IVA LULASHI

Il punto di partenza della pittura di Iva Lulashi è frequentemente un “frame” video. L’artista, dopo aver compiuto una ricerca nel web con alcune delle parole che ama indagare, sceglie un’immagine che ritiene adatta a innescare un processo pittorico. Il “frame” funziona da spiraglio sulla realtà e proprio per la sua indeterminatezza e anche la sua ambiguità lascia spazio aperto all’agire della pittura. È un metodo a cui l’artista si attiene con molta coerenza e che sta alla radice dell’opera Sweet flagrum, realizzata appositamente per Libere tutte. È un olio di dimensioni nettamente più grandi rispetto alla consueta produzione di Lulashi, documentata dagli altri due quadri esposti. Il corpo di donna inghiottito da una natura dall’apparenza vorace è una prova di alta qualità e intensità pittorica, con quelle stesure a macchia che restituiscono una tensione drammatica che è intrinseca al processo tecnico. L’opera vive così di una doppia spinta contrastante. Da una parte mantiene un senso di lontananza, fisica e temporale, restituito dal tono ovattato della pittura; dall’altra esprime una dimensione di imminenza, di urgenza che è propria delle situazioni indagate. Anche la figura femminile di Sweet flagrum è sottoposta a questa duplice tensione che la sospinge nel groviglio vegetale del contesto (il “dolce flagello” a cui fa riferimento il titolo dell’opera) e contemporaneamente la fa rimbalzare sulla superficie della tela. Lo spazio liberato dall’indeterminatezza del “frame” diventa in questo modo un campo in cui la pittura può operare, ampliando oltre misura lo spettro dell’ambiguità.

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Sweet Flagrum 2019, olio su tela, 90 x 120 cm, courtesy l’artista e Prometeo Gallery, Milano 
Sposta il sole 2019, olio su tela, 30 x 30 cm, courtesy l’artista e Prometeo Gallery, Milano
Il ridicolo addio 2019, olio su tela, 40 x 50 cm, courtesy l’artista e Prometeo Gallery, Milano

Posted on: 18 Marzo 2020, by : Alessandro Frangi
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