Il progetto Alpina

Il progetto ALPINA nasce dall’incontro delle ricerche di Barbara De Ponti e Fabio Marullo che, parallelamente alle proprie attività artistiche, hanno deciso di intraprendere un cammino comune, un viaggio costellato da tappe e incontri che portano nuovi approfondimenti e nuovi punti di osservazione. Lungo questo percorso si è aggiunto l’apporto critico-teorico di Alessandro Castiglioni.

In questa prima fase, il team di operatori-ricercatori culturali è interessato a setacciare i fondi archivistici, raccogliere informazioni e dati scientifici in situ che daranno vita a talk e workshop pubblici e, in futuro, a opere ed esposizioni.

ALPINA è un progetto a lungo termine che nel mese di agosto 2021 è entrato nel vivo con una spedizione presso il Ghiacciaio dei Forni, il più grande ghiacciaio vallivo italiano, l’unico di tipo himalayano, in Alta Valtellina, nel settore lombardo del Parco nazionale dello Stelvio.

ALPINA compie il suo viaggio in collaborazione con Casa Testori e l’Associazione Ardito Desio nello spirito di Ardito Desio, tra i primi esploratori-geologi a studiare il Ghiacciaio dei Forni (la sua prima spedizione risale al 1938). 

Casa Testori si fa archivio della memoria per questo progetto artistico, accompagnandolo fin dai suoi primi passi. In questa teca viene esposto man mano il materiale che gli artisti stanno spedendo dalle loro esplorazioni: un archivio in divenire a disposizione degli sviluppi che prenderà il progetto.

Pubblichiamo di seguito una riflessione dell’artista Barbara de Ponti, sul tema del rapporto fra uomo e natura, oggi più che mai attuale.

Tutto dipende da come si percepisce il tempo.
Di quanto e per quanto tempo ci si sente responsabili del proprio agire.
Il tempo brevissimo dell’essere umano, dalla sua comparsa come specie a quello del singolo esemplare, non facilita la lungimiranza. Il nostro ricondurre ogni cosa ad una scala antropocentrica non aiuta, non aiuta principalmente l’infestante ma fragile Sapiens.
E’ diverso l’atteggiamento solo per chi si è formato con la più romantica tra le scienze, la geologia e le scienze della terra, e la filosofia.
Ancora una volta viene in aiuto Walter Benjamin, quando recupera da Ernest Bloch uno dei concetti cardine del suo pensiero: “Irruzione nel presente di una esigenza che viene dal passato, non nel senso di una restaurazione di ciò che fu, ma in vista di una nuova e originale esperienza del presente. Il passato, in determinate occasioni, irrompe con le sue esigenze nel presente facendolo saltare. Stiamo quindi parlando di un passato che non avrebbe esaurito le sue possibilità nel momento in cui accadeva, un passato cioè che conterrebbe una sorta di slancio verso il futuro”.
Ma non diamo ascolto a ciò che ci viene detto, in realtà sottovoce: è scomodo e faticoso, soprattutto per questa parte di mondo così viziata nel pensarsi autorizzata a sfruttare tutto e tutti che nemmeno si accorge di quanto sia cinica e tossica la comunicazione dei propri modelli di cambiamento, così esigui o addirittura conniventi con chi non desidera nessun cambiamento.
L’arte si è da sempre interessata a questioni legate alla natura del tempo, contribuendo a nuove visioni anche in altri ambiti in cui l’uomo ha posto i medesimi quesiti. E’ da tempo il momento in cui il mondo dell’arte dovrebbe prendersi e avere riconosciuta più responsabilità.

IG: @progettoalpina

Posted on: 4 Ottobre 2021, by : Alessandro Frangi