Senza categoria

À REBOURS di Alex Urso

Prorogata fino al 20 gennaio
orari natalizi:
6 gennaio apertura straordinaria 
chiusa dal 23 dicembre al 1 gennaio 

Mostra personale di Alex Urso
a cura di Davide Dall’Ombra
Casa Testori
14 ottobre – 21 dicembre 2018

À REBOURS (alla rovescia) Casa Testori dedica una mostra all’artista italiano residente a Varsavia Alex Urso (1987).
Un progetto appositamente pensato per la casa natale di Giovanni Testori, curato da Davide Dall’Ombra. Tra vetro, legno e collage, Urso dà vita a un grande omaggio agli artisti del Novecento e non solo: con ironia e poesia entra nella raffigurazione delle dinamiche dell’arte in senso ampio, dal riconoscimento personale alla consacrazione museale, o alla riduzione a feticcio ad usum del pubblico, tipiche del mercato.
Urso si riappropria dell’arte del passato in un processo che ha qualcosa di delicato e carnivoro insieme. Usa i ritagli d’immagini dell’arte e della natura, avvicinandoli o sovrapponendoli su diversi piani, in una compenetrazione che punta alla valorizzazione reciproca della rispettiva temperie emotiva, più che alla giustapposizione di significati.
Questa mostra è l’occasione per fare il punto sulla sua ricerca e presentare in Italia opere inedite e un percorso articolato in una sede pubblica.


Il percorso

Una scala per Memling

L’opera di Urso è installata in stretto dialogo con la Biblioteca d’Arte di Giovanni Testori, giunta al termine del suo riordino. La grande libreria posta alla base della scala raccoglie le monografie degli artisti medioevali e moderni fino al Settecento. L’intervento di Urso fiorisce tra i volumi e s’inerpica lungo la salita al primo piano, rendendo il grande scalone un omaggio al pittore tedesco Hans Memling (1430-1494) e al suo celebre Giudizio Universale, il cosiddetto Trittico di Danzica (1470 circa). Disposti tra i libri, nove diorami restituiscono la composizione: dal Cristo giudice – potente tanto da non trattenere la propria forza entro il vetro – alle anime salvate, purganti e dannate. In questi teatrini magici (Stations of the Cross, 2016) le immagini del Trittico acquisiscono la terza dimensione grazie ad elementi apparentemente estranei, che li riportano a una temperie domestica. Nella serie lungo le scale (A study on The Last Judgment of Hans Memling, 2015/2016) la natura si fa matrigna e, sostituendosi alle fiamme in una funzione tutt’altro che decorativa, non rallenta i tormenti dei dannati ma partecipa alle pene soggettive.

 Tre stanze per una giungla
Giunti al primo piano, la mostra prosegue nelle cinque stanze della parte destra della casa. Attraversando il corridoio, le tre camere che si aprono a sinistra sono unite da un tema comune: Welcome to the Jungle, è declinato dall’artista in altrettante opere, realizzate tra il 2016 e il 2018.

Nella prima stanza
Una serie di 15 box, diorami o teatrini magici, creano una linea continua lungo le pareti. Il visitatore è chiamato a immergersi in questi microcosmi realizzati unicamente con la carta. Ormai non servono più altri oggetti per mettere in scena questa selva artistica: ce n’è abbastanza tra protagonisti, musei e splendidi cortocircuiti emotivo-celebrali, nati da accostamenti impensabili. Non si tratta solo di un omaggio ai propri maestri, ma di una serie di ex-voto, con i quali Urso chiede un aiuto agli artisti che, tra le belve del mondo dell’arte – e della vita – sono riusciti a esprimere la propria poetica, sopravvivendovi. Il filo dei diorami è interrotto su una parete da uno dei quadri più importanti di Giovanni Testori (Crocifissione, 1949), inaspettatamente a suo agio, tra le opere di Urso, non solo perché ne condivide l’affollamento formale e l’antropomorfizzazione della natura, ma soprattutto perché anch’essa esito della metabolizzazione dei propri maestri, da Cézanne a Picasso.

Nella seconda stanza
Un dittico rappresenta un dialogo tra Urso e alcuni tra gli artisti più rilevanti della tradizione
polacca. Si tratta di un omaggio personale da parte dell’autore ad alcune figure chiave della cultura locale, conosciute e studiate da Urso durante gli anni del suo soggiorno a Varsavia.

Nella terza stanza
Untitled (dalla serieWelcome to the Jungle), 2017
La serie comprende tre collages di dimensioni 40 x 60 cm ciascuno. I lavori mirano a rappresentare il sistema dell’arte come “giungla”, nel quale l’artista è chiamato a districarsi, con particolare attenzione al luogo istituzionale, al museo, quale tempio artistico che simboleggia tutta la fame e il desiderio di successo di un giovane autore, rappresentandone la massima ambizione. Nei tre collages sono rappresentati rispettivamente Guggenheim (New York), National Gallery (Londra) e Maxxi (Roma), immersi in uno scenario naturale. Tutt’intorno sono presenti ritagli di persone estratte da foto raffiguranti il pubblico di un museo. L’idea è quella di riflettere, non senza ironia, sul ruolo dell’istituzione museale, sul suo fascino e sulla sua potenza seduttiva.

