Un raccolto di consolazione

Opere di Francesco Fossati e Carlo Steiner
Con tre disegni di Giovanni Testori
A cura di Elisa Del Prete

Casa Testori
10 aprile/18 maggio 2024

Apertura speciale giovedì 25 aprile dalle 14.30 alle 19.30 e visita guidata con Giuseppe Frangi sabato 27 aprile alle 15!

In occasione di Art Week 2024 Casa Testori presenta Un raccolto di consolazione, un progetto espositivo che mette in dialogo le ricerche dei due artisti Francesco Fossati e Carlo Steiner, che hanno in comune l’utilizzo di materiale fungino. Da un lato le sculture di Francesco Fossati sono ottenute da un substrato che si usa per la coltivazione dei funghi, dall’altro le opere pittoriche di Carlo Steiner adottano le spore come elemento cromatico. A cura di Elisa Del Prete, la mostra si completa con l’esposizione di tre disegni inediti dalla serie Funghi che Giovanni Testori realizza nel 1978. 

Nelle sculture di Fossati i blocchi di substrati sollecitati perché si sviluppino funghi e micelio vengono poi disidratati così da fermarne la proliferazione. Nelle opere pittoriche di Steiner invece le spore fungine, sottratte al loro libero propagarsi e fatte depositare su lastre di vetro o fogli di carta sono utilizzate come pigmenti e governate attraverso l’uso di stencil. Entrambi gli artisti rivolgono il proprio sguardo all’azione creatrice della natura per poi mettere in atto un gesto di controllo di essa.

Il titolo della mostra Un raccolto di consolazione suggerisce un rimando all’avventura del Marcovaldo di Italo Calvino che scopre i funghi nell’aiuola vicina alla fermata del tram in un contesto del tutto urbano in cui, dall’iniziale sorpresa che l’agire della natura desta, non può che scatenarsi poi la gara al possesso. Analogamente gli artisti attingono alla forza generativa della natura, ma senza alcun atteggiamento idilliaco nei suoi confronti, ormai del tutto lontani da uno sguardo sorpreso, sostituito invece dall’ossessione di una tecnica che ne possa garantire il controllo. Artificio e natura diventano allora impari in una gara in cui l’azione del raccolto non è fine a se stessa ma indirizzata a mettere in pratica una propria opera. 

«Mi interessava un titolo drammatico da un lato ma anche sottilmente comico», sottolinea la curatrice. «La mostra è la messa in dialogo di due pratiche artistiche che, a partire da uno sguardo curioso all’ambiente ed ecosistema fungino, in realtà aprono a riflessioni che portano altrove, al segno/disegno e alla forma come elementi compositivi, creando un certo grado di ambiguità rispetto a una relazione stretta con processi naturalmente incontrollabili che qui diventano pretesto per andare invece a parlare dell’affermarsi dell’agire artistico, oltre ogni intento romantico». 

Il progetto espositivo si completa con un public program. 

Il 4 maggio ci sarà un incontro dedicato a John Cage il grande musicista americano che proprio dalla conoscenza e dalla passione per il mondo dei funghi aveva tratto indicazioni chiave per il proprio lavoro compositivo. L’esperienza di Cage verrà presentata da Piergiovanni Domenighini, organista della Cappella Musicale della Basilica Papale di San Francesco d’Assisi e dottorando di ricerca presso l’istituto CIRIAF di Perugia,

Il 18 maggio incontro con Riccardo Blumer, architetto e designer, professore titolare all’Accademia di Architettura di Mendrisio, che presenterà La forma é necessaria, il lavoro di ricerca sulla organizzazione architettonica di strutture biologiche come funghi e muffe, fatto all’interno del laboratorio di progettazione con gli studenti dell’Accademia.

Il progetto espositivo è sostenuto da Fondazione Fiera Milano

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Fotografie di ©Alessandro Villa

Posted on: 28 Marzo 2024, by : Alessandro Frangi