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Giorno 6 – IL RAZZO DELL’UNIVERSO

Anci… nuovo giorno nuovo viaggio ? 
Papà, costruiamo un razzo , il razzo dell’universo , e poi voglio andare nello spazio intero . 
Ma quanto grande le chiedo. 
Un razzo che posso guidare mi risponde . 


Questa volta ci siamo emozionati. 
Andrea Bianconi

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Giorno 5 – L’ANIMA DI BABBO NATALE

Anci … oggi dove mi porti ? 
Andiamo al Polo Nord, mi risponde, a fare visita a Babbo Natale , a parlare un po’ con lui e a regalare carotine  alle sue renne. 
Anci … e’ aprile, le dico. 
mi risponde… andiamo a trovarlo, fidati di me. 
Nel  nostro viaggio abbiamo incontrato tantissimi cuori. 

Andrea Bianconi

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Giorno 4 – LA VITA DEL LUNA PARK

Anci … 
Papà…, oggi ho una voglia fortissima di Luna Park, con la giostra delle tazze, penso che anche tu vuoi. Vero ? 
Si Anci lo voglio anche io.
Papà’… sai perché , perché quando sali nelle tazze sei come le farfalle, vai un po’ di qua e un po’ di la’ e poi ci mettiamo anche delle montagne russe così andiamo anche su e giù. 

Andrea Bianconi

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Giorno 3 – IL MONDO DEI PESCI

Anci… oggi ? 
Papà’ oggi voglio andare al mare , ma dentro al mare, sotto… dentro l’acqua, mi risponde. 
Ma quanto sotto e quanto dentro, le chiedo. 
Mi risponde: sottissimo, voglio vedere cosa vede l’acqua, l’acqua e’ riflesso dei pesci e questa storia dell’acqua la facciamo perché tutti i tipi di pesci non possono vivere senza l’acqua. E così facciamo l’oceano. 

Andrea Bianconi

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Giorno 2 – LA NASCITA DELLA PIOGGIA

Anci , il nostro viaggio continua … 
Papà voglio andare a vedere dove nasce la pioggia . Le chiedo … dove? 
Mi risponde : andiamo nella savana ad incontrare tutti gli animali , loro sanno. 
Le rispondo :  partiamo e andiamo a salutare l’elefante. 
Il nostro viaggio continua ed e’ incredibile vedere come il punto di viste delle cose può portarci in posti incredibili. 

Andrea Bianconi

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Giorno 1 – LA VITA DELLE NUVOLE

“Anci – così chiamo mia figlia – dove andiamo oggi?”
Mi risponde … “voglio fare il giro del mondo”.
“Da dove partiamo” le chiedo. 

“Da Vicenza – mi risponde – dallo scivolo del parco giochi e poi andiamo a trovare il sole con tutte le nuvole.
E poi andiamo a salutare tutti gli abitanti delle nuvole”.
Abbiamo lavorato tre giorni, disegnando, tagliando, costruendo nuvole e ho scoperto che una nuvola può essere un lago per un’oca ed anche per una pecora.
Continueremo questo viaggio alla scoperta di altri mondi per incontrare il sole.

 Andrea Bianconi

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L’ULTIMO AVVERTIMENTO

Nell’ultima stanza, concludeva la mostra un’opera inedita (Don’t believe the hype, 2018), articolata in quattro diorami, posti sulle basi e alle pareti. Questa volta i piani prospettici erano affidati ad altrettante lastre di vetro, sovrapposte e scorrevoli a mutare gli assetti possibili. Ciascun teatrino era dedicato a un’opera di celebri artisti contemporanei (Wim Delvoy, Damien Hirst, Maurizio Cattelan e Katarzyna Kozera), esemplificativi non solo della loro poetica personale, ma anche del variegato mondo che inevitabilmente è chiamato a tesserne il contesto sociale, oltre che culturale. Urso ci mette in guardia, non dalle contaminazioni, così strutturali per il suo stesso lavoro, ma dall’accontentarsi di un mondo bidimensionale e di un approccio timido all’arte. Occorre sporcarsi le mani. Astenersi perditempo.

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LA CAMERA (PRIVATA) DI TESTORI

Attraversato il corridoio, si entra nella stanza di Testori da ragazzo. Una camera destinata a contenere le opere che la madre non avrebbe accettato in giro per la casa, tappezzata di dipinti frutto degli studi, del mercato e del collezionismo di Testori. I nudi accademici da Testori attribuiti a Géricault e Courbet, documentati da una serie di scatti di Giacomo Pozzi Bellini come quello esposto a parete, hanno ispirato l’opera di Andrea Mastrovito (1978) realizzata esclusivamente scolpendo il muro e facendo emergere gli strati di intonaco e pittura accumulati negli anni.

Non poteva esserci collocazione più pertinente per questo lavoro di Alex Urso, Musée de l’Oubli – Eight collages by Monsieur G. (2014), nato dal ritrovamento in un mercatino di Varsavia di un nucleo di collage, datati 1979 e firmati da un misterioso artista francese, restaurati e incorniciati da Urso. Una sorta di ready-made archeologico, conseguente all’incredibile scoperta di un antenato del collage e del rapporto necessario con l’arte del passato.

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NELLA TERZA STANZA

Untitledfa parte della serie del 2017 Welcome to the Jungle, comprendente 3 collage di dimensioni 40 x 60 cm ciascuno. I lavori mirano a rappresentare il sistema dell’arte come “giungla”, nel quale l’artista è chiamato a districarsi, con particolare attenzione al luogo istituzionale per eccellenza, il museo, quale tempio artistico che simboleggia tutta la fame e il desiderio di successo di un giovane autore, rappresentandone la massima ambizione. Nei tre collage sono rappresentati rispettivamente Guggenheim (New York), National Gallery (Londra) e Maxxi (Roma), immersi in uno scenario naturale. Tutt’intorno sono presenti ritagli di persone estratte da foto raffiguranti il pubblico di un museo. L’idea era quella di riflettere, non senza ironia, sul ruolo dell’istituzione museale, sul suo fascino e sulla sua potenza seduttiva.

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NELLA SECONDA STANZA

Un dittico rappresentava un dialogo tra Urso e alcuni tra gli artisti più rilevanti della tradizione
polacca. Si trattava di un omaggio personale da parte dell’autore ad alcune figure chiave della cultura locale, conosciute e studiate da Urso durante gli anni del suo soggiorno a Varsavia.

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