La camera (privata) di Testori
Attraversato il corridoio, si entra nella stanza di Testori da ragazzo. Una camera destinata a contenere le opere che la madre non avrebbe accettato in giro per la casa, tappezzata di dipinti frutto degli studi, del mercato e del collezionismo di Testori. I nudi accademici da Testori attribuiti a Géricault e Courbet, documentati da una serie di scatti di Giacomo Pozzi Bellini come quello esposto a parete, hanno ispirato l’opera di Andrea Mastrovito (1978) realizzata esclusivamente scolpendo il muro e facendo emergere gli strati di intonaco e pittura accumulati negli anni.

Non poteva esserci collocazione più pertinente per questo lavoro di Alex Urso, Musée de l’Oubli – Eight collages by Monsieur G.(2014), nato dal ritrovamento in un mercatino di Varsavia di questo nucleo di collage, firmati e datati 1979 da un misterioso artista francese, restaurate e incorniciate dall’artista. Una sorta di ready-made archeologico, conseguente all’incredibile scoperta di un antenato del collage e del rapporto necessario con l’arte del passato.

L’ultimo avvertimento
Nell’ultima stanza, conclude la mostra un’opera inedita (Don’t believe the hype, 2018), articolata in quattro diorami, posti sulle basi e alle pareti. Questa volta i piani prospettici sono affidati ad altrettante lastre di vetro, sovrapposte e scorrevoli a mutare gli assetti possibili. Ciascun teatrino è dedicato a un’opera di celebri artisti contemporanei (Wim Delvoy, Damien Hirst, Maurizio Cattelan e Katarzyna Kozera) esemplificativi non solo della loro poetica personale, ma anche del variegato mondo che inevitabilmente è chiamato a tesserne il contesto sociale, oltre che culturale. Urso ci mette in guardia, non dalle contaminazioni, così strutturali per il suo stesso lavoro, ma dall’accontentarsi di un mondo bidimensionale e di un approccio timido all’arte. Occorre sporcarsi le mani. Astenersi perditempo.

Saccheggiamo la biblioteca di testori

Black Saturday a Casa Testori con 10 euro compri 5 libri
Ultimo giorno di vendita per i doppi della Biblioteca di Giovanni Testori a Casa Testori.  Ancora tanti titoli affascinanti e introvabili vi aspettano!
Sabato dalle 15:30 alle 19:30

SABATO 13 OTTOBRE, DALLE ORE 15, CASA TESTORI
25° di Testori
Casa Testori riapre le porte per un autunno di festeggiamenti. Nel 2018 celebra i 25 anni dalla morte di Giovanni Testori. Una festa che guarda in avanti poggiando su una presenza sempre più solida:

Oltre 15.000 volumi ordinati e disponibili al pubblico
Ha richiesto un anno di lavori il riordino della Biblioteca d’arte di Giovanni Testori, perfettamente integrata lungo le mura di Casa Testori. Ora gli oltre 15.000 volumi sono a disposizione del pubblico di appassionati e studiosi che potrà trovare un patrimonio raro e ricchissimo a sua libera disposizione.

Una biblioteca da saccheggiare
Al piano terreno saranno allestiti numerosi tavoli di libri: sarà l’occasione per portarsi a casa i libri doppi provenienti dalla Biblioteca. Volumi introvabili e di grande bellezza, importanti monografie e rari cataloghi d’arte acquistabili anche a pochi euro, a sostegno dell’Associazione Testori.

 Una biblioteca da conoscere: Art-Book Conference
La Biblioteca, naturalmente, rispecchia anche gli interessi del critico e la sua attività quasi ventennale di responsabile della pagina d’arte del Corriere della Sera. A darci una chiave di lettura, invitandoci a un primo approccio, abbiamo chiamato alcuni importanti studiosi, chiamati a indicare alcune delle tante piste di ricerca che si potranno aprire grazie alla Biblioteca testoriana. Ogni studioso ci svelerà un libro raro e cruciale e ce ne racconterà, in 20 minuti, contenuto e importanza.


PROGRAMMA
Ore 15: apertura della Giornata
I “Doppi” di Testori in vendita

Ore 15.30: cinque interventi per cinque libri
Carla Falcone e Le opere del pittore e plasticatore Gaudenzio Ferrari” di Gaudenzio Bordiga, 1837
Antonio Mazzotta e  “Michelangelo. The Final Period” di Charles de Tolnay, 1971
Simone Facchinetti e Moroni pittore di Davide Cugini, 1939
Barbara Guidi e il catalogo della mostra di Gustave Courbet a Villa Medici, nel 1969
Francesco Tedeschi e il catalogo della mostra di Picasso a Palazzo Reale, nel 1953

Ore 16: laboratorio per piccoli conoscitori in collaborazione con AMBARABART
Rollage, Frottage, Collage a partire da immagini di opere d’arte, libri, illustrazioni e ritagli di ogni genere, ci mettiamo al lavoro per creare un dialogo nuovo tra opere e personaggi che hanno popolato la biblioteca e gli studi di Giovanni Testori, ispirati dalle opere di Alex Urso.
prenotazione consigliata a francescaponzini@casatestori.it.

