Casa Testori presenta “NEVEr alone”, un progetto multidisciplinare tra storia, letteratura, arte contemporanea, fotografia, cinema e scienza, in cui la neve è simbolo trasversale. Il progetto è risultato vincitore del bando “Olimpiadi della Cultura”, promosso da Regione Lombardia per i Giochi Olimpici Invernali Milano Cortina 2026, nel calendario dei Giochi della Cultura

Nel gennaio del 1985, Milano e l’Italia furono colpiti da una straordinaria nevicata che paralizzò la città per diversi giorni. Fu un evento eccezionale a cui Giovanni Testori dedicò un editoriale sul “Corriere della Sera” del 17 gennaio: Benedetta tu, sorella neve. Per Testori la neve non doveva essere percepita come un ostacolo fastidioso allo scorrere della vita cittadina, ma un’occasione unica per fermarsi, riconnettersi con se stessi e con gli altri, riscoprendo il valore del vivere comune e del tempo.

Il progetto di Casa Testori nasce a quarant’anni esatti dall’evento, quando Milano si accinge a tornare protagonista dell’inverno a livello globale, affermandosi nell’immaginario planetario come la capitale della neve. In un modo totalmente nuovo, ma altrettanto inaspettato. 

Il percorso di “NEVEr alone” include una mostra collettiva di arte contemporanea curata da Giacomo Pigliapoco, due project room firmate da Greta Martina e Rosita Ronzini, e un focus dedicato alla nevicata del 1985, a partire dall’articolo di Testori e dalle diapositive del grande fotografo Mario De Biasi. A completare il progetto, tre rassegne tematiche: quella fotografica diretta da Luca Fiore, quella cinematografica curata da Daniela Persico e quella dedicata a scienza e Climate Change coordinata da Riccardo Castellanza con Valter Maggi per l’Università Bicocca. Un mosaico di linguaggi espressivi che invitano il pubblico a scoprire prospettive nuove e a condividere uno spazio comune di riflessione e consapevolezza.

La mostra e il focus allestiti a Casa Testori inaugureranno sabato 22 novembre 2025. Tra dicembre 2025 e marzo 2026, abbracciando i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano – Cortina 2026, si svilupperà il calendario delle tre rassegne e degli appuntamenti legati alle esposizioni, tra performance e laboratori. Il finissage è fissato per sabato 28 marzo 2026.

Una rassegna cinematografica sul colore bianco nel cinema italiano contemporaneo

Il bianco al cinema è un colore tanto fondamentale, quanto poco esplorato soprattutto nella contemporaneità. Con la scomparsa della neve, con la frenesia dei ritmi contemporanei e l’esplosione dello spettro dei colori, sempre meno cineasti si cimentano con la sfida che propone un colore totalizzante. Attraverso lo sguardo di diversi autori del cinema contemporaneo italiano si attraversa la storia di un colore che diventa materia pittorica nello splendido film d’animazione Balentes di Giovanni Columbu, storia di brigantaggio nelle terre sarde che segna un nuovo approdo per un regista dalla pratica unica. Il bianco appare, invece, come finale simbolico in Canone effimero, catalogo sonoro sulla tradizione orale italiana raccolta con dedizione e amore dalla coppia di registi Gianluca e Massimiliano De Serio, in un viaggio attraverso l’Italia, che è anche una ricomposizione della nostra memoria collettiva. I due film saranno presentati in anteprima a Milano, alla presenza degli autori. A completare la rassegna è uno dei film fondamentali sulla dimensione altra spalancata dalla neve, presentato grazie al restauro della Cineteca di Milano: Il tempo si è fermato, primo lungometraggio di Ermanno Olmi.

