EASY COME, EASY GO

Andrea Mastrovito
A cura di Julia Draganovic
Casa Testori
1 Aprile – 8 Maggio 2011

invito mastrovito

EASY COME, EASY GO. OVVERO, COVER TO UNCOVER
Julia Draganovic

Nel profondo del suo animo Andrea Mastrovito è, e rimane, un disegnatore. Ha un’immensa fiducia nel semplice gesto di tirare una linea e infatti riempie di tratti non solo i classici fogli di carta. Con in mano un qualsiasi strumento in grado di produrre un segno, Andrea diventa un creatore. La matita, la penna e il pennarello sono stati quasi solo un modesto esordio, oramai Andrea è diventato un virtuoso anche con le forbici e il cutter, con cui incide linee in carte,
cartoni o nelle stratificazioni di pittura ed intonaci di vecchi palazzi, fino a scalfire i mattoni.
Altre volte, invece di penetrare le superfici, Andrea fa uscire le linee dall’atlante di Flatlandia, ritagliando e piegando in verticale sagome di ogni genere da libri di foto per creare paesaggi fatti di libri pop up. Tira nastri colorati in percorsi a zigzag per intere stanze, attaccandoli a pareti, soffitti e pavimenti e riempendo le sale espositive con i suoi disegni spaziali fino a renderle impercorribili. E, come se non bastasse, insegna a correre ai suoi disegni tramite le video animazioni, per far loro attraversare non solo lo spazio ma anche il tempo. 
Andrea Mastrovito ha un’immensa fiducia nel semplice gesto di tracciare una linea: lo dimostrano non solo i mille modi in cui disegna, ma anche le tematiche che tratta. Il suo ciclo di disegni intitolato Manuale per giovani artisti ne è l’esempio migliore. 
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Quasi ogni disegno di questo ciclo ha guidato l’artista allo sviluppo di altri lavori, ripetendo la stessa piccola storia raccontata con la matita su carta in un linguaggio diverso. Mastrovito è un maestro delle variazioni e il Manuale per Giovani Artisti con il senno di poi si è rivelato una fonte inestinguibile di innumerevoli leitmotiv per il – oramai – non più giovane artista. 
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Non solo per la passione per i libri, la casa di Giovanni Testori rappresenta un ambiente perfetto per il lavoro di Mastrovito. Come annota Andrea, il padrone di casa è nato nel suo stesso giorno, ma cinquantacinque anni prima. Mastrovito ha colto l’occasione d’essere ospite in questa Casa per entrare in un dialogo molto intimo con Testori che per un certo verso si è rivelato una sua anima gemella. 

LE PROPRIE RAGIONI ESPRESSIVE
Davide Dall’Ombra

Questa mostra segna un punto decisivo nell’attività di Andrea Mastrovito, chiamato, a 32 anni, a realizzare un’antologica in cui presentare la complessità del proprio lavoro e mettere alla prova i propri mezzi espressivi in 16 interventi site specific, realizzati nel confronto con un luogo così ricco di storia e fecondo di vita. 
A vent’anni, leggendo lo straordinario attacco del saggio di Giovanni Testori su Martino Spanzotti (1958), resomi conto dell’età del suo autore all’epoca della stesura, 35 anni, sorrisi di fronte alla considerazione che era per lui il tempo in cui “scolorando se ne va anche la giovinezza”, ma, soprattutto, che fosse già giunta l’ora di fare il punto sulla propria attività, spinto dalla “necessità di volgere anche gli studi della critica al chiarimento delle proprie ragioni espressive”. Ignorando l’avvertimento di uno dei miei maestri, liquidai l’incomprensione attribuendo la singolarità di prospettiva alla genialità testoriana e alla precocità del suo esordio critico (17 anni). Mi accontentai – questa volta a ragion veduta – di ritenere condivisibile che fossero ormai “passati i tumulti dell’adolescenza, in cui molte cose m’attrassero senza darmi, non dico la quiete, che forse è un bene impossibile, ma neppure la dolorosa pace di coscienza che dà l’accettazione del reale”. Ora, che ai 35 ci sono arrivato, alle spalle trovo naturalmente meno talenti e conquiste espressive, eppure la necessità di “chiarimento” delle radici del proprio agire è la stessa. 
È per questo che credo sia ben speso l’impegno di Casa Testori per dare a Mastrovito l’occasione per fare il punto sulla propria attività artistica […]. 
Ma, inaspettatamente, fare il punto ha voluto dire per Mastrovito lanciarsi in un confronto serrato con la storia di questo luogo, lasciandosi contaminare in modo naturale e ineludibile dalla vicenda umana e artistica di Giovanni Testori. E, grazie a questa libertà che ha fatto i conti con la storia propria e altrui, vede la luce questa mostra: un inno animale e delicato alla necessità di vita, senso, amore e bellezza, che è di tutti noi.

LA MOSTRA

Andrea Mastrovito, bergamasco classe 1978, è stato l’artista più votato dal pubblico e nelle stesse stanze che lo hanno consacrato ha proposto un’eccezionale antologica. Mastrovito è un artista internazionale che vive tra Bergamo e New York e ha all’attivo numerose mostre in Italia, in Europa e negli Stati Uniti. Anche grazie alla sua straordinaria capacità nel disegno e nell’utilizzare, trasformandoli, i più diversi materiali ha dato vita ad opere installative e multimediali che hanno affascinato i visitatori dei due continenti: dal Museum of Art and Design di New York, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, al Museo Pecci di Prato e al MAXXI di Roma.
Casa Testori Mastrovito ha realizzato la sua personale più ambiziosa, invadendo le 20 stanze della casa con disegni, collage, videoanimazioni, installazioni e interventi site-specific sui muri e gli ambienti della casa. Il titolo, Easy come, easy go (Così come vengo, così me ne vado) è un verso di Bohemian Rhapsody, la celebre canzone dei Queen protagonista di una delle stanze, oltre che degli ultimi mesi di vita di Giovanni Testori; il verso, traducibile anche con “mi lascio trasportare, sono un indolente” è stato scelto dall’artista come espressione della giovinezza in genere, del proprio carattere e della condizione dell’artista a Casa Testori, chiamato a fare i conti con un luogo magico e pieno di storia.
Mastrovito al pian terreno ha mostrando al pubblico per la prima volta le radici nascoste del suo lavoro in un’inedita raccolta di 26 autoritratti a matita. Ogni stanza era riservata a una scoperta e, grazie alle celebri installazioni di libri ritagliati, un’aiuola fioriva nella stanza del camino, una biblioteca virtuale di fotocopie era installata nella biblioteca testoriana mentre la drammatica video-installazione Johnny colmava di emozioni il grande salone della casa.
Molti gli interventi appositamente realizzati e, al primo piano, grazie a incisioni sul muro che disegnano la figura umana attraverso gli strati d’intonaco e vernice accumulatosi nei 100 anni di vita della casa, Mastrovito ha fatto venire a galla la storia di questo luogo.

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