Ore 18: Inaugurazione À rebours di Alex Urso, a cura di Davide Dall’Ombra
La mostra personale dell’artista italiano residente a Varsavia Alex Urso, classe 1987. Tra vetro, legno e collage, Urso restituisce un grande omaggio agli artisti del Novecento protagonisti della Biblioteca e non solo, entrando con ironia e pensiero nella raffigurazione delle dinamiche dell’arte in senso ampio: dal museo al feticcio dato in pasto al pubblico. Un’occasione per fare il punto sugli ultimi due anni della sua produzione e presentare in Italia per la prima volta opere inedite e il primo percorso articolato in una sede pubblica.

 

 

POLICY PRIVACY

La presente Policy Privacy è relativa al sito web www.casatestori.it, sito ufficiale di Casa Testori Associazione Culturale di Novate Milanese.

INFORMATIVA PER IL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs. 30 giugno 2003, n. 196

Casa Testori Associazione Culturale, nel rispetto dei principi sanciti dal D.Lgs. 30 giugno 2003 n.196 “Codice in materia di protezione dei dati personali”, offre agli utenti la possibilità di interagire con il proprio sito per consultare o utilizzare i relativi servizi, accessibili attraverso l’indirizzo www.casatestori.it corrispondente alla home page del sito ufficiale Casa Testori Associazione Culturale.

La presente pagina, oltre a descrivere le modalità di gestione del sito, ai sensi dell’art. 13 del predetto “Codice” ha lo scopo di informare gli utenti che si collegano al sito della Casa Testori Associazione Culturale, anche riguardo al trattamento dei dati personali e alle relative garanzie riconosciute dalla legge.

Questa informativa è resa esclusivamente per il sito Casa Testori Associazione Culturale e non anche per altri siti web che possono essere consultati dall’utente tramite link.

Finalità del trattamento
I dati personali saranno trattati in relazione ai servizi offerti dalla Casa Testori Associazione Culturale attraverso il proprio sito, esclusivamente per le finalità che rientrano nei compiti istituzionali dell’Amministrazione o per gli adempimenti previsti da norme di legge o di regolamento. Nell’ambito di tale finalità il trattamento riguarda anche i dati relativi alle iscrizioni/registrazioni al sito necessari per la gestione dei rapporti con la Casa Testori Associazione Culturale, nonché per consentire un’efficace comunicazione istituzionale e per adempiere ad eventuali obblighi di legge, regolamentari o contrattuali.

Modalità del trattamento

Il trattamento dei dati personali degli utenti sarà effettuato mediante strumenti manuali ed informatici, con logiche strettamente correlate alle finalità stesse e, comunque, in modo da garantire la sicurezza e la riservatezza dei dati stessi.

I dati sono trattati esclusivamente da personale incaricato del trattamento o da eventuali incaricati di occasionali operazioni di manutenzione, secondo i principi di correttezza, liceità, trasparenza, pertinenza e non eccedenza rispetto alle finalità di raccolta e di successivo trattamento.

I dati personali forniti dagli utenti che si registrano tramite sito web e forniscono i propri riferimenti (nome, cognome, indirizzo e-mail, residenza) sono utilizzati solo per eseguire il servizio richiesto (invio mediante posta elettronica di comunicazioni istituzionali) e non sono oggetto di comunicazione o diffusione, salvo che disposizioni di legge o di regolamento dispongano diversamente.

Tipologia e natura dei dati trattati

Dati di navigazione
L’accesso al sito comporta la registrazione dei dati (cosiddetti LOG di sistema) utilizzati al solo fine di ricavare informazioni statistiche e/o per verificare il corretto funzionamento del sistema. Tra i dati raccolti sono compresi gli indirizzi IP e/o i nomi a dominio dei computer utilizzati dagli utenti che si connettono al sito, gli indirizzi in notazione URI (Uniform Resource Identifier) delle risorse richieste, l’orario della richiesta, il metodo utilizzato nel sottoporre la richiesta al server, la dimensione del file ottenuto in risposta, il codice numerico indicante lo stato della risposta data dal server (buon fine, errore, ecc.) ed altri parametri relativi al sistema operativo e all’ambiente informatico dell’utente.

Tali dati non vengono raccolti allo scopo di associarli a soggetti identificati, tuttavia per la loro natura potrebbero consentire di identificare gli utenti attraverso elaborazioni ed associazioni con dati detenuti da terzi soprattutto quando sia necessario accertare responsabilità in caso di ipotetici reati informatici ai danni del sito.

I dati utilizzati al solo fine di ricavare informazioni statistiche anonime sull’uso del sito e per controllarne il corretto funzionamento, vengono conservati per il tempo necessario allo svolgimento delle attività di analisi e di elaborazioni statistiche comparative e comunque per un periodo di tempo non superiore a 12 mesi.

Dati forniti volontariamente dall’utente
L’invio facoltativo, esplicito e volontario di posta elettronica agli indirizzi indicati nei differenti canali di accesso al sito e la compilazione dei format (maschere) comportano la successiva acquisizione dell’indirizzo del mittente, necessario per rispondere alle richieste, nonché degli eventuali altri dati personali inseriti nella missiva.