La rassegna è stata curata da Daniela Persico per il progetto “NEVEr alone” di Casa Testori, realizzato grazie al bando “Olimpiadi della Cultura”, promosso da Regione Lombardia per i Giochi Olimpici Invernali Milano Cortina 2026 e inserito nel calendario dei Giochi della Cultura. “NEVEr alone” è un progetto multidisciplinare in cui si riscopre la neve a partire dall’editoriale di Giovanni Testori Benedetta tu, sorella neve, pubblicato il 17 gennaio 1985 sul “Corriere della Sera” e scritto in occasione della grande, storica nevica di quei giorni. L’editoriale è stato la scintilla per sviluppare due allestimenti: al piano terra di Casa Testori, una mostra collettiva di arte contemporanea curata da Giacomo Pigliapoco, completata da due project room a cura di Greta Martina e Rosita Ronzini, in cui gli artisti si confrontano con la neve nei suoi significati simbolici e poetici; al primo piano, un focus sulla nevicata del 1985 in cui l’editoriale di Testori dialoga con gli scatti che il fotografo Mario De Biasi (1923-2013) realizzò nei giorni della nevicata. A Casa Testori un gruppo di una decina di giovani filmmaker reinterpreteranno le sue fotografie in un workshop a cura di Martina Parenti e Massimo D’Anolfi. Sabato 28 febbraio 2026 gli esiti del workshop verranno proiettati a Casa Testori come appuntamento finale della rassegna, come restituzione pubblica del lavoro dei partecipanti al workshop. Massimo D’Anolfi e Martina Parenti lavorano insieme dal 2007, anno in cui presentano I promessi sposi a Locarno, inaugurando un percorso costellato di premi e selezioni internazionali. Con Il Castello (2011) arrivano nei principali festival documentari, ottenendo riconoscimenti importanti tra Hot Docs, EIDF e IDA Awards. Seguono Materia Oscura(Berlinale 2013), L’Infinita Fabbrica del Duomo (Locarno 2015) e Spira Mirabilis, in Oscura(Berlinale 2013), L’Infinita Fabbrica del Duomo (Locarno 2015) e Spira Mirabilis, in concorso a Venezia 73. BLU debutta a Venezia 75, mentre Guerra e pace è presentato in Orizzonti nel 2020. Più recenti sono Una giornata nell’Archivio Piero Bottoni (Torino Film Festival 2022) e Bestiari, Erbari, Lapidari (Venezia 81, premio miglior regia a IDFA), insieme a Un documento, presentato a Filmmaker 2024.

15 gennaio, ore 18.30 – MIC
Workshop NEVEr ALONE Massimo D’Andolfi  // Martina Parenti

MASSIMO D’ANOLFI  // MARTINA PARENTI

COSA RESTA DELLA NEVE A MILANO

13 gennaio e 7 febbraio
Casa Testori  

Filmare il bianco significa inseguire ciò che sta per affiorare e ciò che sta per svanire: neve, nebbia, luce come soglie mobili dove le immagini prendono forma. Il bianco è il colore del marmo dalle cui lavorazioni affiora potente il gesto dell’artista.

Il workshop con Massimo D’Anolfi e Martina Parenti — la coppia di documentaristi che ha ridefinito il nuovo cinema del reale italiano con opere rigorose e visionarie presentate e premiate in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, alla Berlinale, a Locarno Film Festival, a IDFA e nei principali festival internazionali — si articola in due appuntamenti complementari, pensati per avvicinare i partecipanti al loro immaginario cinematografico e accompagnarli in un percorso creativo legato alla storica nevicata del 15 gennaio 1985. 

Il primo incontro, il 13 gennaio, sarà dedicato a una riflessione teorica sul bianco come colore nel loro cinema: attraverso la visione condivisa di alcune sequenze — dalla nebbia lattiginosa e impenetrabile che avvolge l’aeroporto di Malpensa in Il Castello, passando dai marmi bianchi, scolpiti e polverosi della cattedrale in costruzione in L’Infinita Fabbrica del Duomo, fino alle geometrie bianche e rarefatte di Bestiari, Erbari, Lapidari— il duo analizzerà l’uso del bianco come spazio di sospensione, memoria e trasformazione. A seguire, una visita alla mostra fotografica di Mario De Biasi permetterà di collegare lo sguardo filmico alle immagini d’archivio e di dialogare con i partecipanti sulle prime idee di ripresa. 

Nel secondo incontro, il 7 febbraio, il lavoro diventa più pratico: i ragazzi porteranno il materiale raccolto durante il mese di gennaio, osservazioni, tentativi, riprese ispirate agli scatti dell’85 e si confronteranno direttamente con i registi in una sessione di visione e commento collettivo. Un percorso che alterna pensiero e pratica, memoria e presente, lasciando spazio all’imprevedibilità del paesaggio invernale e alle possibilità narrative che la neve continua a evocare.

I lavori saranno restituiti in una proiezione speciale a Casa Testori il 28 febbraio.

Il workshop è a cura di Daniela Persico e Tea Paci, in collaborazione con www.filmidee.it

MAX 15 ISCRITTI

A CHI SI RIVOLGE

Il workshop si rivolge a studenti di cinema/arti visive e giovani professionisti, che hanno già un’esperienza base di riprese e montaggio, e intendono approfondire il loro percorso artistico.

