STANZA 1 – IN SALA DA PRANZO

La mostra si apre con la scultura Loose (2017) di Christian Fogarolli che invita il fruitore a relazionarsi con l’opera per riuscire pian piano a cogliere l’immagine-identità che emerge da un gioco di rifrazioni su una superficie specchiante. L’immagine fotografica di archivio, di cui l’autore si è appropriato, riemerge per frammenti sotto la superficie informe del piombo e la sua visione richiede pazienza e perizia, mettendo in scena simbolicamente un andare oltre una prima osservazione retinica delle apparenze, per aprirsi alla scoperta dell’altro e delle sue peculiarità — gesto che ben riassume molti temi dell’esposizione. La scultura si relaziona con la fotografia Déjà vu (2008) di Filippo Berta, dove vediamo inscenata la sfida apparentemente ludica del tiro alla corda tra sei coppie di gemelli che porta a una riflessione sulla competitività sottesa alla nostra esistenza: un ritorno metaforico al Bellum omnium contra omnes dove si combattono persone con il medesimo corredo genetico. In questo, come nella maggior parte dei lavori dell’autore, è la messa in scena di piccoli gesti quotidiani a far emergere la conflittualità e le tensioni insite nel rapporto tra uomo e società. La serie di video e fotografie dell’autore che si succedono in mostra sono l’esito di performance collettive dove azioni all’apparenza banali assumono un valore allegorico per smascherare il conformismo diffuso nel nostro vivere.

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LE OPERE

Christian Fogarolli, Loose, 2017, stampa a pigmenti su piombo lavorato a mano, specchio spia
Filippo Berta, Déjà vu, 2008, performance, Photo Print Diasec©

Posted on: 30 Marzo 2020, by : Alessandro Frangi
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