In tal caso i dati acquisiti saranno trattati esclusivamente per rispondere alle richieste degli utenti, per esempio, sull’utilizzo di un servizio.

Specifiche informative di sintesi verranno riportate o visualizzate nelle pagine del sito predisposte per particolari servizi a richiesta.

Obbligo o facoltà di conferire i dati
A parte quanto specificato per i dati di navigazione, l’utente è libero di fornire i dati personali riportati nei moduli di richiesta o nei format del sito. Il mancato conferimento dei dati necessari a rendere il servizio (es. dati anagrafici, indirizzo e-mail) può comportare l’impossibilità di ottenere quanto richiesto.

Titolare e Responsabile del trattamento
Il Titolare del trattamento dei dati personali effettuato mediante il sito web è la Casa Testori Associazione Culturale, con sede a Novate Milanese in Largo Angelo Testori 13

Diritti dell’interessato
Gli utenti in qualità di interessati del trattamento (soggetti a cui si riferiscono i dati), possono esercitare in qualsiasi momento, rivolgendosi al Titolare, i diritti elencati nell’art. 7 del D.Lgs. 196/2003 di seguito riportato integralmente:

Art. 7. D.Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 – Diritto di accesso ai dati personali ed altri diritti

1. L’interessato ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile;
2. L’interessato ha diritto di ottenere l’indicazione:
a) dell’origine dei dati personali;
b) delle finalità e modalità del trattamento;
c) della logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici;
d) degli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dell’articolo 5, comma 2;
e) dei soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o incaricati.

3. L’interessato ha diritto di ottenere:
a) l’aggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi ha interesse, l’integrazione dei dati;
b) la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, compresi quelli di cui non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti o successivamente trattati;
c) l’attestazione che le operazioni di cui alle lettere a) e b) sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impossibile o comporta un impiego di mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato.

4. L’interessato ha diritto di opporsi, in tutto o in parte:
a) per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della raccolta;
b) al trattamento di dati personali che lo riguardano a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.

INFORMATIVA PRIVACY PER COMUNICAZIONI ISTUZIONALI VIA E-MAIL (art. 13 del D. Lgs. 196/2003)

Ai sensi dell’art. 13 del “Codice in materia di protezione dei dati personali” (D.Lgs. 196/2003) si informano gli interessati che il trattamento dei dati forniti direttamente tramite sito web al fine di fruire dei servizi offerti o comunque acquisiti a tal fine, è effettuato dalla Casa Testori Associazione Culturale, in qualità di Titolare del trattamento, ed è finalizzato unicamente all’espletamento delle attività connesse alla gestione delle comunicazioni istituzionali che includono l’invio di messaggi via e-mail agli indirizzi di posta elettronica forniti in sede di iscrizione al servizio di newsletter.

Il trattamento dei dati personali sarà pertanto effettuato anche con l’utilizzo di procedure automatizzate nei modi e nei limiti necessari per perseguire la predetta finalità garantendo la sicurezza e la riservatezza dei dati stessi.

I dati personali forniti in sede di registrazione/iscrizione al servizio di newsletter sono utilizzati per l’invio di comunicazioni per posta elettronica. Il conferimento dei dati è facoltativo ma l’eventuale rifiuto preclude la possibilità di fruire dell’invio di comunicazioni da parte della Casa Testori Associazione Culturale.  Agli interessati è comunque riservato il diritto di chiedere in qualsiasi momento la cancellazione dai servizi di comunicazione per posta elettronica.

I trattamenti saranno effettuati a cura delle persone fisiche preposte alla relativa procedura e designati come incaricati. I dati raccolti non sono oggetto di comunicazione a terzi, fatta salva la possibilità che i dati siano conoscibili da soggetti che intervengono nella procedura di gestione delle attività opportunamente individuati ed eventualmente designati come Responsabili del trattamento.

Ai soggetti interessati sono riconosciuti i diritti di cui all’art. 7 del citato Codice, in particolare, il diritto di accedere ai dati personali che li riguardano, di chiederne la rettifica, l’aggiornamento e la cancellazione, se incompleti, erronei o raccolti in violazione di legge, nonché di opporsi al loro trattamento per motivi legittimi rivolgendo la richiesta alla Casa Testori Associazione Culturale (info@casatestori.it) come Titolare.

MACBETTO o la chimica della materia

5 marzo 2019 al 10 marzo 2019, Olinda-Ex O.P. Paolo Pini – Milano
olinda.org/teatrolacucina/

Trasmutazioni da Giovanni Testori

MACBET Roberto Magnani
LEDI MACBET Consuelo Battiston
LA STREGA Eleonora Sedioli

ideazione, spazio, costumi e regia Roberto Magnani
musica Simone Marzocchi
coreografia Eleonora Sedioli
tecnica
Luca Pagliano
clavicembalo Chiara Cattani
realizzazione scene Masque Teatro; squadra tecnica Teatro delle Albe/Ravenna Teatro: Danilo Maniscalco, Fabio Ceroni, Luca Pagliano; Antonio Barbadoro
cura video Alessandro Renda
foto di scena Enrico Fedrigoli
organizzazione Francesca Venturi, Ilenia Carrone
ringraziamenti Giuseppe Frangi, Sabrina Fiore, A.N.G.E.L.O., Maria Rossini
coproduzione Teatro delle Albe / Ravenna Teatro, Masque Teatro, Menoventi / e-production