COME ISCRIVERSI

– Mandare una mail a eventi@casatestori.it con una breve lettera di motivazione che contenga il proprio percorso (1000 battute max) ENTRO IL 7 GENNAIO 2026

– Dopo aver ricevuto la conferma di partecipazione ai 15 selezionati è richiesta un’offerta libera a partire da 15 euro a sostegno della campagna di crowdfunding “SALIAMO TUTTI!” lanciata da Casa Testori per sostenere parte delle spese necessarie per l’installazione di un ascensore e di un bagno per persone con disabilità motoria.
Si ricorda di esplicitare NOME E COGNOME.

 

29 gennaio, ore 18.30, MIC

Il Tempo si è fermato
di Ermanno Olmi 

Ambientato in un remoto rifugio alpino durante l’inverno, a cavallo tra realtá e finzione, il film racconta l’incontro tra due uomini costretti a condividere un isolamento fatto di neve, silenzi e gesti quotidiani. Uno è un giovane studente incaricato di sorvegliare una diga; l’altro un operaio più esperto, taciturno e diffidente. Nel lento scorrere dei giorni, la distanza tra i due si assottiglia: il lavoro diventa un ritmo comune, il paesaggio un orizzonte condiviso e la solitudine un’occasione di conoscenza reciproca. Con uno sguardo essenziale e profondamente umano, Olmi trasforma questa convivenza forzata in una riflessione sul tempo sospeso, sulla fragilità e sulla forza delle relazioni che nascono lontano dal mondo.

Crediti

Regia: Ermanno Olmi
Attori: Natale Rossi (Natale, il guardiano della diga), Roberto Seveso (Roberto, lo studente), Paolo Quadrubbi (L’altro guardiano)
Soggetto: Ermanno Olmi
Sceneggiatura: Ermanno Olmi
Fotografia: Carlo Bellero
Musiche: Pier Emilio Bassi
Montaggio: Carla Colombo
Produzione: Edison Volta
Paese: Italia
Anno: 1959
Durata: 86’

22 gennaio, ore 18.30, MIC

Canone effimero 
di Gianluca e Massimiliano De Serio

Un viaggio attraverso un’Italia sotterranea e quasi invisibile, lontana dalle narrazioni dominanti, dove sopravvivono forme musicali di tradizione orale minacciate dall’omologazione culturale. Diviso in undici capitoli, il film segue persone e comunità che custodiscono canti polifonici, tecniche artigianali e strumenti antichi, rivelando una sensibilità sonora radicata e fragile. Il bianco — quello ovattato della neve e quello metaforico dei silenzi — non è un colore ma una condizione: una soglia in cui voci e gesti affiorano e svaniscono. È il bianco della memoria, in bilico tra cancellazione e riemersione. In questa rarefazione, le tradizioni diventano segni minimi e fragili, proprio per questo più preziosi. Con un’estetica rigorosa fatta di camera fissa e lente panoramiche su volti e paesaggi, i De Serio compongono una meditazione visiva sul tempo, sul lavoro della musica e sulla trasmissione di gesti e saperi. Il film restituisce la forza della tradizione senza idealizzarla, mostrando come queste pratiche continuino a generare senso nonostante la pressione del presente, in un atto di resistenza culturale.

Alla presenza dei registi

Crediti
Regia: Gianluca De Serio, Massimiliano De Serio
Sceneggiatura: Gianluca De Serio, Massimiliano De Serio
Fotografia: Piero Basso
Montaggio: Diana Giromini
Sound design: Mirko Guerra
Produttore: Alessandro Borrelli
Produttore esecutivo: Alessandro Borrelli
Produzione: La Sarraz Pictures
Paese: Italia
Anno: 2025
Durata: 120’

