I CAPPOTTI. THE COATS

Jannis Kounellis
Casa Testori
21 Settembre – 10 Novembre 2019

KOUNELLIS A CASA TESTORI
Giuseppe Frangi

È una grande emozione accogliere tra le stanze di Casa Testori questo ciclo di incisioni di Jannis Kounellis, quasi un solenne inno d’addio di uno dei maggiori maestri del nostro tempo. Le 12 incisioni, su lastre di ben due metri per uno, che compongono la serie sono state realizzate nel 2014 nello studio dell’artista ad Umbertide, dove Corrado e Gianluca Albicocco, titolari di una delle più prestigiose stamperie d’arte italiane, avevano “traslocato” per l’occasione il loro laboratorio […].

Le incisioni hanno un soggetto unico: il cappotto. Sono state realizzate con la tecnica del carborundum su lastre di zinco. Il carborundum è una tecnica calcografica non molto comune, grazie alla quale non si ricorre alla morsura dell’acido o a strumenti di taglio per incidere la superficie metallica. Si utilizza invece una resina epossidica combinata con polvere di silicio, ma anche con sabbia o limatura di ferro, un’amalgama che essiccando si trasforma in materia ceramica molto dura e resistente: una materia capace di trattenere in gran parte l’impasto oleoso dell’inchiostro e trasferire quindi, con la pressione del torchio, le forme sulla superficie della carta. L’effetto finale, ben visibile in questi lavori di Kounellis, è di una granulosità intensa e drammatica, di una matericità che deflagra sul piano bianco del supporto cartaceo. Come ha scritto Roberto Budassi nel volume dedicato al ciclo di incisioni (a+mbookstore edizioni): «Kounellis sceglie consapevolmente la tecnica calcografica del carborundum perché questa gli permette di agire sull’opera senza la mediazione di alcuno strumento, di alcun altro artificio che non sia di natura fisica, di uno strumento che sia diverso dalle proprie mani, da quella forza lavoro necessaria per la genesi stessa dell’opera, al suo divenire oggetto e testimonianza attraverso l’azione generata dalla fora creativa».

Testimonianza è la parola chiave che racchiude il valore di questo ciclo del maestro greco: sulla carta troviamo impronte che condensano fisicamente non solo l’oggetto-cappotto, ma il vissuto di cui quell’oggetto è carico, di cui è portatore. Sono immagini “sindoniche”, che nella loro frammentazione, nel loro apparire e insieme lacerarsi, diventano testimonianza quasi tattile, oltre che visibile, del dolore di una stagione storica. Una testimonianza che nella dilatazione delle misure e nella libertà con cui occupa lo spazio bianco, assume una dimensione ascensionale e “gloriosa”. Una dimensione che non sarebbe certo sfuggita a Giovanni Testori. Di qui la scommessa di questa mostra: provare a tessere un dialogo postumo tra due grandi protagonisti che a diverso titolo hanno lasciato un sego profondo nella cultura e nella vita italiana del secondo ‘900. Un dialogo che avviene tra immagini e parole.
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LA MOSTRA

Cappotti sono una delle ultime opere del maestro dell’arte povera: 12 incisioni al carborundum realizzate con la collaborazione della Stamperia d’arte Albicocco di Udine. 
Dopo essere state esposte a Roma nel 2017 a Palazzo Poli, sede dell’Istituto centrale per la Grafica, e a Parigi alla Galleria Lelong, la serie completa delle incisioni è arrivata a Casa Testori in un dialogo postumo con i versi di Giovanni Testori, che hanno fatto da accompagnamento alle opere. Un incontro che è mai avvenuto e che è stato così proposto, nella convinzione che queste immagini “sindoniche” di Kounellis avrebbero certamente affascinato Testori.

Kounellis
AML
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Posted on: 26 Agosto 2019, by : Alessandro Frangi
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