Dal sito del Teatro delle Albe:
L’intenzione di lavorare sul Macbetto di Giovanni Testori nasce dalla volontà di proseguire una particolare ricerca rivolta agli aspetti musicali della lingua teatrale. Il percorso, cominciato con E’ bal, poemetto in versi in dialetto romagnolo del poeta Nevio Spadoni, si inscrive nella storia del Teatro delle Albe segnata dalla visione artistica di Ermanna Montanari e Marco Martinelli, che dello stesso autore hanno messo in scena Luṣ e L’isola di Alcina.

Scriveva Borges a proposito di Dante: “… quando leggiamo versi davvero straordinari, davvero buoni, tendiamo a farlo ad alta voce. Un buon verso non si lascia leggere a bassa voce o in silenzio. Se ci riusciamo non è un verso efficace: il verso esige di essere declamato. Il verso non dimentica di essere stato un’arte orale prima di essere un’arte scritta, non dimentica di essere stato un canto”.

Non a caso Testori, altro autore caro alle Albe (si ricorda A te come te, lettura scenica per la voce di Ermanna Montanari, 2013), per la scrittura del Macbetto attinge più da Verdi che da Shakespeare. La lingua che Testori inventa per questo testo ha una musicalità interna molto forte che sembra suggerire il ritmo ossessivo dei cori delle streghe dell’ opera verdiana, e possiede entrambi gli andamenti contrastanti dell’Overture: la furia guerresca e lo sdiliquio amoroso. Il Teatro esige una propria lingua, che io cerco diversa e lontana da quella del quotidiano, e la lingua che Testori offre alla scena affascina proprio in quanto invenzione. Testori consegna in Macbetto una lingua poetica che si fa canto.

A partire dal testo originale si è operata una riduzione, ricavandone solo tre figure, espungendo dunque il Coro e omettendo l’ambientazione della chiesa sconsacrata. Sarà il Teatro in sé a diventare una specie di chiesa s-consacrata, mentre alcune parti del Coro verranno ridistribuite ai tre personaggi principali: Macbet, Ledi Macbet e la Strega. Le tre figure sembrano dettare un continuo e ciclico movimento di generazione vicendevole, come se fossero, ciascuna, una e trina. Tramite un parto defecatorio, Macbet genera la Strega, legata indissolubilmente alla Ledi (sanno le stesse cose: hanno la stessa voce o sono proprio la stessa persona?). Nel finale Macbet vorrebbe, se non proprio scomparire, quanto meno rientrare nell’utero della donna, come se fosse quello della sua stessa madre, mentre la Strega, sempre nel finale, viene reincorporata non più dentro Macbet, che l’aveva generata, ma nel ventre della Ledi cui spetterà l’atto conclusivo. Il maschile e il femminile sono in continua discussione, scambio, mutazione.
D’altronde c’è un Eros nero nel testo, un Eros rovesciato nella sua parte oscura, malata, ossessiva: un priapismo che passa dall’uomo alla donna. Eros e Priapo di Gadda sembra essere allora il libro segreto che soggiace al testo, la traccia nascosta nel fondo del fondo più nero di questo infernale Macbetto testoriano.
Un incessante interrogarsi sul potere e sulla sessualità del potere – “Il Poteraz” – sul sesso come strumento di potere, tema quanto mai attuale nell’era del Pop Porno.

Il testo, greve e impuro, è imbevuto e lordato di ogni possibile liquido corporale: feci, sangue, sperma, urina. Macbetto è infatti un’opera materica, biologica, un farsi e disfarsi continuo che richiama le ragioni profonde del teatro stesso, essendo quest’ultimo, appunto, biologia. Ricorre quindi un continuo sporcarsi (il pensiero va ad artisti come Olivier de Sagazan o Paul McCarthy, che saranno fonti d’ispirazione per l’allestimento scenico), ma contrastato dalla tensione tutta verticale a cui si aggrappa il personaggio di Macbet, soprattutto nei dialoghi diretti con colui che sembra sovraintendere a ogni cosa, lo Scrivano “creatore di me e di questa lingua porcellenta e falsatoria”.

La medesima impurità caratterizzerà la relazione tra gli interpreti dello spettacolo. I tre attori-performer, provenienti da teatri e percorsi diversi, dovranno cercare la difficile intonazione di tre strumenti differenti, dell’unirsi restando disuniti, dell’amalgamarsi restando se stessi, per inquinarsi a vicenda preservando e facendo anzi esplodere la precisa identità di ciascuno. Intendo insieme cercare quell’accordo alchemico di diverse e peculiari lingue sceniche appreso in venti anni di bottega al Teatro delle Albe.
Roberto Magnani

date:
14 settembre, Forlì Festival Crisalide arti dinamiche del presente
27 settembre 2018, Teatro Nuovo – Treviglio,
teatrodesidera.it
dal: 2 ottobre 2018 al 20 ottobre 2018, Pausa: 4, 8, 11, 15 ottobre, Teatro Rasi – Ravenna
teatrodellealbe.com
dal: 5 marzo 2019 al 10 marzo 2019, Olinda-Ex O.P. Paolo Pini – Milano
olinda.org/teatrolacucina/
dal: 2-3 aprile 2019, Teatro delle Passioni – Modena
modena.emiliaromagnateatro.com

