Daniela Peracchi, LEGGERO LEGGERO

«In Leggero leggero, in cui seppellisco mia madre di foglie, la risoluzione del video è tremendamente bassa. Per me non era importante fare un video in cui fosse pulita l’immagine, in cui si vedessero tutti i dettagli, perché volevo che rimanesse l’impressione di un’azione quotidiana». Ma cosa può esserci di quotidiano nel coprire, fino a farla scomparire, la propria madre di foglie? È una metafora, certamente, un’immagine in cui la madre si presta a lasciarsi invadere dalla tenacia e poesia della figlia. Coprire vuol dire, allo stesso tempo, proteggere per custodire, ma anche nascondere fino ad annullare. In certi momenti della vita, crescere ha voluto dire cancellare la propria madre, in altri riguardarla, in altri proteggerla. Lo sappiamo bene. Torna – e ritornerà ancora – uno dei temi cardine di questo Contexto: il rapporto tra generazioni, tra padri, madri e figli. Un rapporto che ci appartiene, che non è mai uguale nel tempo e che ciascuno deve riguadagnarsi. 

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L’OPERA

Leggero leggero, video, 08:54, 2011

Contexto 2017

Posted on: 31 Marzo 2020, by : Alessandro Frangi