Se la realtà non è solo un fotogramma

15,00

IL CATALOGO DELLA MOSTRA:
Se la realtà non è solo un fotogramma
A CURA DI Alessandro Castiglioni

88 PAGINE
FORMATO 17×24
IMMAGINI A COLORI
Italiano / Inglese

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Catalogo della mostra: Se la realtà non è solo un fotogramma, è tratto da un saggio di storia dell’arte di Giovanni Testori del 1983. È un titolo che sintetizza il senso di questo progetto partecipato tra curatore e artisti e immaginato con l’obiettivo di mettere in luce un preciso metodo di produzione che li accomuna. Un metodo che si basa sulla convinzione che “la storia non sia solo lo studio del passato ma soprattutto un esercizio etico sul presente”.

L’Italia fascista e colonialista, il Secondo Dopoguerra e la rapida trasformazione industriale che amplifica le differenze tra centro e periferia, lo scontro ideologico tra blocco democristiano e comunista, lo sviluppo urbanistico di Milano e il conflitto di classe, critica d’arte e impegno civile: dalle suggestioni dei primi romanzi e testi critici di Testori nasce il progetto di Alessandra Ferrini e Jacopo Rinaldi, appositamente pensato per lo spazio di Novate Milanese.

Il progetto si struttura così come intreccio di due mostre monografiche che alternano i lavori di degli artisti con l’idea di attualizzare e fornire nuovi spunti di riflessione intorno a ricerche storico-critiche dedicate a Testori e alla cultura italiana del Secondo Dopoguerra. In questa prospettiva, la poetica di Testori diviene un elemento di una costellazione storica più ampia, oggetto di riconsiderazioni e analisi, sovrapponendosi, per esempio, con i lavori di ricerca dedicati alla rilettura di vicende coloniali e fasciste, la storia di Giovanni Pirelli o l’archivio di Harald Szeemann, per fornire spunti inediti sulla rilettura del recente passato e discutere sulle capacità dell’arte contemporanea di raccontare il presente attraverso la rilettura “perfomativa” di materiale storico e archivistico.

Nelle parole del curatore Alessandro Castiglioni, “questo progetto può essere dunque letto come una considerazione allo stesso tempo estetica e storico-critica che mette in discussione e suggerisce pratiche e sguardi su di un fare arte plasmato dalla consapevolezza di quanto la storia, non sia solo uno studio del passato, ma anche (e soprattutto) un esercizio etico del presente”.