CONTEXTO 2018. GENER-AZIONI

A cura di Davide Dall’Ombra
Edolo (BS)
14 Luglio – 9 Settembre 2018

Roccia, fiume, valle, passo, paese, casa: ARTE. Nel 2018 è giunta alla quarta edizione la manifestazione artistica Contexto, per mezzo della quale la città di Edolo è stata invasa, per quattro anni di seguito, dall’arte contemporanea.
Si tratta della terza puntata svoltasi sotto la direzione artistica di Casa Testori, per la quale il curatore Davide Dall’Ombra ha pensato a nuovi artisti, a una differente dislocazione degli interventi e a un tema cui dar corpo. La mostra si è infatti interrogata sul tema delle GENER-AZIONI, intese come luogo di passaggi di testimone, di eredità culturali che si tramandano, ma anche come atti che danno vita a qualcosa di nuovo, di bello e utile per tutti.

IL PALAZZO DEGLI ARTISTI DAGLI 11 AI 60 ANNI

Il cuore della città si apriva al pian terreno di uno dei palazzi più belli di Edolo. 12 artisti di tre generazioni, attraverso pittura, disegno, video-arte, scultura e installazione, fornivano uno spaccato della produzione artistica contemporanea. I sorprendenti d’après degli allievi (11-13 anni di età) dell’artista Rossella Roli erano esposti in apertura per porre l’interrogativo sul concetto stesso di bellezza e rappresentazione, oltre che, naturalmente, sulla responsabilità educativa e il rapporto con i propri padri. Dal figurativo alla scultura, si arrivava attraverso le forme opposte e formalmente complementari dei cuscini in resina di Giorgio Brina & Simone Novara e delle sorprendenti cere di Fabio Roncato. Un ragionamento sugli strumenti dell’arte che procedeva con le tele cariche d’intromissioni materiche di Elisa Carutti, ma anche con le video animazioni e i cartoni incisi utilizzati per costruire il proprio immaginario poetico da Danilo Sciorilli ed Enrico Cattaneo. Edolo si faceva miniera di dettagli preziosi per la fotografa Elena Canavese e non poteva mancare una salutare messa alla prova della pittura figurativa, grazie all’opera di Dario Maglionico Annalisa Fulvi. Chiudeva il Palazzo degli artisti un trittico di tre donne, di tre diverse generazioni: dalla grande installazione su Chernobyl dell’ucraina Daria Romanenko, passando per il video sulla tensione e l’affidamento dell’albanese Silva Agostini, approdando alle bombe a uncinetto di Laura Morelli, inquietanti e struggenti insieme.

TRE PROGETTI SPECIALI PER TRE LUOGHI STORICI

La Palazzina Liberty,posta a fianco della stazione, ha presentato al pubblico la “scuola” di un importante architetto edolese, viennese di adozione: Franco Fonatti. È spettato a lui interpretare il tema della Gener-azione grazie alla metafora del ponte: un ponte fisico, progettato per la città di Venezia, e un ponte metaforico verso la creatività emergente, rappresentato dai dieci progetti dei suoi allievi più talentuosi.
Le Prigioni, luogo fortemente suggestivo che trasmette intatta tutta la propria storia di sofferenza, sono state affidate alla cooperativa sociale Il Cardo, che dal 1988 si occupa di disabilità ed educazione, e trasformate nel luogo di massima gioia e vita, grazie a laboratori, incontri, ascolti musicali e workshop, per bambini, disabili e cittadini tutti.
Il palazzo della Biblioteca, palazzo storico Edolese centro d’incontro tra i giovani e i maestri di ogni generazione, ha spalancato l’orizzonte della città al mondo, grazie alla mostra fotografica di Andrzej Bargiela, dedicata al popolo vietnamita.

UNO SGUARDO (D)ALLA CITTÀ

L’intervento di Alberto Montorfano è consistito in un’opera d’arte pubblica che ha mostrato i volti di decine di edolesi, scelti a rappresentanza degli occhi di tutti i cittadini: fotografati, ritratti, stampati e affissi sui tabelloni elettorali, hanno invaso la piazza principale della città con il proprio sguardo partecipe e partecipato.
L’intervento di Maria Teresa Ortoleva, giovane artista londinese d’adozione, posto sul poggiolo davanti alla parrocchiale di Santa Maria Nascente che domina la città, ha trasformato con la sua installazione il punto di vista del visitatore, mediando lo scenario urbano e montano con il tracciato del sogno.

