Month: Giugno 2009

Annalisa Pirovano, QUELLI DEL PIANO DI SOTTO

Stanza 6

«Quello che mi ha portato verso la pittura è stata l’immensa nostalgia che ogni mattina si rinnova sempre, per la luce dei sogni.»
Annalisa Pirovano

«Pur essendo un’artista dalle conclamate doti tecniche, le sue opere non soggiacciono mai ad una mera sperequazione stilistica ma pongono sempre l’accento sul primato della narrazione, che vede l’ambiente domestico tramutarsi nel muto palcoscenico di psicodrammi in atto o in divenire. La scena, quasi sempre, è costituita da soggiorni o sale da pranzo immortalate dopo il tramonto in un microcosmo claustrofobico affollato da una moltitudine ossessiva di oggetti. Epicentro della sequenza – per usare un’espressione cinematografica – è sempre la figura umana, ora ripresa di spalle ora frontalmente, immersa in una sorta di passiva attesa. Come altri artisti della sua generazione, Annalisa Pirovano ha orientato fin dall’inizio il proprio percorso nel filone dei cosiddetti pittori della realtà. Nel lavoro della Pirovano questo approccio si carica di valenze estetiche e simboliche peculiari che attingono a diversi ambiti: quello della cultura dei media e della cronaca, esplicitato anche attraverso l’uso sapiente delle monocromie, quello un po’ crepuscolare della cinematografia noir (diciamo alla Tarantino), quello della letteratura minimalista americana alla Truman Capote.»
Mimmo di Marzio

L’ARTISTA

Annalisa Pirovano è nata a Erba nel 1978. Ha frequentato il corso di scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove vive e lavora. Dalle prime esperienze come scenografa ha scoperto la pittura. Nel 2007 ha partecipato al premio Arte ed è stata selezionata tra i venti finalisti. Nel 2008 ha iniziato una collaborazione con la galleria Obraz di Milano partecipando alla collettiva Lo stato dell’arte. A febbraio 2009 ha inaugurato la sua prima personale I vicini non fanno rumore a cura di Mimmo Di Marzio. Ad aprile ha partecipato alla collettiva Undercover sempre a cura di Mimmo Di Marzio presso la galleria Wannabee di Milano. A maggio è stata selezionata tra i venti finalisti del premio Como Contemporany Art Contest e ha partecipato alla mostra presso la Pinacoteca Comunale di Como.

Gianriccardo Piccoli, SCALE

Stanza 11

«Esistono strane coincidenze di un disegno segreto che si disvela nell’esistente e ne conforta il transito. Avevo realizzato un lavoro su delle stanze ed ecco apparire un tema che le porta misteriosamente a Novate. I due grandi teleri in mostra composti da un doppio telaio riflettono una memoria del mio lavoro sottratta alla superficialità dello sguardo e ridata alla lentezza della contemplazione. Sono flebili garze che allontanano la perentorietà dei ricordi sottostanti dipinti sulla prima tela e vivono solo dell’emozione che inconsciamente vi riaffiora. Sono i quotidiani lari di una fragilità dell’essere confortata da cenni di esili affermazioni disegnative, sovente costruiti come oggetti bisognosi di fiducia nell’esplicarsi del filo di ferro che li costruisce e nella carta velina che amorosamente li protegge. “Un velo di polvere inquieta” ricopre in parte di cera la prima garza e rimanda alla segretezza della visione.»
Gianriccardo Piccoli

«Piccoli è un appassionato trovarobe, sempre alla ricerca dell’oggetto di recupero, abbandonato o solo dimenticato in qualche angolo della casa. Perlopiù sono materiali di nessun valore, ripescati in mezzo al bric à brac che si accumula indisturbato tra gli spazi domestici, poi riempiti di senso in un’orchestrazione messa al servizio di un esile meccanismo narrativo. Una modalità di lavoro che chiama in causa la recente passione di Piccoli per i disegni dei bambini.»
Simone Facchinetti

L’ARTISTA

Gianriccardo Piccoli è nato a Milano nel 1941. Si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e ora vive e lavora tra Bergamo e Basilea. Negli anni Ottanta la sua ricerca è diventata più incline all’astrazione e alla sperimentazione tecnico-linguistica, mantenendo il disegno indipendente come costante presenza nel suo lavoro. Nel 1984 ha vinto il premio Feltrinelli e nel 1986 ha partecipato alla Biennale di Venezia. È intervenuto in diverse rassegne allestite in sedi pubbliche e private e gli sono state dedicate alcune antologiche: a Wiesbaden nel 1988, a Tenero e a Monza nel 1990. Ha esposto a lungo in Svizzera, stabilendo un rapporto privilegiato con la Galerie Carzaniga di Basilea. Nel 1995 ha realizzato una Via Crucis per la chiesa di Sant’Agostino a Bergamo, con un allestimento di Mario Botta. Nel corso del 2007 la Galleria dello Scudo di Verona ha organizzato una monografica sulla sua opera recente (2001 – 2007). Nello stesso anno ha realizzato Palinsesto di cenere, monumentale installazione creata appositamente per l’Oratorio di San Lupo a Bergamo. Del 2009 è la sua personale Stanze per Villa Panza a Villa Panza a Biumo.

Massimo Kaufmann, OSSA MEA

Stanza 8

«L’opera d’arte è una risposta ad una domanda che non può essere formulata.»
Massimo Kaufmann

«Che cosa sono queste grandi superfici pittoriche se non una forma esplicita di “eccezione”– se non una messa in questione di questo nocciolo fondativo del fare arte? È a partire da simili suggestioni che dovremmo dire che gli esercizi di Kaufmann costituiscono una nuova forma di domanda: una domanda fatta ne più ne meno che con i mezzi stessi, e la stessa tecnica, del “domandare”. Ciò significa che con questo suo ritorno ostinato alla pittura, Kaufmann ci costringe ad un salto mentale, ad un “esercizio”, che va dunque molto oltre lo “specifico” pittorico: si tratta insieme di abilità di mano e d’occhio, orecchio “musicale”, senso del “ritmo” (temine che in greco significa anche “numero”), ma anche del “rito”, tenuti insieme dall’applicazione rigorosa di una regola e di un metodo, che dobbiamo avere la paziente disciplina di “riconoscere”.»
Marco Senaldi

L’ARTISTA

Massimo Kaufmann è nato nel 1963 a Milano, vive e lavora tra Milano e New York. Ha studiato Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Milano. Ha iniziato la sua carriera collaborando con alcune riviste, in particolare Flash Art, per poi affermarsi come esponente di rilievo della generazione artistica dei primi anni ‘90. Ha esposto in numerose gallerie e istituzioni pubbliche italiane, europee e statunitensi, tra le quali: lo Studio Guenzani di Milano nel 1987, 1988, 1992 e nel 1995, Palazzo della Permanente di Milano nel 2001, la Galleria Sperone di New York nel 1994 e il Museo d’Arte Contemporaneo di Nizza nel 1997. Una sua opera è stata recentemente acquistata dal MAMBO di Bologna. La sua pittura più recente si inserisce in un ambito astratto di mappe, reticoli, come città che si sviluppano a dismisura in esplosioni di colore. Nel 2004 ha esposto Apriti cielo, presentando questo nuovo ciclo di lavori nella galleria 1000eventi di Milano. Nel 2006 si è tenuta presso la Galleria Astuni di Pietrasanta la mostra 24 h – Massimo Kaufmann e nel 2007 la Galleria In Arco di Torino, con la quale collabora dal 1991, ha ospitato la mostra Bubbles.