Tictig

Davide Mottes, LA CITTÀ CERCHIO

«Se infine qualcuno avesse piacere di vedere la forma della città e la qualità e quantità dei suoi palazzi e di tutti gli altri edifici, salga con grato animo in cima alla torre corte comunale: di lassù, dovunque volgerà lo sguardo, potrà ammirare cose meravigliose».

Una città su cui camminare. Davide Mottes, con precisione e accuratezza, ha ricostruito la Milano della fine del Duecento. Aveva studiato mappe disegnate circa nello stesso periodo in cui venivano redatte Le Meraviglie di Milano, ha individuato i centri del potere e della vita religiosa dell’epoca, oltre ad alcuni luoghi chiave del nostro percorso, tra cui le case dove visse Bonvesin. Una lettura geografico-scientifica, che ben si prestava all’osservazione prolungata per la ricchezza di dettagli e di punti di riferimento, dalle montagne che circondano la città alle distanze chilometriche rispetto agli altri borghi del circondario.

Francesco Muzzi, LA CITTÀ VERTICALE

La città che sale. Francesco Muzzi raccontava la verticalità di Milano, scegliendo gli elementi descritti da Bonvesin che, già nel Duecento, connotavano la città e che contenevano in nuce gli sviluppi della città moderna, dei grattacieli, delle archistar. Le oltre duecento campane e i centoventi campanili «costruiti alla maniera delle torri», le circa duecento chiese, le centocinquanta ville con castelli, le porte principali e quelle secondarie che «sono invece dieci, si chiamano “pusterle” e hanno tutte, come si può osservare, il mirabile fondamento, da ogni parte, di un mirabile muro. Ciascuna delle porte principali ha due torri, non però finite, le cui basi solidissime poggiano anch’esse su un fondamento solidissimo». 

La verticalità della città era descritta dall’installazione di Muzzi, che aveva inserito, uno per uno, gli elementi di ciascuna categoria. Bonvesin era sempre presente, in ognuno dei totem, immerso nella scrittura. Contava, prendeva appunti, guardava la città crescere.

Simone Massoni, LA STANZA DEL LINO

Nel testo di Bonvesin le materie prime e il modo di cucinarle hanno ampio spazio. Tra queste, c’è una pianta a cui dedica un’attenzione particolare: il lino. 
Questa scelta ha una valenza sia dal punto di vista retorico, in quanto permette all’autore di fare sfoggio delle sue abilità di scrittura in un arzigogolato paragrafo, sia dal punto di vista contenutistico, perché Bonvesin sottolinea la versatilità che caratterizza il lino, utilizzabile non solo come alimento.

«E dirò anche (e appaia mirabile a quelli che intendono): l’olio, anche quello impropriamente detto composto, in qualche luogo dei nostri campi si forma sopra le fave. Inoltre sotto i treppiedi e i piatti nascono, in qualche luogo, tovaglie oppure, sopra le stesse tovaglie, portate di vario genere; in sovrabbondanza nasce l’olio, col cui aiuto nella stagione invernale le tovaglie vengono filate nell’alabro, poi poste nell’arcolaio, quindi nel gomitolo e infine tessute».

Simone Massoni ha restituito questa stratificazione attraverso la creazione di un pattern stampato su più tovaglie, che rendono i livelli su cui si colloca la descrizione di Bonvesin. Un’icona su ognuno dei tessuti ne riassume il ragionamento: un’ampolla d’olio, un arcolaio e un fiore.

Elyron, I NUMERI DELLE DUE MILANO

«Tanto nella città quanto nel contado, ovvero distretto, ogni giorno diventa più grande la già grande popolazione e la città si estende con i suoi edifici». 

Bonvesin è maestro della tecnica retorica dell’enumerazione, di cui fa sfoggio a partire dalla descrizione dei numeri della città e dei suoi abitanti.
Il confronto tra la città del 1288 e quella del 2015 è difficile, perché molte categorie professionali non ci sono più, altre sono mutate, ma Elyron ci ha guidati in questo dialogo a distanza, settecento anni dopo. La ricerca di Roberto Necco (Elyron) non si è limitata al concepimento di un’immagine, ma è consistita in un progetto a tutto tondo. L’installazione prevedeva il coinvolgimento del visitatore, chiamato a curiosare tra i cassetti della stanza per scoprire cosa celassero al loro interno.

Mimaster, SEI COPERTINE PER LE MERAVIGLIE DI MILANO

con Andrea Bozzo

Il testo integrale del De magnalibus urbis Mediolani fu per lungo tempo ritenuto scomparso, pur essendo citato nel corso del Trecento da Galvano Fiamma, Enrico di Herford e Pietro Filargo e, all’inizio del Quattrocento, nell’inventario della biblioteca Visconti. Un manoscritto compilato da due amanuensi (Gervasio Corio e uno sconosciuto) venne ritrovato solo nel 1894 da Francesco Novati, filologo cremonese, nella Biblioteca Nacional de España, a Madrid.

Mimaster ha affidato ad alcuni illustratori l’incarico di immaginare una nuova copertina per un volume dalla storia così travagliata, attualizzandolo e rileggendolo come una sorta di guida turistica contemporanea. Nelle sei proposte in mostra, la città è al centro dell’attenzione, affiancata dal suo primo illustratore, il nostro buon Bonvesin.

GLI ARTISTI

Davide Abbiati, Libero Gozzini, Joey Guidone, Gaia Nasi, Vincenza Peschechera e Paola Rollo.