IMG_3209
IMG_3231
IMG_3235
IMG_3238
IMG_3297
IMG_3318
IMG_3354
IMG_3315
IMG_3352
IMG_3300
IMG_3305
IMG_3304
IMG_3312
IMG_3248
IMG_3245
IMG_3289
IMG_3268-2
IMG_3322
IMG_3319
IMG_3228
IMG_3226
IMG_3286-2
IMG_3251
IMG_3597
IMG_3586
IMG_3539
previous arrow
next arrow

LA COMMEDIA DEGLI ERRORI

29 Giugno 2018

Spettacolo finale del lavoro fatto da 15 ragazzi del Liceo Artistico Statale Lucio Fontana di Arese, all’interno del progetto PON di alternanza scuola lavoro Fare, conoscere, comunicar(T)e.
Sotto l’attenta ed esperta guida di un attore, Andrea Carabelli e di un artista, Emanuele Dottori, i ragazzi si sono cimentanti sul tema dell’identità, realizzando opere che rispecchiassero il tema affrontato in maniera personale.
Il lavoro teatrale si è concentrato su un testo frutto della riscrittura drammatizzata della commedia shakespeariana The comedy of errors. Il nucleo narrativo è lo scambio di persona dovuto alla somiglianza perfetta di due gemelli e ai conseguenti equivoci che ne nascono. Il percorso teatrale ha svolto dunque il tema della diversità nell’identità e della maschera teatrale.

Ritratti miei di me

Presentazione a Bookcity 2018  – 18 novembre 2018, ore 12:30
Con Giuseppe Frangi, Renzo Martinelli, Francesca Garolla e Federica Fracassi
Piccolo Teatro Strehler, scatola magica, Largo Greppi, 1, 20121 Milano MI,

Il 6 giugno alle 20:45, presso Teatro i, dopo la recita dello spettacolo Erodiàs, si terrà la presentazione del volume Ritratti miei di me, pubblicato da Casa Testori, curato da Giuseppe Frangi, con un’introduzione di Maurizio Porro. Il libro raccoglie i materiali del percorso testoriano realizzato da Teatro i tra 2016 e 2018, tra spettacoli, incontri e approfondimenti.

Il libro, corredato da una scelta di fotografie degli spettacoli di Lorenza Daverio e Laila Pozzo, raccoglie le riflessioni e diari di lavoro dei tre direttori artistici di Teatro i (Renzo Martinelli, regista, Francesca Garolla, dramaturg, e Federica Fracassi, attrice) che hanno dedicato allo scrittore di Novate tre produzioni teatrali: Tre lai, Erodiàs e Gli angeli dello sterminio.

All’interno del volume si possono inoltre trovare le trascrizioni degli incontri con artisti e intellettuali tenuti a Teatro i durante la programmazione degli spettacoli testoriani nella stagione 2016 e 2017. Il ciclo di incontri aveva come titolo “En corps… Testori, ancora” e ha visto la partecipazione di Giovanni Agosti, Sandro Lombardi, Franco Branciaroli, Gianfranco De Bosio, Luca Doninelli, Andrée Ruth Shammah e Alessandro Bertante.  

Persona – Filippo Berta e Christian Fogarolli

Domenica 24 Giugno, ore 18.00
Presenteremo i cataloghi delle prime due mostre della serie Pocket Pair, “Iscariotes” con Matteo Fato e Nicola Samorì e “Persona” con Filippo Berta e Christian Fogarolli.
Saranno presenti artisti e curatori

——-

Casa Testori presenta PERSONA di Filippo Berta e Christian Fogarolli,
un progetto espositivo a cura di Carlo Sala.
è il secondo appuntamento della rassegna Pocket Pair, che occupa il piano terra della dimora natale di Giovanni Testori.
La mostra è concepita come un dialogo tra i due autori per indagare il rapporto tra l’individuo e la società contemporanea, con particolare attenzione alle varie forme di normatività che tendono a omologare il singolo e a incasellarlo in rigidi schemi. Punto di partenza del progetto, composto da una pluralità di mezzi espressivi come fotografie, sculture, installazioni, opere video, sono state alcune note biografiche del padrone di casa, Giovanni Testori.

Nel lavoro di Filippo Berta è la messa in scena di piccoli gesti quotidiani a far emergere la conflittualità e le tensioni insiti nel rapporto tra uomo e società. La serie di video e fotografie è l’esito di performance collettive dove azioni all’apparenza banali assumono un valore allegorico per smascherare il conformismo diffuso: nel dittico Just One (2017) il manto di lana di una pecora – bianco, di una bellezza uniforme – è tosato per allestire un elogio dell’imperfezione. Il tema del fallimento diviene metaforico in lavori come Allumettes 2 (2013), Forma perfetta (2017) o Sulla retta via (2014): quest’ultimo presenta un gruppo di persone che tenta di camminare in fila indiana seguendo il fugace confine tra la terra e il mare definito dalle onde. Una linea che si spezza continuamente evidenzia così l’impossibilità per l’uomo di trovare un equilibrio tra la sua primigenia natura emotiva e l’aspetto razionale necessario all’adesione al corpo sociale. In Déjà vu (2008) la sfida apparentemente ludica del tiro alla corda tra sei coppie di gemelli porta a una riflessione sulla competitività insita al nostro vivere.

