Giovanni Frangi, PASADENA

«Pasadena è una serie di trenta incisioni dedicate all’Huntington Botanic Garden, una delle più straordinarie ricostruzioni di ambienti naturali del mondo. Si passa dai giardini orientali alle piante del deserto, dai laghi di ninfee, al Shakespeare Garden. Anche quella volta avevo fatto un centinaio di foto a colori, ogni tanto le guardavo, ma non pensavo che sarebbero diventate il mio alfabeto giapponese come quello di un libro che avevo comprato anni fa a New York. Ce l’avevo sempre tra i piedi perché di un formato strano: c’erano delle lettere bianche su un fondo nero che a me sembravano bellissime. Quando ho scoperto il carborundum, la polvere di silicio che si usa sopra la resina ipossidica, ho capito che avevo bisogno di tornare a Pasadenaperché quelle foto non erano abbastanza, avevo bisogno di qualche particolare, di un pezzo di cielo dietro le piante che mi mancava, ma non ci sono ancora tornato e poi la seconda volta non è mai come la prima.»
Giovanni Frangi

«In primo piano c’è un grande spazio libero, dove campeggiano delle chiazze rosa. Qualche macchia scura qua e là, impronte di passi o di zampe, sta ad indicare che la zona non è disabitata. Ma a rompere il silenzio, si potrebbero immaginare solo i fischi delle marmotte, che stanno acquattate dietro i tronchi, come dei vigili. Anche qui qualcosa di violento può essere accaduto, visto che al centro non mancano punti rosso sangue. È pronta la scena per l’Erwartung più luminosa degli ultimi tempi. Mentre non si trova per fortuna, una ragione, né naturalistica né espressionista, per gli schizzi di azzurro in mezzo alla neve; quelli in alto in alto a sinistra potrebbero essere un angolo, un po’ anemico, di cielo. Sui tronchi di questi alberi, ancora una volta percorsi dal pettine, cola, come del caucciù, l’amore per Morlotti: fresco di giornata però. Tanto che a guardarli proprio da vicino, questi tronchi di mille colori sembrano quel che resta di una scatola di gelato alla fine di un pasto, quando i gusti vanno tutti insieme. È questa la natura non indifferente: qui si sente la musica del paesaggio.»
Giovanni Agosti

L’ARTISTA

Giovanni Frangi è nato a Milano nel 1959 dove vive e lavora. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha iniziato a dipingere molto presto. Del 1983 è la sua prima mostra personale alla galleria La Bussola di Torino. Nel corso di questi anni ha lavorato con diverse gallerie in Italia, in Germania, in Svizzera, in Cina e negli Stati Uniti. Nel 1997 ha vinto il premio della XII Quadriennale romana e ha esposto alla Camera dei Deputati nella Sala del Cenacolo La fuga di Renzo. Nel 1999 ha allestito, al Palazzo delle Stelline di Milano, Il richiamo della foresta, un bosco costituito da 13 tele. Nel 2000 ha iniziato a collaborare con la Galleria dello Scudo di Verona dove ha esposto Viaggio in Italia nel 2000, Take off nel 2004 e Underwater nel 2007. Nel 2004 ha esposto Nobu at Elba nella Scuderie di Villa Panza a Varese. Nel 2006 ha montato due View -masteralla galleria Poggiali e Forconi di Firenze. Nel 2007 ha tenuto la mostra Sassisassi alla Galleria Raphael di Francoforte. Nel 2008 ha esposto per la prima volta Pasadena alla Galleria d’Arte Moderna di Udine e ha realizzato l’installazione Giovanni Frangi MT2425 a Bergamo, per l’Oratorio di San Lupo.

Posted on: 18 Giugno 2009, by : Associazione Giovanni Testori