MARINA ABRAMOVIĆ. ESTASI

Un progetto di Casa Testori
A cura di Giuseppe Frangi
Prodotto da Vanitasclub
Milano, Cripta San Sepolcro, 18 Ottobre – 31 Dicembre 2019
Modena, Teatro Anatomico, 8 Marzo – 30 Giugno 2020
Napoli, Castel dell’Ovo, 18 Luglio 2020 – 17 Gennaio 2021

DA TERESA A MARINA, LE RAGIONI DI UNA MOSTRA
Giuseppe Frangi

È un percorso emozionante e coinvolgente quello che viene proposto ai visitatori attraverso questi tre video di Marina Abramović. Si tratta di un ciclo che viene presentato nella sua interezza proprio per restituire quella dimensione di “cammino” che l’artista ha voluto vivere con le sue performance nelle cucine di quello che per 41 anni, tra 1955 e 1996, è stato un grande convento di suore clarisse, che si erano prese cura di bambini rimasti orfani. È un percorso che prende avvio da una meditazione sulla finitezza della vita, con le mani tremanti di Marina che sfiorano un teschio in gesso, passa attraverso un terremoto interiore che scuote il pentolino di latte tra le sue mani e approda a quella formidabile icona finale dell’artista che si solleva, braccia e gambe a formare quasi una croce, sopra lo spazio dell’antica cucina ancora perfettamente allestita. 
Marina Abramović in questo luogo che era stato vissuto da suore che seguivano la regola di Santa Chiara, si mette in relazione con un’altra grande figura del cattolicesimo, Santa Teresa d’Avila. L’interesse dell’artista nei confronti questa santa nasce, come lei stesso ha spiegato, dall’intensità della sua esperienza spirituale; un’esperienza scoperta grazie alla lettura dell’Autobiografia, un diario della propria vita interiore, che Teresa scrisse nel 1562 sotto la direzione del suo confessore, Pedro Ibáñez. […] Marina Abramović è stata profondamente colpita al punto di ritagliarne addirittura degli stralci da sovrapporre ai suoi scritti personali. 
Marina Abramović ha sempre chiarito che questo suo mettersi fisicamente sulle tracce delle esperienze spirituali documentate da Teresa, non ha nulla di confessionale: è l’energia interiore l’aspetto che più le interessa, al punto di disporsi a riviverla attraverso queste tre performance realizzate nel 2009 e documentate, con grande rigore e precisione, dai video. 
Naturalmente l’idea di proporre The Kitchen nella sua interezza ha a che vedere con la natura del luogo in cui l’opera è allestita: siamo in uno spazio contiguo alla Cripta di San Sepolcro, le cui origini risalgono all’XI secolo, oggi tornata a splendere grazie ad un provvidenziale e riuscitissimo restauro. La Cripta con la sua atmosfera profonda e raccolta, con la grazia dei suoi motivi architettonici e decorativi è un contesto di rara intensità emotiva, un’isola preziosa nel cuore frenetico della Milano di oggi. Per questo il percorso di The Kitchen trova un suo completamento esperienziale nell’addentrarsi silenziosamente negli spazi così densi di spiritualità della Cripta. È un collegamento che mette a tema un’altra interessante sfida che proposte come questa (e come quelle che l’hanno preceduta, con i video di Bill Viola e di Michelangelo Antonioni e l’Ultima Cena di Andy Warhol) vogliono lanciare: è l’idea che tra arte contemporanea e luoghi della fede si possa intessere un dialogo, interessante e vitale, al di là delle rispettive storie ed appartenenze. È un dialogo non accademico ma esperienziale, e che quindi finisce con il coinvolgere anche i visitatori che vistando questa mostra sono chiamati a vivere una vera esperienza.

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MILANO

Marina Abramović. Estasi” propone al pubblico tre video dalla serie The Kitchen, realizzati dall’artista come omaggio a Santa Teresa d’Avila, nella suggestiva sede della Cripta San Sepolcro.
Curata da Casa Testori e prodotta da Vanitasclub, gestore della Cripta San Sepolcro, in collaborazione con la Veneranda Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana, la mostra ha riscosso un grande successo presso la sede milanese, per poi fare tappa in altri due luoghi affascinanti: il Teatro Anatomico di Modena e Castel dell’Ovo a Napoli. 

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MODENA

Seconda tappa della mostra è stata il Teatro Anatomico di Modena, luogo affascinante segnato dalla memoria della funzione svolta per tanti anni: i corpi oggetto degli studi da parte dei medici segnano ancora nella concretezza delle strutture lo spazio. 
Marina Abramović, con i suoi video, innesta in questo contesto una riflessione che ci porta a ricordare come quei corpi fossero anche “anima”. Nella visione finale, con la performance Levitation, assistiamo a una indimenticabile ed emblematica liberazione proprio al di sopra del tavolo dove i corpi venivano adagiati e studiati.
La mostra modenese è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Modena.

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NAPOLI

Con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli, la mostra è giunta nella sua meta finale: Castel dell’Ovo a Napoli
Tra i simboli per eccellenza del capoluogo campano grazie alla sua pozione, il più antico castello di Napoli ha accolto nella Sala delle Carceri l’arte della madre della performance art, Marina Abramović, artista che ha una lunga familiarità con questa città, dove a 46 anni aveva tenuto la storica performance Rhytm 0 alla Galleria Studio Morra.