Luca Scarabelli, NON SI TRATTENEVA MAI ABBASTANZA A LUNGO DA POTER CONTARE GLI ALBERI NEL BOSCO

Stanza 9
Invitato da Giancarlo Norese

Ci sono le luci delle stelle e il buio che le circonda. Il bosco non si vede, non c’è.
L’attenzione è posta sulla capacità di proiettarsi al di fuori da sé per prendersi un nuovo punto di vista. L’ambiente che ospitava i lavori è particolare, per la sua conformazione e per i rimandi al suo recente passato. La visione era di costruire un racconto considerando questo spazio non neutro, come un’immagine nomade, in cui il gioco della rappresentazione della realtà è spostato sul piano mentale, in una dialettica che mi piaceva pensare come sfioramento, con un avvicinarsi al senso, lento e sommesso. Univo differenti linguaggi e raccontavo di gravità, di caduta, di attrazione, di respiro, ma anche di uno sguardo da parte della natura sull’uomo e viceversa. Sono forme simboliche quelle che ho scelto di usare, dall’archetipo del cerchio, al dipinto in bianco e nero che rappresenta uno schermo, pronto a ricevere le immagini da un possibile avamposto nello spazio, che le fa rimbalzare qui, per costruire un racconto fatto di contraddizioni e codici da decifrare. Un riquadrare che non ha una direzione precisa; la scelta di come presentarlo può variare e non lo condiziona, può essere messo anche sottosopra senza scalfire la sua sostanza. Il suo centro è vuoto ma è pieno di spazio, è un’assenza in attesa degli eventi dell’immaginazione. È anche uno spazio di riflessione e di raccoglimento, un’area in cui lo sguardo può anche riposare. C’è da prendere la mira per catturare e costruire le cose, c’è bisogno dell’attesa e del silenzio per essere precisi. Solo lì sul bordo esterno della costruzione, occorre stare lì, statuari, concentrati, anche se instabili. Forse il solo pensiero è già un’opera.

Luca Scarabelli è nato a Tradate (VA) nel 1965. Vive e lavora tra Como e Varese.

Posted on: 24 Ottobre 2012, by : admin