15 gennaio, ore 18.30, MIC

Balentes
di Giovanni Columbu


Ambientato in Sardegna nel 1940 e basato su un fatto realmente accaduto, Balentes racconta l’ingenua ribellione di due ragazzi che, venuti a sapere che alcuni cavalli verranno requisiti dall’esercito, tentano di liberarli per salvarli dal fronte. Traditi e inseguiti dalla milizia, i due si confrontano con la brutalità della guerra, che travolge la loro idealistica spinta alla protezione.. Presentato alla 54ª edizione dell’International Film Festival Rotterdam, dopo l’anteprima alla Festa di Roma, il film conferma la profondità dello sguardo di Giovanni Columbu, che costruisce una pittura in movimento fatta di chiaroscuri, gesti minimi e paesaggi primordiali. In Balentes, il bianco diventa un elemento decisivo: richiama il bianco originario delle prime immagini cinematografiche a cui si ispira, ma viene rielaborato da Columbu come materia pittorica in un film d’animazione dipinto a mano capace di opporsi, visivamente e simbolicamente, ai totalitarismi d’ogni tempo. Ed è proprio in questo bianco totale che la guerra irrompe come una macchia scura, spezzando l’innocenza dei protagonisti. Rievocando la memoria di un fatto reale, Balentes si trasforma in una parabola sulla guerra, sull’eroismo e sul destino dei giovani, destinati a essere inghiottiti dagli stessi meccanismi di violenza contro cui avevano tentato di opporsi.

Alla presenza del regista e dell’interprete Simonetta Columbu

Crediti

Regia e sceneggiatura: Giovanni Columbu
Fotografia: Paolo Negro, Enrico Monni, Giulia Camba, Damiano Picciau, Federica Ortu
Montaggio: Giovanni Columbu, Benni Atria
Produttori: Giovanni Columbu, Daniele Maggioni, Flavia Oertwig
Produzione: Luches Film, Tama Filmproduktion, Rai Cinema
Paesi: Italia / Germania

Anno: 2024
Durata: 70’

 

Tra le varie attività del progetto “NEVEr alone”, ci sono due mostre allestite a Casa Testori. La mostra collettiva di arte contemporanea è curata da Giacomo Pigliapoco con due project room firmate da Greta Martina e Rosita Ronzini. L’altra esposizione, invece, è dedicata alla storica nevicata del 1985. È concepita a partire dall’articolo di Testori “Benedetta tu, sorella neve” – pubblicato sul Corriere della Sera il 17 gennaio 1985 – ed esporrà le fotografie di Mario De Biasi. Secondo Testori, la neve non doveva essere percepita come un ostacolo, bensì come un’ occasione per riscoprire la lentezza come valore, per riconnettersi con se stessi e con gli altri. Nelle due mostre la neve è indagata con un approccio multidisciplinare e secondo varie prospettive: dal gioco alla malinconia, dalla gioia all’attesa.

 

Sabato, 13.12.2025, ore 18.00
melatonina
Performance di Elena Francalanci

In melatonina, nuovo lavoro performativo site specific pensato per Casa Testori, Elena Francalanci esplora il sonno come morte simbolica, come rito di passaggio verso una nuova forma di autorità di sé, un atto di rinascita attraversato dal timore della solitudine e dal rischio del pericolo.
L’intervento performativo delinea un itinerario sonoro e gestuale che, dall’interno di Casa Testori, si articola fino al cuore del giardino, innescando così una prima trasformazione della componente installativa del progetto.
L’audio è una registrazione dell’artista mentre impara a suonare il pianoforte, esercitandosi su Moonlight Sonata di Beethoven. Così Elena Francalanci si interfaccia quotidianamente con una condizione di fissità, in cui il progresso sembra non arrivare mai, in questo senso un continuo tentare e fallire, un’esperienza che Francalanci lega alla rigidità del momento del dormire.

Leggeremo l’articolo “Benedetta tu, sorella neve” di Giovanni Testori, pubblicato sul Corriere della Sera nel 1985. Testori racconta un episodio ben preciso che tuttavia, come sempre nella sua scrittura, prende la forma di un racconto che travalica il suo tempo e tocca le corde profonde delle nostre vite e dei nostri ricordi. La lettura sarà collettiva: ognuno avrà in mano un frammento del testo e lo declamerà ai compagni. Visiteremo poi la mostra e ognuno sarà invitato a scegliere un’opera d’arte a cui associare quel brano e a darne motivazione. Le parole di Testori diventano, così, i pannelli e le didascalie di una nuova versione della mostra interpretata dai ragazzi.

Nel laboratorio i bambini e le bambine sperimenteranno le possibilità espressive della materia attraverso l’uso di un unico colore, il bianco. A partire dall’osservazione di alcune opere in mostra dedicate alla neve, guideremo i bambini e le bambine nella creazione di un paesaggio astratto utilizzando pongo, pastelli a olio, tempera, carta e gessetti. Ne scaturirà un mondo innevato ricco di sfumature, grazie a un’esperienza creativa e sensoriale sul tema della neve.

Torna in alto