Emiliano Ponzi, IO, BONVESIN

«Bonvesin de la Riva dotato di una sorta di prudenza pensierosa in un periodo di selvagge lotte per il potere, qual è l’ultimo trentennio del Duecento a Milano; seduto al tavolo di lavoro egli tiene in posa e fotografa il suo sogno di una vita comunale attiva e pacifica, con l’amabile illusione che la parola saggia trovi posto negli spazi dissennati delle ambizioni politiche».
Maria Corti

Bonvesin de la Riva nacque a Milano prima del 1250. La famiglia abitava nel quartiere di Porta Ticinese. Fu magister o doctor gramaticae a Legnano, prima di tornare a Milano dove, entro
il 1288, scrisse il De magnalibus urbis Mediolanile meraviglie di Milano. Fu frate terziario dell’Ordine degli Umiliati, partecipando all’amministrazione di diverse istituzioni di carità, e fece parte dei decani dell’Ospedale nuovo.

Compose opere in latino e in volgare, tra cui conosciamo i Carmina (o Controversiade mensibus sul tema, diffusissimo nell’arte e nella letteratura medievali, dei mesi, il De vita scolastica, che ebbe larghissima fortuna ancora nel Rinascimento, e il De magnalibus urbis Mediolani. Poco coinvolto nei disordini cittadini, si allineò, più per prudenza che per politica, ai Visconti, se è vero che i Carmina de mensibus allegorizzano il tentativo di ribellione di Napo della Torre, oppositore dei Visconti, esiliato dopo la sconfitta a Desio del 1277, un anno dopo la composizione del testo. Fece testamento nel 1313 e morì poco dopo, prima del 1315.

Emiliano Ponzi, con il suo stendardo, attua una magistrale sovrapposizione: Bonvesin è la città che racconta, il suo cuore coincide con la metropoli, le sue vene, le sue arterie sono le vie cittadine.

RASSEGNA STAMPA TICTIG

TICTIG. La meravigliosa Milano di Bonvesin de la Riva ha chiuso con un bilancio di oltre 5.000 visitatori, 10 workshop realizzati durante il periodo espositivo e oltre 1.500 ragazzi delle scuole del territorio. 
La mostra ha visto in azione 40 illustratori, tra quelli direttamente coinvolti nel percorso espositivo e quelli invece protagonisti dei workshop. 
Infine, ultimo numero che rende idea dell’interesse suscitato dalla mostra è quello di copie vendute del libro di Bonvesin: esaurite tutte le copie dell’edizione precedente, Bompiani ha ristampato il volume in nuova edizione economica.
Sono i numeri che raccontano del successo di una mostra, nuova nel format e capace di incontrare il gusto e l’interesse di un pubblico molto trasversale. Consenso anche sui social: sono 347 le foto postate su Instagram con l’hastag #tictig dai semplici visitatori.
Presenze importanti hanno animato le giornate di mostra, dal maestro Gualtiero Marchesi, con il suo gelato alle marasche, ad Alessandro Mendini, genio del design accompagnato dal non meno creativo Fabio Novembre, che hanno incontrato i giovani illustratori.
Come ha scritto Francesca Bonazzoli sul Corriere della Sera, questa mostra «è un’alchimia che può riuscire solo al team di Casa Testori che da cinque anni sforna un progetto espositivo più formidabile dell’altro, tanto che è nella periferica casa con giardino che fu di Giovanni Testori che si producono le mostre più innovative della programmazione artistica pubblica e privata milanese».

Scarica la rassegna stampa della mostra
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FANTASIE D’ESTATE

28 Giugno 2015

Giornata all’insegna dell’arte e del divertimento, dove accanto alle attività laboratoriali, i partecipanti hanno potuto fare merenda con il gelato agricolo di Adèl Gelateria.

I LABORATORI

Milano Tu, Milano Io
Ispirandosi ai precedenti Teste Matte Zibaldino, Umberto Mischi ha ideato ad hoc per Casa Testori il laboratorio Milano Tu, Milano Io.
Rivolto ai bambini dai 5 anni in su, il laboratorio ha sfruttato griglie, moduli e colori per dar vita a personaggi di carta.

Cartoline da Milano
Un laboratorio alla scoperta dei primi rudimenti della tecnica incisoria più antica: la xilografi­a. 
Grazie a Print About Me, i partecipanti di tutte le età hanno potuto cimentarsi nel linocut con gli strumenti dell’incisore, dando vita a un’immagine della città di Milano in formato cartolina.

FESTA DELLE MARASCHE CON GUALTIERO MARCHESI

26 Aprile 2015

Prendendo spunto da una delle più belle pagine delle Meraviglie di Milano, in cui Bonvesin de la Riva fa l’apologia delle ciliegie che si potevano mangiare nella città, Casa Testori ha organizzato la Festa delle Marasche, giornata che ha unito l’arte alla gastronomia: laboratori creativi per bambini guidati da Francesco Poroli e Paola Sala, dibattiti con gli illustrati della mostra Tic Tig, ma anche incontri con Gualtiero Marchesi e degustazione dello speciale gelato alle marasche da lui ideato.
Gualtiero Marchesi, che per tanti anni ha avuto il suo ristorante e oggi ha la sua Accademia proprio in via Bonvesin de la Riva a Milano, ha, in questa occasione, raccontato della sua amicizia con Giovanni Testori, che fu tra i primi a scoprirlo e a frequentare assiduamente il suo ristorante.

La giornata si è chiusa con un dibattito sul futuro dell’illustrazione, a cui hanno partecipato, tra gli altri, Francesco Franchi, art director di Il, mensile del Sole24ore, e Angelo Rinaldi, art director di Repubblica, oltre che gli artisti di Tic Tig.