui l’autrice si è buttata in un corpo a corpo senza risparmio, alla ricerca della verità senza tempo di queste pietre. L’esito è stato una galleria apparentemente agli antipodi della cartolina, eppure, non per questo meno elegiaca. Sono immagini che affondando nella verità ancestrale di queste case e che, per questo, non temono il tempo.

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Andrea Bianconi, MANGIAMONE TUTTI

Decine di omini dalla testa di nuvola si stagliavano contro il cielo di Edolo. Fanno parte di Mangiamone tutti, installazione di Andrea Bianconi già presentata nel 2015 ad Arezzo in occasione di Icastica. Queste sagome colorate, appese tra un palazzo e l’altro come bandiere durante una sagra di paese, invitavano i passanti a sollevare lo sguardo: non esiste solo il terreno, sostiene l’artista, gli uomini hanno la necessità di nutrire anche la mente, lo spirito. La cultura diventa così l’alimento fondamentale, da cui deriva la parafrasi del monito evangelico che dà il titolo all’intervento e che si trasforma in un imperativo intellettuale.

L’OPERA

Mangiamone tutti, 2015, 156 sagome, alluminio, dimensioni variabili

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Anna Turina, DONDOLI

I tre cavalli a dondolo sovradimensionati realizzati in ferro – suo materiale d’elezione – da Anna Turina ne riassumono la poetica in cui il mondo dell’infanzia viene analizzato con sarcasmo e disincanto.

Spesso nel suo lavoro, infatti, l’artista ripropone in scultura giochi che rievocano passatempi di bambini, inserendo, però, un elemento difforme. Nei Dondoli la struttura allampanata ne impedisc l’utilizzo e il color antracite elimina ogni riferimento puerile. La loro oscillazione, quindi, non è esaltazione di un rassicurante cullare, bensì prefigurazione dell’incertezza e dell’instabilità dell’età adulta.

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Giulio Zanet, LANDSCAPE DISRUPTED

Il rapporto tra colore e forma è la base della ricerca di Giulio Zanet, che declina la pratica pittorica trasformando sempre più spazi e supporti nella sua tela, anche quando non utilizza acrilico e pennello per realizzare un dipinto. In questo caso, l’artista è partito da un elemento strutturale imprescindibile del paesaggio di Edolo, il Ponte Alto in pietra a sesto ribassato che attraversa l’Oglio, per creare una cascata in cui le cromie hanno la fluidità dell’acqua che scorre a poca distanza. La sinuosità delle forme delineate da Zanet in modo istintivo potrebbe, infatti, essere stata ispirata dal percorso del fiume, parzialmente celato alla vista dalla sua installazione che crea un nuovo paesaggio.

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Luca Petti, FLUSSI

Blocchi di argilla colorata emergono dall’Oglio. Cunei contro la corrente si stagliano immobili nel fiume, che non riescono a fermare. L’acqua incessante ne erode senza sosta la superficie, trascina con sé frammenti di terra. Diluisce il colore, che scende a valle facendo perdere le proprie tracce, fino a non distinguersi più tra i flutti. 


Sono archetipi cervanteschi, originati dall’osservazione della progressiva cancellazione di ogni memoria, di ogni segno del tempo, di ogni bruttura. Qualunque cosa sia successa, qualunque storia vi sia svolta, le case sono rintonacate, i calcinacci rimossi. Una mano di colore, per dimenticare il passato.

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SANDRO LOMBARDI LEGGE MATER STRANGOSCIÀS

Mater Strangosciàs è l’ultimo dei Tre Lai, opera che Testori scrisse poco prima di morire: “Strangosciàs”, cioè strangosciata, come si legge nell’iscrizione della Cappella della Strage al Sacro Monte di Varallo. È il lamento della Madonna davanti al figlio morto. Era stato Sandro Lombardi a portare in scena questo testo nel 1998, con la regia di Federico Tiezzi. Un testo che è, come lui stesso ha detto, «un inno d’amore sfrenato alla vita». In occasione della Pasqua 2020 Lombardi ha ripreso tra le mani il testo con l’idea, come lui stesso spiega, di riportarlo in scena in un prossimo futuro. Lo ringraziamo infinitamente di questa ripresa, che in realtà ci auguriamo tutti sia un’anteprima.
Potete ascoltare qui il primo brano letto da Lombardi. Gli altri tre brani li trovate sul canale YouTube di Casa Testori: sono un accompagnamento a questa strana Settimana santa, fino al giorno di Pasqua, il giorno della grande “resurreziun”.

Giorno 6 – IL RAZZO DELL’UNIVERSO

Anci… nuovo giorno nuovo viaggio ? 
Papà, costruiamo un razzo , il razzo dell’universo , e poi voglio andare nello spazio intero . 
Ma quanto grande le chiedo. 
Un razzo che posso guidare mi risponde . 


Questa volta ci siamo emozionati. 
Andrea Bianconi

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Giorno 5 – L’ANIMA DI BABBO NATALE

Anci … oggi dove mi porti ? 
Andiamo al Polo Nord, mi risponde, a fare visita a Babbo Natale , a parlare un po’ con lui e a regalare carotine  alle sue renne. 
Anci … e’ aprile, le dico. 
mi risponde… andiamo a trovarlo, fidati di me. 
Nel  nostro viaggio abbiamo incontrato tantissimi cuori. 

Andrea Bianconi

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Giorno 4 – LA VITA DEL LUNA PARK

Anci … 
Papà…, oggi ho una voglia fortissima di Luna Park, con la giostra delle tazze, penso che anche tu vuoi. Vero ? 
Si Anci lo voglio anche io.
Papà’… sai perché , perché quando sali nelle tazze sei come le farfalle, vai un po’ di qua e un po’ di la’ e poi ci mettiamo anche delle montagne russe così andiamo anche su e giù. 

Andrea Bianconi

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