Christian Fogarolli, ripercorrendo il rapporto tra arte e discipline scientifiche, indaga il sottile confine tra normalità e devianza insieme al carattere arbitrario delle relative categorizzazioni. Quest’aspetto è particolarmente evidente nel lavoro Leaven (2017), composto da una teca contenente i manuali pubblicati negli Stati Uniti dal 1952 al 2015 per classificare le malattie mentali che rendono palese come, negli ultimi cinquant’anni, un ristretto gruppo di studiosi ha determinano il concetto (assai mutevole) di “normalità” per l’intero genere umano. L’immaginario scientifico si riverbera in vari lavori: dalla scultura Midólla (2017) che trasferisce analogicamente sul marmo un’immagine di inizio Novecento raffigurante il midollo spinale di un malato mentale a Placebo (2018), giocata sulla relazione tra naturale e artifizio, fino a Misura di prevenzione (2017), una installazione che ricorda lo strumento della livella ad acqua usata fin dall’antichità, figurando così il concetto di squilibrio chimico, oggi considerato alla base di alcuni disturbi mentali. Infine, la scultura Loose (2017), dove lo spettatore deve relazionarsi con l’opera per riuscire pian piano a cogliere l’immagine-identità che emerge da un gioco di rifrazioni in una superficie specchiante.

In occasione della mostra, gli autori propongono due lavori inediti sulla base delle suggestioni ricevute dal luogo e dal pensiero testoriano. Christian Fogarolli, nella nuova opera del progetto Stone of madness (2018), si rifà alle credenze di area nordeuropea del tardo Medioevo e Rinascimento (ma anche presenti nella civiltà preistoriche) che imputavano le devianze comportamentali, come follia o stranezza, alla presenza di una pietra nel cranio umano. Il lavoro è composto dalla fotografia analogica di un encefalo con una pietra incastonata al suo interno, una fluorite, che modifica il proprio tono cromatico grazie all’intervento dello spettatore invitato a interagire con uno strumento a luce ultravioletta.
Filippo Berta presenta la performance inedita A nostra immagine e somiglianza #2 (2018), secondo capitolo di un trittico che indaga la reazione tra l’individuo e le norme imposte dalle convenzioni sociali e dai dogmi religiosi. Nel corso dell’azione un feticcio-idolo viene usato in modo ludico come un qualsiasi oggetto domestico.

Sabato 9 giugno alle 18.00 durante il vernissage il piano sotterraneo di Casa Testori ospiterà la performance inedita di Filippo Berta A nostra immagine e somiglianza #2.

DORFLES – TESTORI. MATTI

A 40 anni dalla Legge “180”. Un omaggio a Franco Basaglia
A cura di Davide Dall’Ombra e Fabio Francione
Casa Testori
20 Maggio – 1 Luglio 2018

In occasione dei 40 anni di una delle più celebri leggi italiane, la “180” del 13 maggio 1978, nota anche come “Legge Basaglia” dal nome del suo creatore, Casa Testori ha reso omaggio a Franco Basaglia, personaggio che, per primo in Italia, decise con gesto contraddittoriamente intriso di senso civico e passione intellettuale di abbattere i cancelli e aprire le porte dei manicomi. 
Casa Testori, dando voce all’importante ricorrenza in modo inedito e traversale, ha inteso omaggiare sia la legge sia il suo fautore allestendo una mostra che, solo in apparenza, può sembrare lontana dall’epicentro della battaglia politico-istituzionale di allora, ma che in realtà cerca, attraverso il doppio confronto Gillo Dorfles – Giovanni Testori, di comprendere il pensiero basagliano e le ragioni che lo mossero a intraprendere una delle più grandi rivoluzioni del Novecento.
In tal senso, Dorfles – Testori. Matti. A 40 anni dalla Legge “180”. Un omaggio a Franco Basaglia, a cura di Fabio Francione e Davide Dall’Ombra, cortocircuita le generose utopie di Franco Basaglia utilizzando le esperienze di vita e di arte sia di Gillo Dorfles sia di Giovanni Testori, che, a distanza di circa un quarantennio l’uno dall’altro, volsero la loro attenzione alla follia, andando a dipingere uomini e donne che la malattia mentale aveva reso vulnerabili e sofferenti. 
Dorfles, negli anni della sua specializzazione in psichiatria alla fine degli anni Trenta, disegna e tratteggia la malattia mentale dopo aver subito il fascino diretto degli abitanti dei manicomi.
Testori, a seguito della perdita della madre, alla quale era profondamente legato, avvenuta nel 1977, rinnova il proprio modo di intere il teatro e dipinge Matterelle, lasciandosi influenzare da Gericault, dai Nuovi Selvaggi e da Varlin.
Dorfles e Testori, due artisti a loro modo “irregolari” (o interdisciplinari), hanno saputo sondare prima di altri l’esigenza di allargare a tutti il diritto di vivere una vita dignitosa e pienamente compresa nella società.

Il percorso espositivo era completato da una selezione di articoli sul rapporto arte e follia pubblicati da Gillo Dorfles sul Corriere della Sera tra il 1975 e il 2013 e da una ricognizione sui libri pubblicati da Franco Basaglia (da Cos’è la psichiatria L’istituzione negataMorire di classeCrimini di pace e tutti i maggiori libri).

_MG_1148
_MG_1150
_MG_1151
_MG_1161
_MG_1166
previous arrow
next arrow
Privacy Policy Cookie Policy