MARADAGÀL

Jacopo Rinaldi 

Il grande salone di Casa Testori viene trasformato da Jacopo Rinaldi in una serra piena di piccole piante tropicali. Questa installazione ha diverse chiavi di lettura che superano quello che a prima vista sembra un semplice interesse botanico. Il primo piano interpretativo ha a che vedere con il titolo del lavoro Maradagàl: si tratta del nome del paese immaginario in cui Carlo Emilio Gadda situa il suo romanzo La cognizione del dolore (1963). Maradagàl è un luogo inventato ma anche una ricostruzione fittizia della Brianza fascista degli anni Venti e un’aspra critica all’indolente società borghese italiana di quegli anni. In questa prospettiva le piante scelte da Rinaldi ironizzano e mostrano criticamente la dimensione borghese della cultura milanese in cui lo stesso Testori nacque. Inoltre l’inserimento della pianta tropicale all’interno del contesto domestico, come evidenzia Penny Sparke, è esso stesso un atto decorativo coloniale, nato nell’Inghilterra vittoriana, che legittima la dimensione esotica e aspirazionale della cultura borghese – modernista.

Vi è però, nella semplicità di questa azione, un livello successivo di lettura dell’opera: le piante tropicali alludono in modo molto più specifico alla storia italiana ed entrano in relazione con il racconto di Gadda, le vicende fasciste e il passato coloniale, in modo intimo poiché le piante allestite sono di Ricinus Comunis, noto anche come ricino. 

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Maradagàl2019
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Jacopo Rinaldi, Maradagàl, 2019
Installazione ambientale: ferro, alluminio, luci led e piante di ricino

Posted on: 23 Marzo 2020, by : Alessandro Frangi
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