STANZA 11 – LA CANTINA

La scelta di realizzare l’anteprima del secondo capitolo del lavoro A nostra immagine e somiglianza (2018) di Filippo Berta a Casa Testori è conseguente alle suggestioni che l’autore ha ricevuto visitando il luogo e studiando il pensiero dello scrittore, tanto che l’opera vuole essere un omaggio testoriano, una sorta di “ritratto” ideale. L’azione — in corso durante il vernissage della mostra e poi esposta in forma di documentazione video —  vede come protagonista un uomo di età avanzata, a simboleggiare una persona che si pone in modo consapevole nei confronti dei sistemi normativi e di potere — secolari o morali che siano — che ne regolano la vita; a differenza del precedente capitolo, dove il feticcio sovrastava le persone, in questo caso si instaura un rapporto paritario con il performer che inizia a giocare con un rosario, facendolo girare nell’indice della mano fino a farlo volare via. L’oggetto viene così privato della sua aura e trattato come un manufatto qualsiasi: questo non vuole però essere un gesto dissacratorio, ma quello di un individuo che intende rivendicare il proprio libero arbitrio. La scelta di collocare l’azione nel piano sotterraneo, nella cantina (e non al pianterreno, dunque in continuità con il resto della mostra) discende dal voler porre in rilievo la natura privata di questo micro-gesto, che avviene così in una atmosfera rarefatta dove, tra il performer e i pochi spettatori ammessi a ogni sessione, si instaura una relazione carica di pathos. 

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Filippo Berta, A nostra immagine e somiglianza 2, 2018 – in corso , performance, HD Video 2’ 00″

Posted on: 30 Marzo 2020, by : Alessandro Frangi